Ultima modifica di nordista; 26-10-14 alle 21:40
Ma dopo le porcate combinate dagli inglesi e dallo shah schizzoide c'è poco da frignare se la Persia è diventata ciò che è ora .
Cara Sholeh,
oggi ho capito che è arrivato il mio turno di affrontare la Qiṣāṣ (la legge iraniana del contrappasso). Mi fa star male non aver saputo da te che ho raggiunto l’ultima pagina del libro della mia vita. Non pensi che avrei dovuto saperlo? Sai quanto mi vergogno che tu sia triste. Perché non hai colto l’opportunità di lasciarmi baciare le tue mani e quelle di papà?
Il mondo mi ha permesso di vivere per 19 anni. È in quella notte infausta, che avrei dovuto essere uccisa. Il mio corpo sarebbe stato gettato in qualche angolo della città, dopo qualche giorno la polizia vi avrebbe portato nell’ufficio del medico legale per identificarlo, e lì avreste saputo anche che ero stata violentata. L’assassino non sarebbe mai stato trovato, dato che noi non abbiamo la loro ricchezza né il loro potere. Voi avreste proseguito la vostra vita tra sofferenza e vergogna, e alcuni anni dopo sareste morti per questa sofferenza.
Tuttavia, con quel colpo maledetto la storia ha preso una piega diversa. Il mio corpo non è stato gettato da una parte, ma prima nella tomba del carcere di Evin e dei suoi reparti di isolamento, e ora in quella di Shahr-e Ray. Ma tu confida nel destino e non lamentarti. Sai benissimo che la morte non è la fine della vita.
Mi hai insegnato che si viene al mondo per fare un’esperienza e imparare una lezione, e per ogni nuova nascita c’è una responsabilità sulle spalle di qualcuno. Ho imparato che a volte bisogna combattere. Me lo ricordo, quello che mi dicesti quando quell’uomo protestò contro quello che mi stava fustigando, ma l’aggressore lo colpì alla faccia e alla testa facendolo morire. Mi dicesti che in nome di un valore occorre perseverare anche a costo della vita.
Ci hai insegnato, quando andavamo a scuola, che bisognava essere una signora anche di fronte alle liti. Ricordi quanto sottolineasti l’importanza del nostro modo di comportarci? Ti sbagliavi. Quando è successo questo incidente, i miei insegnamenti non mi hanno aiutata. Presentarmi in tribunale mi ha fatto apparire come un’assassina a sangue freddo e una criminale spietata. Non ho pianto. Non ho implorato pietà. Non mi sono afflitta, perché credevo nella legge.
Ma sono stata accusata di essere indifferente di fronte al reato. Tu lo sai, non ho neanche mai ucciso le zanzare, e gettavo via gli scarafaggi prendendoli per le antenne senza ucciderli. E ora sono diventata un’assassina con premeditazione. Il modo in cui trattavo gli animali è stato interpretato come un’inclinazione maschile. Il giudice non si è neppure posto il problema di considerare che al momento dell’incidente avevo le unghie lunghe e smaltate.
Ottimista colui che aspetta giustizia dai giudici! Il giudice non ha mai considerato il fatto che non ho mani come quelle degli sportivi, specialmente dei pugili. E questo paese, che tu mi hai insegnato ad amare, non mi ha mai voluto. Nessuno mi ha sostenuto mentre piangevo durante l’interrogatorio e sentivo tutte quelle volgarità. Quando ho tolto da me l’ultimo segno di bellezza tagliandomi i capelli sono stata premiata: 11 giorni in isolamento.
Cara Sholeh, non piangere per quello che stai ascoltando. Fin dal primo giorno, quando nell’ufficio di polizia un vecchio agente scapolo mi fece male per le mie unghie, ho capito che non sono tempi per la bellezza. La bellezza dell’aspetto, la bellezza dei pensieri e dei desideri, una bella scrittura, la bellezza degli occhi e dello sguardo, e persino la bellezza di una voce.
