Madrid blocca il referendum sull'indipendenza della Catalogna
La Corte Costituzionale spagnola ha deciso oggi di sospendere le risoluzioni approvate in ottobre dal parlamento regionale
BARCELLONA - Si riapre fra Barcellona e Madrid il fronte della "guerra d'indipendenza" della Catalogna dopo la decisione oggi della Corte Costituzionale spagnola di vietare in forma cautelare il referendum di autodeterminazione previsto nel 2017 dal parlamento catalano.
Lo stop ordinato dalla consulta di Madrid interviene a pochi giorni dal vertice "catalanista" convocato dal presidente Carles Puigdemont il 23 dicembre, che dovrebbe decidere quando si terrà la consultazione referendaria, che il governo spagnolo considera anticostituzionale.
Il pronunciamento dei giudici di Madrid impone la sospensione delle risoluzioni approvate in ottobre dal parlamento regionale - a maggioranza assoluta secessionista - che prevedono la tenuta del referendum nella seconda metà del 2017. Il presidente catalano Puigdemont e la presidente del Parlament Carme Forcadell sono anche diffidati dal portare avanti il progetto, o rischiano sanzioni penali, avverte la Corte.
La misura è precauzionale, la Corte costituzionale prenderà una decisione definitiva con ogni probabilità identica all'inizio del 2017. La corte si è sempre pronunciata contro ogni spinta secessionista catalana, in nome della costituzione centralista spagnola del 1978 adottata nella transizione fra franchismo e democrazia.
La Catalogna indipendentista non sembra disposta ad obbedire. Alcuni suoi dirigenti - l'ex-presidente Artur Mas, la stessa Forcadell - sono già indagati per "disobbedienza".
Jordi Turull, leader della coalizione JPS che appoggia Puigdemont, ha avvertito che il fronte indipendentista andrà avanti verso il referendum.
La capogruppo dei secessionisti anti-sistema della CUP - che hanno votato per Puigdemont - Anna Gabriel, ha reagito alla sentenza invitando il governo catalano a garantire che la polizia regionale, i Mossos de Esquadra, non impedirà la consultazione se riceverà ordini in questo senso da Madrid.
Il leader di Podemos in Catalogna Xavier Domenech ha accusato la Corte di voler "soffocare l'incendio catalano con la benzina".
Rajoy, in minoranza, per stabilizzare il suo esecutivo ha avviato un cauto avvicinamento con i nazionalisti baschi del PNV e pur restando granitico sul no alla secessione usa toni più cauti.
Ma se, come sembra probabile la Catalogna andrà avanti verso il referendum disobbedendo alla Corte, Madrid potrebbe usare misure forti: destituire Forcadell, o anche ipotizzare la sospensione di Puigdemont, che vuole arrivare per fine 2017 alla Repubblica di Catalogna.
Il costituzionalista Francesco de Carreras avverte che Madrid può proclamare lo stato d'assedio per fermare la secessione, "se è in pericolo l'integrità dello stato". I carri armati spagnoli sulla Rambla? Per ora nessuno lo immagina. Ma nessuno al momento pare pronto a un passo indietro.
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