Che bello, era da un po' che non vedevo il forum così animato
Che bello, era da un po' che non vedevo il forum così animato
«Riformista è uno che sa che a sbattere la testa contro il muro si rompe la testa, non il muro! Riformista...è uno che vuole cambiare il mondo per mezzo del buonsenso, senza tagliare teste a nessuno» [Baaria]
Ultima modifica di pedro; 19-09-14 alle 09:50
i saccenti del Dams che sparano minchiate abominevoli nelle quali il nesso di causa ed effetto viene distorto a beneficio del loro sapere di sapere
Sostanze psicotrope ad azione psicodislettica che possono causare farmaco-dipendenza.
«Riformista è uno che sa che a sbattere la testa contro il muro si rompe la testa, non il muro! Riformista...è uno che vuole cambiare il mondo per mezzo del buonsenso, senza tagliare teste a nessuno» [Baaria]
Tra l'altro, in questo momento, anch'io sono critico sulla strategia di Renzi, ovvero quella di dire/ non dire per aggirare le possibili resistenze nel Partito e farsi dare la delega parlamentare per poi decretare come meglio crede e mettere il gruppo parlamentare di fronte al fatto compiuto...ma detto questo, non mi sognerei mai di uscire dal partito, anzi a maggior ragione se fossi parlamentare farei casino dentro Renzi, della cui maggioranza congressuale mi sento ancora parte, su questa partita sta agendo troppo furbamente...se proprio vuole andare in fondo meglio farebbe ad uscire allo scoperto e battagliare nel partito a viso aperto, avrebbe buone chances di vincere lo stesso.
La posizione di Orfini su quest'affare, ad esempio, mi pare equilibrata e di buonsenso....
P.s. l'avevo detto che per me la scissione era inconcepibile, mi spiace sono iscritto al PD, tornare ai DS o alla Margherita non m'interessa ...né veterosocialista né ultra liberale
Matteo Orfini: “Jobs Act, legge da correggere”
Pubblicato il 19 settembre 2014 in Generale, Rassegna stampa | 0 commenti
Daniela Preziosi intervista Matteo Orfini, il manifesto, 19 settembre 2014 Presidente Orfini, nel 2002 lei scese in piazza con Cofferati per difendere l’art.18?
Sì, con i miei colleghi archeologi. Ma è un parallelismo discutiebile. Allora si voleva abolire l’art.18. Oggi puntiamo a estendere i diritti. E comunque ancora non abbiamo abolito nulla. Lei ha twittato: «I titoli del jobs act sono condivisibili» ma «servono correzioni importanti al testo». Ma i titoli della legge delega sono molto generici. È condivisibile l’obiettivo del jobs act, quello che ha detto Renzi alla Camera: dobbiamo restituire qualcosa ai milioni di precari a cui anche il centrosinistra ha rovinato la vita. E riscrivere l’art. 18, come dice Renzi, è una sfida da raccogliere. Poi però l’emendamento del governo finisce nella direzione opposta. Bisogna correggere l’impostazione. Come? Intanto disboscare la foresta di contratti precari. Nella delega questo non c’è ma Renzi l’aveva annunciato. Bisogna semplificare, limitarsi agli strumenti essenziali: il tempo determinato e quello indeterminato. Poi possiamo discutere della progressività delle tutele, come previsto dalla delega. Dobbiamo cancellare cose molto sgradevoli come il demansionamento e i controlli a distanza, che producono una torsione autoritaria nei luoghi di lavoro. Potremmo inserire la legge sulle dimissioni in bianco impantanata al Senato. E sarebbe bene affiancare una legge sulla rappresentanza sindacale. Comunque non può essere messo in discussione il reintegro per il licenziamento discriminatorio, è un principio irrinunciabile. Lo statuto dei lavoratori si può ri crivere con una legge delega? I tempi della crisi ci obbligano a fare in fretta, e la delega consente un confronto ampio con il paese e le parti sociali. Ma serve una delega dettagliata per evitare margini di ambiguità. Al momento questi margini sono tali che Sacconi esulta per la cancellazione dell’art.18 e lei dice che non è vero. Appunto. Ma non e solo questione di art.18. Il punto di fondo sarà la valutazione finale: se avremo un innalzamento dei diritti e delle tutele o un loro abbassamento. Intanto Sacconi e Ichino ridono. Il ministro Poletti ha detto che il reintegro per licenziamento discriminatorio resta. Suggerirei a Sacconi di leggere meglio le norme. Se le «importanti correzioni» che lei propone non arriveranno? Arriveranno. A breve abbiamo la direzione del Pd. Sono convinto che potremo avere una posizione unitaria. Ho fiducia della nostra capacità di ascoltarci. Certo, se ci avvitiamo in una discussione nella quale ognuno di noi cerca di strumentalizzare ad uso interno le sue posizioni, e a radicalizzarle per non trovare un accordo, non ne usciamo. Ce l’ha con Bersani che parla di «intenzioni surreali del governo»? Siamo all’inizio della discussione, cerchiamo tutti di stare al merito e di capire come intervenire. Cuperlo