Il dossier esposto dalla Cgil è a dir poco drammatico: da gennaio a luglio sono stati 530.000 i lavoratori coinvolti nella Cassa Integrazione Guadagni, corrispondenti a 650 milioni di ore autorizzate. Numeri da ecatombe quelli calcolati dal sindacato più vecchio d’Italia.
Il taglio dei redditi è pauroso: -2,5 miliardi di euro. Praticamente una decurtazione di 4.700 euro netti per ogni unità. Con le prevedibili conseguenze sull’economia reale. Parla Serena Sorrentino, segretaria confederale della Cgil: “ancora una volta registriamo un trend medio di ore richieste, stabile da anni sulle 80 ore al mese, che punta anche per quest’anno a superare la soglia di un miliardo di ore. Un segnale inequivocabile di una crisi strutturale, come emerge chiaramente dall’andamento della cassa straordinaria”. Ecco le priorità: “difesa e rilancio del sistema produttivo, tutela e creazione di lavoro”. Un “binomio strategico per portare il paese fuori dalla crisi. Meccanica, commercio e edilizia, risultano essere i settori più colpiti”. Poi sfida l’esecutivo guidato da Renzi: “il governo non perda altro tempo e rilanci subito una politica industriale”.

Rispetto allo stesso periodo dell’anno passato si segna ‘solamente’ un -7,78% per quel che riguarda le ore, mentre dall’inizio anno la percentuale è bulgara: -29,86% (cassa integrazione ordinaria). Quella straordinaria, invece, è cresciuta del 20% (nei primi sei mesi dell’anno ben 4.897 aziende), laddove quella in deroga è calata del 26%. I dati esposti nel focus di Corso Italia parlano di una stagnazione sempre più ampia: crescono i ricorsi per crisi aziendale (+5,18 rispetto lo stesso periodo – gennaio luglio – del 2013) e per concordato preventivo (+195,24%). Salgono che le richieste di fallimento (+44,86%) e di riorganizzazione aziendale (+8,76%). Insomma, una crisi sempre più acuta. Un disordine che ha portato ad una progressiva “deindustrializzazione del paese”.


Scritto da: Daniele Errera
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