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  1. #21
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    Predefinito Re: Tony Blair a Sky: plaudo a ciò che Renzi sta facendo.

    Citazione Originariamente Scritto da Gdem88 Visualizza Messaggio
    Io più che altro ritengo che il quadro da te figurato non sia realistico, in un paese dove nessun governo della seconda repubblica è mai stato riconfermato con due mandati di fila. Quando uno non soddisfa appieno, la gente vota l'altro....non c'è più la conventio ad excludendum che ha permesso alla DC di essere percepita dalla maggioranza come l'unica forza di governo.
    Il massimo raggiungibile credo proprio sia quello che ha fatto Berlusconi: dominare la scena politica per 15-20 anni, pur con alti e bassi.

    Mettiamo anche che Renzi governi fino al 2018 e poi vinca il secondo mandato fino al 2023, pensi che in 9 anni il cdx non riuscirebbe a riformarsi in una forma capace di essere competitiva? Oppure, pensi davvero che Renzi potrebbe riuscire ad estasiare talmente tanto gli italiani da creare un nuovo partito-stato? Renzi accentra il consenso sulla sua persona, non sul PD....senza Renzi il PD potrebbe sicuramente andare bene, anche vincere, ma di certo non potrebbe assumere per 50 anni il ruolo della DC, nella migliore delle ipotesi potrebbe avere un ciclo di belle vittorie, ma tutto qui. Peraltro, Renzi stesso potrebbe al massimo fare come Blair, vincere 1-2-3 elezioni di fila...ma prima o poi il consenso si logora, è successo per Berlusconi, succederebbe anche per lui.

    N.B. ho voluto essere positivo...qualora Renzi dovesse governare bene ma senza riuscire ad invertire sensibilmente il trend della crisi non è neanche detto che venga riconfermato dal voto, il consenso in questo momento è più volatile che mai, basta un piccolo errore e te lo giochi.
    Ci sarebbe da sottolineare anche che come in biologia anche in politica la diversificazione aiuta. Se un terreno con monocultura è facilmente vulnerabile perchè basta un insetto che copisca quella coltura e c'è carestia, se si diversifica qualcosa da mangiare rimane, quello non colpito dagli insetti. Così in politica, se a opporsi al populismo e agli estremismi c'è solo uno e quello pensa di dover essere da solo contro tutti appena facesse un errore, e prima o poi succede, e diventasse impopolare, la diga sarebbe rotta e Salvini, Landini, berlusconiani putiniani avrebbero le praterie prima che Renzi o chi per lui si riprendesse.
    Berlusconi è durato 20 anni perchè non era solo Berlusconi. Luie Forza Italia non hanno mai avuto la popolarità di Renzi, ma c'era una coalizione variegata in cui l'impopolarità di uno, di Berlusocni, veniva ben compensata dagli altri partiti che coprivano bene molte posizioni dal populismo ai cattolici ai nazionalisti, quante volte si è gridato che Berlusocni era finito e poi il centrodestra ha rivinto? Non era Berlusocni ad essere risorto, non solo, ma i suoi alleati avevano preso i voti in uscita.
    Questo Renzi non lo vuole sentire, è ancora più ambizioso e pieno di sè di Berlusconi, non so però se è più intelligente.
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  2. #22
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    Predefinito Re: Tony Blair a Sky: plaudo a ciò che Renzi sta facendo.

