Popoli Preindoeuropei nativi e orientali.
Cisalpina:
Gli Orobi, secondo Plinio il Vecchio (riportando le parole di Origines, un'opera di Catone il Censore andata dispersa) attribuisce loro la fondazione di Como, Bergamo, Licini Forum e Parra, mentre Cornelio Alessandro riporta la loro discendenza entica ai Greci.
Gli storici classici, come Plinio stesso, li ritengono di origine greca. Differente è l'interpretazione moderna, una migliore analisi del nome, rivela una più probabile origine ligure: or è un termine preindoeuropeo che significa acqua e bo è un termine indoeuropeo dato alle abitazioni. Considerando che il nome Orumbovi venne trasmesso ai Romani dai Galli, nulla di più logico che interpretarlo come "coloro che abitano sull'acqua o palafitticoli"
Gli Orobi quindi, insieme ad altri popoli che gli autori classici ci confermano abitassero in queste regioni, come i Lepontii, i Moesiates, gli Insubres ed i Laevi Ligures, vengono considerati dagli archeologi e dai glottologi una popolazione di Liguri celtizzati o Celto-Liguri formatasi attraverso la penetrazione di genti provenienti dalle regioni del Reno e del Danubio nell'Italia nord-occidentale in età molto più antica delle invasioni celtiche storiche del IV secolo a.C. e stanziatisi tra l'Oglio ed il Ticino.
sempre secondo lo storico romano Plinio il vecchio, i Reti erano divisi in vari gruppi, riconducibili però a una unica entità etnico-culturale di origine etrusca.
Lo storico greco Strabone (58 a.C.-25 d.C. circa) descrive i Leponzi (assieme ai Camuni) come una delle comunità in cui si dividevano i Reti, Il raggruppamento delle iscrizioni lepontiche in una singola lingua celtica è discusso: alcune (specialmente le più antiche) vengono considerate scritte in una lingua non-celtica affine al ligure (Whatmough 1933, Pisani 1964). Secondo questa opinione, che fu prevalente fino al 1970, leponzio è il nome corretto per la lingua non-celtica, mentre la lingua celtica deve essere chiamata lingua gallica cisalpina.
Seguendo l'opinione di Lejeune (1971), l'idea prevalente divenne che il leponzio deve essere classificato come lingua della famiglia celtica, sebbene sia probabilmente divergente quanto il celtiberico, e in ogni caso abbastanza distinto dal Gallico Cisalpino. Solo negli ultimi anni, c'è stata una tendenza a identificare il leponzio e il gallico cisalpino come una sola e medesima lingua.
Secondo una tradizione lidia riferita dallo storico greco Erodoto del V secolo a.C. gli Etruschi sarebbero giunti dalla Lidia (attuale Turchia anatolica meridionale), salpati dal porto di Smirne a seguito di una carestia. Difatti, inizialmente, per far fronte a questa emergenza i Lidi avevano inventato molti giochi con i quali dilettarsi, mangiando così a giorni alterni e svagandosi con queste attività i giorni in cui non mangiavano.
All'interno della tesi della provenienza orientale, già in antichità fu elaborata un'ipotesi pelasgica. Secondo Ellanico di Lesbo, storico greco del V secolo a.C., gli Etruschi sarebbero stati Pelasgi, popolo mitico della Grecia antica, sempre di provenienza orientale, irradiatosi in varie regioni del Mar Mediterraneo, i quali si sarebbero stabiliti nella zona dell'Etruria dandosi il nome di Tirreni.
L'ipotesi orientale parrebbe confermata da alcuni moderni studi genetici effettuati dall'Università di Torino sulle popolazioni di Murlo e Volterra, situate nel nucleo originale della civiltà etrusca, che presenterebbero aplogruppi e mDna molto simili a quelli delle popolazioni odierne delle coste anatoliche e del Vicino Oriente.
Secondo moderne teorie genetiche le popolazioni pelasgiche (precedenti delle culture minoiche e elleniche) appartenevano agli aplogruppi del tipo I (arrivati dal Medio Oriente come aplogruppo IJ circa 35.000 anni fa e sviluppati in aplogruppo I circa 25.000 anni fa), E-V13 e T (arrivati dall'area siriana, dopo aver colonizzato l'Anatolia meridionale, in epoca neolitica, 8.500/7.000 anni fa) e G2a (giunti dal Caucaso, attraverso l'Anatolia meridionale circa 6.000 anni fa, legati alla pastorizia ed alla lavorazione dei metalli).
