70 anni fa i partigiani uccidevano Franca Barbier

[Anxur]

Franca Barbier era una ragazza di particolare coraggio e bellezza. Nata a Saluzzo, nel luglio 1944 aveva 21 anni. Era aggregata ad uno speciale Reparto di Informazioni della Repubblica Sociale Italiana ( RSI ) che aveva sede in Val d'Aosta. Alla metà di luglio del 1944 le venne affidata la missione di scoprire e individuare la dislocazione delle basi partigiane in quella valle.
Sospettata di essere un’ausiliaria della RSI, venne catturata e tradotta presso il comando di Mèzard, capo delle bande autonomiste di Champorcher. Sottoposta a interrogatori riuscì a non tradirsi, ma cadde nel tranello tesogli da un infiltrato che si finse di simpatie fasciste. Dopo alcuni contatti con costui gli affidò due messaggi nei quali era indicata la dislocazione delle sedi dei comandi partigiani. Definitivamente scoperta, un tribunale partigiano la condannò a morte il 24 luglio 1944.
Il giorno seguente, condotta davanti al plotone d'esecuzione, i partigiani che lo componevano, ammirati dal coraggio che Franca Barbier dimostrava, si rifiutarono di eseguire l'ordine di sparare. Il comandante del plotone, un ex maresciallo dell’Esercito, l’uccise con un colpo alla nuca.

Ecco la motivazione della sua Medaglia d' Oro: «Catturata dai partigiani manteneva un contegno deciso, rifiutando di entrare a far parte della banda e riaffermando la sua intransigente fedeltà all'Idea. Condannata dal tribunale improvvisato, le fu promessa la vita se avesse rinunziato ai princìpii suoi. Rimasta ferma nella sua fede e portata davanti al plotone di esecuzione, ebbe la forza di gridare "Viva l'Italia! Viva il Duce!" ordinando il fuoco. Di fronte al suo coraggio i partigiani non ebbero la forza di eseguire l'ordine, fu uccisa dal capo con un colpo alla nuca. Fulgido esempio di volontaria, la sua morte è fonte di luce».

La Salma venne rintracciata solo nell'ottobre del '46.

Ed ecco la lettera scritta alla madre prima della fucilazione:

24.7.44 XXII
Mamma mia adorata,
purtroppo è giunta la mia ultima ora. E' stata decisa la mia fucilazione che sarà eseguita domani, 25 luglio. Sii calma e rassegnata a questa sorte che non è certo quella che avevo sognato. Non mi è neppure concesso riabbracciarti ancora una volta. Questo è il mio unico, immenso dolore. Il mio pensiero sarà fino all'ultimo rivolto a te e a Mirko. Digli che compia sempre il suo dovere di soldato e che si ricordi sempre di me. Io il mio dovere non ho potuto compierlo, e ho fatto soltanto delle sciocchezze, ma muoio per la mostra Causa e questo mi consola.
E' terribile pensare che domani non sarò più, ancora non mi riesce di capacitarmene. Non chiedo di essere vendicata, non ne vale la pena, ma vorrei soltanto che la mia morte servisse d'esempio a tutti quelli che si fanno chiamare fascisti e che per la nostra Causa non sanno che sacrificare parole.
Mi auguro che papà, che (parola incomprensibile) con tantissimo affetto e al quale penso tanto, possa ritornare da te e che anche Mirko non ti venga a mancare. Vorrei dirti ancora così tante cose, ma tu puoi ben immaginare il mio stato d'animo e come mi riesca difficile riunire i pensieri e le idee.
Ricordami a tutti quanti mi sono stati vicini. Scrivi anche ad Adolf W. all'albergo Campana, a Pinerolo, che mi attendeva proprio oggi da lui. La mia roba ti verrà recapitata ad Aosta, Io sarò sepolta qui perché neppure il mio corpo vogliono restituire.
Mamma, mia piccola Mucci adorata, non ti vedrò più, mai più, e neppure ho il conforto di una tua ultima parola, né della tua immagine.
Ho presso di me una piccola fotografia di Mirko: essa mi darà il coraggio di affrontare il passo estremo, la terrò con me.
Addio mamma mia, cara povera Mucci; addio, Mirko mio, fai sempre innanzi tutto il tuo dovere di soldato e di italiano. Vivete felici quando la felicità sarà concessa agli uomini, e non crucciatevi tanto per me. Io non ho sofferto in questa prigionia e domani tutto sarà finito per sempre.
Della mia roba lascio te, Mucci, libera di decidere. Vorrei che la mia piccola fede la portassi sempre tu per mio ricordo. Salutami Vittorio. A lui mi rivolgo perché in certo qual modo mi sostituisca presso di te e ti assista in questo momento tragico per noi.
Addio per sempre, Mucci.
Franca

Questo è, ovviamente, un topic di risposta a quello creato da Raymond de la Science qualche settimana fa. Con una riflessione. Con questo gioco al massacro potremmo andare avanti per mesi, te lo assicuro. Ma a che serve? Morti terribili ce ne sono state da una parte e dall'altra, eppure persiste ancora questa volontà di celebrare una guerra civile che divide da settant'anni e passa questo paese. Con astio. Beh, per dirla con Nanni: "continuiamo così, facciamoci del male".

