Tra molestie e mazzette,
benvenuti a Milano
Si dimette l'assessore all'ambiente Massari. Prima di lui una lunga lista di coinvolgimenti.
di Davide Milosa
Molestatori e malfattori. Presunti o certificati. Almeno su questo fronte i protagonisti della politica lombarda non deludono. Ultimo in ordine di tempo il caso dell'assessore all'Ambiente Paolo Massari accusato di molestie da due donne. Accuse che Massari, 44 anni, in consiglio comunale dal 1997 prima con Fi e poi con il Pdl, ha rimandato al mittente. Sul caso pesano, però, le lettere-denuncia di una dirigente del consolato norvegese e di una dipendente comunale. L'assessore nega, ma intanto ieri si è dimesso "per non coinvolgere le istituzioni".
Gelida la risposta del sindaco Moratti: "Prendo atto". Ma di inciampi del genere la politica milanese è piena. A partire dal consigliere comunale Stefano Di Martino (ex An ora Pdl) beccato in auto con un transessuale. Il fattaccio avviene nel maggio 1999, quando già da un anno è in vigore l'ordinanza, voluta fortissimamente dal vicesindaco Riccardo De Corato, pure lui An, contro gli automobilisti pizzicati in macchina con le prostitute. "Ecco cosa succede a fare del bene. Ti fermi per strada ad aiutare uno che sta male e finisci sui giornali perché vai con i viados". Così sì giustifica Di Martino davanti ai vigili.
Per lui, monarchico convinto nonché appassionato di gadget da Ventennio, interviene anche Ignazio La Russa. Nel 1994 è invece Letizia Gilardelli, eletta un anno prima nella lista dell'ex sindaco Piero Borghini, a lanciare l'allarme sulle molestie in Comune. "Da più di un anno – rivelò all'epoca – raccolgo casi e testimonianze. Sono arrivata a ricevere tre o quattro telefonate al giorno. Tutte storie che si concludono con il trasferimento della molestata e del molestatore: peccato che l'uomo venga promosso e la donna retrocessa".
Lista altrettanto lunga per la categoria malfattori. Chi non ricorda la tangente incassata dall'ex presidente della Commissione urbanistica e consigliere Pdl Milko Pennisi nel bagno di una libreria del centro di Milano: 5.000 euro per accelerare una pratica edilizia. Solo la seconda tranche, perché la prima Pennisi la ritira in via Montenapoleone dentro a un pacchetto di sigarette. Scena incredibile immortalata in un video girato dalla vittima. Ma c'è anche l'ex assessore regionale al Turismo Pier Gianni Prosperini condannato a tre anni e cinque mesi per corruzione, truffa e turbativa d'asta. Bancarotta fraudolenta è invece l'accusa rivolata a Massimo Ponzoni, ex assessore regionale all'Ambiente.
L'inchiesta è aperta e al di là di questo su di lui pesa fortissima l'ombra dei collegamenti con la 'ndrangheta. Stesso discorso per il neo assessore regionale Alessandro Colucci che nel 2005, in piena campagna elettorale, fu fotografato a cena con il boss calabrese Salvatore Morabito. Colucci non è mai stato coinvolto nell'inchiesta, eppure di lui parlano gli uomini del boss. “Abbiamo un amico in regione”, dicono al telefono. E in effetti in quel 2005, Colucci fa il pieno di voti approdando a gonfie vele in consiglio regionale.
Da il Fatto Quotidiano del 6 giugno
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