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  1. #1
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    Predefinito l'espulsione e il genocidio dei tedeschi dall'Europa Orientale 1945-1952

    queste le cifre impietose: 15 milioni di espulsi da Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Romania, Ungheria, Jugoslavia con la sola colpa di essere tedeschi, in maggioranza si trattava di donne e bambini

    All'indomani della Seconda guerra mondiale l'Europa è stata teatro del trasferimento forzato della popolazione a larghissima scala: milioni e milioni di tedeschi che vivevano in Polonia, Cecoslovacchia e Ungheria, diventati indesiderabili da questi paesi che avevano subito il dominio nazista sono stati espulsi dalle loro case e inviati a vivere nelle case in rovina del Reich
    Queste eslpulsioni si sono svolte tra il 1945 e il 1947 e sono state organizzate dai governi locali con la collaborazione di governi britannico, sovietico e americano che pilotavano la riscostruzione dell'Europa.
    Esse hanno interessato dai 13 ai 15 milioni di persone, per la maggior parte donne e bambini e sono state condotte con una tale brutalità che hanno provocato numerosissime vittime: almeno 500.000 espulsi sono morti nei campi di transito dove erano stati assemblati, durante il trasporto o al loro arrivo in Germania, esausti, affamati e senza tetto. Quetso episodio si è svolto alla luce del sole, sotto lo sguardo di di decine di migliaia di giornalisti, diplomatici, operatori umanitari e osservatori diversi.
    Le sue ripercussioni sono ancora evidenti nell'Europa e nel Mondo di oggi, Eppure al di fuori della Germania è completamente dimenticato

  2. #2
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    Predefinito Re: l'espulsione e il genocidio dei tedeschi dall'Europa Orientale 1945-1952

    Le autorità e la popolazione polacca fecero di tutto per rendere la vita dei tedeschi impossibile e per spingerli ad andarsene. L'occupazione sovietica fu caratterizzata da violenze di un uso sistematico dello stupro sulle donne tedesche. Erano frequenti i casi di stupro con omicidio. Bande di saccheggiatori polacchi provenienti dalla Polonia centrale rubavano tutto ciò che potevano, per poi tornare nelle regioni di provenienza. Sia le autorità civili polacche che le autorità militari sovietiche internarono numerosi tedeschi in campi di lavoro e detenzione all'interno del territorio polacco; molti altri furono trasferiti al lavoro forzato in URSS. Alcune stime parlano di 1,5 milioni di morti, se si sommano le vittime dirette delle deportazioni a quelle della pulizia etnica. Le testimonianze sono concordi nel sottolineare la gratuità e la diffusione delle violenze da parte polacca. Così la sezione politica dell'Armata Rossa descriveva la situazione nell'agosto 1945: "Sono sempre più frequenti casi di uccisioni gratuite, di arresti arbitrari, di lunghe condanne detentive e corredate da deliberate umiliazioni". La situazione divenne ancora più insostenibile quando, alla fine del 1945, decine di migliaia di contadini polacchi provenienti dalle regioni orientali inglobate dall'URSS si riversarono a ovest. Questa gente, spesso completamente spogliata di tutto ciò che aveva, arrivava in condizioni disperate, in cerca di una casa e di un po' di terra da coltivare. Il sistema ferroviario era stato quasi completamente distrutto durante la guerra, perciò il ritmo delle partenze tra i tedeschi fu per forza di cose piuttosto lento. Così, anche molte persone che non chiedevano altro che di lasciare il paese furono arrestate e inserite nei battaglioni di lavoro forzato, mentre migliaia di altre si accampavano nelle stazioni in attesa di un convoglio che le portasse in Germania. Nell'inverno 1945-46 si giunse a interrompere i trasferimenti, perché i convogli, spesso formati solo da carri per il trasporto di merci a cielo aperto, arrivavano a destinazione pieni di cadaveri di deportati morti assiderati durante il viaggio. Così come in Cecoslovacchia, i tedeschi furono obbligati a portare al braccio una fascia di riconoscimento, e furono banditi da una serie di locali pubblici.

