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  1. #851
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    Predefinito Re: Problemi vecchi e nuovi nella lega

    Il grande camaleonte che viene dal Nord
    9 SETTEMBRE 20218 SETTEMBRE 2021 OPINIONI LETTURA 8 MIN

    di Rodolfo Piva – Non era infrequente, quando si era costituito il nuovo governo “giallo-rosso”, sentire definire il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte (Giuseppi per Pannocchia Trump) un “Camaleonte” a fronte della facilità con la quale si era riciclato nell’accoppiata Movimento 5 Stelle- Partito Democratico + altri cespugli della sinistra dopo essere stato il Presidente del Consiglio del governo giallo-verde: 5 Stelle-Lega. Il significato metaforico di camaleonte, quando viene attribuito ad un umano, indica persona ambigua, priva di una solida personalità tale da consentirgli un trasformismo senza limiti.

    Questa sembra essere una caratteristica di Giuseppi che, forse, ha la pretesa di essere uno statista quando, al contrario, ricordando la composizione del genere umano, divisa in cinque categorie, secondo il grande scrittore, saggista, poeta e drammaturgo Leonardo Sciascia (1921-1989) e che vale la pena di esplicitare: uomini, mezzi uomini, ominicchi, pigliainculo e quaquaraquà è solo un ominicchio della politica.

    Questo accanimento contro Giuseppi, che venne definito con nomignolo dispregiativo “Camaleconte”, era sicuramente esagerato se esaminiamo, singolarmente, la storia di diversi politici del passato e del presente perché, in quanto a “Camaleontismo” è , ad esempio, superato di diverse lunghezze dal signor Matteo Salvini conosciuto anche con l’appellativo di “Capitano”. Proprio relativamente al signor Salvini è interessante ripercorrere la sua storia politica dalla quale emerge , in modo inequivocabile, la sua arte funambolica che fa accapponare la pelle dei leghisti della prima ora ma che dovrebbe consentirgli di assicurarsi il premio Nobel del Camaleontismo. Nel seguito viene presentato un flusso fotografico con brevi commenti esplicativi che testimoniano l’arte funambolica del “Capitano”.

    Correva l’anno 1997 e l’allora “caporale “ Salvini, iscritto alla Lega Nord dal 1990, partecipò alle elezioni per il cosiddetto Parlamento della Padania come capolista dei Comunisti Padani. Ciò non costituì cosa scandalosa in quanto l’indipendentismo, l’autonomismo ed il diritto all’Autodeterminazione dei Popoli erano e dovrebbero essere presenti nel DNA della cultura di sinistra.

    Con l’avvicinamento del Prof. Gianfranco Miglio alla Lega Nord, nel 1990, e la sua elezione, nel 1992 al Senato della Repubblica, come indipendente nelle liste della Lega Nord-Lega Lombarda sembrò che il potente apporto culturale di questo giurista, politologo ed accademico che vedeva la salvezza del paese Italia solo se fosse stata realizzata una riforma istituzionale in senso federale o confederale, avrebbe consolidato la maturazione dell’allora giovane Salvini fino a condividere l’ipotesi secessionista maturata nella Lega negli anni 1996-1999 e ritenuta un diritto legittimo della Padania dallo stesso prof. Miglio.

    Sempre in quegli anni, un grande apporto alla culturizzazione dei seguaci della Lega fu dato dal grande architetto Gilberto Oneto, purtroppo scomparso, che, attraverso la Libera Compagnia Padana, rese disponibili una enorme quantità di documenti e scritti con notevoli contenuti didattici utili per tutti coloro che si muovevano nell’area autonomista, indipendentista, federalista.

    Negli anni 80’, 90’ del secolo scorso e nel primo decennio di questo secolo era fortemente sentita, all’interno della Lega Lombarda – Lega Nord, la vicinanza ideale con i movimenti autonomisti ed indipendentisti europei presenti in Catalogna (moderati, sinistra ed estrema sinistra), Paesi Baschi (ETA-Euskadi Ta Askatasuna), Nord-Irlandesi (IRA-Irish Republican Army), Scozia (Scottish National Party), Galles (Movimento Indipendentista Gallese), Cornovaglia (Mebyon Kernow –Partito separatista e autonomista della Cornovaglia), Corsica (Fronte Indipendentista Corso), Francia (Movimenti indipendentisti Occitano e Bretone), Belgio (Movimento Autonomista Fiammingo N-VA), Italia – Sudtirolo anche detto, con terminologia fascista, Alto Adige (Suedtiroler Freiheit –Libertà Sudtirolese), Italia- Sardegna (Fronte Indipendentista Sardo) ecc. ecc., ricordando che, in Europa sono oltre 40 i movimenti indipendentisti e autonomisti.

