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  1. #91
    mutualista in saor
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    Predefinito Re: A 11 giorni dal referendum in Scozia gli indipendentisti passano in vantaggio

    Citazione Originariamente Scritto da insubre73 Visualizza Messaggio
    Il punto è che le Scozia è una roccaforte dell'elettorato laburista, dunque di sinistra, quei progressisti che con le loro idee, generalizzando, ma di fatto è proprio cosi. vogliono immigrazione, famiglia allargata, froci, ogm (anche se quest'ultimo potrebbe non essere il loro caso, non lo so), ecc. Insomma ciò che vorrebbe imporre il nuovo ordine mondiale. E stanno portando il mondo nel baratro.
    A vedere i dati mi pare che sia piuttosto evidente il fatto che il referendum è stato bocciato soprattutto dall'elettorato più conservatore (son questi semmai ad avere barattato l'identità con la loro ideologia). Certo è vero che i referendari han fatto una campagna sbilanciata a sinistra... Il problema però è che nella coalizione per il Si, non c'erano partiti dell'altro schieramento (UKIP e BNP erano ovviamente con gli unionisti), dunque non potevano fare diversamente. Il fatto che qui nelle Venezie i movimenti indipendentisti coprano praticamente tutto l'arco costituzionale mi fa stare più tranquillo, ciò dovrebbe favorire un voto trasversale...

    Sul fatto del numero di voti, la tua tesi non è proprio corretta, un conto è il numero di voti, e qui hai ragione. Ma i partiti che han proposto il referendum, come percentuale, sommati prendono ben oltre il 50% dei voti, cosa che non s'è verificata al referendum. I voti sono stati numericamente di più, perché l'affluenza è stata da record.
    Non è assolutamente vero che i partiti per il Si superavano il 50%. Il SNP sta di media attorno al 30%, ha preso il 45% solo alle ultime elezioni scozzesi (affluenza diversa, e si sa quanto l'affluenza incida sulle percentuali, e tipo di elezione particolare), ma alle più recenti europee è tornato ai suoi livelli standard. I verdi alle ultime europee son balzati all'8%, ma di norma prendono tra il 4 e il 6. I socialisti sono un partito minoritario dello zero virgola. Insomma, se in 3 fanno il 40% è tanto.

    Dunque quando tu scrivi, città col maggior numero di "non britannici" sarebbe più corretto dire, di non scozzesi, e quando scrivi zone di "solo scozzesi", forse sarebbe più corretto dire, di soli britannici.
    No, quando ho scritto non britannici intendevo proprio non britannici. Glasgow ha un 8% di asiatici, ed a Glasgow ha vinto il Si. Ad Edimburgo mi pare siano sotto il 4%, ma hanno una percentuale di inglesi sopra il 10% (a differenza di Glasgow dove sono di meno). E per quanto riguarda le zone di "solo scozzesi" intendevo i distretti dove gli scozzesi sono più del 90% della popolazione, in molte di queste aree ha vinto il No.
    Se non ci credi guardati i dati dell'ultimo censimento scozzese e poi confrontali con i voti...

  2. #92
    mutualista in saor
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    Predefinito Re: A 11 giorni dal referendum in Scozia gli indipendentisti passano in vantaggio

    Citazione Originariamente Scritto da jotsecondo Visualizza Messaggio
    Qualcuno sta capendo che cosa è la lega.
    Purtroppo mi sa che certi vecchi militonti che ho visto ieri non lo capiranno mai... (così come quei quattro gatti che han esposto uno striscione sulle mura che riprendeva l'art. 10 della costituzione, con tanto di straccio tricoloruto)

  3. #93
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    Predefinito Re: A 11 giorni dal referendum in Scozia gli indipendentisti passano in vantaggio

    Citazione Originariamente Scritto da pomo-pèro Visualizza Messaggio
    Purtroppo mi sa che certi vecchi militonti che ho visto ieri non lo capiranno mai... (così come quei quattro gatti che han esposto uno striscione sulle mura che riprendeva l'art. 10 della costituzione, con tanto di straccio tricoloruto)
    Quel ""qualcuno sta capendo che cosa è la lega"" si riferisce agli indipendentisti scozzesi.

