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    Predefinito 10 giugno 1940 le vere motivazioni della guerra italiana

    Presentiamo un estratto di uno studio di circa 60 pagine. La pubblicazione avviene con la gentile autorizzazione dell’Autore, Maurizio Barozzi , che ringraziamo. Olodogma
    di Maurizio Barozzi
    .
    10 GIUGNO 1940 LE VERE MOTIVAZIONI DELLA GUERRA ITALIANA
    .
    (…) La versione addomesticata della Seconda Guerra mondiale
    .
    Semplificando e sintetizzando quanto viene spacciato dalla, storiografia ufficiale, la Seconda Guerra Mondiale sarebbe dipesa dalle velleità di dominio planetario di un esaltato, Hitler che, sostenuto dal militarismo ( inizialmente titubante, ma poi sempre più convinto dai ricorrenti successi hitleriani) e dalla grande industria tedesca (bramosa di espansione ), aveva avuto per anni, con la sua spregiudicatezza, buon gioco sulle nazioni democratiche, grazie anche all’ingenua politica inglese di appeasement negli anni ’30.
    Ma Hitler, prosegue questa storiella per ingenui, inebriato dai successi conseguiti con i suoi colpi di mano: rimilitarizzazione della Renania, anschluss in Austria (tra l’altro desiderato dalla stragrande maggioranza degli austriaci), Sudeti e occupazione della Cecoslovacchia, ecc., non riuscendo più a controllarsi nelle sue conquiste ai danni dei paesi limitrofi (che poi non erano “conquiste” ma semmai riappropriazioni di quanto precedentemente rapinato alla Germania), arrivò all’invasione della Polonia, provocando la legittima reazione armata delle grandi democrazie.
    Uno scenario analogo viene disegnato per gli USA alle prese, si dice, con i fanatici militaristi che avevano preso il potere in Giappone e minacciavano i mercati ed i commerci nel sud est asiatico tendendo ad assoggettare ed occupare le nazioni asiatiche a cominciare dalla Cina. Una versione questa che capovolge fatti e responsabilità ed arriva a legittimare le ingerenze, le prepotenze e le pretese americane per quei luoghi a loro lontani che, semmai, avrebbero dovuto costituire materia riservata agli asiatici.
    L’Italia infine, ci illustra ancora questa storiografia mendace, grazie ad un dittatore megalomane e nonostante non fosse in condizioni di sostenere una guerra, fece il classico passo più lungo della gamba, illusa dalle stupefacenti vittorie tedesche e si gettò a capofitto nel baratro del conflitto.
    Insomma, da anni, ci viene riproposta niente altro che la vecchia propaganda di guerra Alleata con la solita distinzione tra buoni e cattivi, tra guerrafondai aggressori e smaniosi di dominare il mondo e pacifiche nazioni democratiche aggredite .
    Niente di tutto questo, però, corrisponde alla verità ed a come sono effettivamente andate le cose, perché le cause della guerra, gli eventi che la determinarono e la sua dinamica complessiva avevano altre motivazioni e si erano svolti in ben altro modo.
    Oggi, anche alla luce di quanto è avvenuto nel dopoguerra, con gli assetti e gli Istituti mondialisti, conformi ad un dominio dell’Alta finanza sugli Stati, che sono stati imposti a quasi tutti le nazioni del mondo, si può individuare il momento di “rottura” dei sottili equilibri mondiali, che determinò definitivamente la decisioni di scatenare una guerra contro gli stati fascisti europei. Questo avvenne, più o meno , attorno al 1937 quando la Germania, priva di oro e di moneta, cercò di impostare gli scambi internazionali anche sulle basi del “baratto”, ovvero prendere le materie prime dai paesi produttori e pagarle con prodotti finiti di alta tecnologia. In pratica si cercava, in prospettiva, di sostituire l’oro e la moneta con la “forza e tecnologia del lavoro”, eliminando oltretutto i profitti delle intermediazioni bancarie.
    A questo tipo di traffici commerciali che si iniziarono con alcune nazioni, anche del sud America ed a cui altre nazioni sembravano volerne seguire l’esempio, si aggiunse in Germania, nel giugno del 1939, una Legge che sottopose la Reichsbank tedesca sotto l’egida dello Stato (avrebbe risposto direttamente al Führer) e lo Stato si riappropriava anche dell’emissione monetaria.
    Le avvisaglie di questo atto avevano costretto alla dimissioni, nel gennaio 1939, il massone Hjalmar Schacht che pur tanti meriti aveva avuto nello sviluppo della finanza tedesca (nel 1945 i suoi “fratelli” a Norimberga lo salvarono dalla forca).
    Era l’inizio della fine del cosiddetto “signoraggio” ovvero della commissione data dai singoli Stati alle Banche centrali, in mani private, di emettere moneta praticandoci sopra un interesse. Un sistema che si era ulteriormente perfezionato quando, nel 1913, negli Stati Uniti, venne varato il Federal Reserve System ponendo l’immenso e ricchissimo stato americano sotto dittatura bancaria.
    Ecco allora venir fuori uno dei motivi veri di quella guerra: una nazione che rifiuta di indebitarsi, che cerca di tagliare fuori le intermediazioni bancarie negli scambi internazionali,
    che oltretutto interrompe il signoraggio delle cosiddette Banche Centrali, è una minaccia mortale per i banksters.
