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    Predefinito Guerra petrolio, sauditi e russi: prezzi giù contro shale gas Usa. E la benzina?

    Guerra petrolio, sauditi e russi: prezzi giù contro shale gas Usa. E la benzina? | Blitz quotidiano
    Guerra petrolio, sauditi e russi: prezzi giù contro shale gas Usa. E la benzina?


    Pubblicato il 28 novembre 2014 154 | Ultimo aggiornamento: 29 novembre 2014 09:17





    di Riccardo Galli

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    Pompe di benzina in un distributore


    ROMA – Ieri, a Vienna, è stata presa una decisione che, da sola, rischia di mettere in crisi la politica energetica degli Stati Uniti; è un mezzo salasso per le casse russe, ma Mosca ne è l’artefice perché è, o sembra essere, la sua risposta alle sanzioni a stelle e strisce, insomma dicono sia la “vendetta ucraina” made in Putin. Una decisione che rafforza l’alleanza tra Kuwait, Emirati Arabi, Qatar e Arabia saudita; e rafforza anche la dipendenza dell’Iran da Mosca. La scelta di non tagliare la produzione giornaliera di petrolio mondiale, quindi di di mantenere i prezzi al barile su livelli molto bassi, il gioco sul filo a far stare il barile tra i 60 e gli ottanta dollari. Sotto i 65 lo shale gas americano diventa troppo costoso da estrarre ma sotto gli ottanta una gran parte dei paesi produttori di petrolio non sta in piedi e fa bancarotta.

    Un passo indietro: ieri, a Vienna, si sono riuniti i paesi dell’Opec, l’organizzazione di cui fanno parte i principali produttori di petrolio del pianeta. In questa sede l’Arabia Saudita, forte dell’accordo siglato già in precedenza con i citati paesi del Golfo, ma soprattutto dopo aver ottenuto l’avallo di Mosca che dell’Opec non fa parte ma che è comunque uno dei principali paesi produttori al mondo, ha chiesto e ottenuto di non tagliare la produzione di greggio.
    Taglio che invece auspicavano l’Iraq, l’Algeria, il Venezuela e la Libia. In verità tra i favorevoli al taglio avrebbe dovuto figurare anche l’Iran, ma il via libera della Russia ottenuto dai sauditi serviva anche a silenziare Teheran. Ma taglio che soprattutto non auspicavano ma agognavano gli Usa.
    E la spiegazione delle ragioni del desiderio americano, è anche la motivazione che ha spinto l’Arabia Saudita, storico alleato di Washington, a fare all’America questo sgarbo. Da qualche anno canadesi e soprattutto americani hanno cominciato a tentare di emanciparsi dalla dipendenza dal greggio, e quindi dalla dipendenza da chi il greggio possiede. E sono i due paesi nordamericani arrivati a considerare l’indipendenza energetica un obiettivo quasi alla portata grazie allo shale oil, quel petrolio che si ottiene con la discussa tecnica del fracking. E qui viene il punto. Lo shale oil è conveniente e competitivo solo se il prezzo del greggio rimane al di sopra di una soglia di 60/65 dollari al barile, al di sotto estrarlo smette di essere un affare.
    E come ha chiarito per chi non avesse capito il vicepresidente della Lukoil, colosso energetico russo: “La politica Opec porterà al collasso la produzione di shale oil americano”.
    La decisione presa ieri a Vienna è quindi al confine dal poter essere considerata storica, e probabilmente lo sarà se verrà confermata nel tempo. Per ora quello che è certo è che la decisone è presa e non verrà ridiscussa prima di giugno.
    Nel frattempo Washington sarà probabilmente costretta a correre ai ripari e a varare qualche misura in grado di tenere in vita, in attesa di tempi migliori, lo shale oil ma, intanto, il mancato taglio alla produzione di greggio cambia, di fatto, gli equilibri del pianeta. I prezzi alla pompa però, in Italia, sembrano essere assolutamente impermeabili a questo tipo di notizie. Eppure a quanto risulta la benzina e il gasolio, quelli che dalle pompe in questione vengono venduti, sembrerebbero fatti proprio di petrolio.
    Come spiega in modo dettagliato Luigi Grassia su La Stampa, nell’arco del 2014, da gennaio a ieri, il prezzo del Brent, cioè il prezzo cui fa riferimento il mercato europeo, è sceso del 29%. Il prezzo della benzina dello 0.6%.
    Tutti gli automobilisti sanno fin troppo bene come, al rialzo dei prezzi del greggio, scattino aumenti al limite del preventivo. Ma anche le compagnie petrolifere hanno le loro ragioni, che Grassia analizza e contesta doviziosamente. In primis il prezzo del petrolio è in dollari e negli ultimi mesi l’euro si è molto indebolito. Vero, ma anche effettuando il cambio, il rapporto non varia molto: greggio -26.2% e benzina sempre -0.6%. Secondo, prima di adeguare i prezzi bisogna consumare le scorte pagate quando il barile era più caro. Vero anche questo, ma il prezzo del greggio è in picchiata da luglio, quante diavolo di scorte ci sono? E terzo, rimane la quotazione Platts, cioè la quotazione non del greggio ma dei carburanti raffinati perché, come sostengono le compagnie petrolifere, è a quello che bisogna guardare. “Le quotazioni Platts – riporta Grassia – sono scese negli ultimi mesi in parallelo con quelle del barile”. Ah. Evidentemente la politica energetica di quel paesuccio che sono gli Stati Uniti d’America è più fragile e sensibile dei nostri distributori.
    La benzina in Italia sarà perché è troppo tassata e quindi buona parte del prezzo dipende dalle tasse, sarà perché i costi di distribuzioni italiani sono ovviamente sempre maggiori dei costi di distribuzione di ogni paese europeo, sarà perché…per qualche altro perché. Per questo, questo e quest’altro perché il prezzo della benzina da noi cala un decimo di quanto cala il prezzo del petrolio e sempre con qualche settimana almeno di ritardo. Bene, una sola domanda: perché invece rincara, quando e tutte le volte che rincara, appena 24 ore dopo il rialzo del costo del barile? E perché quando rincara rincarano tutte le componenti del prezzo, anche quelle di raffinazione e distribuzione che dovrebbero essere fisse e comunque non legate al costo della materia prima? Perché con la benzina le auto marciano e con la benzina da sempre in molti ci marciano.

