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    Predefinito Re: Lerciume comunista

    Mafia Capitale, Buzzi: “Con immigrati si fanno molti più soldi che con la droga”

    Uno dei settori in cui la "cupola" era più influente era quello delle politiche sociali: Luca Odevaine, membro del Tavolo di coordinamento nazionale sull'immigrazione, al telefono spiega: "Avendo questa relazione continua con il Ministero, sono in grado un po’ di orientare i flussi". Il braccio destro di Carminati: "Tu c'hai idea quanto ce guadagno sugli immigrati?"
    di Marco Pasciuti | 2 dicembre 2014




    Per la “cupola” di Roma l’emergenza immigrati era una miniera d’oro: i fondi per i centri d’accoglienza sono un piatto ricco e il sodalizio criminale ipotizzato dagli inquirenti fa in modo che parte di questi finanziamenti finisca nelle tasche delle cooperative amiche. Gli inquirenti lo chiamano “Sistema Odevaine“: “La gestione dell’emergenza immigrati è stato ulteriore terreno, istituzionale ed economico, nel quale il gruppo riconducibile a Buzzi si è insinuato con metodo eminentemente corruttivo – si legge nell’ordinanza di applicazione delle misure cautelari firmata dal gipFlavia Costantini – alterando per un verso i processi decisionali dei decisori pubblici, per altro verso i meccanismi fisiologici dell’allocazione delle risorse economiche gestite dalla P.A.”.
    Un sistema studiato per far arrivare i soldi pubblici ai gestori amici “che si dividono il mercato“. E il mercato dei fondi statali per i centri di accoglienza per gli immigrati è immenso. Gli inquirenti parlano della “possibilità di trarre profitti illeciti immensi (…) paragonabili a quelli degli investimenti illeciti realizzati in altri settori criminali come lo smercio di stupefacenti. Le intercettazioni parlano chiaro. Al telefono con Pierina Chiaravalle, Salvatore Buzzi, numero uno della cooperativa “29 giugno” e braccio operativo dell’organizzazione, domanda: “Tu c’hai idea quanto ce guadagno sugli immigrati? Il traffico di drogarende meno”.
    Buzzi: “Tu c’hai idea quanto ce guadagno sugli immigrati? Il traffico di droga rende meno”
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    Il centro del sistema è Luca Odevaine. Ex vice capo di gabinetto del sindaco Walter Veltroni e capo della polizia provinciale di Roma, “Odevaine è un signore che attraversa, in senso verticale e orizzontale, tutte le amministrazioni pubbliche più significative nel settore dell’emergenza immigrati”, scrivono i pm. Perché è così importante la sua figura? “La qualità pubblicistica di Odevaine risiede nell’essere appartenente al Tavolo di coordinamento nazionale insediato presso il Ministero dell’Interno – Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione” e al contempo è “esperto del presidente del C.d.A. per il Consorzio “Calatino Terra d’Accoglienza”» , ente che soprintende alla gestione del C.A.R.A. di Mineo“. Un’intercettazione in cui Odevaine parla con il suo commercialista fotografa il suo ruolo: “Avendo questarelazione continua con il Ministero – spiega l’ex vice capo segreteria di Veltroni – sono in grado un po’ di orientare i flussiche arrivano da… da giù… anche perché spesso passano per Mineo… e poi… vengono smistati in giro per l’Italia… se loro c’hanno strutture che possono essere adibite a centri per l’accoglienzada attivare subito in emergenza… senza gara… (inc.) le strutture disponibili vengono occupate… e io insomma gli faccio avere parecchio lavoro…”.
    Odevaine: “Sono in grado un po’ di orientare i flussi che arrivano da… da giù… io insomma gli faccio avere parecchio lavoro…”
    Odevaine è ben pagato, secondo Salvatore Buzzi. Parlando conGiovanni Campennì, il braccio operativo dell’organizzazione spiega: “Mò c’ho quattro… quattro cavalli che corrono… col PD, poi con la PDL ce ne ho tre e con Marchini c’è… c’ho rapporti con Luca (Odevaine, ndr) quindi va bene lo stesso… lo sai a Luca quanto gli do? Cinquemila euro al mese… ogni mese… ed io ne piglio quattromila”.
    Il piatto è ghiotto anche nella sola città di Roma e la cupola è talmente potente da deviare in sede di bilancio pluriennale risorse in favore delle strutture di accoglienza. Gli inquirenti sottolineano la “capacità del sodalizio indagato, di interferire nelle decisionidell’Assemblea Capitolina in occasione della programmazione delbilancio pluriennale 2012/2014 e relativo bilancio di assestamento di Roma Capitale, avvalendosi degli stretti rapporti stabiliti con funzionari collusi dell’amministrazione locale, al fine di ottenere l’assegnazione di fondi pubblici per rifinanziare “i campi nomadi”, la pulizia delle “aree verdi” e dei “Minori per l’emergenza Nord Africa”, tutti settori in cui operano le società cooperative di Salvatore Buzzi”.
    Buzzi: “Solo in quattro sanno quello che succede e sono nell’ordine Bianchini, Marino, Zingaretti e Meta”. Carminati: “E allora vai a battere co’ questi”
    All’epoca dei fatti alla guida del dipartimento Promozione dei Servizi Sociali e della salute del Comune di Roma (che gestisce la questione immigrati) c’era Angelo Scozzafava, con il quale la “cupola” aveva ottimi rapporti: “Le indagini hanno evidenziato l’ipotesi di una remunerazione dell’attività funzionale di costui da parte di gruppo criminale – scrivono gli inquirenti – con la promessa dell’assegnazione di un appartamento in una cooperativa” perché “Scozzi” come lo chiamano i sodali, “si fa promotore di attività a favore del gruppo presso altri organi dell’amministrazione comunale, per spingere su finanziamenti a favore del campo nomadi“. Ma dopo le elezioni comunali del 2013 le cose cambiano: il 14 giugno 2013 Buzzi raccontava al telefono a Carminati di trovarsi al Campidoglio “in giro per i Dipartimenti a saluta’ le persone”. La decisione veniva accolta favorevolmente accolta dall’ex Nar che riteneva necessario “vendere il prodotto amico mio, eh. Bisogna vendersi come le puttane ades…adesso”. A quel punto Buzzi raccontava la difficoltà di muoversi nell’ambito della nuova situazione politica romana in quanto in quel momento “solo in quattro sanno quello che succede e sono nell’ordine Bianchini,Marino, Zingaretti e Meta“, e Carminati rispondeva in maniera eloquente: “E allora mettiti la minigonna e vai a batte co’ questi, amico mio”.

