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  1. #11
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    Predefinito re: “Quando c’era il duce…” basta cazzate, sfatiamo il mito

    Citazione Originariamente Scritto da Aldo Raine Visualizza Messaggio
    Lasciamo perdere va.. che è meglio. guardiamo avanti, guardiamo al comunismo
    Ah perché avanti c'è il comunismo ?
    ANNAMO BENEE!!!!

  2. #12
    STELLA D'ACCIAIO
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    Predefinito re: “Quando c’era il duce…” basta cazzate, sfatiamo il mito

    Citazione Originariamente Scritto da gianc Visualizza Messaggio
    Ah perché avanti c'è il comunismo ?
    ANNAMO BENEE!!!!
    Certo è il futuro.

  3. #13
    email non funzionante
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    Predefinito re: “Quando c’era il duce…” basta cazzate, sfatiamo il mito

    Citazione Originariamente Scritto da aldo raine Visualizza Messaggio
    certo è il futuro.
    il sol dell'avvenir ?

  4. #14
    Circumacta validius
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    Predefinito re: “Quando c’era il duce…” basta cazzate, sfatiamo il mito

    2) Se non c’era il Duce e ti ammalavi, peggio per te, non prendevi lo stipendio.
    Con la legge 11 gennaio 1943 n.138 venne istituita la prima Cassa Mutua di Assistenza di Malattia che offriva tutele minime ai soli lavoratori dipendenti del pubblico impiego e nulla per gli altri. L’indennità di malattia è un dono della repubblica democratica visto che venne istituita con decreto legislativo del Capo provvisorio dello stato nr.435 del 13 maggio 1947 l’INAM, Istituto Nazionale per l’assicurazione contro le malattie, riformato nel 1968 che assisteva tutti i lavoratori, anche coloro che dipendevano da imprese private. E nel 1978, con Legge 23 dicembre 1978, nr. 883, veniva estesa, oltre che l’indennità retributiva in caso di malattia, anche il diritto all’assistenza medica con la costituzione del Servizio Sanitario Nazionale.
    Informazione tratta da Topolino? Cito il testo della fondazione dell'Ente Mutualità Fascista del '43 a cui si fa riferimento:

    2) Se non c’era il Duce e ti ammalavi, peggio per te, non prendevi lo stipendio.
    Con la legge 11 gennaio 1943 n.138 venne istituita la prima Cassa Mutua di Assistenza di Malattia che offriva tutele minime ai soli lavoratori dipendenti del pubblico impiego e nulla per gli altri. L’indennità di malattia è un dono della repubblica democratica visto che venne istituita con decreto legislativo del Capo provvisorio dello stato nr.435 del 13 maggio 1947 l’INAM, Istituto Nazionale per l’assicurazione contro le malattie, riformato nel 1968 che assisteva tutti i lavoratori, anche coloro che dipendevano da imprese private. E nel 1978, con Legge 23 dicembre 1978, nr. 883, veniva estesa, oltre che l’indennità retributiva in caso di malattia, anche il diritto all’assistenza medica con la costituzione del Servizio Sanitario Nazionale.
    Informazione tratta da Topolino? Cito il testo della fondazione dell'Ente Mutualità Fascista del '43 a cui si fa riferimento:

    2) Se non c’era il Duce e ti ammalavi, peggio per te, non prendevi lo stipendio.
    Con la legge 11 gennaio 1943 n.138 venne istituita la prima Cassa Mutua di Assistenza di Malattia che offriva tutele minime ai soli lavoratori dipendenti del pubblico impiego e nulla per gli altri. L’indennità di malattia è un dono della repubblica democratica visto che venne istituita con decreto legislativo del Capo provvisorio dello stato nr.435 del 13 maggio 1947 l’INAM, Istituto Nazionale per l’assicurazione contro le malattie, riformato nel 1968 che assisteva tutti i lavoratori, anche coloro che dipendevano da imprese private. E nel 1978, con Legge 23 dicembre 1978, nr. 883, veniva estesa, oltre che l’indennità retributiva in caso di malattia, anche il diritto all’assistenza medica con la costituzione del Servizio Sanitario Nazionale.
    Informazione tratta da Topolino? Prego, leggere l'articolo 4 della legge in questione, che afferma l'esatto contrario:

    Costituzione dell'Ente Mutualità fascista - Istituto per l'assistenza di malattia ai lavoratori - La Previdenza - Osservatorio Giuridico Previdenziale e Assistenziale - Banca Dati Giuridica

    Il Duce ha inventato la Cassa Integrazione Guadagni per aiutare i lavoratori di aziende senza lavoro.
    Nel 1939, tramite circolari interne, veniva prevista la possibilità, prevista senza un reale quadro normativo per poterla applicare, visto che allora era totalmente inutile. L’Italia, già coinvolta nelle guerre nelle colonie (Libia, Abissinia) si stava preparando all’entrata in guerra al fianco della Germania e l’industria (soprattutto quella bellica) era in gran fermento, motivo per cui non solo si lavorava a turni pesantissimi ma si assistette addirittura al primo esodo indotto di lavoratori dall’agricoltura all’industria. La Cassa Integrazione Guadagni, nella sua struttura è stata costituita solo il 12 agosto 1947 con DLPSC numero 869, misura finalizzata al sostegno dei lavoratori dipendenti da aziende che durante la guerra erano state colpite e non erano in grado di riprendere normalmente l’attività.
    Che la guerra abbia ostacolato la via delle conquiste sociali, è scontato. In ogni paese è accaduto.

    4) Quando c’era il Duce non vi era disoccupazione in Italia.
    Vero, anche se in maniera discutibile. Unica precisazione da fare è che tale evento non era giustificato dal reale stato di benessere dell’economia ma da due eventi ben precisi: l’Italia stava preparando l’entrata in guerra e tutte le industrie (e l’artigianato) che direttamente o indirettamente fornivano l’esercito lavoravano a pieno regime.
    La prima guerra a cui ha partecipato il Fascismo è stata l'Abissinia nel '35, e Mussolini è salito al governo nel '22... Questo è un luogo comune. La politica di potenziamento dello stato fascista era indipendente dalle guerre.

    Per contro, l’accesso al lavoro era precluso a tutti coloro che non sottoscrivevano la tessera del Partito Nazionale Fascista, sanzione che era estesa anche ai datori di lavoro che eventualmente li impiegassero.
    Frase del tutto decontestualizzata, e priva dunque di significato, dato che la tessera fu richiesta solo dal 1938 fino al '43.

    Motivo per cui durante il fascismo assistemmo ai primi flussi migratori, di tutti coloro che per motivi politici non intesero allinearsi al regime ma avevano una famiglia da mantenere. Francia (prima dell’invasione nazista), USA, Argentina, Brasile e Africa le direttive principali dell’emigrazione Italiana: anche mio bisnonno da parte di padre fu costretto ad emigrare in Etiopia visto che nella Romagna nessuno intendeva rischiare dando lavoro a uno privo della tessera del partito. Gli extracomunitari attuali non esistevano visto che venivano direttamente sfruttati in loco nelle colonie, mentre i migranti erano i nostri poveri che non volevano tesserarsi al partito, motivo per cui in Italia, chi non lavorava per la guerra era indotto ad emigrare.
    I coloni, nelle città fondate in Italia come in Albania o in Africa, erano spediti assieme alle famiglie, e con degli incentivi statali. Dunque era lo stato a volerlo.


    5) Se non c’era il Duce le grandi strade in Italia non venivano costruite.
    Anche questo non è vero, visto che la necessità di realizzare infrastrutture in Italia fu un’idea di Giovanni Giolitti durante il suo quinto governo (15 giugno 1920/7 aprile 1921), avendo constatato l’impossibilità di uno sviluppo industriale in mancanza di solide strutture, sviluppo industriale dimostratosi necessario dal confronto con le altre grandi potenze che avevano partecipato al primo conflitto mondiale. Tale “rivoluzione” non potè essere attuata da Giovanni Giolitti, prima, e dal governo Bonomi che ne seguì solo per i sette mesi che resse a causa del boicottaggio e dell’ostruzionismo politico da parte del nascente fascismo, prima generico movimento popolare (1919) e poi soggetto in forma di partito dal 1921, con la costituzione del Partito Nazionale Fascista.
    Tutta teoria. La realtà è che la prima autostrada del mondo fu costruita durante il periodo Fascista da Milano.