  2. #2
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    Predefinito Re: Guerra petrolio, sauditi e russi: prezzi giù contro shale gas Usa. E la benzina?


  3. #3
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    Predefinito Re: Guerra petrolio, sauditi e russi: prezzi giù contro shale gas Usa. E la benzina?

    in effetti credo che alla fine a rimetterci saranno proprio gli americani ...

  4. #4
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    Predefinito Re: Guerra petrolio, sauditi e russi: prezzi giù contro shale gas Usa. E la benzina?

    Citazione Originariamente Scritto da anticomunista Visualizza Messaggio
    in effetti credo che alla fine a rimetterci saranno proprio gli americani ...
    diciamo che è una guerra tutti contro tutti
    clash bankrobber

  5. #5
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    Predefinito Re: Guerra petrolio, sauditi e russi: prezzi giù contro shale gas Usa. E la benzina?

    Citazione Originariamente Scritto da anticomunista Visualizza Messaggio
    in effetti credo che alla fine a rimetterci saranno proprio gli americani ...


    E ci spiegherai come "ci rimettono" gli americani ????!!!!!!!!!!!!!!

    Forse ci rimettono perche non esportano il petrolio ??? No di certo.

    Forse ci rimettono perche un gallone di benzina costa di meno di un gallone di latte?? No di certo.

    Forse ci rimettono perche l'inflazione si riduce e con essa si accresce il potere d'acquisto di milioni e milioni di famiglie ??? No di certo.

    O forse perche il 99% dei lavoratori non vende benzina ne la produce ??? No di certo.


    Questo e' il grafico del prezzo del petrolio









    Se fosse vero che il basso prezzo del petrolio danneggia l'economia americana, gli USA non sarebbero mai diventati una superpotenza economica, sarebbero un paese del terzo mondo!




    Questo e' l'andamento del pil russo degli ultimi anni in relazione al prezzo del petrolio




  6. #6
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    Predefinito Re: Guerra petrolio, sauditi e russi: prezzi giù contro shale gas Usa. E la benzina?



    L'IRAN non si capisce come vince????? Con il prezzo del petrolio in picchiata dove prendono le risorse per sfamare quasi 80 milioni di abitanti? Lo sai solo tu.


    Quelli che ci rimettono sono paesi con una popolazione numerosa, diciamo con piu di 50 milioni di abitanti, o con un economia gia sfasciata (vedi il venezuela).