    Mafia Capitale, Buzzi: "Con immigrati si fanno molti più soldi che con la droga" - Il Fatto Quotidiano
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  2. #22
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    Predefinito Re: Prostitute intellettuali

    Il PD e la Chiesa queste cose le hanno capite da tempo.
    L'intreccio politica-mafia e chiesa è quello che ci ha portato all'invasione.
    A Torino e Milano la situazione è IDENTICA.
    E vale per tutta itaglia.
    Paese di merda in mano alla mafia per volere degli USA.
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  3. #23
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    Predefinito Re: Prostitute intellettuali

    Citazione Originariamente Scritto da ventunsettembre Visualizza Messaggio
    Paese di merda in mano alla mafia per volere degli USA.
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
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  4. #24
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    Predefinito Re: Prostitute intellettuali

    Mafia Capitale, appalti rossi sotto la Lupa Nera. Le influenze del ‘Compagno Buzzi’

    Giustizia & Impunità
    Da Rutelli ad Alemanno, fino a Marino. Le occasioni procacciate in Campidoglio dall'altro "re di Roma", amico di Carminati e dell'ex capogruppo Pd Marroni. Diceva: "I nostri sono molto meno ladri di quelli del Pdl"
    di Paola Zanca | 3 dicembre 2014


    Due settimane fa, mentre il sindaco di Roma Ignazio Marinosventolava in consiglio comunale le ricevute delle multe dellaPanda rossa pagate, l’altro “re di Roma”, Salvatore Buzzi, si aggirava indaffaratissimo tra i corridoi e la buvette delCampidoglio. Abbracci, parole all’orecchio, sguardi di intesa: il sindaco traballa ma noi restiamo in piedi. Non è un racconto colorito, quello sul presidente della Cooperativa 29 giugno,finito ieri in carcere perché in affari con la banda di Massimo Carminati.