Tali teorie genetiche e storiche sembrano spiegare anche il mito della titanomachia che spiegherebbe le verità storiche delle successive invasioni elleniche (ionica, eolica ed achea) a discapito delle popolazioni locali (pelasgiche)
Altri studiosi hanno attribuito ai Pelasgi un certo numero di caratteristiche culturali e linguistiche non-indoeuropee.
Gli Insubri, dalle ultime scoperte, supportate anche dai ritrovamenti archeologici e dalle loro analisi, li si colloca benissimo come popolo di etnia Ligure.
Per quanto riguarda i Taurini, l'opinione piu comune li colloca tra l'etnia ligure, anche se il secolare contatto con popolazioni celtiche ne potrebbe aver modificato la cultura, al punto da renderli non chiaramente differenziabili da quest'ultime. In tal senso, per Plinio e Strabone erano "liguri antichi", per Livio "semi-galli", anche oggi spesso vengono definiti prudentemente e, genericamente, i celto-liguri, in pratica, i Tautini erano Liguri di etnia ma celtizzati culturalmente.
Secondo Polibio, la loro sede principale era Taurasia, ma non è ancora stato possibile indicare archeologicamente la sua esatta posizione, anche se la si colloca vicina alla confluenza tra il Po e la Dora Riparia, e cioè nel territorio Vanchiglietta dell'odierna città di Torino.
POPOLAZIONI DI ETNIA LIGURE:
1.In Spagna gli ELESYCES.
2.All'interno della Francia i SEGOBRIGI .
3.Nel sud della Francia gli: SALLUVI e gli OXYBI.
4.Dal Varo alla Turbia, i VEDIANZI, la cui capitale era Cemenello (oggi Cimiez); essendo Nizza e Monaco colonie dei Massalioti.
5.Sulle Alpi Italo-Francesi: i DECLATES, i NERUSI, i NEMETURI, i SUETRI.
6.Nord Italia:Piemonte e Lombardia fino a Lugano: LEPONTI, INSUBRI, SALASSI, AGONES, LIBUI, TAURINI, CAPILLATI, LIBICI, VENTAMOCORI, LAEVI, MARICI.
7.Tra Emilia e Lombardia: LANGENSES, CELEIATES.
8.Dalla Turbia al torrente Impero gli INTEMELI, capitale Ventimiglia.
1.Dall'Impero a Finale, ossia al torrente Pora, gli INGAUNI, capitale Albenga , e a tramontana di questi gli EPANTERJ (alta val Tanaro e val Bormida).
9.Dal Pora al torrente Lerone, tra Cogoleto e Arenzano i SABAZI, capitale Vadi Sabazi, oggi Vado. A nord gli STATIELLI con capitale Carystum, e i BAGIENNI nell'attuale Piemonte.
1.Dal torrente Lerone a Portofino, i GENUATI, capitale Genova, e a monte di essi nella alta val Polcevera i VETURII il cui dominio proseguiva fino a Voltri.
10.Da Portofino a capo Mesco, i TIGULI , con gli oppidi Tigulia e Segesta. A nord i VELEIATI .
1.Dal confine dei Tiguli a quello di Luni, gli APUANI ( Gli Apuani furono deportati in massa "47.000 persone" nel Sannio e nella Campania a seguito della romanizzazione) capitale Pontremoli. A nord, fino alla Garfagnana i FRINIATI e i CASUENTILLANI.
2.Al confine con la Toscana, vicino all'isola d'Elba (l'isola si chiamava Ilva): ILVATES.
Al sud:
Elimi, Sicani, Sardi (divisi in Iolei e Balari, quest'ultimi forse indoeuropei), Corsi.
Indoeuropei allogeni (Celti provenienti dalla zona Kurgan - "Italici" e Germani.):
In Cisalpina troviamo i Cenomani di Segoveso, i quali, erano originari della regione attorno all'attuale città di Le Mans (il Maine), a ovest dei Carnuti tra Senna e Loira, affini con gli Aulerci Brannovici e gli Aulerci Eburovici.
