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    Predefinito Medaglia d'oro per Malga Bala

    Ad oltre 60 anni dai fatti la presidenza della repubblica ha finalmente deciso il conferimento della medaglia d'oro al valor civile alla memoria dei carabinieri



    Dopo l'8 settembre 1943, la carrozzabile Tarvisio-Cave del Predil-Passo Predil- Plezzo-Gorizia costituiva un'importantissima arteria, utilizzata dalle forze di occupazione tedesche per lo smistamento di uomini e materiali destinati dalla Germania alla zona del cosiddetto "Litorale Adriatico". La resistenza slava a sua volta attaccava le autocolonne tedesche, provocando spesso pesanti perdite.

    In risposta all'ultimo di una serie di agguati, in cui rimase ucciso un soldato tedesco, l'11 ottobre 1943 due autocarri di SS raggiunsero Bretto di Sopra dove, con largo uso di lanciafiamme, incendiarono tutte le abitazioni in cui erano state rinvenute armi e vestiario militare, uccidendo 16 uomini rastrellati. Inoltre, il commissario germanico sulla miniera di Raibl ottenne dal Comando militare tedesco di Tarvisio la costituzione di un Distaccamento fisso di carabinieri a protezione della centrale idroelettrica a valle di Bretto di Sotto, composto dal vice brigadiere Dino Perpignano e dai carabinieri Domenico Del Vecchio, Antonio Ferro, Primo Amenici, Lino Bertogli, Ridolfo Calzi, Fernando Ferretti, Attilio Franzon, Pasquale Ruggiero, Adelmino Zilio, Michele Castellano e Pietro Tognazzo.

    La sera del 23 marzo 1944, il vice brigadiere Perpignano, Comandante del Distaccamento, ed il carabiniere Franzon si erano recati in paese; sulla strada del ritorno vennero aggrediti da due partigiani, tali Socian e Zvonko, mentre la caserma era già circondata da altri partigiani rimasti nascosti. Il commando, successivamente, catturò i due carabinieri di guardia alla centrale e riuscì a introdursi all'interno della caserma. I militari dell'Arma vennero fatti vestire, mentre i partigiani si impossessavano delle armi e di quant'altro utile minando poi l'edificio, così come era stato fatto per la centrale idroelettrica.

    Il commando partigiano e gli ostaggi, costretti a portare a spalla tutto il materiale trafugato, raggiunsero a tappe forzate Malga Bala, passando per il Monte Izgora, la Val Bausiza (di nuovo a valle) e risalendo verso l'altipiano di Bala. Il lungo tragitto venne intervallato da poche soste, di cui l'ultima, la sera del 24 marzo, in una stalla sita sull'altipiano di Logje; qui ai militari prigionieri venne somministrato minestrone nel quale erano stati aggiunti soda caustica e sale nero, usato per il bestiame come purgante.

    La mattina successiva (25 marzo) venne fatto percorrere ai prigionieri, già in preda ad atroci spasmi, l'ultimo tratto di strada che li separava dal luogo della mattanza: un casolare sito su un pianoro, Malga Bala, appunto, dove il vice brigadiere Perpignano venne arpionato ad un calcagno con un uncino, appeso a testa in giù e costretto a vedere la fine dei propri uomini; per essere poi finito a pedate in testa. Gli altri furono massacrati barbaramente, dopo essere stati incaprettati con filo di ferro, legato ai genitali, così che i movimenti parossistici sotto i colpi di piccone amplificassero il dolore. Furono inferte inoltre anche altre atroci sevizie, sempre a colpi di piccone, che qui sarebbe troppo crudo narrare; diremo solo, a titolo di aberrante esempio, che al carabiniere Amenici venne infilata la foto dei figli nel petto squarciato.

    Al termine dell'eccidio, i corpi vennero trascinati a qualche decina di metri dal casolare ed ammucchiati sotto un grosso sasso, parzialmente ricoperti dalla neve; furono rinvenuti casualmente da una pattuglia di militari tedeschi e recuperati per essere ricomposti presso la chiesa di Tarvisio tra il 31 marzo ed il 2 aprile 1944. I funerali si svolsero due giorni dopo, il 4 aprile.

