Meglio, nulla è meglio di un nazionalismo pan-turcico (che erdogan sostiene) che porti la turchia verso l'SCO (dove stanno gli altri stati turcofoni, che faccia da spalla al polo "multipolare" assieme alla Russia pan-slavista e pan-ortodossa di putin e la cina (più l'india sempre più nazionalista).
"You should be aware, Fräulein, that there are some people in this world, some irredeemable louts, for whom the means do not require an end. I speak, of course, of myself."
Non per criticarti in realtà sei uno dei migliori nel forum) ma tu a dieci anni facevi e pensavi tutto questo invece di giocare a calcio in piazzetta? Non ci credo, anche se visto attraverso lo schermo del pc, tutto è possibile, io i deliri politici li ho iniziati a 12 anni però, è verosimile quello che dici, ero un comunista stalinista patito delle purghe e del grigiore dell'NKVD, poi a 13 divenni un nazionalista fascista e monarchico alla Corradini poi a 17 anni un Nazionalista (poeta per altro) D'Annunziano a (il cavillo della monarchia rimase) e così via (ma sempre nell'ambito DR), in compenso anche quando ero stalinista degli operai non mi fregava niente, ero solo affascinato dallo stato-macchina leviatano sovietico.
"You should be aware, Fräulein, that there are some people in this world, some irredeemable louts, for whom the means do not require an end. I speak, of course, of myself."
non è che sottoscriverei tutto ma lo riporto
Il terrorista premoderno
di Slavoj Zizek
Repubblica 6.9.14
DA QUALCHE mese a questa parte, è diventato un luogo comune osservare come l’ascesa dello Stato islamico in Iraq e in Siria, o Is, rappresenti l’ultimo capitolo nella lunga storia del risveglio anticolonialista .
E AL tempo stesso un nuovo capitolo nella lotta contro il modo in cui il capitale globale mette a rischio il potere degli Statinazione.
A causare tanta paura e costernazione è invece un altro aspetto di quel regime, ovvero le affermazioni pubbliche con cui le autorità dell’Isis precisano che l’obiettivo principale del potere statale non è quello di coordinare il benessere della popolazione. Ciò che realmente conta, dichiarano, è la vita religiosa e la capacità di garantire che ogni aspetto della vita pubblica soddisfi i precetti della religione. Ecco perché l’Isis rimane più o meno indifferente alle catastrofi umanitarie all’interno del proprio territorio.
Uno slogan che evidenzia il divario che separa la nozione di potere, così come viene praticato dall’Isis, dalla moderna nozione occidentale di quello che Michel Foucault definì “biopotere”: la legge che regola l’esistenza al fine di garantire il benessere di tutti. Il califfato dell’Isis rifiuta completamente la nozione di biopotere.
Mentre l’ideologia ufficiale dell’Isis critica aspramente il permissivismo occidentale, le sue gang praticano quotidianamente delle orge grottesche e su larga scala.
Ciò significa forse che l’Isis è premoderna? Anziché vedere nell’Isis un esempio di resistenza estrema alla modernizzazione bisognerebbe semmai concepirlo come un caso di modernizzazione perversa, e collocarlo tra le modernizzazioni conservatrici inaugurate nel Giappone del XIX secolo dal Rinnovamento Meiji (in cui la rapida modernizzazione industriale assunse la forma ideologica di “rinnovamento”, o completo ripristino dell’autorità imperiale).
La foto che mostra Abu Bakr al-Baghdadi, leader dell’Isis, che indossa un pregevole orologio svizzero è emblematica: l’Isis è ben organizzata in fatto di propaganda web e transazioni finanziarie, benché si serva di questi mezzi ultramoderni per propagare e imporre una visione ideologica e politica che più che essere conservatrice rappresenta un disperato tentativo di imporre delle chiare delimitazioni gerarchiche.
Tuttavia non bisognerebbe dimenticare che anche quest’immagine di organizzazione fondamentalista rigidamente disciplinata e regolamentata non è priva di ambiguità: l’oppressione religiosa non è forse (più che) intensificata dal modo in cui le singole unità militari dell’Isis sembrano funzionare? Mentre l’ideologia ufficiale dell’Isis critica il permissivismo occidentale, nella pratica quotidiana le sue gang compiono delle vere e proprie orge a base di rapine, stupri di gruppo, tortura e uccisione degli infedeli.
