alla faccia della tutela dello sport italiano...
Serie A - Nuovo problema per Tavecchio: la Convenzione di Cotonou
Già ribattezzata la Bosman 2.0, potrebbe rivoluzionare il calcio italiano: atleti di 79 paesi extracomunitari tesserabili come comunitari. Nel basket (italiano), è già stata abbracciata dal 2012, mentre nel calcio Liga, Bundesliga e Ligue 1 l'adottano già da anni
Non c’è proprio pace per Carlo Tavecchio. Dopo la scottante doccia gelata che lo costringerà a una squalifica di sei mesi in campo internazionale, il nuovo numero uno del calcio italiano si appresta a dover affrontare una vecchia questione archiviata negli anni precedenti e che era già emersa un anno fa. Uno scenario, appunto archiviato e fino ad oggi dimenticato. Ma non da tutti.
La Figc, infatti, era già stata allertata nel 2013 dalla Lega di A, e dopo un anno di nulla il discorso verrà sicuramente riproposto. La Lega vorrebbe infatti che anche il calcio italiano accettasse la Convenzione di Cotonou, già ribattezzata la Bosman 2.0 (legge sancita dopo la decisione presa nel 1995 dalla Corte di Giustizia delle Comunità Europee che consente ai calciatori professionisti aventi cittadinanza dell'Unione Europea di trasferirsi gratuitamente a un altro club alla scadenza del contratto con l'attuale squadra, ndr).
IN COSA CONSISTE? – La Convenzione, che prende il nome dalla capitale economica del Benin, è stata approvata nel 2000 e prende il posto della precedente Convenzione di Lomé. Questo accordo, che ha durato ventennale, prevede l’aiuto allo "sviluppo, commercio, investimenti, diritti umani e soluzioni per ridurre ed eleminare la povertà in 79 Paesi tra Africa, Caraibi e Pacifico". Sostanzialmente, a livello sportivo, gli atleti che appartengono a questi Paesi potranno essere tesserati come comunitari.
NEL BASKET ESISTE GIA’, MA ANCHE NEL CALCIO - In Italia, la Convenzione è già stata approvata nel 2012 dalla Federbasket, mentre se restiamo all’interno dei confini del calcio molti altri campionati prestigiosi (Spagna, Germania e Francia) l’hanno adottata da molto tempo. E i risultati, per le prime due, sul campo non sono certo così disastrosi. Anzi. Il caso più lampante è rappresentato da Samuel Eto’o, centravanti camerunense che nel 2007 (ai tempi in cui militava nel Barcellona) passò dallo stato extracomunitario a quello di comunitario. Un gran bel vantaggio insomma.
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