  7. #7
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    Predefinito Re: Guerra petrolio, sauditi e russi: prezzi giù contro shale gas Usa. E la benzina?

    ComeDonChisciotte - ESTRATTO DAL GEAB n. 89: LA CRISI DEL SETTORE PETROLIFERO

    ESTRATTO DAL GEAB n. 89: LA CRISI DEL SETTORE PETROLIFERO

    Postato il Venerdì, 28 novembre @ 23:10:00 GMT di davide

    FONTE: LEAP2020
    L'attuale calo dei prezzi del petrolio, causato da questa strategia della disperazione, è sulla buona strada per distruggere l’industria del petrolio e del gas. La crisi ucraina, lontana dal permettere all'Occidente di mettere le mani sulla Russia, sta costringendo questo paese a ripensare la sua dipendenza dell'Europa per vendere il suo gas (71).



    Chart 7 – Russian gas exports, by country, 2012. Source: EIA
    Questi cambiamenti radicali nella geopolitica del petrolio rappresentano sia la causa che la conseguenza di una crisi che, spesso, viene ignorata: quella dell'industria petrolifera. Si pensava che si sarebbe salvata grazie agli scisti bituminosi, ma andrà a perdersi proprio per questa ragione.
    In questo momento molte società sono in fuga dal petrolio [gas] di scisto, sia a causa della scarsa redditività [come nel Texas (72), negli Stati Uniti del nord-est (73) ed in Polonia (74)] che delle proteste contro la sua estrazione [come in Inghilterra (75) e in Romania (76)] o, infine, a causa delle sanzioni contro la Russia (77) ...
    Le vittime sono innumerevoli. Il petrolio a 80 dollari al barile sta cominciando a diffondere il panico in tutto il settore ed un articolo (78) ha già avvertito dei primi segni di rallentamento nella perforazione.
    Le grandi aziende sono obbligate a vendere molti assets per potersi salvare: (79) la loro produzione è diminuita drasticamente mentre gli investimenti indispensabili sono sempre più significativi. Conseguentemente, le aziende petrolifere sono sempre più indebitate. (80)
    Le attività petrolifere [in particolare quelle legate agli scisti bituminosi] rischiano improvvisamente di non essere più redditizie se il prezzo di un barile finisce sul lungo termine al di sotto degli 80 dollari, mentre il loro finanziamento è sempre più difficile in questi tempi di scarsità economica, etc.

    Chart 8 - Capital spending (red) and production (grey) of the 11 largest oil companies. Source : Bloomberg

    2015: UN GRAVE RISCHIO NEI MERCATI PETROLIFERI
    L’industria petrolifera è davvero in cattive condizioni. La crisi sistemica globale, toccando il paese al centro del sistema, gli Stati Uniti, tocca evidentemente “l’ingrediente” principale della loro dominazione: il petrodollaro. Non sorprende, pertanto, che l'instabilità stia colpendo alla testa l'economia del petrolio.
    E’ sempre più documentato che il petrolio di scisto sia un miraggio. Stime ottimistiche prevedono la crescita o la costanza della produzione fino a circa il 2020 [soltanto!], mentre altre fonti ritengono che una caduta sarà probabile a partire dal 2016.
    Il prezzo del petrolio, sceso [per qualche tempo] fino agli 80 dollari al barile, farà aumentare le perdite delle compagnie petrolifere ... e per gli stessi players i cui maggiori interessi consistevano nella partecipazione alla grande truffa del petrolio e del gas di scisto degli anni 2000, il miglior interesse sarà, d’ora in poi, di ritirarsi da questo business e persino di rivelarlo, per permettere al prezzo di risalire e consentir loro di sopravvivere.
    E' probabile che l'Arabia Saudita, il principale perdente da questa strategia statunitense [ovvero quella legata agli scisti bituminosi, ndt], abbia deciso di “fermare il gioco” facendo precipitare i prezzi verso il basso, per permettere che la truffa venga svelata e costringere la domanda e l'offerta a riallinearsi.
    Detto questo, ancora una volta il danno sarà enorme. Il precedente sistema di governance globale dell’energia si è definitivamente spezzato. E se un nuovo sistema non sarà creato nel più breve tempo possibile, l'Europa si troverà in ottima posizione per sapere che cosa può aspettarsi in un sistema di accesso alle risorse energetiche deregolamentato, in cui prevale la legge del più forte.
    Il mondo dei petrodollari, inoltre, sta sgretolandosi a forte velocità. Tutti questi fattori stanno convergendo per creare uno shock nel mercato del petrolio entro i prossimi due anni. I tempi stanno diventando difficili per le compagnie petrolifere. Dal momento che essi rappresentano una quota significativa della capitalizzazione globale delle borse, l'effetto domino sull'economia non tarderà molto.
    Un enorme shock per i mercati finanziari potrebbe verificarsi nel 2015, e questa volta la colpa non sarà delle banche, ma del settore petrolifero.
    Fonte: LEAP 2020
    Link: Excerpt GEAB 89 : The oil industry crisis
    27.11.2014
    Scelto e tradotto per www.comeonchisciotte.org da FRANCO