I Carni provenivano dalle originarie pianure tra il Reno e il Danubio, i Salassi provenivano dalla cultura di La Tène, formatasi a nord delle Alpi intorno al VI secolo a.C. A seguito della loro espansione verso sud i Salassi giunsero nella valle della Dora Baltea e nel Canavese, zone scarsamente antropizzate, colonizzando l'intero territorio e fondando Eporedia (l'attuale Ivrea), i Lingoni erano un popolo celtico della Gallia, stanziato tra i fiumi Senna e Marna (Francia). Alcuni di loro migrarono attorno alle Alpi, stanziandosi nella Gallia Cisalpina (Italia settentrionale), alla foce del Po nella zona del ferrarese (Emilia), attorno al 400 a.C
I Senoni di Brenno che provenivano dai territori oggi occupati dai distretti di Seine-et-Marne, Loiret e Yonne. Dal 53 al 51 a.C. furono in guerra con Cesare, dopodiché scomparvero dalla storia. Furono poi inclusi nella Gallia Lugdunensis.
I Boi, originari dall'Europa centrale, forse delle stesse regioni che ancor oggi portano il loro nome di Boemia e Baviera.
In Gallia cisalpina transpadana, cioè a nord del Po, dove erano stanziati Insubri, Cenòmani e Paleoveneti, la proprietà agraria romana si sovrappose quasi pacificamente ai preesistenti sistemi tribali celtici delle tribù galliche ed ai centri abitati Venetici (popolo questo, va ricordato, assolutamente non celtico, e probabilmente di stirpe italica. Roma lasciò ampi spazi alla sopravvivenza dell'insediamento originario e questo fu uno degli elementi che favorì un epilogo non violento del processo di romanizzazione. Notevole importanza per aggregare i villaggi e le tribù non ancora urbanizzate l'istituto dell'Adtributio, grazie al quale i villaggi e le tribù rurali venivano "ascritti" ad un centro urbano esistente.
L'intervento romano in Cispadana (attuali Emilia-Romagna e Liguria), invece, fu caratterizzato da confische agrarie e di redistribuzione di terre. Qui, all'interno della ritorsione romana contro gli alleati di Cartagine durante la seconda guerra punica, intere popolazioni vennero quasi del tutto sterminate o deportate, così da far posto a nuovi coloni romano-italici. Questa decimazione toccò prevalentemente i Boi e i Senoni tra i Celti e gli Apuani (preindoeuropei) tra i Liguri, determinando un radicale sconvolgimento dell'assetto demografico di queste regioni. A questo fece seguito l'impianto di un'economia agraria, la più avanzata dell'epoca, articolata tra piccole, medie e grandi proprietà condotte come aziende a monocultura, i cui prodotti venivano quindi smerciati nei mercati urbani.
Augusto raggruppò le città italiche con criteri etnici, linguistici nonché geografici anche allo scopo di effettuare i censimenti per aree vaste ma abbastanza omogenee sotto questi punti di vista. Vale la pena ricordare che la nuova riorganizzazione fu di fondamentale importanza anche ai fini del reclutamento delle legioni. Keppie sostiene che all'esercito romano appartenesse un 65% di cittadini Italici, (per lo più provenienti dalla Gallia Cisalpina), mentre il restante 35% era costituito da provinciali, muniti anch'essi di cittadinanza romana, per un totale complessivo di circa 140.000 uomini.
Germanizzazione della pianura padana e di tutta la penisola :https://forum.termometropolitico.it/...al-padana.html
La nobiltà italiana? gran parte di origine nordica: https://forum.termometropolitico.it/...e-nordica.html
Indoeuropei "italici":
Latini (compresi i Falisci), Capenati, Siculi, Ausoni-Aurunci, Opici, Enotri Itali (suddivisi in Morgeti, Siculi), Sabini, Piceni, Umbri, Sanniti (Carricini, Pentri, Caudini e Irpini), Osci, Lucani (tra i quali gli Ursentini), Bruzi, Sabelli adriatici (Marsi, Peligni, Marrucini, Frentani, Pretuzi, Vestini), Sabelli tirrenici (Ernici, Equi, Volsci).
Si stima che in Italia vivessero all'inizio del sesto secolo a. C. all’incirca 3 milioni di abitanti, di cui:
130.000 Lucani - 570.000 Siculi - 450.000 Messapi - 200.000 Bruzi - 200.000 Campani - 300.000 Sanniti e 250.000 Osci.