    Teoricamente perché, malgrado fosse fatto su invito volontario, chiunque venisse colto a possedere oro proprio anche in casa, veniva perseguito come traditore e nemico della patria dalle squadre del Fascio Littorio, ripassati (come si diceva allora) a manganello ed olio di ricino.
    Questa è una idiozia grande quanto una casa, neanche una mezza verità. Superfluo aggiungere che all'epoca della campagna "Oro alla Patria" lo squadrismo non esisteva.

    E sempre per sostenere la guerra in Abissinia ed Eritrea prima, quella al fianco dei tedeschi poi, venne imposta l’autarchia: tutti i prodotti di importazione vennero soppressi come la maggior parte del grano utilizzato per la pasta e sostituito dall’”italico” riso, come ad esempio il caffè, sostituito dal “surrogato” fatto con cicoria tostata e il the, sostituito dal “coloniale” karkadè, misura che complessivamente peggiorò di molto la qualità della vita del popolo.
    E il sequestro ai contadini della produzione agricola: agli agricoltori, come i miei parenti nell’alto forlivese, veniva imposta una elevata produzione agricola di cui solo una piccola parte veniva lasciata al contadino per il consumo personale e la vendita al mercato mentre una quantità esosa veniva “prelevata” dai fascisti locali “per il bene della patria”. E anche gli animali da carne.
    Furono anni in cui calò l’allevamento dei maiali, animale ingombrante, oneroso da mantenere, visibile e quindi facilmente “prelevabile” in favore dell’allevamento del coniglio, più piccolo, più discreto e quindi più facilmente nascondibile; nel paese di Santa Sofia di Romagna (FC), tutta la collina della frazione di Camposonaldo, zona impervia da esplorare, divenne prima che territorio e base dei partigiani luogo di allevamento abusivo dei conigli, quelli che le famiglie contadine mangiavano la domenica e nei giorni di festa malgrado le disposizioni del regime.
    Autarchia che funzionò, dal petrolio al grano, dal caffé d'orzo ai tessuti, e continuò anche dopo la guerra per qualche decennio.

    7) Il Duce amava l’Italia.
    «Mi serve qualche migliaio di morti per sedermi al tavolo delle trattative» enunciò il Duce il 26 maggio 1940 (fonte: L’Italia nella seconda guerra mondiale, Milano, Mondadori, 1946, p. 37): e così fu, visto che nella disastrosa “campagna di Russia”, solo per compiacere Hitler con una presenza italiana del tutto male equipaggiata e fornita nelle sue operazioni di guerra, persero la vita ufficialmente 114.520 militari sui 230.000 inviati al fronte, a cui aggiungere i dispersi, ovvero le persone che non risultavano morte in combattimento ma nemmeno rientrate in patria, che fonti UNIRR stimano in circa 60.000 gli italiani morti durante la prigionia in Russia. Il Duce amava talmente l’Italia da aver introdotto leggi razziali antisemite nel 1938 solo per compiacere l’alleato nazista, inutili perché in Italia gli ebrei, a differenza che in Germania, non avevano un’importanza rilevante in un sistema economico di cui la dittatura volesse provvedere all’esproprio. E i fascisti, soprattutto durante il periodo della Repubblica Sociale Italiana (o di Salò) collaborarono attivamente ai massacri di rappresaglia a seguito delle operazioni partigiane e alla deportazione nei lager di cittadini italiani.
    In Italia inoltre il fascismo fu istitutore e gestore di “lager”: la bibliografia ufficiale stima 259 campi di prigionia, alcuni normali campi di detenzione, altri campi di smistamento in attesa della deportazione in Germania, altri ancora autentici campi di sterminio come la Risiera di San Sabba a Trieste, dove il tenore dei massacri era inferiore solo ai campi di Germania e Polonia.
    Citazione che si riferiva a qualche migliaio di morti nemiche, non Italiane, ovviamente, e in una guerra scatenata dalla dichiarazione di guerra di Inghilterra e Francia alla Germania.

    Notare che il fascismo affrontò almeno quattro guerre separate, e ne vinse tre (Abissinia, Spagna, riconquista di parte della Libia a scapito dei ribelli), su quattro.


    8) Il Duce diede il voto alle donne.
    Errato, perché le donne erano ammesse alle votazioni solo per piccoli referendum locali mentre erano escluse al voto per le elezioni politiche. La prima volta che le donne furono democraticamente ammesse al voto fu al referendum repubblica/monarchia del 1946.[/QUOTE]

    Il diritto di voto alle donne in ambito amministrativo, in Italia, risale al '25. Era nel programma dei Fasci di Combattimento dal '19. Fu reso inutile dalle modifiche al sistema elettorale, ma vi era.