[Josef Scveik]

In quanto fascista è stata lei stessa ad aver voluto la guerra, quindi si può tranquillamente dire che si sia suicidata.

[Anxur]

In quanto fascista è stata lei stessa ad aver voluto la guerra, quindi si può tranquillamente dire che si sia suicidata.

Come non aver pensato prima a una interpretazione così geniale della questione! Mando subito una email all'anagrafe valdostana per richiedere una variazione della causa di morte, da omicidio a suicidio...

P.S. Che poi, a proposito della tua brillante esegesi, mi piacerebbe sapere dov'era esattamente la povera Irma Bandiera verso le 18 del 10 giugno 1940...

[Mos Maiorum]

Ma a che serve? Morti terribili ce ne sono state da una parte e dall'altra, eppure persiste ancora questa volontà di celebrare una guerra civile che divide da settant'anni e passa questo paese. Con astio.

Confermo e sottoscrivo.

Certo, penso che Norma Cossetto sia la più tragica che si possa ricordare tra le martiri. Esistono pagine di "guerra" (non è evidentemente finita nel '45) che vengono rispolverate solo per sadismo intellettuale, o per condurre un confronto inutile sulla guerra civile italiana.

Basterebbe accettare quel che è stato e cercare una motivazione razionale per ogni fazione, d'altronde le distanze in alcuni casi furono nulle (in proposito leggere sotto). Poi, ognuno continua con le sue idee politiche; alla storia invece si dovrebbe riconoscere una certa neutralità, e tra Italiani non dovrebbero esistere barriere.

1936 - recante nome Togliatti:

"APPELLO AI FRATELLI IN CAMICIA NERA

Agli operai e ai contadini,
Ai soldati, ai marinai, agli avieri, ai militi,
Agli ex-combattenti e ai volontari della guerra abissina,
Agli artigiani, ai piccoli industriali e ai piccoli esercenti, Agli
impiegati e ai tecnici,
Agli intellettuali,
Ai giovani,
Alle donne,
A tutto il popolo italiano!
Italiani!

...I comunisti fanno proprio il programma fascista del 1919, che è un
programma di pace, di libertà, di difesa degli interessi dei
lavoratori [...]
Lottiamo uniti per la realizzazione di questo programma...
FASCISTI DELLA VECCHIA GUARDIA! GIOVANI FASCISTI!
Noi proclamiamo che siamo disposti a combattere assieme a voi
LAVORATORE FASCISTA, noi ti diamo la mano perchè con te volgiamo
costruire l'Italia del lavoro e della pace, e ti diamo la mano perchè
noi siamo, come te, figli del popolo, siamo tuoi fratelli, abbiamo
gli stessi interessi e gli stessi nemici, ti diamo la mano perchè
l'ora che viviamo è grave, e se non ci uniamo subito saremo
trascinati tutti nella rovina [.] ti diamo una mano perchè vogliamo
farla finita con la fame e con l'oppressione. E' l'ora di prendere il
manganello contro i capitalisti che ci hanno divisi, perchè ci
restituiscano quanto ci hanno tolto..."

[Kavalerists]

In quanto fascista è stata lei stessa ad aver voluto la guerra, quindi si può tranquillamente dire che si sia suicidata.

In quanto idiota sei tu stesso a rendere inutile la tua vita, quindi si può tranquillamente dire che ti puoi pure suicidare.

[Pestis nigra]

Sono molto impressionato dalla calma con cui questi condannati a morte reagivano al supplizio.
La cosa vale anche per gli anti-fascisti; intendo quelli di un tempo e non i Raymond attuali.

[Anxur]

Confermo e sottoscrivo.

Certo, penso che Norma Cossetto sia la più tragica che si possa ricordare tra le martiri. Esistono pagine di "guerra" (non è evidentemente finita nel '45) che vengono rispolverate solo per sadismo intellettuale, o per condurre un confronto inutile sulla guerra civile italiana.

Basterebbe accettare quel che è stato e cercare una motivazione razionale per ogni fazione, d'altronde le distanze in alcuni casi furono nulle (in proposito leggere sotto). Poi, ognuno continua con le sue idee politiche; alla storia invece si dovrebbe riconoscere una certa neutralità, e tra Italiani non dovrebbero esistere barriere.