    Il 15 dicembre 2013, Salvini venne eletto Segretario della Lega Nord al Lingotto di Torino e, da quel momento, iniziò , progressivamente, a prendere le distanze dal “Nord” tanto è vero che nel nuovo statuto pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 14 dicembre 2017 la Lega è diventata:” Lega per Salvini Premier”. Come conseguenza della sterzata non si sentì più parlare di Padania e di indipendenza, raramente si tirava fuori il federalismo in funzione della convenienza del momento ma sicuramente il prof. Miglio, Gilberto Oneto ed altri padri illustri del l’autonomismo e del federalismo finirono nel dimenticatoio. Dalla “Questione Settentrionale”, da “Prima il Nord”, da “Padania Libera”, da “Roma Ladrona”, Salvini, diventato Capitano senza passare dai gradi di sergente e tenente, è passato a “Prima gli italiani” ed a “Europa ladrona” facendosi anche lui portavoce di una finzione, generata da robuste menzogne storiche, basata sull’esistenza del popolo italiano e quindi della Nazione Italiana.

    Come molto chiaramente indicato nel primo Statuto della Lega Lombarda- Lega Nord, il paese Italia è uno Stato ma non è ne potrà mai essere una Nazione non avendone i requisiti di base spiegati con precisione nel dizionario della Lingua Italiana Treccani. Infatti, la Nazione, è un insieme di individui accomunati dall’avere la stessa storia, la stessa lingua, e gli stessi usi e costumi. E’ evidente che le popolazioni che vivono entro i confini dello Stato Italiano non hanno in comune tali caratteristiche anche dopo quasi 160 anni di unità di Italia dato che alle popolazioni degli Stati Preunitari mai venne chiesto se fossero interessate a diventare sudditi di Casa Savoia. Le circonvoluzioni del Capitano sono proseguite, nel corso degli anni, con netto avvicinamento a partiti o movimenti di destra o di estrema destra sia europei e sia presenti nello Stato italiano.

    E’ scoppiato l’amore con la signora Marine Le Pen del Front National francese, poi Rassemblement National, che non sembra avere particolari simpatie verso movimenti o partiti autonomisti di casa sua come il Movimento Occitano, quello Bretone o quello Corso. Poi Salvini ha mostrato una elevata simpatia verso Santiago Abascal, presidente del partito spagnolo Vox di chiara tendenza neofranchista e fascista che trae maggior forza nelle aree parassitarie della Spagna. Tale partito si è costituito parte civile nel processo contro gli indipendentisti catalani ed è assolutamente contrario al Diritto di Autodeterminazione dei Popoli.

    Sembra consolidata l’alleanza con il partito Fratelli d’Italia, che esprime opposizione all’immigrazione selvaggia ed all’islamizzazione dell’Europa e la difesa dei valori Cristiani. Ma in FdI non c’è spazio per il Diritto di Autodeterminazione dei Popoli.

    Ciò che accomuna i professionisti della politica italiana è l’assoluta mancanza di pudore e di questa assenza sembra essere ben dotato il “capitano Salvini” vista la sua storia politica.

    https://www.lanuovapadania.it/opinio...iene-dal-nord/
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  2. #852
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    Predefinito Re: Problemi vecchi e nuovi nella lega

    Green pass, pubblico e privato stesso obbligo da metà ottobre. In Commissione la Lega (non di Giorgetti) vota ancora contro Draghi
    15 SETTEMBRE 202115 SETTEMBRE 2021 POLITICA LETTURA 2 MIN

    Un decreto unico, per estendere l’obbligo di Green pass da meta’ ottobre ai lavoratori pubblici e privati. E’ il provvedimento che potrebbe arrivare domani sul tavolo del Consiglio dei ministri, salvo ulteriori approfondimenti tecnici. A quanto confermano diverse fonti governative, in queste ore prosegue il lavoro dei tecnici di Palazzo Chigi e ministeri per perfezionare le norme, che devono tenere conto di diverse specificita’. Nelle prossime ore e’ in programma un incontro con i sindacati, ma la via sembra tracciata: provvedimento unico e sanzioni per chi entra al lavoro per piu’ giorni consecutivi senza il pass.