    Citazione Originariamente Scritto da Iannis Visualizza Messaggio
    Ci sarebbe da sottolineare anche che come in biologia anche in politica la diversificazione aiuta. Se un terreno con monocultura è facilmente vulnerabile perchè basta un insetto che copisca quella coltura e c'è carestia, se si diversifica qualcosa da mangiare rimane, quello non colpito dagli insetti. Così in politica, se a opporsi al populismo e agli estremismi c'è solo uno e quello pensa di dover essere da solo contro tutti appena facesse un errore, e prima o poi succede, e diventasse impopolare, la diga sarebbe rotta e Salvini, Landini, berlusconiani putiniani avrebbero le praterie prima che Renzi o chi per lui si riprendesse.
    Berlusconi è durato 20 anni perchè non era solo Berlusconi. Luie Forza Italia non hanno mai avuto la popolarità di Renzi, ma c'era una coalizione variegata in cui l'impopolarità di uno, di Berlusocni, veniva ben compensata dagli altri partiti che coprivano bene molte posizioni dal populismo ai cattolici ai nazionalisti, quante volte si è gridato che Berlusocni era finito e poi il centrodestra ha rivinto? Non era Berlusocni ad essere risorto, non solo, ma i suoi alleati avevano preso i voti in uscita.
    Questo Renzi non lo vuole sentire, è ancora più ambizioso e pieno di sè di Berlusconi, non so però se è più intelligente.
    Punto di vista interessante, se non fosse che paragonare un Landini ad un Salvini vuol dire paragonare l'oro col piombo :-) così come del resto paragonare Landini con Berlusconi o con i putiniani vari.

    Anche se la vulgata che si sta diffondendo è che Landini sia il bruttocaccapupù pericoloso estremista, rimane sempre una persona decine di volte migliore e politicamente preferibile a qualsiasi accozzaglia populista verde-nera :-)

    E lo dico da persona che vede la FIOM come sindacato ben lontano da sé e Landini come abbastanza fastidioso nei suoi toni perenni da comizio.
    «Riformista è uno che sa che a sbattere la testa contro il muro si rompe la testa, non il muro! Riformista...è uno che vuole cambiare il mondo per mezzo del buonsenso, senza tagliare teste a nessuno» [Baaria]

  3. #23
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    Predefinito Re: Tony Blair a Sky: plaudo a ciò che Renzi sta facendo.

    l’intervista

    D’Alema: «Renzi lasci la Terza Via
    Bisogna riscoprire lo Stato»


    Sulla riforma del lavoro: «Non credo che con il Jobs act arriveranno investimenti a pioggia o cresceranno i posti di lavoro. Non è l’articolo 18 l’ostacolo alla ripresa»

