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    Predefinito Cina contro Obama che “esalta” l’Africa: “Mentalità da guerra fredda obsoleta”

    Cina contro Obama che "esalta" l'Africa: "Mentalità da guerra fredda obsoleta" - Il Fatto Quotidiano
    Cina contro Obama che “esalta” l’Africa: “Mentalità da guerra fredda obsoleta”


    I media di Pechino attaccano il presidente degli Stati Uniti che, dalle colonne dell'Economist, ha criticato i cinesi. Con loro, ha detto, bisogna essere fermi e "i semplici appelli alle norme internazionali sono insufficienti". Dell'Africa, invece, ha sottolineato che le sue più grandi risorse sono "la sua gente, i suoi talenti, le sue potenzialità"

    di China Files per il Fatto | 6 agosto 2014Commenti (47)


    Più informazioni su: Africa, Cina, Usa.

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    Dopo il “martedì anticinese” di Barack Obama, i media di Pechino non fanno sconti. In un summit con i capi di Stato africani e senza fare nomi e cognomi, il presidente Usa ha specificato che gli Stati Uniti non guardano all’Africa “semplicemente per le sue risorse naturali, bensì per la sua più grande risorsa che è la sua gente, i suoi talenti, le sue potenzialità”. Messaggio neanche troppo in codice per definire l’espansione cinese nel continente. Il concetto si è fatto esplicito in un’intervista all’Economist, dove Obama dice che con la Cina “devi essere abbastanza fermo”, perché [i cinesi] “insistono più che possono finché non incontrano resistenza. Non sono sentimentali, e non sono interessati alle astrazioni. E così, i semplici appelli alle norme internazionali sono insufficienti”.
    Le dichiarazioni, nel segno dell’“eccezionalismo” Usa che lo stesso Obama teorizza, sono di quelle ritagliate su misura per irritare i cinesi, ma le reazioni sono più sarcastiche che rabbiose. China News reagisce scrivendo che il presidente americano “sfoga il proprio disappunto per i rapporti Usa-Cina”, facendo affermazioni “emozionali” e prive di nuove prospettive. “Osserviamo che gli affari cinesi occupano un posto molto importante nella mente dell’attuale presidente degli Stati Uniti. Obama ha speso più tempo ed energia a trattare questioni cinesi di qualsiasi suo predecessore”, ricorda l’articolo. Facendo eco a un sentimento simile, il Global Times critica Obama perché “si aggrappa a una mentalità da guerra fredda obsoleta” che “non offre alcun contributo costruttivo ai rapporti Cina- Usa”.
    È proprio quest’ultimo quotidiano, noto per la sua linea nazionalista e il linguaggio “pane al pane”, a rincarare la dose con un’analisi complessiva dell’amministrazione Obama piuttosto sminuente (o realistica, a seconda dei punti di vista). Quasi un epitaffio. La politica estera del presidente Obama ha dato speranza al mondo prima della sua entrata in carica nel 2009 – si legge – ma poi “è diventata più auto-contraddittoria”. Quanto alle dichiarazioni su Cina e Russia, si dice che “la diplomazia non sarà una parte della sua eredità di cui andare orgogliosi”. Se poi si parla di Medio Oriente, “non gli sarà data una medaglia per la situazione attuale”, definita esplicitamente “caos”.
    L’obiettivo del presidente Usa, secondo l’editoriale, è quello di contenere la Cina. Così, nonostante i proclami di voler creare con Pechino un nuovo tipo di rapporto tra “maggiori potenze”, gli Usa non sembrano agire di conseguenza. Arriva poi la pacca sulla spalla di incoraggiamento, non si sa quanto convinta: “Obama potrebbe essere ricordato se nei prossimi due anni, prima che si concluda il suo mandato, determinerà passi avanti nei rapporti sino-statunitensi”.
    L’editoriale del Global Times non viene ripreso da altri media ma ben rappresenta la disillusione – quasi disistima – dell’establishment cinese per l’attuale amministrazione Usa, soprattutto per quanto riguarda la politica estera. L’impressione è che Pechino abbia “mollato” Obama, attendendo semplicemente la fine del suo mandato. Lontani appaiono i tempi del summit statunitense con Xi Jinping, nel maggio 2013. Immediatamente dopo scoppiò lo scandalo Snowden e i rapporti si sono da allora gradualmente deteriorati. Dalle parti di Zhongnanhai – l’area dove risiedono i leader cinesi – si guarda già a Hillary Clinton. E si affilano le lame.
    di Gabriele Battaglia

