Onorevoli Senatori!
Ecco la mia proposta.
Il Sen. Ronnie
* * *
ex art. 35 del Regolamento del Senato
considerata
la situazione di stallo sulle quattro decadenze
vista
la Sentenza della Corte che chiarisce che col vigente regolamento il voto è obbligato
vista
la Costituzione, che già prevede in sè un meccanismo efficiente ancora non attuato, risolutivo rispetto al problema
(art. 19 comma 6, rinvio dal Senato alla Corte delle decadenze per assenze)
propone
Articolo unico
Modifiche attuative della Costituzione alla disciplina del voto sulle assenze
1. All'articolo 39, comma 3, dopo le parole "la decadenza del senatore" il punto è soppresso e sono aggiunte le parole "per una sola volta.".
2. Al medesimo articolo, dopo il comma 3, sono aggiunti i seguenti commi:
"4. Nel caso la votazione di cui al comma 3 sia nulla per mancanza del numero legale, al fine di consentire l'ordinata sostituzione degli assenti e prevenire il caso della prevalenza degli assenteisti sui presenti, che porrebbe in situazione di stallo l'aula, il Presidente pro tempore del Senato, ex art. 19 comma 6 Cost., rinvia d'ufficio alla Corte Costituzionale la decisione sulla decadenza.
5. La Corte Costituzionale, con ordinanza, decide sulla decadenza secondo opportunità. L'indicazione della maggioranza dei Senatori che si siano espressi nella votazione di decadenza risultata nulla è espressamente considerata come autorevole parere non vincolante.
6. La Corte Costituzionale sospende la decisione sull'ordinanza di cui al comma 5 se pendono giudizi relativi alla legittimità della convocazione o dello svolgimento della seduta per assenze, e ne riassume la trattazione solo all'esito di essi nel caso di giudizio che confermi la legittimità della seduta presupposto del rinvio."
3. Il comma 4 dell'articolo è rinumerato in 7.
Le principali differenze tra la mia proposta e quella del Sen. Centrale, sua concorrente, sono le seguenti:
- La mia proposta, mantiene un filtro collegiale, un momento di riflessione, tra l'assenza e la decadenza, ma esclude il mero rischio che un'aula inefficace a decidere per "assenze concentrate" oltre il numero legale si blocchi, spostando tale collegialità dal Senato alla Corte ogni qualvolta manchi per anche una sola volta il numero
- Questo significa anche che rimane libero il parlamento di decidere che uno possa assentarsi pure più di 30 giorni, semplicemente derogando per lui, senza che un automatismo irreverbile condanni alla decadenza il senatore. (E' bene a questo punto notare che assenze di oltre trenta giorni, se ad esempio il periogo è Giugno - Luglio, sono standard.)
- La proposta del Ministro centrale, invece, consegna all'automatica ghigliottina un rappresentante del popolo, ed ha un sapore non tradizionale, immotivatamente sanzionatorio, che cozza con la normalità che ha sempre visto il parlamento votare sulla destituzione, il che, se permettete, mi risulta di gusto giacobino.
- In ogni caso, la proposta centrale, sappiatelo, è incompatibile con la malattia di un nostro caro, è incompatibile con le vacanze lunghe per chi può permettersele, rischia di determinare la decadenza di chi per 31 giorni abbia problemi di ADSL in attesa di un tecnico. Eccetera Eccetera.
E' bene che consideriate che l'automatismo non è affatto più "imparziale" o più "certo" che il voto del parlamento, perchè come noto la Corte ha espresso un severissimo vincolo, che farà precedente per ogni decadenza e giudizio a seguire, quando nella scorsa sentenza ha solennemente sancito che: "Il Senato, secondo il Regolamento, ha la facoltà di stabilire che le ragioni dell’assenza prolungata non sia valide o sufficienti, e può decidere di dare luogo alla decadenza anche se il senatore nel frattempo è tornato attivo. Ciò comprensibilmente salva l’assente da automatismi frettolosi (per cui dopo un tot. di giorni di assenza la decadenza è immediata e subito applicabile), ma non dal giudizio dell’assemblea, che può ritenere valide o meno le sue motivazioni, o l’eventuale promessa di seguire i lavori più assiduamente. Il Regolamento in questo caso prefigura un compromesso ragionevole tra l’esigenza di salvaguardare la continuità, e quella di allontanare gli assenti cronici. Naturalmente si ESIGE dal Senato parità di trattamento; nel senso che sarebbe censurabile che il Senato, trovandosi di fronte ad assenze non giustificate o giustificate con argomentazioni consimili, "salvasse" i senatori della maggioranza politica e dichiarasse la decadenza dei senatori dell'opposizione. Se ciò accadesse la Corte sarebbe costretta a rivalutare la costituzionalità degli articoli del Regolamento che disciplinano la materia. Ci si attende dal Senato e dai senatori equità e ragionevolezza.
Vogliamo seriamente andare contro la sentenza, e stabilire proprio quel "frettoloso automatismo" che la corte considerava utilmente evitato dal regolamento del Senato? Io spero e credo di no.
La proposta che ho espresso è più che adeguata. Non serve nemmeno una clausola che estenda ai procedimenti in atto, perchè, costituendo il rinvio una attuazione di una norma costituzionale, non ci sarebbero dubbi sulla terminazione delle sedute in corso.
Si tratta solo di votarla.
Grazie dell'attenzione