E se, in fondo, il mini-euro non dispiacesse affatto ai ministri finanziari europei?
Riuniti in Lussemburgo, i titolari delle tesorerie di Eurolandia discutono l’andamento recente della moneta unica, e danno il via libera alle manovre di bilancio adottate da vari Paesi, fra cui l’Italia.
Giulio Tremonti incassa l’approvazione dei colleghi europei: la correzione da 24,9 miliardi va nella giusta direzione. «Siamo soddisfatti delle misure taglia-deficit in Italia, Francia e Germania», dice il presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Junker.

I ministri delle Finanze incominciano la discussione sulle manovre di bilancio in Spagna e Portogallo, ma anche in Francia, Germania (80 miliardi in quattro anni) e Italia.
È la prima occasione per Tremonti di spiegare ai colleghi europei le linee dell’intervento approvato di recente dal governo, e il ministro dell’Economia ottiene un via libera preliminare.
L’Eurogruppo si aspetta tuttavia un’accelerazione del processo di risanamento anche da parte degli altri Paesi dell’area.

L’euro a 1,19 dollari non impressiona i ministri delle Finanze.
Anzi, il presidente dell’Eurogruppo Junker dice di non essere preoccupato per la discesa della moneta unica.
Come ricorda il ministro delle Finanze olandese Jan Kees de Jager, «il tasso di cambio attuale è più o meno vicino alla media storica, e ben lontano dal picco negativo di 0,82 dollari toccato nel 2000».
Gli fa eco il commissario agli Affari economici, Olli Rehn: «È il ritmo dell’evoluzione, e non il livello del cambio, a preoccupare».

Con una crescita economica 2010 ancora stentata, l’Europa vede nel deprezzamento del cambio una sorta di svalutazione competitiva continentale, che potrà aiutare le esportazioni.
«Un euro che permetta di essere più competitivi e aiuti le esportazioni europee non pone problemi», conferma il lussemburghese Didier Reynders.
In Italia, nei primi quattro mesi di quest’anno le esportazioni sono cresciute di oltre il 12%.

Comunque, il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schauble osserva che l’Europa non solo ha una moneta condivisa, ma anche una responsabilità condivisa, e dunque devono essere fatti «i passi necessari, decidendo in fretta che cosa cambiare nell’ambito dei trattati».
I ministri finanziari non vedono problemi di tipo greco sul fronte dell’Ungheria:
«Il vero problema - dice Junker - è che i politici ungheresi parlano troppo».
L’allarme sullo stato di salute dei conti pubblici magiari, innescato da incaute dichiarazioni governative, è servito da detonatore per il ribasso delle Borse e dell’euro.

Sono stati approvati gli accordi tecnici relativi al «veicolo speciale» per l’assegnazione degli aiuti finanziari ai Paesi in difficoltà, già sperimentato con la Grecia.
La società veicolo avrà sede in Lussemburgo ed emetterà bond per raccogliere capitali sul mercato e prestarli ai Paesi in crisi.
Alla discussione sul fondo «salva Stati» ha partecipato il direttore generale del Fondo monetario, Dominique Strauss-Kahn.
In un documento presentato alla riunione, il Fmi chiede all’Europa di assicurare la stabilità del proprio sistema bancario.

la redazione de ilgiornale.it del 08 06 2010 pg 4

saluti