Mia cara mamma, la mia ideologia è cambiata e tu non ne sei responsabile. Le mie parole sono senza fine, e ora le consegno tutte a qualcuno in modo che ti siano consegnate quando sarà eseguita la mia condanna senza che tu sia presente o che tu neppure lo sappia. Ti lascio tantissimi miei manoscritti, come mia eredità.
Prima di morire, però, voglio qualcosa da te, qualcosa a cui dovrai provvedere tu al posto mio, con tutte le tue forze e in tutti i modi possibili. Questa è la sola cosa che voglio da questo mondo, da questo paese e da te. So che ti servirà tempo per questo. Quindi, ora ti dirò una parte delle mie volontà. Per favore, non piangere e ascolta. Voglio che tu vada in tribunale e dica loro le mie richieste. Non posso scriverla dalla prigione, una cosa del genere, perché la lettera non sarebbe approvata dal capo carceriere. E ora, ancora una volta, soffrirai per causa mia. Questa è la sola cosa per cui, se anche tu dovessi metterti a implorare, non ne sarei sconvolta – anche se ti ho detto molte volte di non supplicare per impedire la mia condanna.
Cara mamma, cara Sholeh, l’unica persona che mi è più cara della mia vita, io non voglio marcire sotto terra. Non voglio che i miei occhi o il mio giovane cuore diventi polvere. Implora questo: che non appena sarò impiccata, venga disposto che il mio cuore, i miei reni, gli occhi, le ossa, e qualsiasi altra cosa che sia possibile trapiantare, vengano separate dal mio corpo e date a qualcuno che ne ha bisogno come dono. Non voglio che il paziente conosca il mio nome, che mi compri un mazzo di fiori e persino che preghi per me. Te lo dico dal profondo del mio cuore: non voglio una bara su cui tu debba venire a piangere e a soffrire. Non voglio che tu ti vesta di nero per me. Fa’ del tuo meglio per dimenticare questi giorni difficili. Dammi al vento, che possa portarmi via.
Il mondo non ci ama. Non mi voleva. E ora mi consegno a lui e accolgo la morte. Perché nel tribunale divino sarò io ad accusare gli investigatori, accuserò l’investigatore Shamlou, accuserò i giudici, e i giudici della Corte suprema del paese, che mi hanno colpita e non si sono astenuti dal molestarmi. Al tribunale del Creatore accuserò il dottor Farvandi, accuserò Qassem Shabani e tutti quelli che – per ignoranza o con le loro bugie – mi hanno offesa e hanno calpestato i miei diritti, e non hanno prestato attenzione al fatto che a volte la realtà è diversa da come appare.
Cara Sholeh dal cuore tenero, nell’altro mondo saremo io e te ad accusare, e gli altri gli accusati. E vediamo cosa vorrà Dio. Volevo abbracciarti fino al momento della mia morte. Ti voglio bene.
Reyhaneh
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LO STRANO CASO DI REYHANEH JABBARI
Postato il Martedì, 28 ottobre @ 08:03:29 GMT di davide
DI FRANCESCO SANTOIANNI
francescosantoianni.it
Impazza la campagna stampa mainstream (Renzi – ieri, alla Leopolda – l’ha celebrata con un minuto di silenzio (1) contro l’Iran colpevole di avere impiccato Reyhaneh Jabbari (nella foto) la ragazza accusata di avere accoltellato a morte “l’uomo che aveva tentato di stuprarla”, e cioè il medico Morteza Abdolali Sarbandi; il quale, addirittura, sarebbe stato un “agente dei servizi segreti” (“iraniani” (2) o “irakeni” (3) (a seconda di chi la spara più grossa).
A seguito: "Il testamento della condannata a morte? Conservate i fazzoletti" (Pino Cabras, megachip.globalist.it);
“Notizia” questa che ha scatenato sul web una valanga di farneticazioni, ultima delle quali: l’omicidio di Morteza Abdolali Sarbandi altro non sarebbe che una esecuzione compiuta da chissà quale servizio segreto (ovviamente, il Mossad); circostanza questa “attestata” dalla ragazza che, mantenendo fino all’ultimo la sua versione, ha scelto di morire come ogni agente segreto che si rispetti.
