Originariamente Scritto da
Egomet
Parlare di "battaglie dei centri sociali" come se esistesse una linea programmatica comune è inesatto, specie tenendo conto delle differenze, in certi casi davvero notevoli, tra gli stessi.
Comunque, a parte la precisazione puntigliosa, gli elementi menzionati sono solo tracce di una contiguità teorica apparente, completamente smentita sul piano fattuale, sia negli obiettivi sia nelle modalità scelte.
Agli accademici, prezzolati e colmi d'ossequio per i poteri forti come sono, poco importa della vera "macchina desiderante", laddove non sono mai satolli della retorica ad essa correlata.
Del resto, hai mai assistito ad un tentativo da parte di un cattedratico di riappropriarsi di tempi e spazi mediante azioni forti dettate da un profondo desiderio? Il discorso vale anche per il buon Costanzo.
Può darsi che ai cosiddetti intellettuali stiano a cuore i "diritti civili", ma un conto è firmare petizioni affinché vengano emanate leggi ad hoc da sfruttare per guadagnare consensi o visibilità, un altro è difendere l'autodeterminazione dell'individuo, a prescindere dall'ordinamento sociale vigente, anche in ambiti a torto ritenuti secondari come quello emotivo, quello sessuale, psicologico etc
Per quanto concerne l'ossessione antifascista, non posso certo darti torto, infatti spesso e volentieri mi sono espresso in merito e trovo sia uno degli innumerevoli limiti di una buona parte del movimento legato ai centri sociali (sempre tenendo conto della fallacia di tale etichetta).
Steso il classico velo pietoso sui "disobbedienti", oramai-deo gratias- quasi estinti, ti posso dire che gli "antagonisti" (altro lemma da terreno sdrucciolevole), quando non di dichiarata estrazione anarchica, tentano di resuscitare pratiche e lotte che furono dell'Autonomia, spesso con alterni risultati, ma tant'è.
Se stessimo parlando di ortodossia leninista, il tuo discorso non farebbe una piega; addentrandosi, invece, nel magmatico flusso del marxismo novecentesco, i confini divengono meno netti e più sfumati.
In ogni caso, non trovo la querelle sulle appartenenze tanto avvincente.
Dal momento che è dai ruggenti settanta che si dichiarano "anti-autoritari", non mi sembra ci si debba stupire.
Quando marxismo sarà divenuto sinonimo di autoritarismo, verranno aggiornati i dizionari filosofici.
La lotta all'autoritarismo investe numerosi campi, non ultimo quello economico, inoltre lo scontro col capitalismo non è solo parte integrante, ma vero e proprio punto nodale delle teorie del movimento.
Pensi forse che le critiche alla famiglia, per altro care anche al vostro mentore, alla superiorità di genere, alle figure despotiche etc non abbiano nessun legame con quelle al sistema capitalistico?
Per quanto disprezzi molti militanti dell'area dei centri sociali, posso confermare di non averne mai trovato uno così sciocco da pensare che Berlusconi fosse il reale nemico e non una delle consuete pedine di Stato e capitale.
Magari fosse così, invece si lotta per uniformarsi il più possibile ai dettami della "normalità" o per farsi incantare da un mito.