Regionali Emilia e Calabria, Matteo Renzi verso la vittoria sicura. E va a Bologna per il record

Pubblicato: 18/11/2014 139 CET Aggiornato: 4 ore fa








È con l’idea di incassare un plebiscito che Matteo Renzi piomberà a Bologna giovedì per chiudere la campagna elettorale in Emilia Romagna a sostegno di Stefano Bonaccini. Ancora in forse, il giorno dopo, il gran finale nell’altra regione dove si vota, la Calabria. Qualche giorno fa il premier e Oliverio si sono sentiti e c’era un intesa di massima per il 21. Si vedrà. L’obiettivo è ottenere dal test quello che i suoi chiamano un nuovo “effetto 40 per cento”, come alle europee.
Perché la vittoria è sicura, anzi stra-sicura. L’ultimo sondaggio arrivato al Nazareno dà Bonaccini oltre la maggioranza assoluta, mentre il candidato del centrodestra, il leghista Fabbri sotto il 30 per cento. Crolla Grillo, che non a caso si sta tenendo lontano dall’Emilia. Nella terra del boom, al momento è poco sopra il 15 per cento. L’avversario vero è il partito dell’astensione. Riflettono i big renziani al Nazareno che il clima nel paese è tale che, al momento, nessun partito ha il monopolio della rabbia e della protesta come Grillo due anni fa. Quel malcontento che va da Tor Sapienza all’alluvione, passando per la rivolta contro gli immigrati nelle case a Milano va in parte verso Salvini ma il grosso nell’astensione.
Un malcontento che però non incrocia le aree dove si vota. In Emilia i fattori critici sono: l’esondazione del Po, che però tocca solo il Nord, le zone terremotate dove la ricostruzione sta andando bene, e l’inchiesta sulle spese pazze che ha già penalizzato il Pd alle primarie. Ecco perché l’allarme è sull'astensionismo. Al momento il dato è che il 50 per cento degli emiliani starà a casa. Allarme rosso? Non proprio. Spiega una fonte vicina al dossier: “In tutte le regionali in cui si votava senza altre elezioni coincidenti né nazionali né comunali si è avuto più o meno quel dato. Negli ultimi due anni è stato così in Friuli, Basilicata, Sardegna”. È chiaro però che Renzi miri a battere – oltre alla destra e Grillo – il partito dell’astensione. Evitare cioè che il plebiscito sia oscurato da titoli del tipo: il Pd è il secondo partito dopo gli astensionisti.
Paradossalmente, i sondaggi che sono ad Arcore sono rassicuranti in tal senso. I definitivi arriveranno giovedì, ma gli ultimi danno il Pd ampiamente sopra il 50 per cento. Nel centrodestra invece la Lega, in crescita sopra Forza Italia, in crollo sotto il 10. Il trend dice che la Lega supererà il Movimento Cinque stelle, diventando il secondo partito.
Il secondo campo del trionfo annunciato è il dato calabrese. Fonti del Pd locale raccontano di un sondaggio di tre giorni fa secondo cui Mario Oliverio supererebbe il 50 per cento, con vette di consenso a Cosenza di oltre il 70. La verità è che Oliverio non ha rivali. Il centrodestra, distrutto politicamente e nell'immagine dai guai giudiziari di Scopelliti e dal suo malgoverno locale è diviso tra Ncd e Forza Italia. Wanda Ferro, la candidata azzurra starebbe attorno al 15-20 e il candidato di Ncd D’Ascola, attorno all’8. L’astensione è alta ma penalizza solo il centrodestra. Oggi Renzi, rientrato dall’Australia, metterà mano all’agenda. E deciderà se andare o meno in Calabria a fare il record. Al momento la competizione è tra il suo “partito della Nazione” e il partito dell’astensione.

da Regionali Emilia e Calabria, Matteo Renzi verso la vittoria sicura. E va a Bologna per il record