  3. #3
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    Predefinito Re: l'espulsione e il genocidio dei tedeschi dall'Europa Orientale 1945-1952

    Gli ex-campi di concentramento e di sterminio nazisti vennero riadattati (insieme a normali prigioni) a ospitare più di 100.000 internati tedeschi (in condizioni, beninteso, non comparabili a quelle della massa deumanizzata che i nazisti uccidevano con il lavoro o spingevano nelle camere a gas durante gli anni del loro dominio). Gli internati, falcidiati da epidemie di tifo, erano impiegati in lavori forzati o aspettavano semplicemente il momento dell'espulsione verso la Germania. Secondo alcuni ricercatori, la mortalità si aggirava tra il 20% e il 50% degli internati. In alcuni casi, le autorità polacche provvidero a punire i crimini commessi dai direttori di questi campi contro gli internati. Nel 1959, Czeslaw Geborski, direttore del campo di Lambinowic, fu processato per i fatti avvenuti durante il periodo della sua direzione. L'episodio più grave avvenne nell'ottobre 1945: il massacro di decine (forse centinaia) di internati che tentavano di fuggire da una baracca che aveva preso fuoco. Geborski aveva ordinato di sparare a chi cercasse di abbandonare la baracca. Al processo, si difese sostenendo che aveva voluto vendicarsi sui tedeschi per le loro azioni durante la guerra. In un certo senso, in effetti, fu proprio la delirante gerarchia razziale nazista che, rovesciata, fu lo strumento delle vendette postbelliche.

  4. #4
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    Predefinito Re: l'espulsione e il genocidio dei tedeschi dall'Europa Orientale 1945-1952

    La "Volksliste" rovesciata

    L'amministrazione nazista della Polonia occupata aveva infatti diviso la popolazione in base a una "Volksliste" (lista della popolazione), che comprendeva quattro gruppi rigidamente gerarchizzati "razzialmente". Il primo gruppo era costituito da coloro che avevano la cittadinanza tedesca; il secondo dalla minoranza tedesca nella Polonia prebellica; il terzo e il quarto gruppo era formato da coloro (i cosiddetti "autoctoni") che parlavano un qualche dialetto tedesco, come gli slesiani, e che privilegiavano, nella loro autoidentificazione, un'identità locale, regionale, rispetto a un'identità nazionale. Al di sotto di questa gerarchia stavano slavi ed ebrei, che dovevano essere rispettivamente schiavizzati (dopo l'eliminazione fisica delle loro élites) e sterminati. Dopo la guerra, i polacchi ripresero in mano la "Volksliste" e punirono le categorie privilegiate dai nazisti: i tedeschi del Reich vennero processati come criminali di guerra o immediatamente deportati; i tedeschi con cittadinanza polacca vennero trattati come traditori dello stato polacco (in analogia a quanto stava succedendo in Cecoslovacchia), privati di ogni diritto e proprietà, giustiziati, imprigionati, deportati (si calcola che circa 100.000 tedeschi appartenenti alle prime due categorie fossero stati inghiottiti dal GULag sovietico). Agli "autoctoni" (categorie 3 e 4) fu invece permesso di fare domanda per una loro eventuale "polonizzazione". In generale, se la passarono peggio i tedeschi che vivevano nella Polonia prebellica, considerati dei traditori e avviati a decine di migliaia al lavoro forzato. Gli abitanti delle nuove zone annesse allo stato polacco furono invece più che altro espulsi in tutta fretta per mettere gli Alleati di fronte al fatto compiuto e rendere irreversibile l'espansione a ovest. Così, nell'estate del 1945, chi abitava nelle regioni immediatamente a est dei fiumi Oder e Neisse (che avrebbero segnato, e segnano tuttora, il confine tra Germania e Polonia), furono espulsi con la minaccia delle armi nella zona della Germania controllata dall'URSS, la futura DDR. L'espulsione immediata di tutti i tedeschi ebbe però delle importanti eccezioni, o per lo meno un certo rallentamento, per la necessità di trattenere in Polonia operai specializzati e lavoratori delle miniere che erano difficilmente sostituibili dalla manodopera polacca. In ogni caso, i lavoratori tedeschi rimasti furono gradualmente espulsi dalla Polonia in capo a pochi anni: la regola rimaneva quella che chiunque continuasse a considerarsi tedesco doveva andarsene. I rimasti dovevano essere sottoposti a verifica. Come diceva il governatore polacco della Slesia: "Non permetteremo che si copra la carne tedesca col sugo polacco. Dobbiamo affermare chiaramente che nella regione di Opole gli unici e soli padroni sono i polacchi".