    I numeri del fascismo in Italia
    42 fucilati nel ventennio su sentenza del Tribunale Speciale.
    28.000 anni complessivi di carcere e confino politico.
    80.000 libici sradicati dal Gebel con le loro famiglie e condannati a morire di stenti nelle zone desertiche della Cirenaica.
    700.000 abissini barbaramente uccisi nel corso della impresa Etiopica e nelle successive “operazioni di polizia”.
    350.000 militari e ufficiali italiani caduti o dispersi nella Seconda Guerra mondiale.
    45.000 deportati politici e razziali nei campi di sterminio, 15.000 dei quali non fecero più ritorno.
    640.000 internati militari nei lager tedeschi di cui 40.000 deceduti ed i 600.000 e più prigionieri di guerra italiani che languirono per anni rinchiusi tra i reticolati, in tutte le parti del mondo.
    110.000 caduti nella Lotta di Liberazione in Italia e all’estero.
    Migliaia di civili sepolti vivi tra le macerie dei bombardamenti delle città.
    Innumerevoli combattenti degli eserciti avversari ed i civili che morirono per le aggressioni fasciste.
    Numeri a caso, ovviamente.
    A forza di pigrizia e denaro, i cittadini consentono ai soldati di asservire la patria e ai rappresentanti di venderla. In uno Stato libero i cittadini fanno tutto colle loro braccia e nulla col denaro. Date denaro e presto avrete catene.

  5. #15
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    Predefinito re: “Quando c’era il duce…” basta cazzate, sfatiamo il mito

    Citazione Originariamente Scritto da elnick Visualizza Messaggio
    sì nel 1939 le casse del Paese si gonfiano per l'effetto della neutralità grassa e paiono esserci i soldi per molte cose ...

    ... un vero peccato che poi la pacchia finisca e l'anno successivo vengano introdotti gli elenchi dei coltivatori e i lavoratori se lo debbano pagare da soli, il primo considerevole tassello verso la povertà che progressivamente schiaccerà le campagne e il Paese fino ai primi piani Marshall ....

    non te l'hanno mai raccontato il seguito della storiella?
    La storiella della guerra che causa povertà e morte?

    No, non lo sapevo. Pensavo che la guerra portasse caramelle e abbracci. Sai?
    A forza di pigrizia e denaro, i cittadini consentono ai soldati di asservire la patria e ai rappresentanti di venderla. In uno Stato libero i cittadini fanno tutto colle loro braccia e nulla col denaro. Date denaro e presto avrete catene.

  6. #16
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    Predefinito re: “Quando c’era il duce…” basta cazzate, sfatiamo il mito

    Vedo che c'è qualcuno che tutt'ora difende Mussolini a spada tratta.

    Allora c'è ancora speranza.
    Cum Feris Ferus

  7. #17
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    Predefinito re: “Quando c’era il duce…” basta cazzate, sfatiamo il mito

    Citazione Originariamente Scritto da Noir Visualizza Messaggio
    “QUANDO C’ERA IL DUCE…” BASTA CAZZATE, SFATIAMO IL MITO
    Quando mai un drago è morto per il veleno di un rettile?

    F. Nietzsche
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    "Maledetto l'uomo che confida nell'uomo" (Ger 17, 5).

  8. #18
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    Predefinito re: “Quando c’era il duce…” basta cazzate, sfatiamo il mito

    Mussolini aveva ragione




    • E' bene che i primi a ridere delle storielle antifasciste siamo noi.
    • Il fascismo stabilisce l'uguaglianza verace e profonda di tutti gli individui di fronte al lavoro e di fronte alla nazione. (Milano, 6 ottobre 1934; da Opera omnia, vol. 26)
    • L'Europa sarà dominata dalla Germania. Gli stati vinti saranno vere e proprie colonie. Gli stati associati saranno province confederate. Tra queste la più importante è l'Italia. Bisogna accettare questo stato di cose perché ogni tentativo di reazione ci farebbe declassare dalla condizione di provincia confederata a quella ben peggiore di colonia. (daStoria – idee, fatti, protagonisti, Vol. 3a, SEI)


