La proposta di Alfano circa l’abolizione dell’articolo 18 continua a riscaldare il dibattito. In particolare è scontro tra gli esponenti del Pd, contrari alla proposta, ed i rappresentanti del Nuovo Centrodestra che spingono sulla modifica chiesta da Alfano.
Giovanni Legnini, sottosegretario all’economia, afferma: “Non polemizzo perché il ministro dell’Interno e il suo partito stanno dando un contributo importante all’azione del governo. Ma se la proposta è introdurre nel decreto Sblocca Italia l’abolizione dell’articolo 18, a parte una qualche estraneità di materia abbastanza evidente ho il timore che rischiamo di bloccarla l’Italia, non di sbloccarla”. “Io non penso – aggiunge Giovanni Legnini – che l’articolo 18 sia un totem” (come affermato da Alfano) piuttosto “il totem non è l’articolo 18, ma una presunta ideologizzazione dell’articolo 18. Io penso che il governo deve accelerare sul programma di riforme economiche, che è vasto e ambizioso”. “Si tratta da sempre di un argomento divisivo”, aggiunge, “che dobbiamo affrontare nella sede propria, cioè la delega per il lavoro. In quella sede è legittimo che ciascuno esprima le proprie proposte, il Ncd ma anche il Pd”. Tra l’altro, dopo gli interventi che già ci sono stati, spiega, “oggi la possibilità di avviare un rapporto di lavoro per i giovani, senza l’applicazione dell’ articolo 18, è pressoché illimitata”.
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ARTICOLO 18, SACCONI “VIA LA NORMA, PATTO ENTRO AGOSTO”*- “Entro il mese si decida se la norma ‘sblocca lavoro’ va nello ‘Sblocca Italia’ o come delega nel Jobs Act che poi approveremmo subito”. Lo afferma il presidente della Commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi, di Ncd, che rilancia, in un’intervista al Sole 24 Ore, la richiesta di Angelino Alfano di accelerare sull’abolizione dell’articolo 18. Se si fa un accordo politico, dice, “siamo pronti a chiudere in una settimana” sul Jobs Act. “Fino a oggi – sottolinea l’ex ministro – i parlamentari del Partito democratico non hanno ancora accettato di introdurre come criterio di delega al nostro Governo, ripeto, al nostro comune Governo, la riforma del contratto a tempo indeterminato. Io dico facciamolo con un accordo politico entro il mese per il superamento dell’ articolo 18 e la Commissione Lavoro del Senato approverà l’intero disegno di legge delega in una settimana”. Secondo Sacconi, “davanti ai dati Istat sul Pil che fotografano un’economia italiana ancora in recessione, prospettiva confermata dall’agenzia Moody’s, e con tutte le istituzioni internazionali che insistono affinché il Governo dia un segnale di superamento dell’attuale assetto regolatorio del mercato del lavoro – fermo su vecchi equilibri di compromesso fatti quando ancora esisteva un’Italia dell’Est – la richiesta di Alfano non fa che confermare che su questo tema la necessità e urgenza c’è tutta”.
ARTICOLO 18, MARTINA “IMPRENDITORI NON CHIEDONO*ABOLIZIONE – “Non è questione di levare questo o quel diritto, ma di sostenere imprese e occupazione”, “in questi mesi da ministro, non un imprenditore mi ha posto come prima questione quella dell’articolo 18″. Lo dice il ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina, che in un colloquio con La Stampa, sottolinea: “Ho sempre incontrato imprenditori che chiedono misure concrete per incentivare gli investimenti e semplificare la burocrazia. Io non credo proprio che la sua abolizione porti nuova occupazione. Comunque, mi rifaccio alle parole del mio vicesegretario Guerini e a quelle del ministro Poletti”. Ossia, “discuteremo e ci confronteremo. Di certo siamo tutti animati dall’obiettivo di sostenere l’economia, le imprese, l’occupazione”.


Scritto da: Andrea Turco
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