    La "polonizzazione"

    Intanto, procedeva l'opera di "degermanizzazione" (o, se si vuole, di "polonizzazione" - anche se, naturalmente, i dirigenti polacchi parlavano di "ripolonizzazione") di territori che erano stati abitati per centinaia di anni anche e soprattutto da popolazioni di lingua tedesca. Circostanza che rendeva i polacchi inquieti, la Slesia e della Pomerania erano state sì assegnate alle forze di occupazione polacche dagli accordi interalleati di Yalta e Potsdam, ma l'annessione non fu mai, per tutta la guerra fredda, riconosciuta da tutte le grandi potenze. Solo la caduta del muro di Berlino pose fine a questa situazione (trattato tedesco-polacco del 1990), anche perché le influenti associazioni tedesche degli espulsi facevano opera di pressione sul governo della Repubblica Federale Tedesca affinché non riconoscesse la perdita dei territori ad est, procrastinando la riconciliazione. A causa di questa insicurezza, la "polonizzazione" fu particolarmente rapida e brutale. Alle città e alle strade venne dato un nome polacco; le iscrizioni tedesche su edifici, chiese e tombe furono cancellate, i monumenti abbattuti. I libri e i documenti d'archivio tedeschi furono bruciati. I cosiddetti "autoctoni" (in tutto circa 850.000 persone), coloro che aderivano ad un'identità locale, né tedesca né polacca (o che negarono la loro maggiore vicinanza alla cultura tedesca per non essere espulsi), furono spinti a polonizzarsi. A costoro, che nella maggior parte dei casi parlavano un dialetto tedesco, fu imposto di aggiungere ai propri cognomi delle desinenze polaccheggianti, mentre i nomi erano tradotti nell'equivalente polacco. Il 17 aprile 1946 fu proibito l'uso della lingua tedesca, in teoria anche nelle case private, pena l'arresto. La creazione di uno stato polacco "etnicamente puro" non comportò solo l'espulsione dei tedeschi, ma anche quella delle due altre principali minoranze presenti sul territorio della Polonia prebellica, gli ebrei e gli ucraini.

  5. #5
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    Predefinito Re: l'espulsione e il genocidio dei tedeschi dall'Europa Orientale 1945-1952

    Si tende spesso a dimenticare che i tedeschi avevano minoranze sparse per tutta l' Europa orientale in un numero non trascurabile.
    Questo era dovuto al fatto che poco dopo l'anno mille cominciò una vasta opera di pressione militare sugli slavi occidentali e sui balti (da ricordare che la Germania orientale era terra slava e che prussiani era il nome di tribù baltica ) unita ad una forte emigrazione incentivata a volte dagli stessi sovrani slavi e transilvani .
    Più tardi si aggiungeranno le emigrazioni all'interno dell'impero asburgico e la presenza massiccia di mercanti tedeschi nelle russie .

    Qualche mappa rende l'idea :
    http://1.bp.blogspot.com/-4pknIoJJGR...nic+german.jpg
    Qua l'avanzamento per secoli
    http://www.ceskenarodnilisty.cz/clanky/Drang.jpg

    Purtroppo l'idea hitleriana di reclamare ogni terra ( specialmente slava ) ove vi fossero genti germaniche , sommata alla repressione feroce sulle popolazioni locali portò all'inevitabile fine di queste comunità secolari più o meno integrate .