    Trieste - L'Arma dei Carabinieri nei giorni scorsi ha richiesto al Ministero della Difesa di conferire la medaglia d'oro al valor civile alla memoria per i 12 carabinieri uccisi nel marzo 1944 a Malga Bala, nel Tarvisiano.


    L’Unione degli istriani ha deciso di intervenire presso il Ministro Ignazio La Russa, per appoggiare formalmente la richiesta dell’Arma. Il presidente dell’Unione degli istriani, Massimiliano Lacota, ha quindi scritto al Ministro, chiedendogli di farsi messaggero presso il Governo e la Presidenza della Repubblica affinché la richiesta del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri alla Difesa venga rapidamente accolta.
    "L’eccidio di malga Bala – scrive Lacota – è uno degli episodi raccapriccianti che simboleggia i crimini commessi dai partigiani slavo comunisti e da quelli italiani durante la guerra e nel dopoguerra nei confronti di militari e civili innocenti: reati rimasti tutti impuniti grazie alla falsificazione della Storia e con la macabra giustificazione della Resistenza".
    "Ora – aggiunge – è necessario riparare a queste smascherate storpiature con ogni mezzo ed il conferimento di una doverosa onorificenza a quei carabinieri trucidati rappresenta un passo in avanti verso la verità sulle molte ombre che nascondono le "cosiddette eroiche gesta dei partigiani", in attesa che anche gli ultimi difensori e militanti dei partiti della sinistra radicale riconoscano, come altri hanno fatto dalla parte opposta, che l’ideologia che ha prodotto i Regimi comunisti è "un male assoluto"".
    Ma cosa successe nel 1944? "La carrozzabile Tarvisio - Cave del Predil - Passo Predil - Plezzo - Gorizia", ricordano dall’Unione degli Istriani, "costituiva un'importantissima arteria utilizzata dalle forze di occupazione tedesche per lo smistamento nei due sensi di marcia di uomini, armi, viveri, munizioni destinati dalla Germania alla zona del Litorale Adriatico. La resistenza slava, dal canto suo, prendeva di mira le autocolonne tedesche, provocando sovente pesanti perdite ed intaccando il prestigio militare germanico".
    "Essendosi generata una situazione di pericolo concreto, il commissario germanico sulla miniera di Raibl, tale Hempel, ottenne dal comando militare tedesco di Tarvisio la costituzione di un Distaccamento fisso di carabinieri a protezione della centrale idroelettrica a valle di Bretto di sotto. La sera del 23 marzo 1944 il comandante del distaccamento, accompagnato da un suo sottoposto, il carabiniere Attilio Franzan, si era recato in paese. Sulla via del ritorno furono catturati da due partigiani mentre altri avevano già accerchiato la caserma. Sotto la minaccia delle armi, costrinsero quindi Perpignano a rivelare la parola d'ordine e con facilità, penetrati nel presidio, catturarono tutti gli altri carabinieri. Dopo aver minato la centrale, il commando partigiano si allontanò insieme agli ostaggi che furono costretti a trasportare il materiale trafugato dalla caserma. A marce forzate raggiunsero Malga Bala passando per il monte Izgora e la Val Bausiza".
    "La sera del 24 marzo, durante un'ultima sosta in val di Bala, - ricordano ancora da Trieste – ai carabinieri fu distribuito un minestrone nel quale era stato aggiunta della soda caustica e del sale nero, una miscela usata come purgante per il bestiame. In preda ad atroci spasmi, la mattina del 25 marzo i carabinieri furono costretti a percorrere l'ultimo tratto che li divideva dal casolare nel pianoro di Malga Bala. Il comandante, fatto denudare, fu sodomizzato. Essendogli, poi, stato conficcato un legno ad uncino nel nervo posteriore del tallone, fu issato ad una trave a testa in giù per costringerlo ad assistere alla barbara uccisione dei suoi uomini. I carabinieri, dopo supplizi e violenze sessuali, furono finiti a picconate. Ad alcuni furono anche asportati i genitali e conficcati in bocca. Ad uno di loro (Primo Amenici) squarciarono il petto per mettergli nel cuore la foto dei suoi cinque figli. Per ultimo fu assassinato il vice brigadiere Dino Perpignano a calci in testa. La "mattanza" terminava con i corpi dei malcapitati legati col filo di ferro e trascinati, come bestie, ai piedi di un grosso masso".
    Quel giorno furono uccisi Dino Perpignano, Domenico Dal Vecchio, Antonio Ferro, Primo Amenici, Lindo Bertogli, Rodolfo Colsi, Fernando Ferretti, Attilio Franzan, Pasquale Ruggero, Adelmino Zilio, Michele Castellano e Pietro Tognazzo. Per loro, l’Arma dei Carabinieri chiede il conferimento della medaglia d’oro al valor civile.