    di Paolo Valentino




    shadow









    Presidente D’Alema, siamo in piena rievocazione della Terza Via. Lei ne è stato uno degli iniziatori, nel 1999, con il vertice di Firenze. Quale è il suo significato attuale?
    «Nessuno. In tempi recenti sono state avanzate critiche anche aspre di quella esperienza: troppo liberismo, troppe concessioni alla deregulation. Ma cosa fu la Terza Via? All’indomani della caduta del muro di Berlino, quindi in un clima di grande mutazione, fu lo sforzo di far incontrare i principi del socialismo con una visione di tipo liberale. Penso ancora oggi che abbia avuto un impatto positivo, sia pure con effetti contraddittori che non possono essere nascosti. Ma è un’esperienza di 15 anni fa. Allora diede i suoi frutti, anche nel nostro Paese. Fu la sinistra al governo che, sulla base di quella visione, ridusse drasticamente la presenza statale nell’economia, avviò le grandi privatizzazioni, lanciò le liberalizzazioni poi continuate nel lavoro di Bersani, riformò le pensioni. Pose fine a una politica di deficit spending, tanto che noi portammo il debito pubblico dal 127 al 102% del Pil, realizzando sistematicamente un avanzo primario del 3% e liberalizzò il mercato del lavoro, per certi aspetti perfino troppo, visto che si produssero forme contrattuali che poi sfociarono in una eccessiva precarizzazione. Quindici anni dopo, i problemi sono completamente diversi. Bill Clinton, non un pericoloso estremista, ha scritto tre anni fa un libro, Back to work , sostenendo che il principale limite di quella esperienza fu di aver sottovalutato il ruolo dello Stato. La Terza Via fu pensata in una prospettiva ottimistica della globalizzazione, che si è rivelata fallace. L’eccesso di liberalizzazione ha portato a enormi diseguaglianze sociali, a grave instabilità economica e, in ultima analisi, alla crisi del 2008».
    La Terza Via corresponsabile della crisi del 2008?
    «Guardi che la deregulation finanziaria, il “liberi tutti” per banche e speculatori, in America, la fece Clinton, lui stesso lo ha riconosciuto. Quello che io trovo incredibile è che, nel tentativo di offrire un retroterra teorico nobile al governo Renzi, oggi si faccia un’operazione anacronistica. Chi ci spiega che la velocità del mondo, le nuove tecnologie impongono il cambiamento poi ci propone una piattaforma ideologica della fine del secolo scorso come la Grande Novità di oggi. Sul piano culturale è sconcertante. Primo, la riduzione del ruolo dello Stato era il tema di vent’anni fa. Secondo lo abbiamo fatto. In qualche caso forse troppo. Terzo, alcuni dei protagonisti riflettono criticamente su quell’esercizio. Oggi tutto il pensiero economico ruota intorno ad altri tempi. Ci sono Stiglitz, Piketty, Krugman. Il Financial Times ha dedicato una pagina intera al libro della Mazzuccato sulla necessità di riscoprire il ruolo dello Stato come forza propulsiva dello sviluppo. Quelli che invocano la Terza Via sembra abbiano saltato le letture degli ultimi 10 anni, ammesso che avessero fatto quelle precedenti».
    E qual è invece il dibattito giusto?
    «La crisi di oggi ha radici nella debolezza della politica e dell’azione pubblica, sia a livello europeo sia nazionale. E non si può uscirne senza politiche in grado di promuovere gli investimenti, anche pubblici. Altro che meno Stato. La crisi ha evidenziato i limiti dell’approccio liberista e ha messo la politica di fronte alla responsabilità di promuovere gli investimenti e ridurre le diseguaglianze. La crisi europea si caratterizza soprattutto come crollo della domanda interna. Oggi l’Europa è esportatore netto, malgrado l’euro. Ma il problema è il crollo dei consumi europei che deriva da un impoverimento delle classi medie e del mondo del lavoro».
    Lei sta contestando la necessità delle riforme strutturali, che ci chiedono la Commissione, la Banca centrale di Mario Draghi, a cominciare da quella in corso del mercato del lavoro, per dargli più flessibilità?
    «Secondo i dati Ocse, non miei, il mercato del lavoro è più flessibile in Italia che in Germania e in Francia. In ogni caso, trovo stravagante e incomprensibile che oggi, con i dati economici peggiori dell’eurozona, sia la riforma elettorale la priorità di un governo che dice di voler rimanere in carica fino al 2018. Non credo che l’Europa ci chieda questo. Detto ciò, la riforma del mercato del lavoro contiene molti aspetti positivi, io sono favorevole al contratto unico a tutele crescenti perché riduce la precarietà del lavoro. Ma contesto il fatto che la nuova generazione di occupati non possa accedere alla tutela dell’articolo 18, che invece rimane per i lavoratori già assunti. A partire dai principi stessi enunciati dal governo, il meccanismo proposto introduce quindi un elemento che li contraddice, fra l’altro stabilendo una diseguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, dubbia sotto il profilo costituzionale. Inoltre non credo che, approvato il Jobs act, arriveranno investimenti a pioggia o cresceranno tumultuosamente i posti di lavoro».
    Quali dovrebbero essere le priorità di un governo di sinistra?
    «La riforma dello Stato, delle amministrazioni, compreso il funzionamento della giustizia, la sicurezza. A livello europeo, la prima riforma dovrebbe essere quella dei mercati finanziari. Cominciamo, per esempio, a stabilire che all’interno dell’eurozona non sia possibile la concorrenza fiscale. Non possiamo scoprire solo ora che il Lussemburgo è un paradiso fiscale, magari per indebolire Juncker e con lui la nuova Commissione».
    E come la mettiamo con i nostri obblighi, quelli che ci impongono i Trattati?
    «Sono convinto che l’austerità come premessa della crescita sia una ricetta sbagliata».
    Ma su questo c’è accordo. Il governo Renzi si è battuto per cambiare i termini dell’equazione, privilegiando la crescita.
    «C’è accordo a parole. Nella sostanza siamo di fronte solo ad annunci. Dei 300 miliardi del piano di investimenti di Juncker pare ce ne siano solo 21. I segnali di cambiamento sono estremamente timidi. Siccome non c’è più flessibilità nella moneta, si continua a premere su misure di contenimento dei salari. Il punto vero è questo. Ma questa politica è all’origine del crollo del mercato interno europeo. Tanto è vero che oggi perfino in Germania si apre un dibattito: gli industriali tedeschi mettono in guardia da un eccessivo contenimento dei salari. All’ultimo G20 lo snodo centrale è stata la polemica tra Obama e la Merkel sulla politica dell’austerità: è Obama che ha detto alla cancelliera che l’Europa deve spendere più nella crescita. È questo il vero ostacolo alla ripresa, non l’articolo 18».
    Siamo alla fine della presidenza semestrale italiana dell’Unione Europea. Che bilancio ne fa?
    «Devo dire che, anche per ragioni oggettive, le vicende della Commissione, la battaglia sulle nomine, non mi pare abbia lasciato un segno così indelebile nella storia dell’Unione Europea».
    D’Alema: «Renzi lasci la Terza Via Bisogna riscoprire lo Stato» - Corriere.it
    Perché l'unico tipo di rapporto che riusciva a concepire era di tipo feudale. Non aveva la minima idea di cosa fosse il cameratismo al quale anelava l'anima. (E. M. Forster)