    Nell'articolo è il primo ministro Salmond che critica la lega.

    I Padani bombardati dalla televisione non capiranno mai che la lega è al servizio di roma.

    I partiti e le mafie insieme accusano in continuazione la lega di voler la indipendenza.
    Questa accusa accredita la lega delle volontà di avere la secesione, meglio di qualsiasi propaganda.

    E la gente crede a questo.

    E' un gioco all'infinito.
    O si taglia o il caos

  4. #94
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    Predefinito Re: A 11 giorni dal referendum in Scozia gli indipendentisti passano in vantaggio

    La lega ha sempre fornito a roma certezze,

    Le hanno affidato il compito di criticare l'euro in modo che gestisca la sua opposizione, e dato che la classe dirigente leghista non è affidabile come immagine, ridicolizza tale opposizione.
    O si taglia o il caos

  5. #95
    mutualista in saor
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    Predefinito Re: A 11 giorni dal referendum in Scozia gli indipendentisti passano in vantaggio

    Citazione Originariamente Scritto da jotsecondo Visualizza Messaggio
    Quel ""qualcuno sta capendo che cosa è la lega"" si riferisce agli indipendentisti scozzesi.
    Ah OK. Diciamo che all'estero han sempre avuto diffidenza verso quel movimento, ed ora che stan capendo cosa c'è sotto hanno ancora più motivi per essere diffidenti.


    I Padani bombardati dalla televisione non capiranno mai che la lega è al servizio di roma.

    I partiti e le mafie insieme accusano in continuazione la lega di voler la indipendenza.
    Questa accusa accredita la lega delle volontà di avere la secesione, meglio di qualsiasi propaganda.
    Quoto. È appunto per questo motivo che Salvini & Co. sono andati in Scozia. Sapevano che la televisione li avrebbe intervistati. In questo modo si sono accreditati come movimento secessionista, in più hanno evitato che le TV parlassero degli altri che erano lì (tipo i sardisti, che con le recenti notizie sulle servitù militari si stanno incazzado di brutto... ed è proprio perché la gente si sta incazzando anche ad altre latitudini che ora Salvini deve allargare la zona in cui svolgere il suo ruolo da perfetto pretoriano...)

  6. #96
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    Predefinito Re: A 11 giorni dal referendum in Scozia gli indipendentisti passano in vantaggio

    Citazione Originariamente Scritto da insubre73 Visualizza Messaggio
    Non confondo intelligenza con furbizia. I terroni sono furbi, e questo è un fatto risaputo. Ma sono anche molto più intelligenti, loro sanno ben fare i propri interessi e difenderli, i nord europei e noi no. Se no i nord europei non continuerebbero a votare convintamente per movimenti che vogliono immigrazione indistinta, e che aumentano le tasse ai dementi, per sostenere il welfare in favore degli immigrati. Per quanto riguarda noi, che dire... 150 anni in questa situazione parlano da soli.
    Non direi che sono più intelligenti , è che i padanoidi non amano chi gli spiattella in faccia verità scomode, non li ascoltano , se preferiscono un guareschi ad un Longanesi , un un Romualdi ed i lettori di Blondet sono una minoranza nel mondo cattolico è appunto perché capire costa , vuol dire non sposare la meridionale , vuol dire lottare contro i poteri forti ...
    Il Silenzio per sua natura è perfetto , ogni discorso, per sua natura , è perfettibile .

  7. #97
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    Predefinito Re: A 11 giorni dal referendum in Scozia gli indipendentisti passano in vantaggio

    La loro furbizia è stata fondamentale in una cosa.
    Sfruttare a loro favore la nostra superiorità di civiltà.
    Con tutto quel che ne consegue.
    Noi ancora oggi non abbiamo capito a nostra volta la cosa fondamentale: siamo in guerra ed in guerra la pietà è morta.
    O si è presi per il culo e si soccombe.
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  8. #98
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    Predefinito Re: A 11 giorni dal referendum in Scozia gli indipendentisti passano in vantaggio