Ma, tralasciando le fantasticherie, occupiamoci dei fatti. Ma, intanto, una premessa.
Che il maschilismo (nonostante significative conquiste (4) domini ancora l’Iran resta un fatto innegabile. E a farne le spese sono le tante donne per le quali, anche in sede giudiziaria, valgono due pesi e due misure; una situazione non molto diversa da quella che viveva l’Italia del “delitto d’onore” (al più, qualche anno di detenzione se si ammazzava la moglie fedifraga o presunta tale) abrogato definitivamente solo il 5 agosto 1981. È possibile, quindi, che anche nel caso Reyhaneh Jabbari, abbia pesato una “cultura”, anzi una “religione”, oggi per noi assolutamente inaccettabile. Ma questo non può certo giustificare forsennate campagne mediatiche – come quella, di qualche tempo fa, per salvare Sakineh (5) “condannata alla lapidazione per adulterio” – che si direbbero finalizzate ad additare un altro “stato canaglia” da distruggere con una ennesima “guerra umanitaria”. Meglio tenerlo a mente ora che l’Iran – tra le proteste e i tentativi di sabotaggio di non pochi paesi – sta per firmare il trattato sul nucleare (6) che dovrebbe togliere ogni legittimità ad un attacco militare dell’Occidente.
Ma torniamo ai fatti, così come sono emersi dagli atti del processo (*). Intanto una precisazione: non è vero che Reyhaneh Jabbari non è stata assistita dagli avvocati o che “le autorità l’hanno costretta a sostituire (7) il suo avvocato con un collega inesperto”. La verità è che i suoi ottimi avvocati sono stati messi alle corde dalle prove. Prima tra tutte un sms inviato il giorno prima dell’omicidio nel quale Reyhaneh Jabbari comunica ad un suo amico di volere uccidere Morteza Abdolali Sarbandi. Poi ci sono tante altre cose che non tornano nell’alibi della ragazza: le coltellate date – non già frontalmente – ma alle spalle dell’uomo; la porta della stanza del “tentato stupro” non chiusa dall’uomo; il coltello (usato per l’omicidio) acquistato da Reyhaneh Jabbari alcuni giorni prima; la circostanza del coltello messo dalla ragazza, prima dell’incontro, nella borsa (ma se aveva “tanta paura” di quell’uomo”, perché non è andata all’appuntamento accompagnata da qualcuno?); il presunto ingresso nella stanza – immediatamente dopo l’omicidio – di una persona (rimasta non identificata) che, a dire della ragazza, sarebbe andato in cucina a prendere alcuni fogli…
Non è certo il caso di ridursi qui al rango di “giurati” o “giudici”, come pretendono di essere gli spettatori delle innumerevoli “Crime Stories” che affollano i nostri teleschermi. Ogni delitto, tra l’altro, è costellato di tante inevitabili incongruenze che possono lasciar propendere per una tesi o per l’altra. E un errore giudiziario è sempre possibile. E questo vale per sia l’Iran sia per tanti altri paesi dove vige l’abominevole pena di morte. E varrebbe la pena di mobilitarsi contro questa, invece di inventarsi l’innocente “eroina di turno” vittima dell’ennesimo “stato canaglia”.
E per onorare la morte della povera Reyhaneh Jabbari sarebbe anche il caso di non fare due pesi e due misure e guardare anche nel cortile di casa. Come l’Arabia Saudita, dove oggi 14 donne rischiano la decapitazione in quanto accusate di “stregoneria ”(8) o gli USA (9) dove stanno nel braccio della morte 11 donne, alcune delle quali troppo povere per poter dimostrare la loro innocenza. A proposito, avete saputo di qualche mobilitazione per la loro salvezza?