  2. #2
    Can che abbaia morde
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    Predefinito Riferimento: Medaglia d'oro per Malga Bala

    Citazione Originariamente Scritto da isoica Visualizza Messaggio
    Ad oltre 60 anni dai fatti la presidenza della repubblica ha finalmente deciso il conferimento della medaglia d'oro al valor civile alla memoria dei carabinieri



    Dopo l'8 settembre 1943, la carrozzabile Tarvisio-Cave del Predil-Passo Predil- Plezzo-Gorizia costituiva un'importantissima arteria, utilizzata dalle forze di occupazione tedesche per lo smistamento di uomini e materiali destinati dalla Germania alla zona del cosiddetto "Litorale Adriatico". La resistenza slava a sua volta attaccava le autocolonne tedesche, provocando spesso pesanti perdite.

    In risposta all'ultimo di una serie di agguati, in cui rimase ucciso un soldato tedesco, l'11 ottobre 1943 due autocarri di SS raggiunsero Bretto di Sopra dove, con largo uso di lanciafiamme, incendiarono tutte le abitazioni in cui erano state rinvenute armi e vestiario militare, uccidendo 16 uomini rastrellati. Inoltre, il commissario germanico sulla miniera di Raibl ottenne dal Comando militare tedesco di Tarvisio la costituzione di un Distaccamento fisso di carabinieri a protezione della centrale idroelettrica a valle di Bretto di Sotto, composto dal vice brigadiere Dino Perpignano e dai carabinieri Domenico Del Vecchio, Antonio Ferro, Primo Amenici, Lino Bertogli, Ridolfo Calzi, Fernando Ferretti, Attilio Franzon, Pasquale Ruggiero, Adelmino Zilio, Michele Castellano e Pietro Tognazzo.

    La sera del 23 marzo 1944, il vice brigadiere Perpignano, Comandante del Distaccamento, ed il carabiniere Franzon si erano recati in paese; sulla strada del ritorno vennero aggrediti da due partigiani, tali Socian e Zvonko, mentre la caserma era già circondata da altri partigiani rimasti nascosti. Il commando, successivamente, catturò i due carabinieri di guardia alla centrale e riuscì a introdursi all'interno della caserma. I militari dell'Arma vennero fatti vestire, mentre i partigiani si impossessavano delle armi e di quant'altro utile minando poi l'edificio, così come era stato fatto per la centrale idroelettrica.

    Il commando partigiano e gli ostaggi, costretti a portare a spalla tutto il materiale trafugato, raggiunsero a tappe forzate Malga Bala, passando per il Monte Izgora, la Val Bausiza (di nuovo a valle) e risalendo verso l'altipiano di Bala. Il lungo tragitto venne intervallato da poche soste, di cui l'ultima, la sera del 24 marzo, in una stalla sita sull'altipiano di Logje; qui ai militari prigionieri venne somministrato minestrone nel quale erano stati aggiunti soda caustica e sale nero, usato per il bestiame come purgante.

    La mattina successiva (25 marzo) venne fatto percorrere ai prigionieri, già in preda ad atroci spasmi, l'ultimo tratto di strada che li separava dal luogo della mattanza: un casolare sito su un pianoro, Malga Bala, appunto, dove il vice brigadiere Perpignano venne arpionato ad un calcagno con un uncino, appeso a testa in giù e costretto a vedere la fine dei propri uomini; per essere poi finito a pedate in testa. Gli altri furono massacrati barbaramente, dopo essere stati incaprettati con filo di ferro, legato ai genitali, così che i movimenti parossistici sotto i colpi di piccone amplificassero il dolore. Furono inferte inoltre anche altre atroci sevizie, sempre a colpi di piccone, che qui sarebbe troppo crudo narrare; diremo solo, a titolo di aberrante esempio, che al carabiniere Amenici venne infilata la foto dei figli nel petto squarciato.