    • Là dove si è voluto esasperare ancora di più il capitalismo, facendone un capitalismo di Stato, la miseria è semplicemente spaventosa. (dal rapporto tenuto alle gerarchie del Regime, il 17 ottobre 1932, davanti a 25.000 adunati)



    • Neve e freddo vanno benissimo, così muoiono le mezze cartucce e si migliora questa mediocre razza italiana. Una delle principali ragioni per cui ho voluto il rimboschimento del'Appennino è stata per rendere più fredda e nevosa l'Italia. (da Storia – idee, fatti, protagonisti, Vol. 3a, SEI)





    • Il gioco dell'Inghilterra è molto rischioso. La Russia non si lascerà facilmente ingabbiare. La responsabilità di questa guerra, del resto, contrariamente a quanto si crede, non ricade su di me. Un giorno, ad esempio, si saprà che la guerra in Spagna io l'ho fatta con l'appoggio inglese!

    https://it.wikiquote.org/wiki/Benito_Mussolini


    Facile era osannare nel 1938! Ho una tale documentazione di persone che non sapevano più che fare per piacermi! E al primo apparire della tempesta, prima si sono ritirati prudentemente per osservare lo svolgersi degli avvenimenti. Poi si sono messi dalla parte avversaria. Che tristezza. Ma che conforto, finalmente, poter vedere che vi sono i puri, i veri, i sinceri. Tradire l'idea... tradire me... ma tradire la patria …"… "Mi hanno tanto rinfacciata la forma di disciplina che imponevo agli italiani. Come la rimpiangeranno. E dovrà tornare se gli italiani vorranno essere ancora un popolo e non un agglomerato di schiavi… E gli italiani la vorranno, la esigeranno. Cacceranno a furor di popolo i falsi pastori, i piccoli malvagi uomini asserviti agli interessi dello straniero. Porteranno fiori alle tombe dei martiri, alle tombe dei caduti per un'idea. Diranno, allora, senza piaggeria, e senza falsità: Mussolini aveva ragione".
    Mussolini aveva ragione/4 - giornaleditalia

  9. #19
    alias Bestia Nera
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    Predefinito re: “Quando c’era il duce…” basta cazzate, sfatiamo il mito

    Citazione Originariamente Scritto da Noir Visualizza Messaggio
    “QUANDO C’ERA IL DUCE…” BASTA CAZZATE, SFATIAMO IL MITO


    Con questo articolo sfatiamo i grandi cavalli di battagliausati da vecchi e nuovi fascistelli, nostalgici di quel “grand’uomo” di Benito Mussolini. E’ sufficiente una minima verifica storica dei fatti per portare a galla laverità. Buona lettura.
    1) Se non c’era il Duce col cavolo che prendevi la pensione, visto che l’INPS la inventò lui!
    Il primo sistema pensionistico in Italia a tutela dello stato di sopraggiunta invalidità sul lavoro o nel caso di impossibilità al lavoro per vecchiaia venne costituito nel 1898 quando venne introdotta la CNP, Cassa Nazionale di Previdenza nella quale venivano iscritti i lavoratori di alcune categorie e definitivamente dal 1919 quando l’ente divenne CNAS (Cassa Nazionale per le Assicurazioni Sociali) prevedendo l’iscrizione obbligatoria per tutti i lavoratori.

    2) Se non c’era il Duce e ti ammalavi, peggio per te, non prendevi lo stipendio.
    Con la legge 11 gennaio 1943 n.138 venne istituita la prima Cassa Mutua di Assistenza di Malattia che offriva tutele minime ai soli lavoratori dipendenti del pubblico impiego e nulla per gli altri. L’indennità di malattia è un dono della repubblica democratica visto che venne istituita con decreto legislativo del Capo provvisorio dello stato nr.435 del 13 maggio 1947 l’INAM, Istituto Nazionale per l’assicurazione contro le malattie, riformato nel 1968 che assisteva tutti i lavoratori, anche coloro che dipendevano da imprese private. E nel 1978, con Legge 23 dicembre 1978, nr. 883, veniva estesa, oltre che l’indennità retributiva in caso di malattia, anche il diritto all’assistenza medica con la costituzione del Servizio Sanitario Nazionale.

