Roma, 23 ago – Sono già passati oltre due anni dal primo ‘boom’ elettorale del Movimento 5 Stelle con la clamorosa elezione delsindaco di Parma, al quale successivamente si sono aggiunti altri primi cittadini pentastellati.
A livello nazionale il partito dell’(ex)comico genovese si giustifica di fronte allecritiche di “immobilismo” e “opposizione poco efficace e mai costruttiva” dando la colpa alle altre forze parlamentari che boicottano sistematicamente tutte le proposte del M5S.
Ma nei comuni dove i grillini sono in maggioranza monocolore, pertanto possono decidere tutto ciò che deve essere fatto, come vanno le cose? Non molto bene sembrerebbe.

Il caso più emblematico e significativo è quello di Parma, dove il sindaco Federico Pizzarotti sta avendo la vita molto dura sia sul fronte amministrativo che internamente al partito. Più volte infatti è arrivato ai ferri corti con Grillo, rischiando addirittura l’espulsione.

Ma i problemi principali sono quelli che sta riscontrando nella sua attività di sindaco. A partire dal nodo dell’inceneritore. Infatti dopo aver basato buona parte della sua campagna elettorale sulla battaglia contro la riaccensione del forno di Ugozzolo (frazione del comune di Parma) Pizzarotti è costretto ad ammettere la sua sconfitta e l’inceneritore è ufficialmente entrato in funzione,con buona pace di tutte le promesse pre-elettorali.
Le grane però non si riducono solo a questo. Clamorosa è la contestazione subita durante un comizio di Grillo a Parma ad opera di genitori che protestavano contro la decisione della giunta Pizzarotti di alzare in modo consistente le tariffe di asili nido e scuole materne. Alzare le tasse e colpire i ceti sociali più deboli per fare cassa, non c’è molto di rivoluzionario in questa vecchia pratica politica.
Emblematica della difficoltà di Pizzarotti nell’approcciarsi ai problemi quotidiani di un amministrazione comunale è la risposta fornita a chi chiedeva interventi urgenti di manutenzione del manto stradale: “invito a guardare in alto e non per terra, quindi a problemi più importanti che quello delle buche”.
Nessuno sa però di quali problemi più urgenti si stia occupando il sindaco, visto che in città si registra una aggravarsi senza precedenti delle emergenze relative a casa e sicurezza.

Non sembra cominciare nel migliore dei modi anche l’esperienza da sindaco di Filippo Nogarin, neo primo cittadino della ex-roccaforte ‘rossa’ Livorno. Dopo oltre due mesi dalla sua elezione infatti è ancora in alto mare la nomina della giunta a causa di una feroce lotta intestina al Movimento 5 Stelle.

Tuttavia è andata peggio all’altro sindaco eletto con il movimento di Grillo in un comune capoluogo di provincia, Ragusa, che è stato espulso il mese scorso dal partito insieme a 10 dei consiglieri comunali di maggioranza per una lite interna che sembrerebbe essere legata a motivi economici.
Anche nei comuni più piccoli le amministrazioni pentastellate non vanno meglio, facendosi notare spesso per provvedimenti quanto meno discutibili come il ritiro della delega ad un assessore donna “colpevole” di essere rimasta incinta a Mira (provincia di Venezia) ed i menu scolastici ridotti per chi non può permettersi di pagare una tariffa maggiorata a Pomezia.
Che la rivoluzione ‘grillina’ sia già finita prima ancora di cominciare?

Il ?flop? delle amministrazioni comunali a 5Stelle | IL PRIMATO NAZIONALE