  6. #6
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    Predefinito Re: l'espulsione e il genocidio dei tedeschi dall'Europa Orientale 1945-1952

    Citazione Originariamente Scritto da kodiak Visualizza Messaggio
    Si tende spesso a dimenticare che i tedeschi avevano minoranze sparse per tutta l' Europa orientale in un numero non trascurabile.
    Questo era dovuto al fatto che poco dopo l'anno mille cominciò una vasta opera di pressione militare sugli slavi occidentali e sui balti (da ricordare che la Germania orientale era terra slava e che prussiani era il nome di tribù baltica ) unita ad una forte emigrazione incentivata a volte dagli stessi sovrani slavi e transilvani .
    Più tardi si aggiungeranno le emigrazioni all'interno dell'impero asburgico e la presenza massiccia di mercanti tedeschi nelle russie .

    Qualche mappa rende l'idea :
    http://1.bp.blogspot.com/-4pknIoJJGR...nic+german.jpg
    Qua l'avanzamento per secoli
    http://www.ceskenarodnilisty.cz/clanky/Drang.jpg

    Purtroppo l'idea hitleriana di reclamare ogni terra ( specialmente slava ) ove vi fossero genti germaniche , sommata alla repressione feroce sulle popolazioni locali portò all'inevitabile fine di queste comunità secolari più o meno integrate .
    a proposito di Transilvania: il nuovo presidente della Romania è tedesco della minoranza tedesca in Transilvania: è perfettamente bilingue tedesco e rumeno e protestante la sua famiglia (genitori e sorella inclusi) è tutta tornata in Germania dopo la caduta del muro, lui è rimasto per via della moglie rumena, professore di fisica poi eletto sindaco di Sibiu (Hermannstadt) nel 2000, qualche giorno fa ha stracciato il premier rumeno col 55% dei voti

    Non so se è già capitato che un capo di stato europeo (non i re perchè quelli sono sempre multiculturali) abbia la doppia nazionalità, Manuel Valls è spagnolo ma è solo primo ministro
    Ultima modifica di FrancoAntonio; 20-11-14 alle 18:21

  7. #7
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    Predefinito Re: l'espulsione e il genocidio dei tedeschi dall'Europa Orientale 1945-1952

    purtroppo è un caso uguale a quello italiano, che purtroppo venne deliberatamente dimenticato
    (Gv 3, 20-21)
    Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio

  8. #8
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    Predefinito Re: l'espulsione e il genocidio dei tedeschi dall'Europa Orientale 1945-1952

    Citazione Originariamente Scritto da Haxel Visualizza Messaggio
    purtroppo è un caso uguale a quello italiano, che purtroppo venne deliberatamente dimenticato
    già: in Istria e Dalmazia sono 350.000 esodati e 12-15 mila infoibati, qui siamo a 15 milioni di esodati e dai 500.000 ai 2 milioni di morti di stenti durante i trasferimenti e nei campi di raccolta

    Regioni tedesche da 800 anni come la Slesia e la Prussia Orientale sono state cancellate dalla faccia della terra, esattamente come l'Istria e la Damazia italiane
    Ultima modifica di FrancoAntonio; 21-11-14 alle 20:09

  9. #9
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    Predefinito Re: l'espulsione e il genocidio dei tedeschi dall'Europa Orientale 1945-1952

    Io alla fine della WWII (ma anche della WWI) avrei fatto coincidere rigorosomente ai confini politici quelli etnici, purtroppo gli alleati non erano di questa opinioni.

    All'Italia è andata bene, ha perso solo 7-8000 chilometri quadrati, alla Germania è andata malissimo, ha perso quasi 2/5 del territorio pre-WWI e la metà del territorio abitato da tedeschi.

    Comunque non ho mai capito le pesanti perdite a favore della Polonia, la cui etnia viveva appunti tra i confini pre-WWII con la germania a ovest e la linea Curzon a est...

  10. #10
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    Predefinito Re: l'espulsione e il genocidio dei tedeschi dall'Europa Orientale 1945-1952

    Diffusione dell'etnia polacca prime della WWII:


 

 
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