    LA DIFFERENZA TRA NOI E LORO: LA SCOZIA SI PORTA A CASA COMUNQUE UN SACCO DI SOLDI
    di STEFANIA PIAZZO
    Vince il No. Ma la differenza tra noi e loro non sta solo nel fatto che gli scozzesi hanno potuto votare un referendum sull’indipendenza mentre noi lo vediamo col binocolo. La differenza, abissale, sta nel fatto che gli scozzesi sanno trattare e sedersi al tavolo e ottenere un altro pezzo di devolution e di benefici fiscali. Di quella autonomia che hanno saputo anche meritare per la determinazione e la coerenza politica della loro richiesta di autodeterminazione. Per evitare di incrinare i rapporti e innescare tensioni sociali, Londra è scesa a patti prima ancora di andare alle urne. E questo è quello che si può dire saper fare politica.
    E’ una sconfitta a metà, è una vittoria a metà, è una situazione di stallo che tuttavia porta benefici perché, da oggi, gli scozzesi saranno più ricchi e più autonomi. Hanno incassato per aver saputo creare una trattativa col loro stato centrale.
    Il Nord, nonostante sia passato per una rappresentanza che inneggiava con 180 parlamentari e 5 ministri all’indipendenza della Padania, e che in seguito ha ottenuto una legge sulla devolution e anche un referendum, ha perso tutto. Meglio tacere sul federalismo fiscale. Non ha avuto il premio di consolazione, una volta battuta la devolution nell’urna. Non ha saputo imporsi e creare le condizioni per costruire il futuro né per rivendicare maggiore autonomia. Ha puntato su un’alleanza, quella con Berlusconi, e su altri ministeri. Questo è quello che ha portato a casa per il Nord: ministeri a Roma. Prefetti da nominare. Expo da costruire. Mutande verdi nel rimborso spese. Cd di giochi per pc nel bilancio del gruppo regionale. Tre regioni per fare la Padania. Come no… E una scuola, la Bosina, a gambe per aria. Doveva essere l’avamposto della formazione scolastica identitaria. Tranne poi dimenticare completamente la politica scolastica regionale, che è il vero perno del sistema educativo e da cui passa la futura classe dirigente. Ma a questo ci pensano il Pd e i sindacati.
    La Scozia sconfitta o senza Gran Bretagna non è più debole di prima. Tutt’altro. Non è un fronte che si affievolisce, ma insegna che la trattativa e l'obiettivo sono tutto, in politica. Dipende, ovviamente, da quello di cui si tratta: posti, nomine, seggi parlamentari, appalti, oppure altro.
    La Scozia ha saputo fare ottima comunicazione nella campagna referendaria, non le si può recriminare di avere avuto, dall’altra parte, la grande finanza schierata a investire sul No.
    La comunicazione è tutto. Non è certo annunciare, ad esempio, che una delegazione leghista il giorno del referendum sarebbe stata presente ad Amburgo… anzi no, scusate, a Strasburgo, anzi no, a Edimburgo.
    La differenza tra noi e loro: la Scozia si porta a casa comunque un sacco di soldi | L'Indipendenza