    Al termine dell'eccidio, i corpi vennero trascinati a qualche decina di metri dal casolare ed ammucchiati sotto un grosso sasso, parzialmente ricoperti dalla neve; furono rinvenuti casualmente da una pattuglia di militari tedeschi e recuperati per essere ricomposti presso la chiesa di Tarvisio tra il 31 marzo ed il 2 aprile 1944. I funerali si svolsero due giorni dopo, il 4 aprile.

    Trieste - L'Arma dei Carabinieri nei giorni scorsi ha richiesto al Ministero della Difesa di conferire la medaglia d'oro al valor civile alla memoria per i 12 carabinieri uccisi nel marzo 1944 a Malga Bala, nel Tarvisiano.


    L’Unione degli istriani ha deciso di intervenire presso il Ministro Ignazio La Russa, per appoggiare formalmente la richiesta dell’Arma. Il presidente dell’Unione degli istriani, Massimiliano Lacota, ha quindi scritto al Ministro, chiedendogli di farsi messaggero presso il Governo e la Presidenza della Repubblica affinché la richiesta del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri alla Difesa venga rapidamente accolta.
    "L’eccidio di malga Bala – scrive Lacota – è uno degli episodi raccapriccianti che simboleggia i crimini commessi dai partigiani slavo comunisti e da quelli italiani durante la guerra e nel dopoguerra nei confronti di militari e civili innocenti: reati rimasti tutti impuniti grazie alla falsificazione della Storia e con la macabra giustificazione della Resistenza".
    "Ora – aggiunge – è necessario riparare a queste smascherate storpiature con ogni mezzo ed il conferimento di una doverosa onorificenza a quei carabinieri trucidati rappresenta un passo in avanti verso la verità sulle molte ombre che nascondono le "cosiddette eroiche gesta dei partigiani", in attesa che anche gli ultimi difensori e militanti dei partiti della sinistra radicale riconoscano, come altri hanno fatto dalla parte opposta, che l’ideologia che ha prodotto i Regimi comunisti è "un male assoluto"".
    Ma cosa successe nel 1944? "La carrozzabile Tarvisio - Cave del Predil - Passo Predil - Plezzo - Gorizia", ricordano dall’Unione degli Istriani, "costituiva un'importantissima arteria utilizzata dalle forze di occupazione tedesche per lo smistamento nei due sensi di marcia di uomini, armi, viveri, munizioni destinati dalla Germania alla zona del Litorale Adriatico. La resistenza slava, dal canto suo, prendeva di mira le autocolonne tedesche, provocando sovente pesanti perdite ed intaccando il prestigio militare germanico".
    "Essendosi generata una situazione di pericolo concreto, il commissario germanico sulla miniera di Raibl, tale Hempel, ottenne dal comando militare tedesco di Tarvisio la costituzione di un Distaccamento fisso di carabinieri a protezione della centrale idroelettrica a valle di Bretto di sotto. La sera del 23 marzo 1944 il comandante del distaccamento, accompagnato da un suo sottoposto, il carabiniere Attilio Franzan, si era recato in paese. Sulla via del ritorno furono catturati da due partigiani mentre altri avevano già accerchiato la caserma. Sotto la minaccia delle armi, costrinsero quindi Perpignano a rivelare la parola d'ordine e con facilità, penetrati nel presidio, catturarono tutti gli altri carabinieri. Dopo aver minato la centrale, il commando partigiano si allontanò insieme agli ostaggi che furono costretti a trasportare il materiale trafugato dalla caserma. A marce forzate raggiunsero Malga Bala passando per il monte Izgora e la Val Bausiza".
    "La sera del 24 marzo, durante un'ultima sosta in val di Bala, - ricordano ancora da Trieste – ai carabinieri fu distribuito un minestrone nel quale era stato aggiunta della soda caustica e del sale nero, una miscela usata come purgante per il bestiame. In preda ad atroci spasmi, la mattina del 25 marzo i carabinieri furono costretti a percorrere l'ultimo tratto che li divideva dal casolare nel pianoro di Malga Bala. Il comandante, fatto denudare, fu sodomizzato. Essendogli, poi, stato conficcato un legno ad uncino nel nervo posteriore del tallone, fu issato ad una trave a testa in giù per costringerlo ad assistere alla barbara uccisione dei suoi uomini. I carabinieri, dopo supplizi e violenze sessuali, furono finiti a picconate. Ad alcuni furono anche asportati i genitali e conficcati in bocca. Ad uno di loro (Primo Amenici) squarciarono il petto per mettergli nel cuore la foto dei suoi cinque figli. Per ultimo fu assassinato il vice brigadiere Dino Perpignano a calci in testa. La "mattanza" terminava con i corpi dei malcapitati legati col filo di ferro e trascinati, come bestie, ai piedi di un grosso masso".
    Quel giorno furono uccisi Dino Perpignano, Domenico Dal Vecchio, Antonio Ferro, Primo Amenici, Lindo Bertogli, Rodolfo Colsi, Fernando Ferretti, Attilio Franzan, Pasquale Ruggero, Adelmino Zilio, Michele Castellano e Pietro Tognazzo. Per loro, l’Arma dei Carabinieri chiede il conferimento della medaglia d’oro al valor civile.
    "L’eccidio di malga Bala – scrive Lacota – è uno degli episodi raccapriccianti che simboleggia i crimini commessi dai partigiani slavo comunisti e da quelli italiani durante la guerra e nel dopoguerra nei confronti di militari e civili innocenti: reati rimasti tutti impuniti grazie alla falsificazione della Storia e con la macabra giustificazione della Resistenza".