    Eppure, di colore, nella sua biografia ce n’è parecchio.Condannato agli inizi degli anni 80 per omicidio doloso, resta in carcere fino al ’91. Durante i giorni in prigione, gli viene un’idea: una cooperativa per reinserire gli ex detenuti nel mondo del lavoro. Organizza, da dietro le sbarre, un convegno per trovare sponde al suo progetto. E l’indimenticata Miriam Mafai firma un articolo che celebra questa storia di riscatto, perché le “è venuta voglia di scommettere sull’ottimismo, sulla fiducia, sulla capacità di uscire in positivo dalle nostre difficoltà”. Non sbagliava, l’occhio della cronista. Buzzi esce, ingrana la prima e mette su un colosso con un migliaio di dipendenti e 60 milioni di euro di fatturato annuo. E da Rutelli in poi, la 29 giugno si lega a doppio filo con ilComune di Roma.

    Chi campa di politica e i soldi sul Comune.
    Per spiegare bene come funzionano le attività di Salvatore Buzzi basta rileggere le sue parole, alla vigilia delle elezioni comunali del 2013: “La cooperativa campa di politica, perché il lavoro che faccio io lo fanno in tanti, perché lo devo fare io? Finanzio giornali, faccio pubblicità, finanzio eventi, pago segretaria, pago cena, pago manifesti, lunedì c’ho una cena da ventimila euro pensa…questo è il momento che paghi di più perché stanno le elezioni comunali, poi per cinque anni…poi paghi soltanto…mentre i miei poi non li paghi più poi quell’altri li paghi sempre a percentuale su quello che te fanno. Questo è il momento che pago di più… le comunali, noi spendiamo un sacco di soldi sul Comune”.


    Le primarie, i compagni e il voto disgiunto.
    Chiama Massimo Carminati “amico mio”. Ma Buzzi, ufficialmente, è uomo disinistra. E una distinzione ancora la fa: “Vedi – spiega al sodaleGiovanni Campennì – i nostri sono molto meno ladri di… di quelli della Pdl”. Suo grande riferimento è Umberto Marroni, ex capogruppo del Pd in Campidoglio. Marroni (poi si ritirerà) pensa di candidarsi alle primarie contro Ignazio Marino. Nel giro di Buzzi non capiscono: “Ma come me tocca votà Marroni – diceAlessandro Montani – questa volta veramente mi incazzo, se non voti Alemanno veramente …ti sputtano a tutto il mondo… l’ho detto a tutti, ho detto guarda che l’unico che ci ha guadagnato qualche cosa da Alemanno è stato Salvatore!”. E Salvatore non dimentica. Marroni andrà alla Camera e “ormai Umberto colle cose del Comune non c’entrerà più niente, eh!”, chiarisce Buzzi.Daniele Ozzimo è l’uomo di Marroni ora in corsa per il Campidoglio (è diventato assessore, ieri si è dimesso) e per capire i rapporti stretti con Buzzi, basta vedere un sms che Micaela Campana, responsabile Welfare del Pd, ex moglie di Ozzimo, scrive allo stesso Buzzi: “…bacio grande Capo”. Ma al bando le affettuosità, bisogna pensare agli affari. E coprirsi a destra e a sinistra. Così, Buzzi chiama Claudio Milardi, componente dello staff di Alemanno. Lo chiama “compagno”. Lui sta al gioco: “Compagno Milardi ti passa il compagno Alemanno”. Buzzi ride, Alemanno si fa serio: “Allora? Ma è vera ‘sta storia deldisgiunto?”. Buzzi lo rassicura: “Facciamo il disgiunto, facciamo. Ozzimo ed Alemanno”. Il sindaco uscente ringrazia: “Eh, questo…questo mi onora molto”.


