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  1. #1
    Agente Z
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    Predefinito Unioni monetarie/economiche disastrose : l'ex DDR (repubblica democratica tedesca)

    Volevo aprire sta discussione sul nord e sud italia dopo l'unificazione (disastrosa per il sud).
    Ma poi ho pensato che i soliti anti-italiani che ci vogliono veder morire di fame (assieme a loro) avrebbero attaccato con i mantra:
    - picca
    -mafia
    -mandolino.

    Allora prendo l'esempio delle due germanie negli anni 90.
    L'unificazione fu piena di gravi errori gravi:
    - innanzitutto unione monetaria fatta troppo presto, mettendo automaticamente fuori mercato anche le imprese floridi della DDR
    - le imprese diventate fuori mercato e impoverite di colpo, furono svendute per pochi marchi

    Per rendersi conto dell’impatto di questo processo di deliberata distruzione del tessuto industriale basta citare alcuni dati riportati nel volume. «Già nella prima metà del 1991 – scrive Giacché – la produzione industriale era crollata del 67 per cento rispetto al 1989. Ma con punte del 70 per cento nel settore dei macchinari, del 75 per cento nell’elettronica e addirittura dell’86 per cento nella meccanica di precisione» (p.190).Ma non è tutto, infatti più avanti possiamo leggere che «dalla fine dell’89 alla primavera del 1992 furono distrutti 3,7 milioni di posti di lavoro a tempo indeterminato» (p.197).
    Al contrario dell’est la Germania Ovest, ed in particolare il mondo imprenditoriale, ha tratto enorme profitto dall’unificazione. A seguito dell’unione monetaria infatti molte aziende della RDT in grado di fare concorrenza a quelle tedesco-occidentali fallirono. In questo modo le imprese dell’Ovest si trovarono spalancato un mercato di oltre sedici milioni di abitanti. Non stupisce quindi che negli anni successivi alla riunificazione del paese la produzione economica complessiva della Germania Occidentale ha conseguito «un chiaro salto di qualità, stimabile in un ordine di grandezza di circa 200 miliardi di marchi all’anno in termini nominali» (p. 212).
    Senza poi contare che annettendo la parte orientale del paese Berlino ha riacquistato quella centralità geopolitica che aveva perduto nel 1945 in seguito alla sconfitta del Terzo Reich nel secondo conflitto mondiale.
    Alla luce di questi fatti non c’è da stupirsi che ancora oggi a distanza di ventiquattro anni dalla caduta del Muro di Berlino il 49% degli Ossis ritenga che il vecchio regime comunista avesse più lati positivi che negativi.
    Dalla storia dell’unità tedesca possiamo trarre alcune importanti lezioni. In primo luogo che nella guerra fra i capitali non sempre vince il più adatto e competitivo ma in alcuni casi si è visto il prodotto migliore soccombere dinnanzi a quello peggiore. L’esempio della produttrice di frigoriferi Foron è da questo punto di vista illuminante. Nonostante tale azienda fosse riuscita, in collaborazione con Greenpeace e l’istituto di igiene di Dortmund, ha produrre il primo frigorifero del mondo senza fluoroclorocarburi (Fcc) ovvero che non contribuiva al buco dell’ozono né al riscaldamento globale, venne dismessa e venduta ad un fondo d’investimento che fece precipitare la società nel baratro finanziario.
    In seconda battuta possiamo osservare come l’establishment europeo stia cercando di applicare ai paesi in crisi il «modello Germania Est». Illuminanti sono da questo punto di vista le parole pronunciate dall’allora capo dell’Eurogruppo Jean-Claude Junker: «saluterei con piacere il fatto che i nostri amici greci fondassero un’agenzia per le privatizzazioni indipendente dal governo, secondo il modello della Treuhandanstalt tedesca, in cui ricoprissero ruoli anche esperti stranieri».
    Si tratta ovviamente di un modello fallimentare in quanto ancora nel 2009 a distanza di vent’anni dall’unificazione il Pil procapite dei Länder dell’Est non è di molto superiore ai due terzi di quello dei Länder dell’Ovest.
    Se dunque i paesi europei vogliono uscire dalla crisi devono abbandonare il mantra ideologico ed infondato secondo cui il mercato è la panacea di tutti i mali. Esso in realtà è essenzialmente un luogo di rapporti di forza. Pensare che lo stato debba ritirarsi e lasciare fare alla «mano invisibile» rappresenta una pericolosa mistificazione. Al contrario oggi alle autorità pubbliche andrebbe dato maggiore margine di manovra lasciando che esse indirizzino l’attività economica. Se infatti il modello dell’economia di comando di stampo sovietico è indubbiamente fallito lo è anche quello neoliberista. E la crisi della moneta unica ne è la prova lampante.
    tratto dal libro

    NO ALL'INVIO DI ARMI IN UCRAINA!!!