    Attenzione a non sbandare.
    Del senno di poi son piene le fosse.
    Tutto di qui e tutto di la.
    Entrambe le ricostruzioni sono faziose.
    Ma forse non c'è niente da fare: semplificare aiuta.
    La retorica dell'uno e quella dell'altro coprono le ragioni della fazione. Che son pure quelle stesse ragioni che scatenarono i conflitti.
    L'uomo è una bestia feroce ,ma chi se ne stupirebbe? Domesticarla non si può : diventa più feroce.

  3. #3
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    Predefinito Riferimento: Medaglia d'oro per Malga Bala

    Citazione Originariamente Scritto da assurbanipal Visualizza Messaggio
    "L’eccidio di malga Bala – scrive Lacota – è uno degli episodi raccapriccianti che simboleggia i crimini commessi dai partigiani slavo comunisti e da quelli italiani durante la guerra e nel dopoguerra nei confronti di militari e civili innocenti: reati rimasti tutti impuniti grazie alla falsificazione della Storia e con la macabra giustificazione della Resistenza".

    Attenzione a non sbandare.
    Del senno di poi son piene le fosse.
    Tutto di qui e tutto di la.
    Entrambe le ricostruzioni sono faziose.
    Ma forse non c'è niente da fare: semplificare aiuta.
    La retorica dell'uno e quella dell'altro coprono le ragioni della fazione. Che son pure quelle stesse ragioni che scatenarono i conflitti.
    L'uomo è una bestia feroce ,ma chi se ne stupirebbe? Domesticarla non si può : diventa più feroce.
    lo sbandamento è durato fino al crollo del muro di berlino, poi piano piano si son scoperti gli altarini e la retorica del male da una parte sola è andata a farsi fottere

  4. #4
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    Citazione Originariamente Scritto da assurbanipal Visualizza Messaggio
    "L’eccidio di malga Bala – scrive Lacota – è uno degli episodi raccapriccianti che simboleggia i crimini commessi dai partigiani slavo comunisti e da quelli italiani durante la guerra e nel dopoguerra nei confronti di militari e civili innocenti: reati rimasti tutti impuniti grazie alla falsificazione della Storia e con la macabra giustificazione della Resistenza".