    Intanto torna a spaccarsi la maggioranza di governo sul Green Pass. Questa volta lo ‘strappo’ si consuma in commissione Cultura della Camera, chiamata a dare il parere sul secondo decreto varato dal governo, quello che ha esteso l’obbligo della certificazione verde nelle scuole e nelle universita’ e per i trasporti a lunga percorrenza. La Lega ha votato contro assieme a FdI, mentre il resto della maggioranza, comprese le altre forze di centrodestra come Forza Italia e Coraggio Italia, ha votato a favore. Ieri in commissione Politiche Ue di Montecitorio, sempre in occasione del parere sul secondo decreto Green Pass, la Lega aveva invece votato a favore assieme alle altre forze che sostengono il governo. Al Senato, dove si attende il via libera definitivo al primo decreto sul Green Pass, e sul quale il governo ha posto la fiducia, la Lega ha annunciato il voto a favore come gia’ avvenuto, pur senza ricorso alla fiducia, nel passaggio alla Camera.

    Al governo, Giorgetti invece sposa la linea di Draghi. Due leghe, ancora una volta.

    https://www.lanuovapadania.it/politi...contro-draghi/
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  3. #853
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    Predefinito Re: Problemi vecchi e nuovi nella lega

    Col placet dei vertici lombardi, con Castelli da Pontida il 19 il saluto a Bossi, a casa per i suoi 80 anni
    17 SETTEMBRE 202117 SETTEMBRE 2021 POLITICA LETTURA 1 MIN

    di Stefania Piazzo – Approvato dai vertici lombardi, ci sarà su iniziativa in particolare del senatore Roberto Castelli, un evento via rete per salutare dal prato di Pontida Umberto Bossi, che domenica 19 raggiunge 80 anni. In questi giorni un tam tam su chat e telefonate tra amici e vecchia base ha fatto sì che si riscaldassero i motori di un sentimento che cova sotto la brace ma che non decide tuttavia di alzare la voce. Almeno, non ora. Questa “adunata” resta un gesto di amicizia ma che ha anche un valore politico, quello di ritrovarsi nel luogo che Bossi ha reinventato per dare una rotta al Nord, una strategia condivisa con il suo popolo. Oggi che il popolo è quello di facebook e dei social, il Nord non ha più un leader che ne interpreti le ragioni. La questione settentrionale è sparita dal dibattito. La Lega del No euro, No green pass, No Bruxelles, ha abbandonato l’identità originaria. Ha ripagato elettoralmente fino a qualche tempo fa. Le elezioni amministrative di ottobre daranno un ulteriore segnale di inversione dei consensi? Cancellato il passato, il quotidiano presenterà il conto?

    https://www.lanuovapadania.it/politi...-suoi-80-anni/
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
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  4. #854
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    Predefinito Re: Problemi vecchi e nuovi nella lega

    Robusti: Da quando Morisi frequentava la Lega mantovana alla politica che rincorre solo i sondaggi. Dov’è finito l’ideale?
    1 OTTOBRE 20212 OTTOBRE 2021 CRONACA LETTURA 4 MIN

    di Giovanni Robusti – Conosco Luca Morisi dagli anni 80. Ragazzino facile all’uso dei computer e annessi. Elemento non comune all’epoca dove ancora i cellulari si vedevano dalle lunghe antenne di poche autovetture di lusso. Frequentatore, come me, del provinciale di Mantova. Leghista, imberbe, della prima ora. Lo ricordo un ragazzino dalla faccia pulita, mite, anche se determinata. Le frequentazioni con Matteo Salvini sono iniziate all’epoca quando Salvini gestiva una Lega parallela come segretario regionale dei giovani. Sapeva fare squadra, Matteo.

    Sono stupito e amareggiato dell’accaduto. Anche se, va detto, meglio una presa d’atto ora dove l’uomo Morisi pare recuperato a se stesso che, peggio. E questo lo auguro a lui e a chi lo vive, con sincerità.

    Il caso Morisi tuttavia apre una veduta panoramica sull’altro capo del filo, Matteo Salvini. Non tanto l’uomo che non conosco come tale. Nemmeno il politico che conosco, come tutti, per quello che di lui si dice e lui dichiara. Quanto il leader. Il caso mediatico sta scoprendo le contraddizioni tenute sopite da una comunicazione geniale, da un momento del paese dove tra i tanti qualunquisti uno più bravo dei tanti faceva “cassa”.

    La pandemia ha stravolto tutto. Arriva Mario Draghi. Non ha ancora avuto il tempo per dimostrare nulla anche se pare partito bene. Ma ha cambiato lo stile, il paradigma come direbbero i forbiti. La presenza di uno Stato che funzioni (nazionale, regionale o comunale che sia) prende valore nei bisogni della gente.

