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the fool
Il giorno dopo la presentazione della legge di bilancio che ha messo nero su bianco tutta la debolezza dell’economia russa, il rublo ha fatto registrare un nuovo record negativo, salvo poi recuperare, in parte, grazie all’intervento della banca centrale. Per acquistare un dollaro ieri mattina servivano fino 54,91 rubli, con una flessione che da inizio anno è ormai pari al 60%, mentre il cambio con l’euro scivola verso quota 66. In sei giorni il rublo ha perso il 16%: è il crollo più pesante dal 1998, l’anno nero della Russia, quello del default.
Martedì, finalmente, il governo ha ammesso che l’economia sta entrando in recessione. La finanziaria per il 2015, prevede infatti una contrazione del Pil dello 0,8%, contro la precedente stima di crescita dell’1,2%. La correzione arriva sulla base di nuove assunzioni sulle quotazioni del petrolio, abbassate da 100 a 80 dollari al barile. Assunzioni che potrebbero a loro volta rivelarsi ottimistiche e di certo lo sono rispetto ai valori attuali. Tanto che il governo ha elaborato uno scenario alternativo, sulla base di un prezzo a 60 dollari al barile: in questo caso l’economia subirebbe una contrazione del 3,5-4%.
La risposta dei mercati è stata immediata, con l’aumento dei rendimenti dei bond e del costo per assicurare il debito sovrano dal rischio default (Cds). Ieri, il tasso sulle obbligazioni a 10 anni denominate in rubli è salito di oltre 15 punti base a un soffio dall’11%, mentre i Cds a 5 anni hanno raggiunto i massimi dal 2009, oltre 354 punti base. Chi avesse investito 10 milioni di dollari in debito russo, deve pagare 354mila dollari all’anno per proteggerlo dall’eventualità che Mosca non sia più in grado di rimborsarlo. Una settimana fa, il premio superava appena i 300mila dollari.
Rublo in picchiata senza freni - Il Sole 24 ORE