    Attenzione a non sbandare.
    Del senno di poi son piene le fosse.
    Tutto di qui e tutto di la.
    Entrambe le ricostruzioni sono faziose.
    Ma forse non c'è niente da fare: semplificare aiuta.
    La retorica dell'uno e quella dell'altro coprono le ragioni della fazione. Che son pure quelle stesse ragioni che scatenarono i conflitti.
    L'uomo è una bestia feroce ,ma chi se ne stupirebbe? Domesticarla non si può : diventa più feroce.

    vedi: c'è da sessanta anni, dico sessanta ANNI , in Italia, una ipocrita retorica comunista che incensa le gesta eroiche di questi assassini bestiali.

    e nulla sui libri di storia.

    solo ipocrita retorica
    che è riuscita, in libri di storia falsi come giuda, a far passare questi assassini per combattenti per la libertà.
    le menzogne comuniste hanno ammorbato per sessanta anni questo Paese.
    ed ancora ne paghiamo le conseguenze.

  5. #5
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    Predefinito Riferimento: Medaglia d'oro per Malga Bala

    Citazione Originariamente Scritto da isoica Visualizza Messaggio
    Ad oltre 60 anni dai fatti la presidenza della repubblica ha finalmente deciso il conferimento della medaglia d'oro al valor civile alla memoria dei carabinieri



    Dopo l'8 settembre 1943, la carrozzabile Tarvisio-Cave del Predil-Passo Predil- Plezzo-Gorizia costituiva un'importantissima arteria, utilizzata dalle forze di occupazione tedesche per lo smistamento di uomini e materiali destinati dalla Germania alla zona del cosiddetto "Litorale Adriatico". La resistenza slava a sua volta attaccava le autocolonne tedesche, provocando spesso pesanti perdite.

    In risposta all'ultimo di una serie di agguati, in cui rimase ucciso un soldato tedesco, l'11 ottobre 1943 due autocarri di SS raggiunsero Bretto di Sopra dove, con largo uso di lanciafiamme, incendiarono tutte le abitazioni in cui erano state rinvenute armi e vestiario militare, uccidendo 16 uomini rastrellati. Inoltre, il commissario germanico sulla miniera di Raibl ottenne dal Comando militare tedesco di Tarvisio la costituzione di un Distaccamento fisso di carabinieri a protezione della centrale idroelettrica a valle di Bretto di Sotto, composto dal vice brigadiere Dino Perpignano e dai carabinieri Domenico Del Vecchio, Antonio Ferro, Primo Amenici, Lino Bertogli, Ridolfo Calzi, Fernando Ferretti, Attilio Franzon, Pasquale Ruggiero, Adelmino Zilio, Michele Castellano e Pietro Tognazzo.

    La sera del 23 marzo 1944, il vice brigadiere Perpignano, Comandante del Distaccamento, ed il carabiniere Franzon si erano recati in paese; sulla strada del ritorno vennero aggrediti da due partigiani, tali Socian e Zvonko, mentre la caserma era già circondata da altri partigiani rimasti nascosti. Il commando, successivamente, catturò i due carabinieri di guardia alla centrale e riuscì a introdursi all'interno della caserma. I militari dell'Arma vennero fatti vestire, mentre i partigiani si impossessavano delle armi e di quant'altro utile minando poi l'edificio, così come era stato fatto per la centrale idroelettrica.

    Il commando partigiano e gli ostaggi, costretti a portare a spalla tutto il materiale trafugato, raggiunsero a tappe forzate Malga Bala, passando per il Monte Izgora, la Val Bausiza (di nuovo a valle) e risalendo verso l'altipiano di Bala. Il lungo tragitto venne intervallato da poche soste, di cui l'ultima, la sera del 24 marzo, in una stalla sita sull'altipiano di Logje; qui ai militari prigionieri venne somministrato minestrone nel quale erano stati aggiunti soda caustica e sale nero, usato per il bestiame come purgante.

    La mattina successiva (25 marzo) venne fatto percorrere ai prigionieri, già in preda ad atroci spasmi, l'ultimo tratto di strada che li separava dal luogo della mattanza: un casolare sito su un pianoro, Malga Bala, appunto, dove il vice brigadiere Perpignano venne arpionato ad un calcagno con un uncino, appeso a testa in giù e costretto a vedere la fine dei propri uomini; per essere poi finito a pedate in testa. Gli altri furono massacrati barbaramente, dopo essere stati incaprettati con filo di ferro, legato ai genitali, così che i movimenti parossistici sotto i colpi di piccone amplificassero il dolore. Furono inferte inoltre anche altre atroci sevizie, sempre a colpi di piccone, che qui sarebbe troppo crudo narrare; diremo solo, a titolo di aberrante esempio, che al carabiniere Amenici venne infilata la foto dei figli nel petto squarciato.