    NOTE:
    (71) Si parla molto della dipendenza energetica europea dalla Russia. Ma non è solo il gas a far parte della strategia di indipendenza energetica dell'Unione Europea, che ha bisogno di un gran numero di fornitori per poterla garantire (Norvegia, Algeria, Canada ... e Russia). La dipendenza, in realtà, era molto più forte da parte russa, perché l'80% della sua produzione di gas era diretta verso l'Unione Europea e l'Ucraina [il restante 20% verso la Turchia]. L'Unione Europea ha certamente contato su questa dipendenza per costringere la Russia a negoziare secondo i suoi termini. Ma il mondo è cambiato ... Questo è ciò che gli ideologi, per la loro stessa natura, dimenticano sempre.
    (72) Fonte : MA&H, 19/12/2013.
    (73) Fonte : Shale Markets (17/07/2013) ; Shale Energy Insider (16/04/2013).
    (74) Fonte : Sofia Globe, 10/05/2013.
    (75) Fonte : C2ST, 16/08/2013.
    (76) Fonte : AP, 07/12/2013.
    (77) Fonte : PetroGlobalNews, 24/09/2014.
    (78) Fonte : OilPrice, 10/11/2014.
    (79) Fonte : New York Times (20/01/2014) ; Oil Man .
    (80) Fonte : Houston Public Media, 07/07/2014.

  8. #8
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    Predefinito Re: Guerra petrolio, sauditi e russi: prezzi giù contro shale gas Usa. E la benzina?

    In questo momento molte società sono in fuga dal petrolio [gas] di scisto, sia a causa della scarsa redditività [come nel Texas (72), negli Stati Uniti del nord-est (73) ed in Polonia (74)] che delle proteste contro la sua estrazione [come in Inghilterra (75) e in Romania (76)] o, infine, a causa delle sanzioni contro la Russia (77) ..

    Non c'e alcuna "fuga" dal petrolio di scisto, perche solo alcuni pozzi hanno un breakeven sopra i 75 dollari, altri ce li hanno piu basso.

    Inoltre e' un fenomeno che riguarda sostanzialmente gli USA, in altri paesi non c'e stata la stessa rivoluzione.

    Metabo inutile postare articoletti tanto per distrarre la gente.

    La Russia andra a fondo.

    Non hanno altro da vendere, li. Non ci sono settori alternativi, non hanno una toyota, una boeing, una intel, una siemens.

    Smetti di renderti ridicolo!!

  9. #9
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    Predefinito Re: Guerra petrolio, sauditi e russi: prezzi giù contro shale gas Usa. E la benzina?

    Citazione Originariamente Scritto da paulhowe Visualizza Messaggio
    Non c'e alcuna "fuga" dal petrolio di scisto, perche solo alcuni pozzi hanno un breakeven sopra i 75 dollari, altri ce li hanno piu basso.

    Inoltre e' un fenomeno che riguarda sostanzialmente gli USA, in altri paesi non c'e stata la stessa rivoluzione.

    Metabo inutile postare articoletti tanto per distrarre la gente.

    La Russia andra a fondo.

    Non hanno altro da vendere, li. Non ci sono settori alternativi, non hanno una toyota, una boeing, una intel, una siemens.

    Smetti di renderti ridicolo!!
    Hahahaahahah Si certo come è fallito l Iran


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  10. #10
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    Predefinito Re: Guerra petrolio, sauditi e russi: prezzi giù contro shale gas Usa. E la benzina?

    Cmq per gli americani non è un gran danno... il prezzo del petrolio può andare pure a 10 dollari al barile, smetteranno di estrarre lo shale oil e semplicemente compreranno il petrolio sul mercato mondiale... ben diverso sarebbe se il mondo si rifiutasse di vendergli il petrolio... allora si ci sarebbe da ridere.

 

 
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