Francesco Santoianni
Fonte: francescosantoianni.it - Le peripezie di un attivista, e non solofrancescosantoianni.it | Le peripezie di un attivista, e non solo
Link: Reyhaneh Jabbarifrancescosantoianni.it
26.10.2104
(*) Mi spiace di non poter inserire, questa volta, uno dei tanti link che costellano i miei articoli; il sito – del Ministero della Giustizia iraniano – che riporta gli atti del processo è in Farsi e, a quanto mi risulta, a giorni dovrebbe riportare il testo anche in inglese. Spero al più presto di potere – in una nuova versione di questo articolo – pubblicare questa documentazione. Per ora mi sono servito principalmente della documentazione tratta dalla intervista a Rai NEWS (10) fatta a Tiziana Ciavardini e di altre notizie fornitemi da un mio amico iraniano che, pur non potendo nominare, desidero qui ringraziare.
NOTE
1) La Leopolda ricorda Reyhaneh Jabbari | Attualità FIRENZE
2) Iran, uccise il suo stupratore. Figlio della vittima: "Nega tutto e non ti impicchiamo" - Il Fatto Quotidiano
3) Iran: impiccata Reyhaneh, condannata per aver ucciso l'uomo che voleva stuprarla - Repubblica.it
4) Iran, le donne e i loro diritti sembrano stare a cuore del presidente Rohani, ma gli ostacoli ci sono anche per lui - Repubblica.it
5) Sakineh Mohammadi Ashtiani - Wikipedia
6) Nucleare iraniano, intesa a Vienna: l'accordo di Ginevra resterà in vigore fino al 24 novembre - Repubblica.it
7) Fermare l'esecuzione di Reyhaneh Jabbari!
8) Arabia Saudita, il paese che condanna a morte le streghe - Video - Sky TG24 HD
9) Arabia Saudita, il paese che condanna a morte le streghe - Video - Sky TG24 HD
10) https://www.facebook.com/video.php?v...type=2&theater
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Il testamento della condannata a morte? Conservate i fazzoletti (Voto: 1)
di Tao il Martedì, 28 ottobre @ 08:07:22 GMT
(Info Utente | Invia un Messaggio)
Tutti commossi dal messaggio alla madre [www.iltempo.it] pronunciato dall'ultima donna iraniana giustiziata, Reyhaneh Jabbari? Le parole sono toccanti, richiamano quel genere estremo di letteratura che ci ha emozionato quando leggevamo le lettere di condannati a morte della Resistenza, brevi e strazianti lasciti di umanità che sopravvivevano all'annichilimento delle loro vite materiali.
Eppure mi sento di invitare tutti alla prudenza, e a controllare attentamente le fonti, per cercare di capire da dove provenga ogni singolo dato di questa vicenda. Lo ha già fatto [megachip.globalist.it] in parte Francesco Santoianni. Qui aggiungo nuovi particolari.
La storia della povera Reyhaneh è come un treno. In testa c'è la locomotiva del nudo fatto: l'applicazione della pena capitale per un caso di omicidio, in uno dei troppi paesi che ancora prevedono la pena di morte. Ma alla locomotiva sono attaccati tanti altri vagoni, con passeggeri che nessuno conosce. In alcuni vagoni c'è anche esplosivo.
Raccomando sempre di rileggere in proposito la storia molto istruttiva di Sakineh [megachip.globalist.it], e di come sia stata usata per preparare un clima ostile all'Iran con formidabili manipolazioni.
I giornali anglosassoni sono meno imparziali di quel che vorrebbero far credere, ma sicuramente sono migliori dei nostri media nell'usare espressioni come "alleged" (presunto), "claim" (asserire), "labelled as her will" (etichettato come sua volontà). Lo hanno fatto [www.telegraph.co.uk] anche per il caso della supposta trascrizione del testamento morale della giovane Reyhaneh. Nei giornali italiani queste forme basilari di prudenza giornalistica spariscono: tutto è scritto all'indicativo, quello è il messaggio autentico, e più non dimandare. L'edizione serale del Tg3 del 27 ottobre aggiunge alla sua lettura una musica di pianoforte, voi aggiungete i fazzoletti.