    3) Il Duce ha inventato la Cassa Integrazione Guadagni per aiutare i lavoratori di aziende senza lavoro.
    Nel 1939, tramite circolari interne, veniva prevista la possibilità, prevista senza un reale quadro normativo per poterla applicare, visto che allora era totalmente inutile. L’Italia, già coinvolta nelle guerre nelle colonie (Libia, Abissinia) si stava preparando all’entrata in guerra al fianco della Germania e l’industria (soprattutto quella bellica) era in gran fermento, motivo per cui non solo si lavorava a turni pesantissimi ma si assistette addirittura al primo esodo indotto di lavoratori dall’agricoltura all’industria. La Cassa Integrazione Guadagni, nella sua struttura è stata costituita solo il 12 agosto 1947 con DLPSC numero 869, misura finalizzata al sostegno dei lavoratori dipendenti da aziende che durante la guerra erano state colpite e non erano in grado di riprendere normalmente l’attività.

    4) Quando c’era il Duce non vi era disoccupazione in Italia.
    Vero, anche se in maniera discutibile. Unica precisazione da fare è che tale evento non era giustificato dal reale stato di benessere dell’economia ma da due eventi ben precisi: l’Italia stava preparando l’entrata in guerra e tutte le industrie (e l’artigianato) che direttamente o indirettamente fornivano l’esercito lavoravano a pieno regime. Per contro, l’accesso al lavoro era precluso a tutti coloro che non sottoscrivevano la tessera del Partito Nazionale Fascista, sanzione che era estesa anche ai datori di lavoro che eventualmente li impiegassero. Motivo per cui durante il fascismo assistemmo ai primi flussi migratori, di tutti coloro che per motivi politici non intesero allinearsi al regime ma avevano una famiglia da mantenere. Francia (prima dell’invasione nazista), USA, Argentina, Brasile e Africa le direttive principali dell’emigrazione Italiana: anche mio bisnonno da parte di padre fu costretto ad emigrare in Etiopia visto che nella Romagna nessuno intendeva rischiare dando lavoro a uno privo della tessera del partito. Gli extracomunitari attuali non esistevano visto che venivano direttamente sfruttati in loco nelle colonie, mentre i migranti erano i nostri poveri che non volevano tesserarsi al partito, motivo per cui in Italia, chi non lavorava per la guerra era indotto ad emigrare.

    5) Se non c’era il Duce le grandi strade in Italia non venivano costruite.
    Anche questo non è vero, visto che la necessità di realizzare infrastrutture in Italia fu un’idea di Giovanni Giolitti durante il suo quinto governo (15 giugno 1920/7 aprile 1921), avendo constatato l’impossibilità di uno sviluppo industriale in mancanza di solide strutture, sviluppo industriale dimostratosi necessario dal confronto con le altre grandi potenze che avevano partecipato al primo conflitto mondiale. Tale “rivoluzione” non potè essere attuata da Giovanni Giolitti, prima, e dal governo Bonomi che ne seguì solo per i sette mesi che resse a causa del boicottaggio e dell’ostruzionismo politico da parte del nascente fascismo, prima generico movimento popolare (1919) e poi soggetto in forma di partito dal 1921, con la costituzione del Partito Nazionale Fascista.

    6) Quando c’era il Duce il popolo stava meglio!
    Anche questa è un’affermazione discutibile. Infatti, a seguito delle sanzioni internazionali irrogate nel 1936 all’Italia a seguito dell’invasione dell’Etiopia, il 18 novembre di quell’anno venne indetto il “Giorno della fede” in cui gli italiani furono invitati, in teoria, a donare tutto il proprio oro alla Patria ricevendo, in cambio delle fedi nuziali (gli sposati) anelli in ferro con la scritta “ORO ALLA PATRIA – 18 NOV.XIV” che qualche anziano possiede ancora. Teoricamente perché, malgrado fosse fatto su invito volontario, chiunque venisse colto a possedere oro proprio anche in casa, veniva perseguito come traditore e nemico della patria dalle squadre del Fascio Littorio, ripassati (come si diceva allora) a manganello ed olio di ricino. E sempre per sostenere la guerra in Abissinia ed Eritrea prima, quella al fianco dei tedeschi poi, venne imposta l’autarchia: tutti i prodotti di importazione vennero soppressi come la maggior parte del grano utilizzato per la pasta e sostituito dall’”italico” riso, come ad esempio il caffè, sostituito dal “surrogato” fatto con cicoria tostata e il the, sostituito dal “coloniale” karkadè, misura che complessivamente peggiorò di molto la qualità della vita del popolo.
    E il sequestro ai contadini della produzione agricola: agli agricoltori, come i miei parenti nell’alto forlivese, veniva imposta una elevata produzione agricola di cui solo una piccola parte veniva lasciata al contadino per il consumo personale e la vendita al mercato mentre una quantità esosa veniva “prelevata” dai fascisti locali “per il bene della patria”. E anche gli animali da carne.
    Furono anni in cui calò l’allevamento dei maiali, animale ingombrante, oneroso da mantenere, visibile e quindi facilmente “prelevabile” in favore dell’allevamento del coniglio, più piccolo, più discreto e quindi più facilmente nascondibile; nel paese di Santa Sofia di Romagna (FC), tutta la collina della frazione di Camposonaldo, zona impervia da esplorare, divenne prima che territorio e base dei partigiani luogo di allevamento abusivo dei conigli, quelli che le famiglie contadine mangiavano la domenica e nei giorni di festa malgrado le disposizioni del regime.