1936 - recante nome Togliatti:

"APPELLO AI FRATELLI IN CAMICIA NERA

Agli operai e ai contadini,
Ai soldati, ai marinai, agli avieri, ai militi,
Agli ex-combattenti e ai volontari della guerra abissina,
Agli artigiani, ai piccoli industriali e ai piccoli esercenti, Agli
impiegati e ai tecnici,
Agli intellettuali,
Ai giovani,
Alle donne,
A tutto il popolo italiano!
Italiani!

...I comunisti fanno proprio il programma fascista del 1919, che è un
programma di pace, di libertà, di difesa degli interessi dei
lavoratori [...]
Lottiamo uniti per la realizzazione di questo programma...
FASCISTI DELLA VECCHIA GUARDIA! GIOVANI FASCISTI!
Noi proclamiamo che siamo disposti a combattere assieme a voi
LAVORATORE FASCISTA, noi ti diamo la mano perchè con te volgiamo
costruire l'Italia del lavoro e della pace, e ti diamo la mano perchè
noi siamo, come te, figli del popolo, siamo tuoi fratelli, abbiamo
gli stessi interessi e gli stessi nemici, ti diamo la mano perchè
l'ora che viviamo è grave, e se non ci uniamo subito saremo
trascinati tutti nella rovina [.] ti diamo una mano perchè vogliamo
farla finita con la fame e con l'oppressione. E' l'ora di prendere il
manganello contro i capitalisti che ci hanno divisi, perchè ci
restituiscano quanto ci hanno tolto..."

Eh eh, sì, questo di Togliatti fu un abile grimaldello per aprirsi un varco politico che in un vicino futuro poteva rivelarsi dannoso per il regime fascista e vantaggioso per chi voleva instaurare una repubblica di stampo sovietico in Italia. Per quanto riguarda Norma Cossetto, purtroppo casi come il suo non furono certo isolati, né da una parte né dall'altra. E ripeto, per chi vuole intendere: né da una parte né dall'altra. Nella Storia, quella vera, non quella che tira l'acqua al proprio mulino, non ci sono figli e figliastri...

[Anxur]

Sono molto impressionato dalla calma con cui questi condannati a morte reagivano al supplizio.
La cosa vale anche per gli anti-fascisti; intendo quelli di un tempo e non i Raymond attuali.

Commoventi sono le testimonianze - e testimonianze dirette, eziandio - contenute nelle due raccolte Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana e Lettere di caduti della Repubblica Sociale Italiana, che sicuramente tutti conoscete già. Letture che dovrebbero essere entrambe assegnate a tutti gli studenti italiani delle superiori...

[Mauri61]

Sono molto impressionato dalla calma con cui questi condannati a morte reagivano al supplizio.
La cosa vale anche per gli anti-fascisti; intendo quelli di un tempo e non i Raymond attuali.

Gli antifascisti ed i fascisti dell'epoca, ovviamente intendo quelli convinti e non i voltagabbana alla Dario Fo e simili, conoscevano il significato del termine "ideali", e lo perseguivano.
Anche a costo della propria vita.

Oggi lo sport nel quale si eccelle in questo paese alla frutta è quello dell'opportunismo, con le sottocategorie "salto della quaglia" e "trasformismo".

Poi non stupiamoci se veniamo considerati - dal 1946 - dei farlocchi inaffidabili.

[Mos Maiorum]

Gli antifascisti ed i fascisti dell'epoca, ovviamente intendo quelli convinti e non i voltagabbana alla Dario Fo e simili, conoscevano il significato del termine "ideali", e lo perseguivano.

Ne approfitto per evidenziare che di "puri della lotta" nella resistenza, non so quanti ve ne fossero. Intendo uomini che nei vent'anni precedenti si erano opposti con altrettanta convinzione e "sprezzo del pericolo" al regime fascista. Sarà che gli italiani divennero quasi tutti fascisti per opportunità, ed una parte di quest'ultimi più qualche puro della lotta divennero antifascisti per l'opportunità contraria più tardi. Prima della guerra in Albania sfido chiunque a parlarmi di "resistenza".

Moltissimi italiani, e quasi tutte le famiglie, si sono rivelate "voltagabbana" alla fine, basti pensare che oggi tutte le nuove generazioni indigene possono vantare almeno un nonno con la camicia nera, per statistica.

Il primo fascismo era un movimento rivoluzionario, si proclamava antidogmatico e antidemagogico, e si deve considerare che milioni di persone passarono da posizioni nazionaliste, monarchiche, socialiste et cetera al fascismo negli anni in cui si procacciarono il consenso. Fu anche quello "opportunismo" in un certo senso, e solo gli squadristi sarebbero da considerare "idealmente coerenti" seguendo il ragionamento. Ma d'altronde parliamo di un governo che unì tutte le correnti e forze politiche italiane in nome del bene comune, della potenza, e bandì quelle che non si volevano adeguare. Non parliamo di un fenomeno d'elite come il comunismo dell'epoca o lo squadrismo.