  2. #2
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    Predefinito Re: Cina contro Obama che “esalta” l’Africa: “Mentalità da guerra fredda obsoleta”

    Obama che esalta l'Africa....conflitto di interessi?

  3. #3
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    Predefinito Re: Cina contro Obama che “esalta” l’Africa: “Mentalità da guerra fredda obsoleta”

    I gialli sanno benissimo che possiamo distruggere in quattro e quattr'otto quasi tutti i rapporti economici che hanno costruito li.

    Basterebbe montare una campagna mediatica sul "pericolo di Ebola".....e l'Africa affonda e con lei i rapporti con i cinesi.



  4. #4
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    Predefinito Re: Cina contro Obama che “esalta” l’Africa: “Mentalità da guerra fredda obsoleta”

    Citazione Originariamente Scritto da paulhowe Visualizza Messaggio
    I gialli sanno benissimo che possiamo distruggere in quattro e quattr'otto quasi tutti i rapporti economici che hanno costruito li.

    Basterebbe montare una campagna mediatica sul "pericolo di Ebola".....e l'Africa affonda e con lei i rapporti con i cinesi.


    ehhhh, ma a forza di gridare al lupo al lupo, finisce che il lupo vien davvero e si porta via tutto il gregge!

  5. #5
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    Predefinito Re: Cina contro Obama che “esalta” l’Africa: “Mentalità da guerra fredda obsoleta”

    Citazione Originariamente Scritto da FINK Visualizza Messaggio
    Obama che esalta l'Africa....conflitto di interessi?
    Strizza dei cinesi.
    Considerando poi che i brics hanno già un piedi lì con il sud africa
    Ultima modifica di Metabo; 07-08-14 alle 19:11

  6. #6
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    Predefinito Re: Cina contro Obama che “esalta” l’Africa: “Mentalità da guerra fredda obsoleta”

    Flop

    Gli Usa tentano di sedurre l’Africa

    Vertice con i Paesi africani nel tentativo di riconquistare (economicamente) il Continente