    Al termine dell'eccidio, i corpi vennero trascinati a qualche decina di metri dal casolare ed ammucchiati sotto un grosso sasso, parzialmente ricoperti dalla neve; furono rinvenuti casualmente da una pattuglia di militari tedeschi e recuperati per essere ricomposti presso la chiesa di Tarvisio tra il 31 marzo ed il 2 aprile 1944. I funerali si svolsero due giorni dopo, il 4 aprile.

    Trieste - L'Arma dei Carabinieri nei giorni scorsi ha richiesto al Ministero della Difesa di conferire la medaglia d'oro al valor civile alla memoria per i 12 carabinieri uccisi nel marzo 1944 a Malga Bala, nel Tarvisiano.


    L’Unione degli istriani ha deciso di intervenire presso il Ministro Ignazio La Russa, per appoggiare formalmente la richiesta dell’Arma. Il presidente dell’Unione degli istriani, Massimiliano Lacota, ha quindi scritto al Ministro, chiedendogli di farsi messaggero presso il Governo e la Presidenza della Repubblica affinché la richiesta del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri alla Difesa venga rapidamente accolta.
    "L’eccidio di malga Bala – scrive Lacota – è uno degli episodi raccapriccianti che simboleggia i crimini commessi dai partigiani slavo comunisti e da quelli italiani durante la guerra e nel dopoguerra nei confronti di militari e civili innocenti: reati rimasti tutti impuniti grazie alla falsificazione della Storia e con la macabra giustificazione della Resistenza".
    "Ora – aggiunge – è necessario riparare a queste smascherate storpiature con ogni mezzo ed il conferimento di una doverosa onorificenza a quei carabinieri trucidati rappresenta un passo in avanti verso la verità sulle molte ombre che nascondono le "cosiddette eroiche gesta dei partigiani", in attesa che anche gli ultimi difensori e militanti dei partiti della sinistra radicale riconoscano, come altri hanno fatto dalla parte opposta, che l’ideologia che ha prodotto i Regimi comunisti è "un male assoluto"".
    Ma cosa successe nel 1944? "La carrozzabile Tarvisio - Cave del Predil - Passo Predil - Plezzo - Gorizia", ricordano dall’Unione degli Istriani, "costituiva un'importantissima arteria utilizzata dalle forze di occupazione tedesche per lo smistamento nei due sensi di marcia di uomini, armi, viveri, munizioni destinati dalla Germania alla zona del Litorale Adriatico. La resistenza slava, dal canto suo, prendeva di mira le autocolonne tedesche, provocando sovente pesanti perdite ed intaccando il prestigio militare germanico".
    "Essendosi generata una situazione di pericolo concreto, il commissario germanico sulla miniera di Raibl, tale Hempel, ottenne dal comando militare tedesco di Tarvisio la costituzione di un Distaccamento fisso di carabinieri a protezione della centrale idroelettrica a valle di Bretto di sotto. La sera del 23 marzo 1944 il comandante del distaccamento, accompagnato da un suo sottoposto, il carabiniere Attilio Franzan, si era recato in paese. Sulla via del ritorno furono catturati da due partigiani mentre altri avevano già accerchiato la caserma. Sotto la minaccia delle armi, costrinsero quindi Perpignano a rivelare la parola d'ordine e con facilità, penetrati nel presidio, catturarono tutti gli altri carabinieri. Dopo aver minato la centrale, il commando partigiano si allontanò insieme agli ostaggi che furono costretti a trasportare il materiale trafugato dalla caserma. A marce forzate raggiunsero Malga Bala passando per il monte Izgora e la Val Bausiza".
    "La sera del 24 marzo, durante un'ultima sosta in val di Bala, - ricordano ancora da Trieste – ai carabinieri fu distribuito un minestrone nel quale era stato aggiunta della soda caustica e del sale nero, una miscela usata come purgante per il bestiame. In preda ad atroci spasmi, la mattina del 25 marzo i carabinieri furono costretti a percorrere l'ultimo tratto che li divideva dal casolare nel pianoro di Malga Bala. Il comandante, fatto denudare, fu sodomizzato. Essendogli, poi, stato conficcato un legno ad uncino nel nervo posteriore del tallone, fu issato ad una trave a testa in giù per costringerlo ad assistere alla barbara uccisione dei suoi uomini. I carabinieri, dopo supplizi e violenze sessuali, furono finiti a picconate. Ad alcuni furono anche asportati i genitali e conficcati in bocca. Ad uno di loro (Primo Amenici) squarciarono il petto per mettergli nel cuore la foto dei suoi cinque figli. Per ultimo fu assassinato il vice brigadiere Dino Perpignano a calci in testa. La "mattanza" terminava con i corpi dei malcapitati legati col filo di ferro e trascinati, come bestie, ai piedi di un grosso masso".
    Quel giorno furono uccisi Dino Perpignano, Domenico Dal Vecchio, Antonio Ferro, Primo Amenici, Lindo Bertogli, Rodolfo Colsi, Fernando Ferretti, Attilio Franzan, Pasquale Ruggero, Adelmino Zilio, Michele Castellano e Pietro Tognazzo. Per loro, l’Arma dei Carabinieri chiede il conferimento della medaglia d’oro al valor civile.
    e dopo SESSANTA ANNI, il putridume della retorica antifascista comincia a mostrare qualche crepa.