    Lo stesso Winston Churchill nel 1960 ebbe a dichiarare:
    << Il delitto imperdonabile della Germania prima della Seconda Guerra Mondiale fu il
    suo tentativo di sganciare la sua economia dal sistema di commercio mondiale, e di
    costruire un sistema di cambi indipendente di cui la finanza mondiale non poteva più
    trarre profitto>>.
    Ma anche il generale J. P. C. Fuller, storico di quella guerra intuì che:
    << Quel che ci spinse in guerra contro Hitler non fu la sua dottrina politica; la causa stavolta fu il suo tentativo coronato da successo di dare vita a una nuova economia.
    La prosperità della finanza internazionale dipende dall’emissione di prestiti a interesse a nazioni in difficoltà economica.
    L’economia di Hitler significava la sua rovina.
    Se gli fosse stato permesso di completarla con successo, altre nazioni avrebbero certo seguito il suo esempio, e sarebbe venuto il momento in cui tutti gli stati senza riserve auree si sarebbero scambiati beni contro beni; così non solo la richiesta di prestiti sarebbe cessata e l’oro avrebbe perso valore, ma i prestatori finanziari avrebbero dovuto chiudere bottega. Questa pistola finanziaria era puntata in modo particolare alla tempia degli Stati Uniti>>.
    Considerazioni alle quali fece eco, nel 1992, James Baker, segretario agli esteri statunitense che dichiarò:
    <<[La seconda guerra mondiale] era solo una misura economica preventiva>>.
    Furono probabilmente proprio questi nuovi indirizzi politico finanziari che si stavano attuando in Europa, la vera goccia che fece traboccare il vaso ed accelerarono gli avvenimenti verso la guerra.
    Queste intrusioni dello Stato, nei domini dell’Alta finanza, infatti,non potevano essere assolutamente tollerati perchè avrebbero letteralmente smantellato e“rovinato” il potere mondiale della International Banking Fraternity, che tanto aveva faticato negli ultimi tre secoli per raggiungere le posizioni di potere e signoraggio a cui era giunta.
    Oramai la parola doveva passare al cannone!
    In definitiva, girando e rigirando, i particolari e i veri presupposti storici che determinarono la Prima e la Seconda guerra mondiale troviamo, senza ombra di dubbio, due motivi fondamentali, mai espressi esplicitamente, ma che sono facilmente riconoscibili ad una attenta disamina e osservazione storica:
    1. il possesso o il controllo delle risorse energetiche, in particolare il petrolio.
    2. il potere, oramai da configurarsi in ambito planetario che consentiva le speculazioni della finanza mondiale. Una ingerenza questa rispetto agli Stati sovrani e alle Nazioni e dinastie appositamente indebitate, da difendere e ampliare con ogni mezzo, specialmente dopo il varo del Federal Reserve Sistem (1913) che aveva garantito un diabolico meccanismo speculativo, di controllo e potere bancario trans e overnazionale, messo nelle mani delle grandi banche private.
    Queste due specifiche condizioni geopolitiche, tradotte in termini concreti e in nomi, possono
    configurarsi in tre nominativi: i Rothschild innanzi tutto, quindi i Rockefeller e i Morgan, che sono le grandi dinastie finanziarie che controllavano la finanza mondiale e la proprietà dei grandi giacimenti di petrolio. Attorno ad essi ruotano un pugno di altre grosse famiglie che avevano il controllo di grandi banche e istituti di credito.
    Furono questi “poteri” che progettarono e determinarono la Prima e la Seconda guerra mondiale, quale un unico atto da realizzarsi in due tempi, e che avrebbe dovuto portare tutto il pianeta nella condizione di realizzare i presupposti ideologici mondialisti, che oggi vediamo attuarsi dappertutto.
    Insomma, traducendo in termini politici tutto questo, non possiamo che ripetere un passaggio in una celebre intervista al professor Antonio Pantano, nella quale così si esprimeva:
    << La seconda guerra mondiale fu attuata per cancellare il vero concetto di “Stato”, sorto in Italia sulle ceneri del tentativo di “stato liberale” generato dalla “nomenclatura” oligarchica del “vecchio regime settecentesco”: un paternalismo elitario condito con l’acqua santa del cristianesimo e l’incenso delle logge massoniche. Il nuovo “Stato” moderno e sociale fu intuizione maturata nell’animo di pochi, che Mussolini concretò. Stato moderno. Popolo e governo in unico spirito>>.
    Ed in effetti, se consideriamo il modello di Stato che si impose con i regimi fascisti in Europa, uno Stato sovrano, dove gli aspetti etici e politici, avevano assoluta preminenza su gli aspetti e gli interessi economico–finanziari, vediamo come questo modello sia l’esatta antitesi, il pericolo mortale per gli interessi dell’Alta Finanza.
    Ma a questo punto, prima di procedere oltre, è necessario introdurre un intermezzo per completare il quadro delle cause e origini della guerra…
    La lettura completa del testo al seguente link…Reali cause II^ GM, 10_giugno_1940
    Fonte del documento http://fncrsi.altervista.org/10_giugno_1940.pdf