    - See more at: http://www.lindro.it/economia/2014-0....nHGvVmmr.dpuf



    Gli Usa tentano di sedurre l?Africa - L'Indro
    Il Vertice Usa-Africa, cui hanno partecipato i massimi rappresentanti degli Stati Uniti, l’immancabile Banca Mondiale e oltre 40 capi di Stato africani, ha deluso le aspettative. Per tre giorni, da lunedì a mercoledì, è andato in scena uno spettacolo visto e rivisto. Il presidente Barack Obama è apparso sotto tono e misurato. Davanti ai capi di Stato e di governo dei Paesi africani, riuniti all’hotel Mandarin Oriental di Washington, ha rivendicato, ancora una volta, le sue origini africane: «Il sangue dell'Africa scorre nelle vene della nostra famiglia, sto davanti a voi come figlio di un uomo africano». Un figlio che ha tradito le aspettative di un intero continente. «Obama non suscita lo stesso entusiasmo di qualche anno fa», ha osservato un membro di una delegazione dell’Africa Centrale, nei corridoi dell'hotel, la cui dichiarazione è stata ripresa dalla stampa africana.
    Il carisma di Obama ha perso smalto. Le guerre che hanno devastato l’Africa in questi anni, in particolare quella in Libia, hanno gettato un’ombra sulla sua figura. Sono lontani i giorni in cui il presidente Usa fu accolto come un “messia” in Ghana (13 luglio del 2009), in occasione del suo primo viaggio nel continente nero. Il suo discorso suscitò il plauso della comunità africana: «Il destino dell’Africa è in mano agli africani. (…) La storia è dalla parte di questi coraggiosi africani, e non di quelli che usano i golpe o cambiano la costituzione al potere. L’Africa non ha bisogno di uomini forti, ha bisogno di istituzioni forti». Di quelle parole è rimasto solo l’eco.
    Agli Usa piace dare lezioni di democrazia e non perdono occasione per farlo. Il segretario della diplomazia Usa, John Kerry, nel giorno di inaugurazione del Summit, ha infatti ricordato che «una società civile forte, il rispetto della democrazia, lo Stato di diritto e dei diritti umani, non sono solo i valori americani sono valori universali».
    Dopo il primo giorno dedicato a democrazia e diritti umani, il summit si è concentrato sull’economia e il business. Gli Stati Uniti saranno «un partner del successo dell'Africa», ha annunciato il presidente statunitense, ammettendo che Washington ha scoperto tardi le potenzialità del continente nero. Le relazioni economiche tra i due non sono infatti fiorenti. «Il nostro commercio con l'Africa nel suo complesso è solo equivalente al nostro import-export con il Brasile, ovvero ad un solo Paese», ha riconosciuto il presidente americano, aggiungendo: «Di tutti i beni che esportiamo in tutto il mondo, solo l’1% va all’Africa sub-sahariana. Pertanto abbiamo un sacco di lavoro da fare. Dobbiamo fare meglio. Molto meglio».
    Obama spera di capovolgere la situazione o almeno di riequilibrarla. Come? Ha annunciato investimenti per 33 miliardi di dollari, di cui 14 provenienti dal settore privato per investire nel settore dell’energia pulita, della finanza e delle costruzioni. Altri 12 miliardi, invece, saranno stanziati nell’ambito dell'iniziativa “Power Africa”, un piano per l'elettrificazione del continente nero che coinvolgerà oltre ai partner del settore privato anche la Banca Mondiale (che fornirà 5 miliardi di dollari). Infine, altri 7 miliardi di dollari saranno destinati a promuovere ulteriormente le esportazioni delle imprese nordamericane. I particolari sui nomi delle aziende che investiranno nel continente africano non sono ancora noti, ma al vertice hanno partecipato più di 70 colossi americani, tra cui Chevron, Morgan Stanley Citigroup, Lockheed Martin, Marriott International, General Electric, Ford e Wal-Mart.
