Sembrano rimasti all'800. Siamo in tempi di globalizzazione ed hanno perso di vista da tempo i reali bisogni dei lavoratori e soprattutto dei nuovi lavoratori (che ormai non sono più nuovi visto che i precari arrivano fino a 50 anni di età adesso).
A volte mi sembra siano tesi a difendere solo le tessere con le quali si mantiene l'apparato. Ma con questo andazzo le tessere finiranno col perderle tutte tra i lavoratori.
Ma si può non tenere conto del fatto che oggi l'85% dei nuovi assunti è superprecario senza diritti?
Il Jobs act riguarda solo i nuovi assunti anche se la CGIL si guarda bene dal ricordarlo. Ed i nuovi assunti a tempo indeterminato ed a tutele crescenti (incentivati in maniera massiccia dai tagli all'Irap) avranno molti più diritti dell'attuale 85% assunto da precario che più precario non si può: avranno maggiori possibilità di indennità di disoccupazione in caso di licenziamento ed anche indennità aggiuntive (o reintegro) da parte delle aziende.
Come si fa a non riconosce che questa legge di stabilità, in tempi di austerità, distribuisce 9,5 miliardi ai lavoratori a reddito medio basso? E 800milioni alle piccole partite Iva? Che 6,5 miliardi di minor Irap delle imprese riguardano l'imponibile lavoro compresi gli 1,5% di agevolazioni per le imprese che assumono a tempo indeterminato? E la tassazione delle rendite finanziarie al 26% c'è stato qualche Premier di sinistra che ha avuto il coraggio di proporre prima?
Adesso si tassano giustamente anche le rendite finanziarie dei fondi di previdenza dall'11 al 20%, sempre meno del 26%.
Ma perché il singolo lavoratore che vuole investire i suoi risparmi deve pagare il 26% ed il fondo di previdenza l'11%? Solo perché nei consigli di Amministrazione di questi fondi siedono ex sindacalisti scaduti? Con questi fondi che investono magari in buona parte in finanza estera? E con quale utilità per gli interessi generali del paese?
La CGIL si sta autodelegittimando e ciò mi spaventa. Se un giorno al posto di Renzi e del PD ci fosse al governo qualcuno di pericoloso chi crederebbe più al sindacato ed alle sue battaglie?
Non sarebbe meglio rinnovarsi rispetto alle esigenze dei lavoratori dei tempi attuali?
Perché non un sindacato alla tedesca che insieme al datore di lavoro guarda, in un mondo globalizzato e fortemente competitivo, agli interessi dell'azienda e dei lavoratori preservandone i diritti? Perché non una maggiore flessibilità, anche salariale, all'interno dell'azienda legata alla redditività e produttività della stessa, garantendo i diritti dei lavoratori?
Perché in conseguenza di ciò, non chiedere poi al governo, uniti alle aziende, redistribuzioni fiscali ed equità sociali,a favore di imprese che investono e lavoratori a reddito medio basso o basso?
Perché nel pubblico impiego vedo sindacati che si mettono d'accordo con Dirigenze solo per scambiarsi favori e clientele utili solo a fare tessere e carriera per i dirigenti? E non pensare a diritti di lavoratori e servizi meno costosi e più efficienti per i cittadini?