    La minigonna per battere e i consigli di Massimo.
    Nonostante il voto disgiunto, Alemanno perde e in Campidoglio arriva Ignazio Marino. Buzzi non perde tempo e a pochi giorni dall’insediamento del nuovo sindaco è già “in giro per iDipartimenti a saluta’ le persone”. Lo comunica a Carminati, ben contento dell’intraprendenza: bisogna “vendere il prodotto amico mio, eh. Bisogna vendersi come le puttane ades…adesso”. Ci sono difficoltà, nuovi dirigenti da conoscere e tante cose da spiegare. Carminati fa il motivatore: “e allora – dice a Buzzi-mettiti laminigonna e vai a batte co’ questi amico mio, eh… capisci”. Qualche colpo va a segno. “Ohhh…me so’ comprato Coratti”, annuncia Buzzi a un amico, spiegando il nuovo sodalizio con il presidente dell’Assemblea Capitolina, Pd anche lui (pure lui si è dimesso ieri). Racconta che si sono intesi al volo: “Gliel’ho detto ‘guarda, lo stesso rapporto che c’abbiamo con Giordano (il PdlTredicine, ndr) lo possiamo aver con te’..m’ha capito subito!”.


    Nomine, multe e libro paga sempre pieno.
    C’è un direttore da piazzare, quello alle Politiche Sociali, dove transitano gare e affidamenti. Buzzi lo racconta direttamente a Carminati: “Senti poi forse..è pure prematuro dirlo però il novanta per cento siamo riusciti a piazzà l’amico nostro al Quinto Dipartimento e quindi avemo fatto bin.. (inc)..lui non ce voleva andà, gli avemo garantito duemila euro al mese in più noi… ‘vacce, te damo duemila euro in più’”. Quello è un posto chiave, spiega ancora Buzzi, “… perché oggi non c’avemo nemmeno informazioni.. non sapemo quello che succede non sapemo niente..”. Marino nel frattempo è finito nel caos multe. Buzzi è ancora al telefono con Carminati: “Senti un po’ se senti Gramazio (capogruppo di Forza Italia in regione Lazio, ndr) che intenzioni c’hanno loro con Marino perché se fossero abbastanza seri dovrebbero fallo cascà a Marino…” Carminati però ha un’altra lettura: “No, loro stanno facendo (…) …loro stanno facendo un’operazione direttamente con Zingaretti per sistemarsi Berti questi qua, pe sistemasse…perché de Zingaretti se fidano de Marino non se fida nessuno…”. Il nome del presidente della Regione Lazio torna anche in un’altra intercettazione, quando Buzzi squaderna il suo libro paga. Scrive il giudice: “a Luca Odevaine dava 5mila euro al mese, a Mario Schina dava 1500 euro al mese, ad “un altro che tiene i rapporti con Zingaretti 2500 al mese. Un altro che tiene i rapporti con il Comune 1500,un altro a 750…..un assessore a 10mila euro al mese”.


    L’eredità del capo ”So’ soddisfazioni”.
    Ma di tutte le fatiche, per Buzzi, la ricompensa più grossa è la fiducia del Capo, Carminati: che gli affida 500 mila euro. “Io c’ho… c’ho… i soldi suoi – racconta- lui sai cosa m’ha detto quando… c’aveva paura che l’arrestavano (…) è venuto da me dice ‘guarda qualunque cosa succede ce l’hai te, li tieni te e li gestisci te, non li devi dà a nessuno, a chiunque venisse qui da te… nemmeno mia moglie’, non so’ soddisfazioni?”.


    da il Fatto Quotidiano del 3 dicembre 2014

    Mafia Capitale, appalti rossi sotto la Lupa Nera. Le influenze del 'Compagno Buzzi' - Il Fatto Quotidiano

    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
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  5. #25
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    Predefinito Re: Prostitute intellettuali

    C'è chi parla di conferme dei legami tra politica e mafia.
    Io prima ancora, a monte, ci vedo la conferma del legame marcio tra TUTTE le forze politiche che hanno un solo scopo: fare affari sporchi.
    Con la mafia e la delinquenza, senza le quali non potrebbero vivere di furti.
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  6. #26
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    Predefinito Re: Prostitute intellettuali