A guardar bene, anche l’ostentata, eroica prontezza con cui l’Isis sembrerebbe disposta a rischiare tutto appare più ambigua. Molto tempo fa Friedrich Nietzsche scrisse che la civiltà occidentale stava imboccando la via dell’Ultimo Uomo: una creatura apatica, incapace di impegno, di grandi passioni e di sogni. Un individuo stanco della vita, che evita qualsiasi rischio e si accontenta di condurre un’esistenza confortevole e sicura. «Un po’ di veleno di qui e di là: ciò produce sogni gradevoli. E molto veleno infine, per una gradevole morte. Abbiamo i nostri svaghi per il giorno e i nostri svaghi per la notte: ma pregiamo la salute. “Noi abbiamo inventato la felicità”, dicono ammiccando gli ultimi uomini».
Si potrebbe credere che il divario tra il Primo mondo, permissivo, e la reazione fondamentalista ad esso ricalchi vieppiù la linea che separa la vita di chi conduce un’esistenza lunga e ricca di soddisfazioni, fatta di benessere materiale e culturale, da quella di chi dedica la propria esistenza a qualche causa trascendentale. Non è forse questo l’antagonismo tra ciò che Nietzsche chiamava nichilismo “passivo” e nichilismo “attivo”? Noi occidentali siamo gli Ultimi uomini di Nietzsche: immersi in sciocchi svaghi quotidiani mentre i radicali musulmani appaiono pronti a rischiare tutto, impegnati come sono nella lotta sino all’autodistruzione.
Il “Secondo avvento” di William Butler Yeats sembra calzare perfettamente alla difficile situazione in cui ci troviamo: “I migliori hanno perso ogni fede, e i peggiori si gonfiano d’ardore appassionato”. È un’eccellente descrizione dell’attuale divario tra i liberali anemici e gli ardenti fondamentalisti. “I migliori” non sono più capaci di un coinvolgimento totale, mentre “i peggiori” si fanno coinvolgere da un fanatismo razzista, religioso e sessista.
Ma i terroristi fondamentalisti sono davvero fondamentalisti, nel senso autentico del termine? Ciò che fa loro difetto è un tratto che si mostra invece evidente in ogni vero fondamentalista, dai buddisti tibetani agli amish degli Stati Uniti, ovvero l’assenza di risentimento e invidia, la profonda indifferenza verso lo stile di vita dei non credenti. Se i cosiddetti fondamentalisti di oggi sono davvero convinti di aver trovato la via che conduce alla Verità, perché dovrebbero sentirsi minacciati dai non credenti? Perché dovrebbero invidiarli? A differenza dei veri fondamentalisti, i terroristi pseudo-fondamentalisti sono profondamente infastiditi, incuriositi ed affascinati dal peccaminoso stile di vita dei non credenti. Si sente che nel combattere l’altro, colui che pecca, essi lottano in realtà contro le proprie tentazioni. Ecco perché i cosiddetti fondamentalisti dell’Isis rappresentano una disgrazia per l’autentico fondamentalismo.
Ed è a questo punto che la diagnosi di Yeats si distacca dalla situazione attuale: l’appassionata intensità di un’orda indica la mancanza di un’autentica convinzione. E nel loro intimo, anche i terroristi fondamentalisti non possiedono una convinzione autentica — come dimostrano le loro violente reazioni. Quanto dev’essere fragile la fede di un musulmano, se un’insulsa caricatura pubblicata da un giornale danese a scarsa tiratura basta a farlo sentire minacciato. Il terrore fondamentalista islamico non si basa sulla convinzione che i terroristi hanno della propria superiorità o sul loro desiderio di salvaguardare la propria identità culturale e religiosa dai violenti attacchi sferrati dalla civiltà consumistica globale.
Il problema non è che consideriamo i terroristi fondamentalisti inferiori a noi, ma piuttosto che loro stessi si considerano intimamente inferiori. Paradossalmente, ciò che i fondamentalisti dell’Isis e altri come loro non possiedono affatto è proprio l’autentica convinzione della propria superiorità.
