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    Predefinito L'arte, il nonno ed io... (Una storia personale)

    Da anticlericale quale sono da sempre, essendo nipote di un nonno socialista e mangi-apreti come quasi tutti coloro che vivevano in quelle terre governate e vessate per secoli dal Regno delle Chiesa, sono fermamente convinta dei danni che l'istuzione religiosa cattolica ha prodotto sulle società italiana, sulle coscienze dei singoli e su una mentalità mentalità ipocrita e sessuofobica di cui sentiamo ancorta la pesantezza e il disagio di fronte a paesi che non se ne sono lasciati condizionare per ragioni e contingenze storiche diverse dalle nostre.

    Tuittavia di una cosa devo ringraziare papi, vescovi, abati e quant'altri hanno incoraggiato l'arte, specie pittorica e architettonica, a partire dal sorgere del cristianesimo. Le preziose vestigia che oggi costutiscono una buona parte del nostro patrimonio artistico furono commissionate da chi possedeva il denato per pagare gli esecutori di progetti architettonici, di opere musive e di affreschi e tele che decorano le nostre chiese e musei. E chi possedeva tanto da potersi permettere di ingaggiare i miglori artisti di ogni epoca se non chi deteneva l'immensa ricchezza costituita dal potere temporale? Tuttavia senza i frati Francescani, che poveri non erano più, dopo la morte di Francesco, non avremmo mai avuto, le storie della vita sdel santo di Giotto mdella Basilica Sjperiore di Assisi e che cosa avrebbe dipinto se non avesse avuto quegli spunti così emotivamentge toccanti a parlare alla sua sensibilià d'artista? Se non avessimo avuto papa Giulio II, non avremmo avuto la Cappella Sistina né il Mosè di Michelangelo, né le Logge di Raffaello, e neppure gli affresci meravigliosi dellAppartamento Borgia istoriati dal Pinturicchio. Le operte di mecenatismo che erano state commissionate ai quel geni che il Rinascimento produsse e che spuntavano quasi naturalmente dal grembo fecondo della cultura del tempo, in uno stato più laico senza storie bibliche e parabole evangeliche dipinte nelle chiese fin dagli albori del cristianesimo nelle pale d'altare mancheremmo di testimonmianze non solo artistiche, ma anche storiche sulla vita dei contemporanei di chi era incaricato di dipingerle.


    Confesso che non vado mai a messa, che assisto solo a funerali, battesimi e matrimoni unicamente se costretta dalle circistanze, ma che in tali soituazioni, nella noia che mi procurano le cerimonie, mi ritrovo quasi sempre a soffermarmi con curiosità, e subito dopo piacerer su ciò che quasi ogni chiesa della nostra penisola offre a gli occhi del frequentatore. Così come quando vado in una città che non ho ancora visitato, il Duomo è il primo posto nel quale mi reco e quasi sempre con grande soddisfazione per i mei occhi e per la mia passione per l'arte. E' anche vero che inizialmente le autorità religiose che commissionavano le opere all'interno degli edifici di culto non avevano intenti puramente artistici e di mecenato come avenne a partire dal Rinascimento, ma più che altro avevano scolpi didaacalici, poiché la maggior parte della massa dei fedeli non sapendo né leggere né scrivere, aveva bisogno di immagini delle storie sacre, che erano assai più eloquienti di ogni parola nella veridicità dio ciò che l'occhio poteva cogliere. Probailmente per rendere al meglio il significato delle pitture, che commissionavano a questo scopo, vescovi, abati e monaci in genere, avevano cura di sceglirere quelli che ritenevane poter meglio illustare le storie edificanti che dovevano far conoscere al popolo minuto come la vita e la morte di Cristo e dei suoi santi.
    Mi scuso se a questo punto, in questo thread, parlerò di me personalmente e di un membro molto amato della mia famiglia, poiché ciò che scrivo ha a che fare con la storia del nostro paese e dei suoi meraviglioso artisti e pure con laicità che mi fa distinguere il mezzo dallo scopo artistico. L'amore per l'arte mi fa apprezzare le belle architertture, le vetrate medioevali multicolori, le belle navate navate della basiliche e i marmi dei loro pavimenti ma tutto quanto costituisce il patrimonio visivo che le chiese racchiudono lo devo paradossalmente al mio nonno mangia-preti che sì, a tre anni mi aveva già insegnato a canticchiare "preti, monache e cappuccini son 'na massa d'assassini"... con grave imbarazzo di mia madre e di mia nonna che mi tappanano immediatamente la bocca non appena attaccavo la terribile strofetta. Ma quello stesso nonno che era un grande estimatore d'arte e che di essa godeva immensamente, non appena ebbi l'età per interessarmene, mi trasmise il rispetto dei luoghi sacri perché sacri all'arte, più che alla religione, portandomi quasi ogni domenica mattina a visitare una chiesa diversa. A mia insaputa, i primi rudimenti di storia dell'arte mi vennero impartiti a bassa voce, nelle chiese della mia città e dintorni e nella Galleria Nazionale dell'Umbria, ricca di capolavori pittorici. il nonno mi raccontava in sosatnza la "favola dell'arte" in modo semplice affinché io potessi capirla. soffermndosi e spiegandomi l'evoluzione delle madonne e dei crocifissi di scuola senese verso la pittura rinascimentale o sottolineando la delicatezza delle ali degli angeli musicanti di Agostino di Duccio. Mi ricordo con nostalgia e piacere quelle mattinate domenicali come uno dei momenti più felici della mia infanzia, che svegliavano la mia mente alla conoscenza del bello. Facevo tante domande e il nonno rispondeva a tutte, più semplicemente possibile, sugli autori delle pitture, sulla loro vita, sulla preparazione dei colori, sulle vesti dei personaggi e sulle storie rapprentate. Quell'uomo così visceralmente anticlericale mi ha tresmesso il suo scetticismo verso la religione, ma mi ha regalato tanto di più, insegnandomi a guardare e a godere della bellezza.
    Ultima modifica di Xenia888; 26-08-14 alle 17:11
    Non bisogna mai farsi ricattare dalla stupidità altrui.
    (Umberto Eco)

  2. #2
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    Predefinito Re: L'arte, il nonno ed io... (Una storia personale)

    ...anche io quando mi reco in un paese straniero o una città che non conosco, spesso mi reco nel duomo o nella cattedrale per ammirare l'arte ivi presente...

    ...bella persona tuo nonno...

    “In amore non essere un mendicante, sii un imperatore. Dà e resta semplicemente a vedere che cosa accade...”

  3. #3
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    Predefinito Re: L'arte, il nonno ed io... (Una storia personale)

    Citazione Originariamente Scritto da Giordi Visualizza Messaggio
    ...anche io quando mi reco in un paese straniero o una città che non conosco, spesso mi reco nel duomo o nella cattedrale per ammirare l'arte ivi presente...

    ...bella persona tuo nonno...

    Dal cielo il nonno ringrazia...
    Non bisogna mai farsi ricattare dalla stupidità altrui.
    (Umberto Eco)

 

 

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