  4. #24
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    Predefinito Re: Tony Blair a Sky: plaudo a ciò che Renzi sta facendo.

    Sappiamo tutti benissimo che Renzi non sta proponendo una nuova ricetta, ma sta cercando di dare un'applicazione efficace di quell'abbozzo tentato da d'Alema e Prodi 15 anni fa.
    Le privatizzazioni furono disastrose, perché non si crearono contestualmente le condizioni per il libero mercato, ma si passò da un monopolio statale ad un altro monopolio privato o semi-privato.
    Le ferrovie ad esempio, passarono da essere un baraccone statale inefficiente ad un baraccone misto privato-statale altrettanto inefficiente, con l'aggravante che un privato che offre servizi scadenti e riscuote comunque l'incasso è fuori dal mondo. Solo da poco, con l'ingresso di Italo, la privatizzazione può, giochi di potere permettendo, arrivare a creare le condizioni per cui è stata voluta.
    Nel campo della telefonia, ci sono voluti anni prima che il mercato si diversificasse, ed ancora oggi le aziende proprietarie delle reti sono ben attente a non fare entrare nuovi competitors.
    I servizi energetici sono rimasti sostanzialmente nel monopolio o nel duopolio, con le offerte di enelenergia che si affiancano ai gestori locali delle reti elettriche e del gas.
    Chi ne ha pagato più le spese sono senz'altro i lavoratori, immersi nella precarietà da una giungla di contratti e da un sistema di formazione e collocamento delle risorse assolutamente inadeguato.
    Tutte queste difficoltà sono però non il segno di una terza via che non ha funzionato, come sostiene d'Alema, ma di un sistema che non hanno saputo mettere in piedi e seguire con attenzione, vuoi per loro limiti, ma soprattutto per il limite di non aver saputo arginare berlusconi.
    Oggi che potremmo portare a compimento un sistema più efficace, con un leader capace di accentrare il consenso, vogliono fare dei passi indietro.
    Irredenti.
    Se veramente d'Alema pensa quel che dice, mi aspetto che chieda al più presto la riconversione delle ffss e di telecom ad aziende pubbliche.

  5. #25
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    Predefinito Re: Tony Blair a Sky: plaudo a ciò che Renzi sta facendo.

    Blair fa il consulente. Basta pagarlo e permettergli di farsi pubblicità che direbbe qualsiasi cosa

    Inviato dal mio XT1032 con Tapatalk 2

  6. #26
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    Predefinito Re: Tony Blair a Sky: plaudo a ciò che Renzi sta facendo.

    Care,

    la Tony Blar è dei nostri!

    Renzi lo sta mettendo nella culessa agli italiani, e se la TonyA plaude vuole dire che lo vuole anche lei toutta!

    Che maschiaccio quel Renzaccio!
    Sembra tanto una cretina e poi scopri che è una scopatorA bisexA a raffica! 60 milioni in una botta sola!

    PrestA, voglio il Job Anal toutta!!!!!!!!!!!