    Capitale umano

    04/12/2014
    MASSIMO GRAMELLINI

    E poi, per fortuna, ci sono ancora storie come questa. Leonardo Martini era un artista dei cruscotti per auto. Intorno al suo talento imprenditoriale aveva costruito una piccola azienda che dava da vivere a venticinque famiglie nel Vicentino. Alla boa dei settant’anni è stato colto da un male rapido e implacabile. Non aveva figli e la sua ossessione era che la fabbrica a cui aveva dedicato l’esistenza finisse in mani asettiche o malfidate. Così, sul letto di morte, ha deciso di lasciarla ai suoi operai. I quali forse adesso si scanneranno, dando ragione alla massima secondo cui l’unica società che funziona è quella dove gli azionisti sono in numero dispari inferiore a tre. O magari no, perché l’esempio non muore necessariamente con chi lo dà.

    Ma qualunque sarà l’esito finale dell’eredità di Leonardo Martini, nulla potrà cancellare la speranza che il gesto di quell’uomo ha donato a questi giorni tristi e terribili, attraversati da lupi mannari che straziano le carni di una comunità nazionale già indebolita dalla crisi con sopraffazioni continue. Il capitalismo sociale non è un controsenso, ma un pezzo di storia italiana che forse ci eravamo dimenticati. In Italia non tutto è mafia, corruzione o finanza spietata che sposta i capitali come fiches, infischiandosene delle conseguenze sulla vita delle persone. Esistono, e resistono, tanti Martini che si ostinano a considerare la loro azienda un bene comune e i loro dipendenti degli esseri umani, degli amici, talvolta persino dei figli.

    La Stampa - Capitale umano

    Questa è Padania, gramellini, non italia.

    Ultima modifica di Eridano; 04-12-14 alle 10:47
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
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  7. #27
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    Predefinito Re: Prostitute intellettuali

    Questa è Padania, gramellini, non italia.
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  8. #28
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    Predefinito Re: Prostitute intellettuali

    Mafia Capitale, Salvatore Buzzi a cena di Renzi? Il Pd non risponde

    Politica & Palazzo
    ll Fatto.it ha chiesto invano se alla cena romana di autofinanziamento dei democratici del 7 novembre scorso c’era l'uomo delle mazzette rosse arrestato nell'inchiesta dei pm di Roma che ha svelato l'esistenza di Mafia Capitale. Eppure il premier aveva garantito che l'elenco di chi aveva partecipato era pubblico
    di Loredana Di Cesare | 4 dicembre 2014
    COMMENTI