    7) Il Duce amava l’Italia.
    «Mi serve qualche migliaio di morti per sedermi al tavolo delle trattative» enunciò il Duce il 26 maggio 1940 (fonte: L’Italia nella seconda guerra mondiale, Milano, Mondadori, 1946, p. 37): e così fu, visto che nella disastrosa “campagna di Russia”, solo per compiacere Hitler con una presenza italiana del tutto male equipaggiata e fornita nelle sue operazioni di guerra, persero la vita ufficialmente 114.520 militari sui 230.000 inviati al fronte, a cui aggiungere i dispersi, ovvero le persone che non risultavano morte in combattimento ma nemmeno rientrate in patria, che fonti UNIRR stimano in circa 60.000 gli italiani morti durante la prigionia in Russia. Il Duce amava talmente l’Italia da aver introdotto leggi razziali antisemite nel 1938 solo per compiacere l’alleato nazista, inutili perché in Italia gli ebrei, a differenza che in Germania, non avevano un’importanza rilevante in un sistema economico di cui la dittatura volesse provvedere all’esproprio. E i fascisti, soprattutto durante il periodo della Repubblica Sociale Italiana (o di Salò) collaborarono attivamente ai massacri di rappresaglia a seguito delle operazioni partigiane e alla deportazione nei lager di cittadini italiani.
    In Italia inoltre il fascismo fu istitutore e gestore di “lager”: la bibliografia ufficiale stima 259 campi di prigionia, alcuni normali campi di detenzione, altri campi di smistamento in attesa della deportazione in Germania, altri ancora autentici campi di sterminio come la Risiera di San Sabba a Trieste, dove il tenore dei massacri era inferiore solo ai campi di Germania e Polonia.

    8) Il Duce diede il voto alle donne.
    Errato, perché le donne erano ammesse alle votazioni solo per piccoli referendum locali mentre erano escluse al voto per le elezioni politiche. La prima volta che le donne furono democraticamente ammesse al voto fu al referendum repubblica/monarchia del 1946.

    I numeri del fascismo in Italia
    42 fucilati nel ventennio su sentenza del Tribunale Speciale.
    28.000 anni complessivi di carcere e confino politico.
    80.000 libici sradicati dal Gebel con le loro famiglie e condannati a morire di stenti nelle zone desertiche della Cirenaica.
    700.000 abissini barbaramente uccisi nel corso della impresa Etiopica e nelle successive “operazioni di polizia”.
    350.000 militari e ufficiali italiani caduti o dispersi nella Seconda Guerra mondiale.
    45.000 deportati politici e razziali nei campi di sterminio, 15.000 dei quali non fecero più ritorno.
    640.000 internati militari nei lager tedeschi di cui 40.000 deceduti ed i 600.000 e più prigionieri di guerra italiani che languirono per anni rinchiusi tra i reticolati, in tutte le parti del mondo.
    110.000 caduti nella Lotta di Liberazione in Italia e all’estero.
    Migliaia di civili sepolti vivi tra le macerie dei bombardamenti delle città.
    Innumerevoli combattenti degli eserciti avversari ed i civili che morirono per le aggressioni fasciste.
    L’invito è di condividere questo articolo sul web e soprattutto di farlo leggere a quei nostalgici di cui si accennava all’inizio.
    Chiunque, abbia un minimo di intelligenza e di conoscenza della storia, non può sostenere che Benito Mussolini e il fascismo abbiano fatto il bene dell’Italia.
    Articoli correlati: Apologia del fascismo | Gli italiani che vogliono il duce
    Articolo originale di Marco Cucchi (da ALGANEWS - luciogiordano.wordpress.com)
    Rivisitazione di Matteo Gracis
    p.s. NON sono un comunista e considero negativamente qualsiasi forma di regime.