  7. #27
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    Predefinito Re: Tony Blair a Sky: plaudo a ciò che Renzi sta facendo.

    Quando al governo c'erano D'Alema e Prodi: quella era la Terzia Via. O meglio, l'unica forma di Terza Via possibile in Italia, un'accozzaglia di mezze riforme ben descritte da Chinaski.
    Sono d'accordo con D'Alema che serve più stato ma paradossalmente credo che nei fatti sia molto più vicino Renzi alla riscoperta dello stato di quanto abbiano dimostrato essere i "vecchi", ci sono tanti piccoli segnali incoraggianti.
    Diversamente, pazienza, quella di Renzi sarà "solo" una Terza Via, ma una Terza Via vera, e sarà già molto.

  8. #28
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    Predefinito Re: Tony Blair a Sky: plaudo a ciò che Renzi sta facendo.

    Citazione Originariamente Scritto da Alepk Visualizza Messaggio
    Quando al governo c'erano D'Alema e Prodi: quella era la Terzia Via. O meglio, l'unica forma di Terza Via possibile in Italia, un'accozzaglia di mezze riforme ben descritte da Chinaski.
    Sono d'accordo con D'Alema che serve più stato ma paradossalmente credo che nei fatti sia molto più vicino Renzi alla riscoperta dello stato di quanto abbiano dimostrato essere i "vecchi", ci sono tanti piccoli segnali incoraggianti.
    Diversamente, pazienza, quella di Renzi sarà "solo" una Terza Via, ma una Terza Via vera, e sarà già molto.
    Quoto.
    Molti commentatori parlano, secondo me, a sproposito di vecchie ricette che sono già state messe in pratica in Italia, e che altrove non hanno comunque funzionato.
    Ma da noi ciò che non ha funzionato é stato fare le cose a metà, in primis.
    In secondo luogo, ora cosa si dovrebbe fare?
    Fare dei passi indietro, rinazionalizzando tutte le privatizzate? Perché poi si deve parlare di cose concrete, non basta dire così non va. Rifacciamo le ffss? Non so.
    Io so solo che rimanendo a metà del guado possiamo solo continuare ad affondare.
    Per me si deve andare avanti, tenendo conto degli errori fatti in precedenza, facendo in modo che lo Stato sia presente e garante della corretta gestione affidata al privato, non consentendo al mercato di autogestirsi ma creando le reali condizioni per il libero mercato.

  9. #29
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    Predefinito Re: Tony Blair a Sky: plaudo a ciò che Renzi sta facendo.

    Il problema è che se il mercato non si "autogestisce, non funziona bene.

    Il problema è semmai dove e come trovare le risorse sufficienti ad un sistema di welfare di protezione di istruzione e di cura adatto ai nostri standard e alle nostre possibilità.

    Ma il presupposto è che il mercato sarà in grado produrre risorse sufficienti per garantire la reperibilità delle risorse per siffatto sistema.

    Ma mi sembra che qui stiamo tornando al neocentrismo indeciso della DC.

  10. #30
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    Predefinito Re: Tony Blair a Sky: plaudo a ciò che Renzi sta facendo.

    Citazione Originariamente Scritto da Monsieur Visualizza Messaggio
    l’intervista
    D’Alema: «mi devo tagliare i baffetti»

    (...)
    la gente dà buoni consigli quando non può più dare il cattivo esempio



    dio santo parla quello che ha fatto approvare il pacchetto treu, a confornto del quale il jobs act è acqua fresca, che anzi cancella alcune follie di quel pacchetto... ma un po' di dignità?
    Ultima modifica di zlais; 08-12-14 alle 17:07
    Il coro del Bunga Bunga:
    Silvio: ♪fa ♪re ♪sol ♪do ♪fa ♪re ♪sol ♪do
    I ministri: ♪mi ♪fa ♪fa ♪re ♪sol ♪do ♪mi ♪fa ♪fa ♪re ♪sol ♪do
    Le ministre: ♪si ♪la ♪do ♪si ♪la ♪do ♪si ♪la ♪do
    Il giudice: ♪si ♪fa ♪la minore ♪si ♪fa ♪la minore

 

 
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