(© 2014 The New York Times Traduzione di Marzia Porta)
Ultima modifica di Troll; 07-09-14 alle 11:07
Nel frattempo Suleimani (quello col cappellino) si diverte in Iraq
Mosè Cerantonio.
Italianismo islamista.
Australia, sventato piano terroristico dell’Isis: 15 arresti - Corriere.it
Australia, sventato piano terroristico dell’Isis: 15 arresti
Maxi blitz della polizia da Sydney a Brisbane per fermare i terroristi dello Stato islamico che avevano in mente di rapire e decapitare un ostaggio
Una presunta cellula dell’Isis voleva rapire una persona in Australia e decapitarla filmandone l’esecuzione. Un omicidio che sarebbe stato ispirato da un jihadista d’origine australiana attualmente in Siria. La notizia è emersa dopo una grande operazione della polizia australiana che si è svolta in diverse località del paese.
Una task force composta da centinaia di agenti ha condotto perquisizioni a Sydney e Brisbane eseguendo poi fermi in ambienti legati alla nebulosa radicale. Almeno 15 persone sono state trattenute dopo la confisca di numerosi documenti ritenuti utili per le indagini. La retata fa seguito ad altri interventi dell’autorità giudiziaria contro simpatizzanti e reclutatori della fazione. Agli inizi del mese è stato spiccato un mandato di arresto nei confronti di Mohammad Ali Baryalei, 33 anni, un ex buttafuori in un night, che si è arruolato nell’Isis e si troverebbe attualmente in Siria o in Iraq.
Per gli investigatori alcuni estremisti avevano pianificato un’azione clamorosa per seminare il terrore e dimostrare come l’Isis sia in grado di agire anche lontano dal suo teatro. I militanti - secondo le carte giudiziarie - dovevano avvolgere il rapito in una bandiera del movimento e poi decapitarlo. Tutto ovviamente filmato a fini di propaganda: il video dell’esecuzione sarebbe stato postato sul web.
Recenti informazioni hanno indicato che almeno un paio di australianiricoprono posizioni di rilievo nella gerarchia dell’Isis. Uno di loro avrebbe provato la sua fedeltà decapitando personalmente quattro “traditori”. Una circostanza, però, che non ha trovato conferme e dunque va accolta con cautela. In base a recenti rapporti dell’intelligence nelle file dell’Isis sarebbero presenti una sessantina di australiani, una cifra che, stando ad altre stime, dovrebbe essere raddoppiata. Due jihadisti del contingente hanno destato orrore e attenzione sui media dopo aver postato su twitter le loro foto mentre mostrano le teste mozzate di alcuni soldati siriani a Raqqa. E per questo sono stati incriminati dalla giustizia australiana.
La presenza della colonia australiana all’interno dell’Isis, evidenti segnali di proselitismo nel continente australe e l’attività di nuclei estremisti hanno spinto le autorità a reagire. Da alcune settimane sono stati aumentati i controlli da parte dell’antiterrorismo. Inoltre l’Australia ha deciso di aderire alla coalizione promossa dagli Usa ed ha schierato 6 caccia F 18 negli Emirati Arabi in vista di possibili raid.
Ultima modifica di Orco Bisorco; 18-09-14 alle 13:37
Più che convinto che 'sta gente qui, al pari di al qaeda sia "atlantica di servizio"
Li hanno costruiti talmente bene che alla fine ci piacciono.
Ultima modifica di Orco Bisorco; 18-09-14 alle 13:50
Il TG ci comunica che "NON SIAMO AL SICURO IN NESSUN LUOGO DALLA MINACCIA DELL'ISIS" (fortuna vuole però che ci sia un negro nobel for peace pronto a proteggerci).
Operazioni di polizia globali contro nemici immaginari che uccidono davvero e arresti sulla base di "presunte intenzioni".
Ultima modifica di Orco Bisorco; 18-09-14 alle 13:47
??? ???? ?????? ?????? In The Name of Allah, the Most Me... - justpaste.it
Alla terza domanda una sua toccante apologia della donna preda di guerra .