  2. #2
    Agente Z
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    Predefinito Re: Unioni monetarie/economiche disastrose : l'ex DDR (repubblica democratica tedesca

    tutt'ora la germania sposta ricchezze a est per compensare i SUOI STESSI DANNI
    La metà dei cittadini dell'est rimpiange la DDR.
    La DDR era il apese più ricco del blocco comunista, pure più dell'URSS

    La cosa buffa è che chi ha ucciso l'economia della DDR guida l'europa con la moneta unica, detta euromarco.

    Notare delle somiglianze con la situazione attuale?
    Ultima modifica di Leviathan; 19-08-14 alle 13:26
    NO ALL'INVIO DI ARMI IN UCRAINA!!!

  3. #3
    Agente Z
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    Predefinito Re: Unioni monetarie/economiche disastrose : l'ex DDR (repubblica democratica tedesca

    il caso Foron è esemplare : milioni di frigoriferi prodotti all'anno, arriva l'unione monetaria e fallisce di colpo.

    W le monete uniche insomma
    NO ALL'INVIO DI ARMI IN UCRAINA!!!

  4. #4
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    Predefinito Re: Unioni monetarie/economiche disastrose : l'ex DDR (repubblica democratica tedesca

    riposta la pagina almeno a dimensione 2...dai ...o ci vuoi accecare tutti
    Possiamo concludere che tutto il peggio che succede in Italia e' dovuto alle elites PD ed al vaticano?
    Stupri, attentati, invasione, fallimenti, disoccupazione, emergenza sociale, denatalita',violenza verbale , suicidi, omicidi....

  5. #5
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    Predefinito Re: Unioni monetarie/economiche disastrose : l'ex DDR (repubblica democratica tedesca

    Concordo sul fatto che la DDR sia stata aggredita brutalmente dal regime della Germania. Non hanno limiti sti balordi.
    Tu ne cede malis, sed contra audentior ito, quam tua te Fortuna sinet.


  6. #6
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    Predefinito Re: Unioni monetarie/economiche disastrose : l'ex DDR (repubblica democratica tedesca

    In economic terms there are still significant differences, albeit on the wane. At the time of reunification the gross domestic product per capita in the east was €9,400 ($11,800), as opposed to €22,000 in the west. Since then per capita revenue in the east has more than doubled to reach €23,700, whereas in the west it has only increased by half to €33,400 (still 30% ahead of the east). Thanks to various subsidies, the differences in purchasing power are smaller.

    http://www.theguardian.com/world/201...-germany-split
    Regressista amante della pucchiacca.

  7. #7
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    Predefinito Re: Unioni monetarie/economiche disastrose : l'ex DDR (repubblica democratica tedesca

    Hai ragione, infatti la Trabant dava le paste alla Mercedes

  8. #8
    vae victis
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    Predefinito

    Capito l'astuzia di chi scrive l'articolo "il Pil procapite dei Lander dell'Est non é di molto superiore ai due terzi di quello dei Lander dell'Ovest" ovviamente mica te lo dice che vent'anni fa il reddito pro capite era molto inferiore della metà .
    Ultima modifica di King Z.; 20-08-14 alle 06:43
    Regressista amante della pucchiacca.

  9. #9
    Agente Z
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    Predefinito Re: Unioni monetarie/economiche disastrose : l'ex DDR (repubblica democratica tedesca

    Citazione Originariamente Scritto da animal Visualizza Messaggio
    riposta la pagina almeno a dimensione 2...dai ...o ci vuoi accecare tutti
    ANSCHLUSS. L 'annessione (Fuoco) eBook: Vladimiro Giacché: Amazon.it: Kindle Store

    La riunificazione della Germania.
    Uno dei più grandi successi della nuova Europa
    sorta dal crollo del muro di Berlino?
    La realtà è ben diversa.
    Questo libro la racconta nel dettaglio.
    E dimostra che la storia di questa annessione
    è anche la storia dell’Europa dei nostri anni.

