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Discussione: Una Repubblica ?

  1. #1
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    Predefinito Una Repubblica ?

    Cari amici e care amiche

    L'Italia non è una Repubblica, bensì una un regime di quelli che io, amante dei neologismi, chiamo teodemocrazie. Le teodemocrazie non sono vere e proprie teocrazie o adirittura ierocrazie. Esse hanno molte caratteristiche tipiche delle liberaldemocrazie, ma le libertà liberali in esse sono valide e funzionanti finchè non incocciano nel perimetro clericale, che è il solo a poter decidere di mille questioni.
    In Italia quella di Papa Francesco è ormai figura monarchica. Egli è un Re illuminato, non despota perchè semplicemente non c'è bisogno che lo sia, ma monarca nonnesco e sorridente, "rivoluzionario", poulista ed ipocrita. La parte del poliziotto cattivo è invece quella presa e orchestrata dalla CEI. La figura arcigna del Ruini pareva disegnata apposta da un autore risorgimentale per dipingere l'ottusità e la disperazione del potere dei chierici sull'italiano.
    La CEI dunque funge da corte della verità, da corte di cassazione nel naturale e del vero, e come un segugio verso la sua preda esanime, codesti seguono ogni legge, ogni provedimento, ogni profferimento, ogni briciola che un politico si lascia scappare e la contestanto, la redarguiscono, la disaminano fino a farne frantumi.
    L'Italia dicevo non è una Repubblica. Fin dal suo cominciamento. Non lo è mai stata cioè.
    L'art. 7 inficia tutto,e tutto compromette, pure le pie intenzioni, che in quanto tali, tali rimangono. Per non parlare della confusione generata dai vari articoli in cui si inciampa il piede destro e poi il sinistro sul riconoscimento o la non discriminazione di questo e quell'altro. Quelli devono averli scritti direttamente loro, i preti dico, tanta è evidente l'ignoranza della materia.
    La laicità della "costituzione più bella del mondo" è perciò solo nell'interpretazione a posteriori degli esegeti. E per fortuna che vi furono esegeti di tal fatta, e che non fossero preti anche loro, come chi quella costituzione - per non parlare di mille altre leggi - la scrisse di pugno e pastorale.

    Claudio

  2. #2
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  3. #3
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    Predefinito Re: Una Repubblica ?

    Citazione Originariamente Scritto da Claude74 Visualizza Messaggio
    Cari amici e care amiche

    L'Italia non è una Repubblica, bensì una un regime di quelli che io, amante dei neologismi, chiamo teodemocrazie. Le teodemocrazie non sono vere e proprie teocrazie o adirittura ierocrazie. Esse hanno molte caratteristiche tipiche delle liberaldemocrazie, ma le libertà liberali in esse sono valide e funzionanti finchè non incocciano nel perimetro clericale, che è il solo a poter decidere di mille questioni.
    In Italia quella di Papa Francesco è ormai figura monarchica. Egli è un Re illuminato, non despota perchè semplicemente non c'è bisogno che lo sia, ma monarca nonnesco e sorridente, "rivoluzionario", poulista ed ipocrita. La parte del poliziotto cattivo è invece quella presa e orchestrata dalla CEI. La figura arcigna del Ruini pareva disegnata apposta da un autore risorgimentale per dipingere l'ottusità e la disperazione del potere dei chierici sull'italiano.
    La CEI dunque funge da corte della verità, da corte di cassazione nel naturale e del vero, e come un segugio verso la sua preda esanime, codesti seguono ogni legge, ogni provedimento, ogni profferimento, ogni briciola che un politico si lascia scappare e la contestanto, la redarguiscono, la disaminano fino a farne frantumi.
    L'Italia dicevo non è una Repubblica. Fin dal suo cominciamento. Non lo è mai stata cioè.
    L'art. 7 inficia tutto,e tutto compromette, pure le pie intenzioni, che in quanto tali, tali rimangono. Per non parlare della confusione generata dai vari articoli in cui si inciampa il piede destro e poi il sinistro sul riconoscimento o la non discriminazione di questo e quell'altro. Quelli devono averli scritti direttamente loro, i preti dico, tanta è evidente l'ignoranza della materia.
    La laicità della "costituzione più bella del mondo" è perciò solo nell'interpretazione a posteriori degli esegeti. E per fortuna che vi furono esegeti di tal fatta, e che non fossero preti anche loro, come chi quella costituzione - per non parlare di mille altre leggi - la scrisse di pugno e pastorale.