    MG.it » ?Quando c?era il duce?? Basta cazzate, sfatiamo il mito:
    A parte tutte ste minchiate ci metteresti la mano sul fuoco che il lager triestino sìa stato istituito dai fascisti?
    Generale del Regio Esercito e responsabile di crimini di guerra sul fronte jugoslavo al comando della 2a Armata

  10. #20
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    Predefinito re: “Quando c’era il duce…” basta cazzate, sfatiamo il mito

    Le bufale sul fascismo
    Mito: La cassa integrazione guadagni è stata pensata e creata dal Duce per aiutare i lavoratori di aziende senza lavoro.
    Realtà: La cassa integrazione guadagni (CIG) è un ammortizzatore sociale per sostenere i lavoratori delle aziende in difficoltà economica. Nasce nell'immediato dopoguerra per sostenere i lavoratori dipendenti da aziende che durante la guerra furono colpite dalla crisi e non erano in grado di riprendere normalmente l’attività. Quindi la cassa integrazione nasce per rimediare ai danni causati dal fascismo e della guerra che hanno causato milioni di disoccupati.
    Nel 1939, tramite circolari interne, veniva prevista la possibilità, prevista senza un reale quadro normativo per poterla applicare, visto che allora era totalmente inutile.
    L’Italia, già coinvolta nelle guerre nelle colonie (Libia, Abissinia) si stava preparando all’entrata in guerra al fianco della Germania e l’industria (soprattutto quella bellica) era in gran fermento, motivo per cui non solo si lavorava a turni pesantissimi ma si assistette addirittura al primo esodo indotto di lavoratori dall’agricoltura all’industria.
    La Cassa Integrazione Guadagni, nella sua struttura è stata costituita solo il 12 agosto 1947 con DLPSC numero 869, misura finalizzata al sostegno dei lavoratori dipendenti da aziende che durante la guerra erano state colpite e non erano in grado di riprendere normalmente l’attività.

    Mito: Ai tempi del Duce eravamo tutti più ricchi.
    Realtà: Mussolini permise agli industriali e agli agrari di aumentare in modo consistente i loro profitti, a scapito degli operai. Infatti fece approvare il loro contenimento dei salari.
    Nel 1938, dopo 15 anni di suo operato, la situazione economica dell’italiano medio era pessima, il suo reddito era circa un terzo di quello di un omologo francese.

    Mito: Il governo di Mussolini raggiunse il pareggio di bilancio il primo aprile 1924 (e quindi è migliore dei governi attuali)
    Che ci sia riuscito non c’è dubbio, ma era già successo prima che Mussolini salisse al governo (fu Minghetti a realizzarlo) nel 1876.
    All’inizio del ventennio l’Italia arrivava da un periodo di indebitamento causato dalla Guerra Mondiale e furono adottati dei provvedimenti corretti come le liberalizzazioni, riduzione delle spese e l’espansione industriale aiutò moltissimo
    negli anni successivi però andò tutto in vacca: la crisi mondiale in parte e il disinteresse dell’economia del Duce, molto più interessato a fare la guerra, portarono il bilancio in negativo vanificando tutti gli sforzi fatti. La politica di autarchia messa in atto limitò moltissimo le importazioni e le esportazioni, politica totalmente inapplicabile oggi. Oltre ad aver causato la distruzione della nazione nella Seconda Guerra Mondiale.


    Mito: Mussolini non aumentò le tasse
    Realtà: a parte i primi anni non è vero che le tasse non furono aumentate, un po’ alla volta nuove tasse colpirono gli italiani e la lira che aveva rafforzato nei primi anni venne svalutata più volte per poter tirare avanti. In parole povere davanti alle difficoltà il governo prese di volta in volta decisioni diverse e logicamente variavano anche di molto in base al momento storico. Non si può dire “Mussolini non aumentò le tasse”.

 

 
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