queste le cifre impietose: 15 milioni di espulsi da Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Romania, Ungheria, Jugoslavia con la sola colpa di essere tedeschi, in maggioranza si trattava di donne e bambini
All'indomani della Seconda guerra mondiale l'Europa è stata teatro del trasferimento forzato della popolazione a larghissima scala: milioni e milioni di tedeschi che vivevano in Polonia, Cecoslovacchia e Ungheria, diventati indesiderabili da questi paesi che avevano subito il dominio nazista sono stati espulsi dalle loro case e inviati a vivere nelle case in rovina del Reich
Queste eslpulsioni si sono svolte tra il 1945 e il 1947 e sono state organizzate dai governi locali con la collaborazione di governi britannico, sovietico e americano che pilotavano la riscostruzione dell'Europa.
Esse hanno interessato dai 13 ai 15 milioni di persone, per la maggior parte donne e bambini e sono state condotte con una tale brutalità che hanno provocato numerosissime vittime: almeno 500.000 espulsi sono morti nei campi di transito dove erano stati assemblati, durante il trasporto o al loro arrivo in Germania, esausti, affamati e senza tetto. Quetso episodio si è svolto alla luce del sole, sotto lo sguardo di di decine di migliaia di giornalisti, diplomatici, operatori umanitari e osservatori diversi.
Le sue ripercussioni sono ancora evidenti nell'Europa e nel Mondo di oggi, Eppure al di fuori della Germania è completamente dimenticato