    Claudio
    Non posso che darti ragione l'introduzione di fatto del concordato nella costituzione ne vanifica di fatto la pretesa laicità.
    Nelle leggi e nei fatti l'Italia non è una repubblica laica e soprattuto il potere non risiede nel 'popolo sovrano'.
    Ma alla fin fine la responsabilità di tutto questo risied proprio nel popolo sovrano.
    Io stimo più il trovar un vero, benché di cosa leggiera, che 'l disputar lungamente delle massime questioni senza conseguir verità nissuna

  4. #4
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    Predefinito Re: Una Repubblica ?

    caro claudio
    non avendo le istituzioni dalla nostra parte, bisogna far un lavoro quotidiano tra la popolazione e ovviamente sul proprio stile di vita.

  5. #5
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    Predefinito Re: Una Repubblica ?

    cmq non disperare: anche la chiesa cattolica italiana mostra crepe e in italia storicamente avvengono i crolli repentini dei blocchi di potere, non le riforme del Sistema

  6. #6
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    Predefinito Re: Una Repubblica ?

    Quanto al sette, nel popolo sovrano e nel Togliatti. Nenni, per es., era contro.
    Mai i comunisti alzarono un dito contro lo sfacelo del cattolicesimo mangiatutto, che si è mangiato l'Ideale della Nazione, sussumendolo in quello della Madonna, oggi alla sua marxiana riproduzione in farsa sotto le vesti dei brosiani miracoli farlocchi di Medjugorie.

    Io credo che il carattere di un popolo dipenda anche dall'assetto istituzionale in cui deve vivere. Infatti, anche il caratere del singolo muta, o lascia intravedere aspetti diversi a seconda dell'ambiente in cui è posto. Oggi le istituzoni italiane sono in grave pericolo a causa di:

    - Crisi/Cambiamenti economici su tutti i livelli (asetti internazionali delle produzioni di merci, nuove merci, nuovi processi produttivi ecc.)
    - Cambiamenti culturali in occidente dovuti all'avanzare dei nuovi diritti, che suscitano le pulsioni reazionarie di molti

    In Italia la prima istanza è, è stata e sarà devastante. Non vi è un solo attore sociale in grado di rispondere all'enormità epocale della globalizzazione.

    Le classi lavoratrici sono intrappolate in discussioni infinite sulle quisquilie dell'art.18, dividendosi al loro interno, aumentando le diseguaglianze come disparità di trattamento, e massimizzando oggi la disoccupazione, domani la miseria.

    Le classi piccolo e medio borghesi non si sono attrezzate a quella che è la cifra della nuova economia: rischio, ambizione, individuo, innovazione. Esse sono fmiliste, prudenti, stabilizzatrici e conservatrici.

    La grande borghesia, allo stesso modo, o rimane quella del boiardo di stato, o some dimostra la FIAT, si sta allontanando, e giustamente, dall'Italia

    Le istituzioni seguono a ruota. L'epidemia di corruzione si infila in quel nugolo di molteplici centri decisionali burocratici che, come un sistema nervoso impazzito ed assemblato a caso da una natura stupida, riesce solo a produrre ulteriore entropia.

    In tutto questo: Francesco. Il Papa bravo, il nonno felice, il "rivoluzionario", che parla, parla, e non dice nulla, che crede che le guerre si facciano perchè così le Aziende di armi possono vendere (io c'c'ho lavorato, e vi assicuro che le Aziende di armi vendono anche senza guerra, giacchè vendono a stati che hanno eserciti importanti anche in tempi di pace). Qualcuno ha letto quella enciclica ultima di cui ho resettato il nome? Ricordate le sciocchezze sull'economia?
    Un papa Popular e Populista, un pò ipocrita, anche.

    Ma questo è il nostro destino? Passare da una repubblica melensa ad una monarchia neoguelfa?

    Poveri e sotto il Papa?

    Giustamente rilevate che bisogna fare opera di convincimento.

    S questo concordo, ma credo anche che non basti fare questa opera solo sotto il segno della laicità e del laicismo come valore pubblico.

    Io credo che tutte le istituzioni italiane convergano verso un appiattimento teodemocratico, antirepubblicano, antieconomico e antiefficientista.
    Bisognerebbe lavorare su tutti questi fronti, cioè lavorare sulla ricostruzione di un concetto di Cittadinanza Repubblicana che è stata menomata, fin dalla Costituzione stessa.

 

 

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