    «Gli Stati Uniti sono determinati a essere un buon partner, un partner alla pari e un partner a lungo termine. Noi non ci rivolgiamo all’Africa solo per le sue risorse naturali. [...] Noi non vogliamo solo estrarre minerali dal terreno per la nostra crescita. Vogliamo costruire veri e propri partenariati che possano creare posti di lavoro e opportunità per i nostri popoli» ha affermato Obama, facendo riferimento alla Cina, accusata di “nuovo colonialismo”, quello che i critici chiamano “Cinafrica”. C’è frustrazione in Occidente per l’avanzata economica dell’Impero di Mezzo. La Cina fa paura. Il commercio tra Africa e la Repubblica Popolare Cinese ha superato i 200 miliardi di dollari, lo scorso anno.
    L’Africa è affascinata dai cinesi, dai loro dollari, dalla rapidità con cui decide e agisce. La Repubblica popolare ammalia, confonde e convince i capi di Stato e governi. Molti criticano la strategia della Cina in quanto non aiuterebbe i Paesi poveri che, già molto indebitati, sono così costretti a privarsi delle principali ricchezze. Eppure là dove gli Usa e l’Europa impongono il loro dominio, Pechino ha scelto una strategia, chiamata “soft power”, che si è dimostrata vincente. La Cina apre le porte a massicci investimenti in diversi settori dell’economia africana, offre prestiti a tasso zero, costruisce ospedali, strade, scuole, ponti, stadi e altre infrastrutture sociali attraverso programmi di cooperazione bilaterali. Offre borse di studio in Cina a migliaia di studenti africani permettendogli di studiare gratuitamente nelle migliore università del Paese e soprattutto cancella i debiti contratti. Ad esempio, la Repubblica popolare cinese ha cancellato il debito di ben 32 Paesi africani di oltre un miliardo di dollari.
    Il successo cinese non piace agli Stati Uniti, la cui economica non brilla di salute. E Obama non lo nasconde, né lo camuffa. Immediata la risposta di Pechino. «Osserviamo che gli affari cinesi occupano un posto molto importante nella mente dell’attuale presidente degli Stati Uniti. Obama ha speso più tempo ed energia a trattare questioni cinesi di qualsiasi suo predecessore», scrive l’agenzia di stampa 'China News'. Sulla stessa linea il 'Global Times' che accusa Obama di «aggrapparsi a una mentalità da guerra fredda obsoleta» che «non offre alcun contributo costruttivo ai rapporti Cina- Usa».
    Al di là dell’inimicizia tra le due potenze economiche, gli Stati Uniti hanno compreso la necessità di cambiare strategia per riconquistare il terreno perso nel continente africano. «Lo dico senza giri di parole: vogliamo e lavoreremo duramente per assicurare che più aziende americane investano in Africa», ha detto il capo della diplomazia statunitense, John Kerry. «La crescita è qui, ora, e per davvero. Non c'è alcun motivo per cui le imprese statunitensi non prendano in considerazione il continente nero» ha detto il capo della General Electric, Jeffrey Immelt, annunciando l’investimento di due miliardi dollari entro il 2018.
    «Questi accordi rappresentano la prova inconfutabile che gli Usa sono aperti al commercio con l’Africa e che l’ascesa economica del Paese è solo all’inizio. È chiaro che l'Africa del 2014 non è l'Africa del 2000», ha sottolineato segretario al Commercio Usa, Penny Pritzker. Anche il segretario del Tesoro, Jacob Lew, nel suo intervento, ha sottolineato l’interesse «a favorire gli investimenti Usa nel continente, sviluppare il commercio e creare posti di lavoro».
    Gli Usa cercano di sedurre l’Africa, ma le sue arti amatorie sono flebili e poco passionali. È una storia che stenta a decollare. Non solo perché gli africani preferiscono i cinesi, ma anche perché il presidente Obama deve sottostare a dei diktat che arrivano dalle lobbie americane e non solo. Lui stesso ha ammesso di avere le mani legate da una classe politica americana riluttante per il rinnovo dell’African Growth and Opportunity Act (AGOA), che scade nel 2015. «Sono fiducioso che possiamo lavorare con il Congresso per rinnovare e modernizzare l’AGOA, prima della scadenza, per un lungo termine. Dobbiamo raggiungere questo obiettivo», ha detto Obama. Intanto, la Cina avanza lasciando alle sue spalle il suo inseguitore.