    0775 ? 10 Giugno 1940 le vere motivazioni della guerra italiana | "Olodogma"
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    Eraclito


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  2. #2
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    Predefinito Re: 10 giugno 1940 le vere motivazioni della guerra italiana

    mio nonno mi diceva sempre che secondo la propaganda di regime il motivo per cui sono entrati in guerra era per combattere le potenze occidentali, in particolare il loro colonialismo e l'economia
    ma se notiamo l'economia nazifascista è comunque liberale, solo un pò più sociale, non è collettivista come quella sovietica
    (Gv 3, 20-21)
    Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio

  3. #3
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    Predefinito Re: 10 giugno 1940 le vere motivazioni della guerra italiana

    in realtà l'Italia non voleva entrare in guerra, mussolini fu spinto da dietro da un malandrino e così entrò in guerra.

    Mussolini disse piangendo: ma io nemmeno ci volevo entrare in guerra, mi hanno tirato...Ecco un filmato che lo dimostra (17):

  4. #4
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    Predefinito Re: 10 giugno 1940 le vere motivazioni della guerra italiana

    Citazione Originariamente Scritto da Raymond la Science Visualizza Messaggio
    in realtà l'Italia non voleva entrare in guerra, mussolini fu spinto da dietro da un malandrino e così entrò in guerra.

    Mussolini disse piangendo: ma io nemmeno ci volevo entrare in guerra, mi hanno tirato...Ecco un filmato che lo dimostra (17):
    Perché non torni nel nulla cosmico in cui di solito dimori??????
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  5. #5
    Eroe Faustiano
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    Predefinito Re: 10 giugno 1940 le vere motivazioni della guerra italiana

    signoracciobangario is back!

  6. #6
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    Predefinito Re: 10 giugno 1940 le vere motivazioni della guerra italiana

    e se Mussolini fosse entrato in guerra solo per far perdere la Germania ?
    (ha spessato le reni alla Grecia e ritardato di tre mesi l'operaZIONE bARBAROSSA)

  7. #7
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    Predefinito Re: 10 giugno 1940 le vere motivazioni della guerra italiana

    Citazione Originariamente Scritto da dimecan Visualizza Messaggio
    e se Mussolini fosse entrato in guerra solo per far perdere la Germania ?
    (ha spessato le reni alla Grecia e ritardato di tre mesi l'operaZIONE bARBAROSSA)
    Grazie per il tuo qualificato contributo, sul serio!!!
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    Eraclito


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  8. #8
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    Predefinito Re: 10 giugno 1940 le vere motivazioni della guerra italiana

    Citazione Originariamente Scritto da dimecan Visualizza Messaggio
    e se Mussolini fosse entrato in guerra solo per far perdere la Germania ?
    (ha spessato le reni alla Grecia e ritardato di tre mesi l'operaZIONE bARBAROSSA)
    Hai letto Il morto in piazza di Ben Pastor?

  9. #9
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    Predefinito Re: 10 giugno 1940 le vere motivazioni della guerra italiana

    Citazione Originariamente Scritto da Raymond la Science Visualizza Messaggio
    in realtà l'Italia non voleva entrare in guerra, mussolini fu spinto da dietro da un malandrino e così entrò in guerra.

    Mussolini disse piangendo: ma io nemmeno ci volevo entrare in guerra, mi hanno tirato...Ecco un filmato che lo dimostra (17):
    Mah...

  10. #10
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    Predefinito Re: 10 giugno 1940 le vere motivazioni della guerra italiana

    recentemente ho letto cose abbastanza inquietanti tipo Mussolini spinto a entrare in guerra da Churchill che temeva lo strapotere germanico, d'altronde Mussolini aveva le lettere scambiate con Churchill fino a Dongo e diceva che eano di un importanza tali da sconvolgere il mondo, lettere talmente importanti che tre mesi dopo la fine della guerra Churchill ando' sul lago di Como in vacanza per dipingere, in realtà per comprare a fior di sterline d'oro le lettere da qualche partigiano o presso il PCI che le avevano sequestrate a Mussolini

    Un argomento sicuramente da esaminare in profondità. Io credo che molti documenti sensazionali sono in Inghilterra.
    Di solito in Inghilterra vige la legge della secretazione dei documenti per 70 anni, tra meno di un anno ci dovremmo essere, a meno che questi documenti non siano stati distrutti o dichiarati talmente segreti da non poter essere rivelati neanche dopo 70 anni
    Ultima modifica di FrancoAntonio; 15-09-14 alle 18:32

 

 
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