Originariamente Scritto da
Giò
Credo che Orco Bisorco abbia inquadrato correttamente la questione per come oggi si pone.
Bisogna partire da un presupposto fondamentale: le migrazioni che oggi il continente europeo sta "subendo" non hanno paragoni con quelle avvenute nel passato.
In primo luogo, mai popoli così diversi per religione, razza, cultura, etnia, lingua, ecc. si sono spostati in numero tanto elevato su una superficie così ristretta rispetto ai continenti di provenienza. In secondo luogo, mai degli spostamenti di massa erano stati così "sollecitati" da forze economiche e politiche sia per interessi propri che per "ideologia". Le migrazioni del passato, spesso, nascevano da esigenze reali. La povertà, la fame, la sproporzione tra risorse presenti nel suolo della patria natia e popolazione, guerre e persecuzioni non erano esattamente cose da nulla. Non che questi fattori oggi siano totalmente assenti nei paesi dai quali provengono gli immigrati, ma la differenza è che chi ha un interesse oggettivo ad avere più stranieri nei paesi europei vi fa leva proditoriamente. Anche in presenza di questi fattori, comunque, è giusto limitare e regolare l'immigrazione secondo un principio se volete banale ma fondamentale: essa va consentita nella misura in cui non danneggia il bene sia della nazione di provenienza dell'immigrato che della nazione di accoglienza. Come applicarlo in concreto, non può che dipendere dalle contingenze del momento.