    In questo contesto valgono i fatti e meno le parole giuste per fare effetto. E qui si scopre, proprio per effetto dell’efficacia del sistema Morisi, che dietro non c’è nulla o ben poco. Spostare l’asse della Lega da padano a italiano cosa avrebbe portato di concreto? Sondaggi, tanti. Voti alle europee anche. Dove poi i parlamentari del sud pare se ne vadano uno alla volta, tutti. Amministrazioni in tutta Italia delle quali si perde il controllo sul comportamento e sugli obbiettivi strategici. Perché, amministrare al Sud non è cambiato mettendo il simbolo della Lega sulla scheda elettorale. E non dico che sia peggio del nostro. Certamente è un sistema diverso. Noi ci siamo omologati non il contrario.

    Emerge, ben visibile, quello che abbiamo perso. Abbiamo perso un ideale di autonomia che superasse lo Stato centrale nel contesto di una Europa dei popoli. Non sono parole. E’ un “idem sentire” che abbiamo vissuto sulla pelle e nel cuore per 30 anni. Dov’è finito?

    Io credo che alle elezioni di domenica avremo delle sorprese. Non solo che la sinistra non è morta. Non solo nel certificare che i sondaggi sono farina avariata. Non trovo del tutto sballate le previsioni di Giorgetti. Sala vincerà a Milano al primo turno. La Milano di Salvini. E non è buon auspicio per le regionali. A Roma credo uscirà un pacchetto ben diverso dalle attese dove i big potrebbero essere tutti e due fagocitati dalla frammentazione del voto. Torino si ritroverà operaia.

    E questo è un segno del cambiamento a cui la Lega può rispondere solo tornando ad essere la Lega degli uomini che la compongono e non solo del leader del momento. Perderà dei voti (quelli di sondaggio), perderà delle poltrone (che ancora non ha), ma riconquisterà il cuore dei territori da cui è nata, è stata allevata ed alimentata e di cui ha perso il sapore … per ora! Territori che vanno amministrati, giorno dopo giorno e non solo usati per aumentare i voti attesi dei sondaggi. La gente oggi chiede certezze, fatti non speranze. Si sta passando dal contro qualcosa, al con chi, al come, al quando.

    https://www.lanuovapadania.it/cronac...inito-lideale/
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  5. #855
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    Predefinito Re: Problemi vecchi e nuovi nella lega

    Nella Lega non è mai esistito.

  6. #856
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    Predefinito Re: Problemi vecchi e nuovi nella lega

    La Lettera – Ma che razza di Lega è questa, possibile che vada bene così a tutti?
    21 OTTOBRE 202121 OTTOBRE 2021 OPINIONI LETTURA 7 MIN

    Caro Direttore,

    non so individuare il motivo per il quale le sto scrivendo. Non so individuarlo perché queste parole le ho sempre pensate, dall’ultimo raduno di Pontida, al quale partecipai (correva l’anno 2017). Forse esterno questi pensieri a lei solo ora perché gli ultimi fatti elettorali mi hanno dato la definitiva consapevolezza che le mie paure, i miei dubbi e le mie preoccupazioni sono fondate. Non sono anziano, sono nato nel 1990, ma nemmeno così giovane da non ricordarmi cosa eravamo un tempo. Seppur bambino, ho assistito alla dichiarazione di indipendenza di Umberto Bossi nel 1996 (durante il 25° anniversario di quest’ anno non ho letto nemmeno un trafiletto commemorativo su nessuna testata nazionale). Da quel 15 settembre capii davvero che non eravamo gente comune. Che noi, eravamo diversi. Ardeva un fuoco dentro di noi. Non eravamo semplicemente un movimento politico di protesta e di denuncia, eravamo incazzati. Eravamo un gruppo di persone, semplici, normali, vere e con tanto da perdere, che vedendo lo stupro continuo della propria terra, volevano reagire. Un gruppo di persone che non si erano mai riconosciute nelle istituzioni nazionali, che non si erano mai rassegnati agli usurpatori. Insomma, un gruppo di gente che sapeva quello che voleva e che non era disposta a scendere a compromessi, mai, con nessuno!

    Da qualche anno a questa parte mi chiedo dove siano finite queste persone? Possibile che abbiano tutti abbandonato la battaglia? Possibile che siano rimasti tutti passivamente a guardare un cambiamento, quanto mai profondo, che stava avvenendo nell’anima del movimento? Possibile che vada bene così a tutti?

    Forse oggi ho la risposta definitiva, forse oggi posso fidarmi del mio cuore e leggere i risultati delle elezioni amministrative 2020/2021 come la risposta: non siamo tutti morti!