dice che togliere i diritti è di destra: anche questo è un posizionamento interno? Non dobbiamo dirci fra noi che siamo di destra o di sinistra, dobbiamo cambiare la legge. Perché sia piu di sinistra. I soldi per estendere gli ammortizzatori sociali si troveranno? Va chiesto al ministro dell’economia e al presidente del Consiglio. Ma c’è un impegno a aumentare le risorse per universalizzare l’Aspi (l’indennità di disoccupazione, ndr). Se così fosse, e così sarà, sarà un altro passo in avanti. Fino a qualche tempo fa Renzi definiva la discussione sull’art.18 un ‘falso problema’. Perché ha cambiato idea? Non so se ha cambiato idea. Ma l’obiettivo della delega è più ampio. Fra l’altro noi l’art.18 l’abbiamo già modificato, sbagliando, con la riforma Fornero. Questa nuova modifica procede in quella direzione. Insisto: a oggi la modifica non c’è. C’è una delega che non chiarisce il punto di arrivo. Il vostro avversario di altre stagioni Pietro Ichino pensa l’opposto. Non capisco perché. Quello che è scritto nei principi della delega è diverso da quello che ha proposto in questi anni. E il testo definitivo deve rimanere sufficientemente lontano da quello che pensa Ichino. Poi, figuriamoci, è legittimo che ciascuno se la racconti come conviene al proprio partito. La cancellazione dell’art.18. dice Camusso, è uno ‘scalpo’ che Renzi offre all’Europa. Non mi pare. Questo governo rivendica di fare le proprie scelte senza condizionamenti esterni. E le tensioni con alcuni esponenti europei lo dimostrano. E se la Cgil vi manifesta contro? Legittimo. Meglio sarebbe aspettare il testo della delega; vedrò al tg come va la manifestazione. Due anni fa lei ha scritto un librino intitolato ‘Con le nostre parole’. Renzi ha detto: «II mondo del lavoro è basato sull’apartheid”. Sono parole ‘vostre’? No, sono parole molto sbagliate. II mondo del lavoro è diviso fra tutelati e non, ma ‘apartheid’ presuppone che i segregatori dei non tutelati siano i tutelati. La responsabilità non è di chi ha le tutele, ma della politica che fa leggi sbagliate. Alla fine Renzi è rimasto il blairiano di sempre? Renzi saprà ascoltare le proposte di modifica. Una delle ragioni per cui ha vinto le primarie è che ha saputo interpretare le speranze dei precari. Ora è il momento di essere conseguenti a queste aspettative. D’Alema ha visto a cena quelli della minoranza Pd per organizzare la ‘resistenza’. Quelli che organizzano cene, in altri tempi, mi hanno insegnato che finito il congresso si lavora all’unità del partito, non all’unità della minoranza del partito.
Ultima modifica di Gdem88; 19-09-14 alle 14:09
«Riformista è uno che sa che a sbattere la testa contro il muro si rompe la testa, non il muro! Riformista...è uno che vuole cambiare il mondo per mezzo del buonsenso, senza tagliare teste a nessuno» [Baaria]
Ultima modifica di mach789i; 19-09-14 alle 14:06
Un partito di centrosinistra che vince in Italia ? Ci dev'essere per forza qualcosa di sbagliato!!!! Dobbiamo rimediare in qualche modo
«Riformista è uno che sa che a sbattere la testa contro il muro si rompe la testa, non il muro! Riformista...è uno che vuole cambiare il mondo per mezzo del buonsenso, senza tagliare teste a nessuno» [Baaria]
Against all odds
1) Solita discussione....non c'è un ideale contro il cinismo comunicativo, o meglio, ci sono due linee di pensiero con elementi sia strumentali ( chi vuole fare il centro col proporzionale e chi il centro lo vuole svuotato col maggioritario) sia ideali ( il partito plurale big tent e il partito identitario). Io, ad esempio, avrei mille motivi ideali per oppormi a quello che tu considerereti un quadro politico perfetto...e come me tantissimi altri, ulivisti e pro-maggioritario.
2) Orfini dice invece una cosa molto giusta, tra le altre, ovvero che la delega così scritta è ambigua...tanto ambigua che ogni parte la interpreta come più gli fa comodo, mentre le trattative sono ancora in corso e l'equilibrio finale ancora da decidere. Ognuno tira semplicemente la bandiera dalla sua parte, e Renzi ( che potrà anche giocare personalmente dalla parte abolizionista) gioca sul non detto.
Ultima modifica di Gdem88; 19-09-14 alle 14:46
«Riformista è uno che sa che a sbattere la testa contro il muro si rompe la testa, non il muro! Riformista...è uno che vuole cambiare il mondo per mezzo del buonsenso, senza tagliare teste a nessuno» [Baaria]
Ma io credo che Orfini sappia la realtà, ma ci prova. Non esiste un "contratto a tutele crescenti" se non c'è un cambiamento della questione principale, piuttosto il punto è se a una certa data (come 3 anni) l'art 18 scatta o per tutele crescenti si indica la crescita dell'indennizzo. Io sarei per il secondo caso, Fassina per il primo ma non si può dire che non si capisce nulla
Against all odds