    - See more at: Gli Usa tentano di sedurre l?Africa - L'Indro
    Ultima modifica di Metabo; 07-08-14 alle 19:10

  7. #7
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    Predefinito Re: Cina contro Obama che “esalta” l’Africa: “Mentalità da guerra fredda obsoleta”

    Citazione Originariamente Scritto da Metabo Visualizza Messaggio
    Strizza dei cinesi.
    Considerando poi che i brics hanno già un piedi lì con il sud africa

    Ma che ci fai con il sud africa?!!

    L'africa ha sopratutto legami storici con l'europa (inghilterra e francia) infatti la lingua che parla una parte non indifferente della popolazione e' appunto l'inglese e il francese.

    Il cinese non lo conosce nessuno, senza considerare la vicinanza geografica con il continente europeo rispetto alla Cina.

  8. #8
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    Predefinito Re: Cina contro Obama che “esalta” l’Africa: “Mentalità da guerra fredda obsoleta”

    Citazione Originariamente Scritto da paulhowe Visualizza Messaggio
    I gialli sanno benissimo che possiamo distruggere in quattro e quattr'otto quasi tutti i rapporti economici che hanno costruito li.

    Basterebbe montare una campagna mediatica sul "pericolo di Ebola".....e l'Africa affonda e con lei i rapporti con i cinesi.


    Se è cosi facile rovinare la reputazione dei cinesi, perché non l'avete ancora fatto? Che cosa aspettate ancora?

    Guarda che da anni che i cinesi si sono infiltrati in Africa e fin'ora la reputazione cinese non l'avete rovinata, come mai?


  9. #9
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    Predefinito Re: Cina contro Obama che “esalta” l’Africa: “Mentalità da guerra fredda obsoleta”

    Citazione Originariamente Scritto da Geralt di Rivia Visualizza Messaggio
    Se è cosi facile rovinare la reputazione dei cinesi, perché non l'avete ancora fatto? Che cosa aspettate ancora?

    Guarda che da anni che i cinesi si sono infiltrati in Africa e fin'ora la reputazione cinese non l'avete rovinata, come mai?




    Ma non serve rovinare la "reputazione" dei cinesi, perche sostanzialmente non ne hanno una.

    Forse non ti e' chiaro che per incidere su un paese serve molto tempo, serve lasciare qualcosa (una lingua, una religione, un modello di civilta) o condividerne qualcosa.

    I cinesi con l'africa storicamente non c'entrano una mazza, perche li non hanno un passato coloniale come quello che hanno i paesi europei.

    Geograficamente sono lontani e non puoi conquistare i favori di 1 miliardo di persone con un po di miniere sfruttate qua e la che possono essere chiuse o evaquate se scoppia una guerre civile.

    La fragilita di questa condizione peraltro e' ben conosciuta dal governo di Pechino che non ci pensa proprio a spostare il baricentro economico del paese e sta diversificando le sue forniture in una grande quantita di paesi in tutto il mondo.

  10. #10
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    Predefinito Re: Cina contro Obama che “esalta” l’Africa: “Mentalità da guerra fredda obsoleta”

    Citazione Originariamente Scritto da paulhowe Visualizza Messaggio
    Ma non serve rovinare la "reputazione" dei cinesi, perche sostanzialmente non ne hanno una.

    Forse non ti e' chiaro che per incidere su un paese serve molto tempo, serve lasciare qualcosa (una lingua, una religione, un modello di civilta) o condividerne qualcosa.

    I cinesi con l'africa storicamente non c'entrano una mazza, perche li non hanno un passato coloniale come quello che hanno i paesi europei.

    Geograficamente sono lontani e non puoi conquistare i favori di 1 miliardo di persone con un po di miniere sfruttate qua e la che possono essere chiuse o evaquate se scoppia una guerre civile.

    La fragilita di questa condizione peraltro e' ben conosciuta dal governo di Pechino che non ci pensa proprio a spostare il baricentro economico del paese e sta diversificando le sue forniture in una grande quantita di paesi in tutto il mondo.
    Si vabbè le solite stronzate sui legami culturali, quando ti ho già dimostrato che molti paesi sono alleati senza essere simili culturalmente, e molti paesi con legami culturali si fanno la guerra tra di loro.

    Che poi tu stesso hai detto pure che un paese alleato deve più debole di un paese protettore, quindi che cazzo c'entrano i rapporti di forza con i legami culturali?

    Se non hanno reputazione i cinesi, allora che bisogno di fare una campagna mediatica contro di loro con il virus Ebola? Vedi che non sai di cosa parli?

    Manco l'Europa e l'America non c'entrano un cazzo con l' Africa, o con il Terzo Mondo, questo non impedisce che ci siano state colonie in tutto il Terzo Mondo.

    la Cina essendo un paese da Terzo Mondo, non ha colonie, ma cmq il colonialismo dalla Seconda Guerra Mondiale in poi non è più praticabile da nessuno.

    La Cina può soltanto sfruttare la sua condizione di paese più importante del Terzo Mondo, per spingere i paesi poveri contro i paesi ricchi, non deve essere culturalmente simile agli africani.

    Per questo la forza militare non basta per controllare questi paesi, come vorresti tu.

 

 
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