di Leandro Del Gaudio
NAPOLI (23 maggio) - Una croce sulla sua foto e un messaggio a senso unico: «Guai a te se continui a parlare con i carabinieri, ti facciamo passare un guaio. Sappiamo dove abiti e che strada fai. Sappiamo dove abitano tuo padre , tua madre, tua sorella con il bimbo piccolo».
LEGGI LA LETTERA INVIATA AL PRESIDENTE DELLA PRIMA MUNICIPALITA'
Minacce di morte al presidente della Municipalità Chiaia Fabio Chiosi, intimidazioni dirette ai suoi parenti più stretti, che non risparmiano neppure un bambino di pochi anni. Inchiesta sui finti invalidi, qualcuno alza il tiro. Minacce finite dritte nel fascicolo sulla fabbrica dei finti invalidi (tra sedicenti pazzi o ciechi), che hanno reso immediate le contromosse da parte degli inquirenti: da qualche giorno, il presidente della Municipalità Fabio Chiosi è sotto protezione. Nei suoi confronti massima attenzione da parte dei carabinieri del comando provinciale di Napoli del colonnello Mario Cinque.
Stesse precauzioni anche per i parenti indicati nella lettera di minacce, un testo scritto da una persona che sembra conoscere bene le abitudini del presidente Chiosi. Anonimo velenoso. Livido. Evidentemente scottato dalla collaborazione fornita dal presidente di Chiaia nei confronti degli inquirenti, dalle sue denunce nell’inchiesta che ha prodotto oltre sessanta arresti tra i finti ciechi di Santa Lucia, oltre a scoperchiare un pentolone ancora ricco di sorprese.
Qualcuno prova a intimidire un testimone autorevole, a spegnere sul nascere nuovi sviluppi. C’è un passaggio della lettera anonima che potrebbe tradire la mano di chi l’ha scritta: è il riferimento alle tante persone bisognose aiutate con i vitalizi di stato, che ora potrebbero rivalersi contro chi ha sporto denuncia. Ma chi può temere le accuse del presidente Chiosi al punto tale da minacciarlo di morte? Facile trarre conseguenze: a spingere l’anonimo a minacciare Chiosi è uno che ha paura di sviluppi a breve, magari capaci di investire anche il cosiddetto livello politico-amministrativo.
Basta continuare a leggere l’anonimo indirizzato a Chiosi: «Ti vuoi fare i cazzi tuoi? La vuoi smettere di entrare e uscire dai carabinieri di Posillipo? Racconti tutte palle: la vuoi smettere di inguaiare la gente?». Segue l’indirizzo di Chiosi, ma anche un elenco del tragitto percorso ogni giorno dall’esponente della municipalità. Particolari che evidenziano il livello di familiarità verso le abitudini di Chiosi. Indagano i carabinieri della compagnia rione Traiano del capitano Federico Scarabello e del luogotenente Tommaso Fiorentino.
Arrestati finora oltre sessanta finti ciechi (molti dei quali hanno patteggiato restituendo soldi delle pensioni), in cella anche il consigliere della Municipalità Salvatore Alajo, la moglie Alexandra Danaro, e un assortito gruppo di parenti di marito e moglie. Inchiesta del pool mani pulite dell’aggiunto Francesco Greco, condotta dal pm Giuseppe Noviello. Al setaccio il contenuto della minaccia: «Fai il bravo, che ti conviene - si legge nello scritto acquisito agli atti - stai facendo incazzare un sacco di gente importante, gente che conta».
Dalle minacce ai consigli, parole che sembrano assumere un tono premuroso, esortativo: «Fai un altro mestiere, sei un politico stimato. Perché vuoi inguaiare le persone che poi non hanno fatto niente di male, ma hanno solo aiutato i più deboli? E se li inguai, loro non fanno bene a far passare un guaio anche a te?».
Ma la frase che ha attirato di più l’attenzione degli inquirenti riguarda «la gente importante»: «Con le tue denunce stai facendo incazzare un sacco di gente importante, gente che conta». A cosa si riferisce l’anonimo? Cosa significa «contare qualcosa» a ridosso dei vicoli di Pizzofalcone? Significa poter vantare rapporti con la camorra o con un livello politico amministrativo finora rimasto solo sullo sfondo dell’inchiesta?
Denunciò falsi invalidi: minacciato di morte Chiosi sotto protezione: «Vado avanti» - Il Mattino