    quanti ne dovranno passare per far conoscere agli italiani gli eccidi di questi barbari assassini che si spacciavano per resistenti?

  6. #6
    Can che abbaia morde
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    Predefinito Riferimento: Medaglia d'oro per Malga Bala

    Citazione Originariamente Scritto da isoica Visualizza Messaggio
    lo sbandamento è durato fino al crollo del muro di berlino, poi piano piano si son scoperti gli altarini e la retorica del male da una parte sola è andata a farsi fottere
    Infatti.
    E neppure m'illudo che il pendolo freni la sua corsa.
    Sbanderà ancora e sempre.
    Ai "giusti" è riservato lo stesso disprezzo che si tributa al più efferato dei delinquenti.
    La loro colpa è terribile comunque: non si sono schierati con noi.
    Oppure i giusti sono quelli che " restarono alla finestra", in attesa che il massacro cessasse.
    Dei giusti non se ne può più: in certi casi non è accettabile aver ragione.
    Un altro giro.

  7. #7
    Baci a Milano
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    Predefinito Riferimento: Medaglia d'oro per Malga Bala

    Citazione Originariamente Scritto da assurbanipal Visualizza Messaggio
    Infatti.
    E neppure m'illudo che il pendolo freni la sua corsa.
    Sbanderà ancora e sempre.
    Ai "giusti" è riservato lo stesso disprezzo che si tributa al più efferato dei delinquenti.
    La loro colpa è terribile comunque: non si sono schierati con noi.
    Oppure i giusti sono quelli che " restarono alla finestra", in attesa che il massacro cessasse.
    Dei giusti non se ne può più: in certi casi non è accettabile aver ragione.
    Un altro giro.
    metti caso che facciamo a botte
    chi è il giusto? chi le dà o chi le prende?
    per me rimaniamo solo 2 deficienti che fanno a botte

  8. #8
    Can che abbaia morde
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    Predefinito Riferimento: Medaglia d'oro per Malga Bala

    Citazione Originariamente Scritto da isoica Visualizza Messaggio
    metti caso che facciamo a botte
    chi è il giusto? chi le dà o chi le prende?
    per me rimaniamo solo 2 deficienti che fanno a botte
    Ecco, io toglierei i "deficienti", ma non ne sono sicurissimo.
    Forse è pazzesco, ma si educano intere generazioni alla guerra.
    Io devo essere pazzo e ho ricevuto un'educazione di quel genere.
    Non me ne dolgo. Poi sono stato un pacifico per mancanza di nemici "giusti".
    Non son cose per tutti: comprendo il dissenso.
    Ma molto si è taciuto.

 

 

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