    Più informazioni su: Corruzione, Mafia, Matteo Renzi, PD, Roma


    Alla cena romana di autofinanziamento del Pd del 7 novembre scorso c’era anche Salvatore Buzzi, l’uomo delle mazzette rosse arrestato nell’inchiesta della Procura di Roma che ha svelato l’esistenza di Mafia Capitale? A Bersaglio Mobile, trasmissione diEnrico Mentana andata in onda ieri sera su La7, Matteo Renzirisponde così: “Non ne ho la più pallida idea”. Comunque, il premier assicura che esiste un elenco con gli ospiti paganti al Palazzo delle Fontane dell’Eur. Un elenco che, dopo un mese, ancora non è stato reso pubblico sul sito del Pd. È ancora custodito nei cassetti del tesoriere del partito il deputato renzianoFrancesco Bonifazi. E, in quei cassetti del Nazareno, continua a restare.
    Ilfattoquotidiano.it ha invano contattato Bonifazi per chiedere se a quella cena fossero presenti anche alcuni dei nomi emersi nell’inchiesta “Mondo di Mezzo” che ha svelato una vera e propria cupola capace di corrompere e infiltrarsi ovunque nei palazzi del potere romano. Silenzio. Ma anche risposte imbarazzate, come quella di Domenico Petrolo, componente della segreteria nazionale del Pd che per l’occasione della cena di fund raisingdell’ex Rottamatore, doveva raccogliere tutte le adesioni. Raggiunto al telefono, risponde seccato: “Sono impegnato in una riunione importante, non posso parlare”. Con Matteo Orfini, che in queste 24 ore è stato nominato commissario del Pd romano da Renzi, come risposta all’inchiesta che vede coinvolti alcuni esponenti di spicco del partito della Capitale, la telefonata dura qualche secondo in più, ma la sostanza è sempre la stessa: “Non mi faccia queste domande. Chiedete a Bonifazi, non a me. È lui il tesoriere e ha gli elenchi. Io mi sto occupando di rinnovare il Pd romano”.
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    E al tesoriere Bonifazi ilfattoquotidiano.it ha continuato, fino alla pubblicazione di questo articolo, a rivolgere sempre la stessadomanda, anche tramite sms. C’era Buzzi alla cena romana del Pd di Renzi? Pubblicherete l’elenco degli invitati paganti? Ancora silenzio. Eppure se fosse confermata la presenza di Buzzi alla cena di Renzi, non si tratterebbe dell’unico indagato. Ce n’è un altro di cui il Fatto ha già scritto. Si chiama Furio Monaco, imprenditore edile. Al Fatto.it racconta di essere stato invitato dal suo amico Domenico Tudini, ex ad di Ama. Il nome di Monaco emerge da un’inchiesta della Procura di Roma per tentata estorsione, in concorso con Riccardo Mancini, ex amministratore delegato di Eur Spa e braccio destro di Gianni Alemanno. Mancini e uno dei 37 arrestati nell’inchiesta “Mafia Capitale”. Secondo l’accusa, Monaco e Mancini, rinviati a giudizio, avrebbero indotto Alessandro Filabozzi, manager del Consorzio cooperative costruzioni, a non presentare ricorso al Tar, per un appalto di circa 200 milioni di euro per la realizzazione del “corridoio filobus Laurentino”, in cui era arrivato secondo. L’impresa aggiudicatrice dei lavori è la Monaco Spa. Filabozzi racconta ai pm di aver partecipato a una colazione di lavoro in cui “Mancini, alla presenza del Monaco mi disse che se mi fossi rivolto al Tar, avrebbe impedito la materiale esecuzione del lavoro”.
    C’è un’altra inchiesta nella quale compare il nome di Monaco. È il 1993 e a parlarne è Lorenzo Cesa agli inquirenti di Piazzale Clodio, nell’ambito dell’inchiesta in cui fu condannato a 3 anni, poi prescritto, sulle tangenti Anas da 30 miliardi di lire. Cesa, portaborse dell’allora ministro Giovanni Prandini, racconta di aver conosciuto il giovane Furio Monaco, che gli presenta suo padre, per chiedergli di sbloccare una pratica pendente all’Anas. Per il disturbo – racconta Cesa – “Monaco portò nel mio studio una busta di carta rigida contenente denaro destinato al ministro (…) Penso che la somma si aggirasse intorno ai 15 milioni di lire”.

    Mafia Capitale, Salvatore Buzzi a cena di Renzi? Il Pd non risponde - Il Fatto Quotidiano


    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
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  9. #29
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    Predefinito Re: Prostitute intellettuali

    Salvatore Buzzi come molti della "cricca" sono del PD, PdL e NCD ..... questo per dei cittadini di un paese CIVILE sarebbe sufficiente ad azzerare qualsiasi voto a questi partiti alle prossime elezioni (e per un decennio), peccato che il popolo bue itagliota, come al solito, farà finta di niente


    p.s. fosse stato in Lombardia avrebbero già commissariato comune, provincia e regione
    Ultima modifica di sciadurel; 05-12-14 alle 14:07

  10. #30
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    Predefinito Re: Prostitute intellettuali

    Pianeta Terra chiama Boldrini, ... pianeta Terra chiama boldrini, ... rispondi boldrini ...
    ...
    Pianeta Terra chiama Boldrini, ... pianeta Terra chiama boldrini, ... rispondi boldrini ...
    ...
    Pianeta Terra chiama Boldrini, ... pianeta Terra chiama boldrini, ... rispondi boldrini ...
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