    Non sono un analista politico né un esperto, ma credo fermamente che ci voglia un cambio di marcia. Cosa stiamo aspettando? Perché non ci disgreghiamo una volta per tutte da quel movimento che non ci appartiene più? Purtroppo non c’è più spazio per seguire l’esempio di Re Salomone come disse “l’Umberto”. Purtroppo dobbiamo radunare tutti quelli che sono ancora incazzati, che hanno ancora voglia di lottare e di sognare un posto migliore, quelli che non scendono a compromessi e che non cambiano idea a ogni sbuffo di vento. Quelli che le loro idee le scrivevano a caratteri cubitali sui muri, e non in 140 caratteri sui social. È vero, che il leader solo al comando non ci rappresenta più, o forse non ci ha mai rappresentati; ma c’è carenza anche di gente, quella comune, quella che eravamo noi, un tempo, e che forse (sparpagliata) c’è ancora, e che è pronta a ricominciare.

    Vorrei poter fare di più, l’ho sempre creduto.

    Grazie per l’attenzione.

    Gianluca Comerio, da Legnano

    Caro Gianluca, lei fotografa la realtà. Sezioni sparite, tessere per un partito con un mare di debiti per 80 anni, e un altro invece immacolato, che si espande al Sud per cercare l’Eldorado. E, nel mezzo, l’abbandono totale della questione settentrionale. Vincere esalta. Vedere il partito di Pontida veleggiare a due grosse cifre ha dato fiato alle trombe. Ma anche ai tromboni.

    Io osservo da anni, fuori dalla porta, l’evoluzione e la parabola dell’ex partito del Nord. Vedo al governo persone che in tempi normali avrebbero potuto al massimo fare il segretario di sezione o il segretario provinciale, ma proprio al massimo. Vedo mezze tacche commissariare…. Vedo che le persone “normali”, la terza fila diciamo, sono intolleranti alla scomparsa della Lega delle origini. Sa cosa manca? Manca che la seconda fila che ancora oggi è dentro quel partito o quel che ne resta, non resti in silenzio. Mugugna, tentenna, resta lì. I colonnelli o si sono allineati o ti dicono “in fin dei conti ha portato il partito a quei livelli”. E i livelli, si sa, in politica vanno e vengono. Sali sali e poi scendi… scendi… I voti si pesano, non si contano soltanto.

    Oggi il peso dei voti della Lega qual è? E quale sarà mentre fino al 2023 Draghi cucinerà a fuoco lento l’antipolitica farlocca, l’antisistema fantoccio della destra populista?

    Per fare politica non c’è bisogno dei voti dei fascisti. Né dei comunisti. Non c’è bisogno di personaggi che fanno servizi sfigati per accreditarsi nello scenario internazionale. C’è bisogno di una classe dirigente che non cambia i nomi alle piazze dedicate ai magistrati antimafia, c’è bisogno di una classe politica coerente nella vita privata così come in quella pubblica. E oserei dire che c’è anche bisogno di Europa e non di tornare alla lira, perché quella cosa della svalutazione competitiva valeva 30 anni fa. E oggi siamo quasi nello spazio per andarci a vivere. Avanti!

    Se la Lega vuole rinascere, deve cambiare segretario, dimagrire nei consensi ma essere ciò per cui è nata. In primo luogo amministrare bene dove governa. Che è la prima forma di rispetto e rappresentanza dello stile ambrosiano, solidale ma rigoroso. Via personaggi e personaggetti da commedia.

    Nel mio piccolo io ho rialzato una bandiera, con questo giornale. Fare semplicemente informazione con la sensibilità di chi vive il Nord. Serve la controparte del gioco, chi vuole fare politica con la sensibilità di chi è stato eletto al Nord. Di eletti ce ne sono, di politici che si sentono sulle spalle la responsabilità di essere stati eletti al Nord ne vedo pochi e silenziosi. Parlino, per Dio!

    Il direttore

    https://www.lanuovapadania.it/opinio...-cosi-a-tutti/

    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
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  7. #857
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    Predefinito Re: Problemi vecchi e nuovi nella lega

    Una conclusione idiota di una risposta del casso.
    Se questi sono nella Lega, hanno corso per avere quella cadrega, che casso vorrai mai che dicano, per Dio!
    Che sono felicissimi di rubare come speravano.
    Nord o Sud purché se magni!
    O forse c'è ancora qualche imbecille che crede nei distinguo degli Zaia, dei Fedriga e dei Giorgetti?
    Ma per piacere!
    Tutti integrati, altro che interesse per il Nord!

  8. #858
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    Predefinito Re: Problemi vecchi e nuovi nella lega

    i militonti sono morti tutti.

  9. #859
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    Predefinito Re: Problemi vecchi e nuovi nella lega

    Tu sei ancora qui.

  10. #860
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    Predefinito Re: Problemi vecchi e nuovi nella lega

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