L' Huffington Post [www.huffingtonpost.it], richiamando la sua versione britannica [www.huffingtonpost.co.uk], ci fa alla fine sapere che il messaggio è stato fatto circolare «da pacifisti iraniani». E sulla parola «Iranian peace activists» c'è il link che porta al testo dell'estremo saluto di Reyhaneh Jabbari. Seguite dunque il link e atterrate su una pagina gestita dal [www.ncr-iran.org] NCRI [www.ncr-iran.org]- National Council of Resistance of Iran. Sarebbero dunque loro i pacifisti. Loro, l'unica fonte da cui parte il tutto.
Il bravo cittadino medio europeo, che dà un significato positivo alla parola 'pacifista', si ferma lì, non è mica pagato per scavare nelle notizie. Il giornalista medio, che- lui sì - dovrebbe essere pagato per verificare le fonti e non abboccare a chi gli dà la pappa pronta, si ferma lì, anche lui. Riposti i fazzoletti che hanno asciugato le lacrime, migliaia di persone intanto condividono la storia su Facebook. Il loro click non sa più che farsene dell'aggettivo "presunto". L'indignazione si nutre ormai di certezze irriflessive. Condividete, Fate girare. Indignatevi. Odiate.
Segnalo perciò sommessamente che il NCRI, l'unica fonte della notizia, non è affatto un circolo gandhiano. È un'organizzazione di opposizione che ha largamente fatto uso di metodi terroristici per combattere il potere dell'Iran post rivoluzionario, causando la morte di migliaia di persone. È gestita con metodi da psico-setta, tanto che ricorrono persino denunce di abusi sessuali [www.nejatngo.org] consumati al suo interno. Non so quanto queste ultime siano accuse attendibili, o frutto di opposta propaganda, ma è un fatto che i nostri media non colgono l'esistenza di controversie che non corrispondono minimamente al ritratto pubblico di un'organizzazione pacifista.
Tra i suoi maggiori sostenitori a livello internazionale troviamo i campioni statunitensi dell'ingerenza (neocon repubblicani e democratici tutti insieme, come sempre): John Bolton, Howard Dean, Newt Gingrich e Rudy Giuliani. Erano loro a urlare di più, quando si scatenavano le campagne mediatiche sulla "Bomba Iraniana". E citavano proprio il NCRI, che molto spesso gridava "al lupo al lupo" quando descriveva il normale programma nucleare civile di Teheran come una fabbrica di bombe atomiche pronte «entro pochi mesi» e riportava notizie "di prima mano", dimostratesi poi ogni volta infondate.
Alcune lunghe e faticose azioni lobbystiche hanno fatto sì che l'Unione europea e il Dipartimento di Stato USA togliessero infine il NCRI dalla lista delle organizzazioni terroristiche (uno degli ultimi atti di Hillary Clinton in veste di Segretario di Stato).
Qui si entra in un terreno minato, in tutti i sensi, come sempre succede per organizzazioni che hanno un'intreccio indistinguibile fra "ala politica" e "ala militare", che hanno intrecci ulteriori con le "fabbriche" delle "rivoluzioni colorate" e un costante riferimento anche finanziario presso i falchi di Washington.
Mentre ogni singolo episodio terroristico in Occidente scatena ondate di allarme e di nuove leggi liberticide, si rimuove completamente il fatto che l'Iran sia di fatto uno dei bersagli più colpiti al mondo dal terrorismo, proprio per mano dei "mujaheddin del popolo" collegati al NCRI. L'ambiguo ruolo dei miliziani di questo movimento di opposizione pieno di porte girevoli che lo riconducono alla politica USA è completamente sconosciuto presso il pubblico che si informa solo con i media occidentali.
Raccomando perciò di conservare i fazzoletti per le lacrime da versare in guerra. Perché la gerarchia delle notizie ha già oggi la falsità della manipolazione belli
Pino Cabras
Fonte: megachip.globalist.it
Link: megachip.globalist.it | Il testamento della condannata a morte? Conservate i fazzoletti
28.10.2014
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clash bankrobber
Ma se sino a ieri i turchi ammazzavano le figlie promesse spose che non volevano.
Ma poi vorrei sapere se l'iran l'arabia il sudan e tutti gli integralismi islamici compreso l'isis non e' l'islam quale e' il vero islam?
Chi semina vento raccoglie tempesta!