    Ancora oggi, a quasi 25 anni dal crollo del Muro, la distanza economica e sociale tra le due parti della Germania continua ad accentuarsi, nonostante massicci trasferimenti di denaro pubblico dalle casse del governo federale tedesco e da quelle dell’Unione Europea.
    Sulla base di una ricerca scrupolosa, condotta attraverso i dati ufficiali e le testimonianze dei protagonisti, l’economista Vladimiro Giacché svela come la riunificazione delle due Germanie abbia significato la quasi completa deindustrializzazione dell’ex Germania Est, la perdita di milioni di posti di lavoro e un’emigrazione di massa verso Ovest che perdura tuttora, spopolando intere città.
    La storia di questa unione che divide è una storia che parla direttamente al nostro presente. Essa comincia infatti con la decisione di attuare subito l’unione monetaria tra le due Germanie, prima di aver attuato la necessaria convergenza tra le economie dell’Ovest e dell’Est. L’unione monetaria ha accelerato i tempi dell’unione politica, ma al prezzo del collasso economico dell’ex Germania Est.
    Allo stesso modo la moneta unica europea, introdotta in assenza di una sufficiente convergenza tra le economie e di una politica economica comune, è tutt’altro che estranea alla crisi che sta investendo i paesi cosiddetti “periferici” dell’Unione Europea. Il libro di Giacché si conclude quindi con un esame approfondito delle lezioni che l’Europa di oggi può trarre dalle vicende tedesche degli anni Novanta.

    Vladimiro Giacché è nato a La Spezia nel 1963. Ha studiato nelle università di Pisa e di Bochum (Germania) ed è stato allievo della Scuola Normale di Pisa, dove si è laureato e perfezionato in Filosofia. È dirigente di Sator e presidente del Centro Europa Ricerche. Autore di diversi volumi e di numerosi saggi di argomento filosofico ed economico, ha di recente pubblicato K. Marx, Il capitalismo e la crisi. Scritti scelti (2010), La fabbrica del falso. Strategie della menzogna nella politica contemporanea (2011) e Titanic Europa. La crisi che non ci hanno raccontato (2012), di cui è in corso di pubblicazione l’edizione in lingua tedesca. Suoi articoli sono apparsi su «Il Fatto Quotidiano», «Linus» e «Micromega»
    sostituiamo la parola DDR con ITALIA

    crollo della produzione industriale dei concorrenti FATTO
    Acquisto industrie exItalia per 4 spiccioli FATTO
    emigrazione dei suoi cittadini FATTO
    dimentico qualcosa?

    solo i tedeschi potrebbero colonizzare se stessi e fare mercantilismo in casa...
    Ultima modifica di Leviathan; 20-08-14 alle 07:43
    NO ALL'INVIO DI ARMI IN UCRAINA!!!

  10. #10
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    Predefinito Re: Unioni monetarie/economiche disastrose : l'ex DDR (repubblica democratica tedesca

    Io ci sono stato nella ddr e ho parenti che sono rimasti intrappolati nella ddr per tutto il suo tempo. Era uno stato poverissimo, distrutto, le case cadevano a pezzi, balconi inagibili, le facciate delle case avevano ancora i segni dei proiettili della seconda guerra mondiale, il cibo c'era in abbondanza, ma era merda, gli elettrodomestici, che costavano un occhio della testa, sembravano fatti dalla lego, il metallo, anche quello più scadente, era un lusso, di fatto era tutto in plastica, mobili, pavimenti, lavandini, cessi, porte...
    L'unica cosa che abbondava ed era a buon prezzo era l'alcol, infatti i cittadini dell'est aveva un tasso di alcolisti tra i più alti del mondo, ubriacarsi era l'unico modo per sopportare la vita in quel'inferno.
    se penso che la ddr era lo stato più benestante del blocco comunista, non oso immaginare in che stato fossero gli altri.
    Ultima modifica di Naitmer; 20-08-14 alle 09:31

 

 
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