L'omicidio secondo gli artisti

[Tomás de Torquemada]

In mostra l’arte dell’omicidio. Da Rembrandt a Warhol

Dalle incisioni di Dürer alle serigrafie Andy Warhol; da Rembrandt a Robert Capa. Una mostra al Minneapolis Institute of Arts documenta l’estetica dell’omicidio, osservando come l’arte ha scelto di trattare un tema mai cosě difficile e inquietante

La Storia dell’uomo? Č tinta di una inquieta sfumatura rosso sangue: quella che accompagna l’interminabile serie di omicidi, assassinii e uccisioni che hanno segnato da sempre il corso degli eventi. A cominciare dal racconto biblico, che non perde tempo nel presentarci colui che – con una efficace forzatura – possiamo considerare come il progenitore di tutti i killer: Caino ovviamente, terribile colpevole della morte del fratello Abele.

Č un percorso inquieto ma incredibilmente carico di suggestioni quello in mostra in questi mesi negli Stati Uniti, al Minneapolis Institute of Arts. Teatro di The Art of Murder: una ricerca puntuale, compiuta lungo lo spazio di cinque secoli di storia, indagando attraverso grafiche, disegni e – con l’arrivo alla modernitŕ – collage e fotografie l’estetica perversa del Male. Osservando cioč come i grandi maestri di ieri e di oggi hanno trattato uno tra i temi piů difficili di sempre.

Una buona parte del percorso espositivo indugia sul tema del sacro, considerando la stessa raffigurazione del corpo martoriato di Cristo come simbolo decisivo per la definizione di caratteri estetici diventati canone. Grazie alle incisioni di Dürer e Rembrandt ad esempio, ma anche ai lavori di Salvator Rosa e Mattia Preti, questi ultimi non del tutto liberi dal morboso gusto per l’orrido proprio della stazione barocca.

Dalla contemplazione all’informazione, dall’ispirazione religiosa al senso per la cronaca: č attraverso le tavole ottocentesche di Daumier che ci avviciniamo ai giorni nostri. Alle fotografie di Robert Capa e alle iconografie di Andy Warhol; ai pastiche visuali di Robert Rauschenberg, che ritaglia dai tabloid i volti di Martin Luther King, Janis Joplin, John e Robert Kennedy, costruendo dolorosi palinsesti contemporanei.

In mostra l'arte dell'omicidio. Da Rembrandt a Warhol - Sky Arte - Sky

[Tomás de Torquemada]

Jacques-Louis David, La morte di Marat
(1793 - olio su tela
Museo reale delle belle arti del Belgio, Bruxelles)
Immagine dal sito Wikimedia Upload

Opera molto nota, mai abbastanza commentata e ammirata.

Marat, ideologo della rivoluzione francese, č stato colpito a morte dalla pasionaria girondina Charlotte Corday.

Il corpo giace nella vasca con plasticitŕ di forme tipica del neoclassicismo e in un atteggiamento che tradisce evidentissime influenze della pittura italiana, specie di Caravaggio e Raffaello. E'una sorta di Cristo laico appena deposto, mentre dedica e firma spiccano a mo' di epitaffio.

L'esecrazione dell'omicida č implicita ma fortissima, cruda e tangibile: la lettera (una supplica) aperta in mano al cadavere, addirittura la penna irrealisticamente tenuta nell'altra (il dettaglio presuppone, tuttavia, che Marat stesse per firmare e concedere quanto richiesto), le tinte fosche, la sua stessa assenza.

[Tomás de Torquemada]

Nathaniel Currier & James M. Ives, L'assassinio del Presidente Lincoln
(1865 - litografia)
Immagine dal sito Wikipedia, l'enciclopedia libera

[Tomás de Torquemada]

G. Gandolfi, Caino uccide Abele
(1760-1780 circa, Honolulu Museum of Art)
Immagine dal sito Wikimedia Upload

[Tomás de Torquemada]

Caravaggio, Giuditta e Oloferne
(1599 - olio su tela
Roma, Galleria nazionale di arte antica)

L'eroina biblica, il cui viso č di un'amica dell'artista, decapita il condottiero, mostrando sguardo accigliato ma istintiva ritrosia... L'attimo del trapasso č colto con crudezza, sembra di vedere gli spasmi muscolari dell'uomo mentre i suoi occhi sono ormai persi nel vuoto...

Giuditta fu dapprima a seno nudo, nel rispetto di canoni iconografici giŕ esistenti... Venne abbigliata in seguito, probabilmente per evitare grane, ma senza rigore filologico (i panni sono moderni), forse per conferire universalitŕ alla scena poiché č nota l'accuratezza caravaggesca.

[Tomás de Torquemada]

V. Camuccini, Morte di Giulio Cesare
(1806 circa - olio su tela
Napoli, Museo nazionale di Capodimonte)

Opera di lampante gusto neoclassico, riproduce con fedeltŕ la versione tradizionale circa la morte di Cesare (che infatti si accascia ai piedi della statua di Pompeo). Spiccato, diciamo pure eccessivo, l'impeto teatrale dei personaggi.

Il quadro gli era stato ordinato da tale Lord Bristol, ma Camuccini impiegň circa tredici anni per ultimarlo. Frattanto il committente era deceduto e gli eredi non vollero pagarglielo. Cosě cercň di venderlo a Gioacchino Murat ma, infine, lo acquistň Ferdinando II per il Palazzo Reale.

Stessa sorte per il suo pendant, La Morte di Virginia, termnato nel 1804. Entrambi i dipinti esaltano dichiaratamente i valori repubblicani.