    Referendum buoni, referendum cattivi
    I "separatisti" di Scozia hanno perduto (ma l'hanno davvero perduto?) il referendum. In Catalogna, invece, il referendum è stato vietato. Infatti, se venisse effettuato, la Catalogna se ne andrebbe dalla Spagna, come la Crimea se n'è andata - tirando un sospiro di sollievo - dall'Ucraina diventata nazista. Sarei per dire, di nuovo, viva la democrazia occidentale (anche se in Spagna non ha funzionato molto bene), se non fosse che, qui da noi, tutti applaudono freneticamente al pacifico referendum di Scozia, mentre esecrano, maledicono il referendum altrettanto pacifico di Crimea. Anche se, com'è noto, in Crimea non c'è stato un solo ferito e non si è sparato un colpo, neanche di fucile a pallini.
    Cameron è bravo. Putin è cattivissimo, com'è noto. Allora, relativizzando, dirò soltanto così: paese che vai, referendum che trovi. Oppure - come in Catalogna - nessun referendum.
    Anche nel Donbass non c'è stato nessun referendum. O meglio, c'è stato, organizzato dalla minoranza russa, che voleva imitare la democrazia occidentale. Ma subito dopo sono arrivati i carri armati di Kiev. I russi di Ucraina chiedevano l'autonomia, o la federalizzazione, e per questo hanno ricevuto bombardamenti, anche mediante aerei, cannonate, massacri. Risultano ammazzati circa 3000 civili. Certo, là ancora non è arrivata la civilizzazione occidentale. Ma c'è un piccolo problema da risolvere: noi, europei civilizzati, siamo dalla parte dei massacratori di Ucraina; di quelli che - con il pretesto di voler venire in Europa - hanno violato tutte le norme democratiche e antifasciste dell'Europa. Non vi pare che ci sia qualcosa che non funziona in tutti questi (s)ragionamenti?
    Ma veniamo ora, di nuovo a Glasgow. Un dato è certo: la Gran Bretagna è divisa molto di più di quanto non dica questo risultato scozzese. Non parlo di brogli perché non ero là e non posso giudicare, sebbene qualche sospetto ci sia, e anche grosso. No, parlo degli sviluppi che questo referendum apre e non chiude. I "no" alla separazione sono stati ottenuti in cambio di sostanziali promesse di autonomia. Che adesso Cameron dovrà soddisfare in meno di un anno. Tasse, spesa, welfare passeranno nelle mani del parlamento scozzese? E, se non accadesse, cosa succederebbe? Ma, se accadesse, come reagiranno il Galles e l'Irlanda del Nord? Anche loro hanno i loro parlamenti. che potrebbero esigere le stesse prerogative. Si annuncia una disputa prolungata. Tanto più rilevante se si tiene conto della promessa di referendum per l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea (con la Scozia in maggioranza contraria).
    Insomma la partita (anzi le partite) è ancora tutta da giocare. I "Sì" scozzesi piangono per la sconfitta. Ma bisogna consolarli. Avevano contro la City of London e tutto l'Occidente, e tutte le banche. Dunque il risultato ottenuto è un grande risultato. Potrebbero tentare la rivincita.
    Referendum buoni, referendum cattivi*|*Pandora TV

  9. #99
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    Predefinito Re: A 11 giorni dal referendum in Scozia gli indipendentisti passano in vantaggio

    Leggevo ieri sera a proposito dei "siamo il 45%" (ovvero il modo in cui si stanno organizzando i supporter del si per continuare la battaglia) e del boom di iscrizioni (stanno più che raddoppiando gli iscritti) che stanno avendo i partiti che hanno sostenuto il Si. Il SNP ha avuto più di 30.000 nuovi iscritti in 5 giorni (ovvero una cosa tipo 4-5 al minuto), superando così il numero di iscritti che hanno i liberaldemocratici in tutto il Regno Unito (ora il SNP è il terzo partito britannico per numero di iscritti, con la particolarità che sono tutti in Scozia e non distribuiti come gli altri partiti)... I verdi scozzesi son passati da circa 2000 a più di 5000 iscritti nello stesso lasso di tempo. E pure il piccolo SSP ha centinaia di nuove adesioni.

    Non vorrei essere troppo ottimista, ma mi pare che la sconfitta non abbia ucciso le speranze degli scozzesi. È stata persa una battaglia, ma la guerra non è ancora finita.

    Per quanto riguarda noi, una vittoria scozzese avrebbe certo semplificato le cose (sarebbe bastato indicare l'esempio scozzese), ma si possono trarre importanti indicazioni anche dalla vittoria del No. Si può per esempio vedere dove hanno sbagliato, in modo da non ripetere gli stessi errori. Per esempio la questione over 65, fascia di elettorato che non si raggiunge certo con una campagna nei nuovi media e che si lascia suggestionare facilmente dai media tradizionali (che non sono stati certo imparziali)... va trovato il modo di raggiungerli e convincerli.

  10. #100
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    Predefinito Re: A 11 giorni dal referendum in Scozia gli indipendentisti passano in vantaggio

    Il nostro problema è la beotitudine dei polentoni, enormemente superiore a quella degli scozzesi.
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

 

 
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