Risultati da 1 a 2 di 2
  1. #1
    email non funzionante
    Data Registrazione
    09 Jul 2012
    Messaggi
    16,123
     Likes dati
    11,791
     Like avuti
    6,196
    Mentioned
    125 Post(s)
    Tagged
    3 Thread(s)

    Predefinito Il nostro paese e il South Stream

    Il nostro paese e il South Stream
    Il nostro paese e il South Stream


    Di Leonardo Olivetti il 17 dicembre 2014 Italia
    Con il blocco del progetto South Stream l’Italia ha perso delle vantaggiosissime opportunità economiche e diplomatiche. Non solo il nostro paese aveva l’occasione di migliorare ed agevolare le importazioni di gas dalla Russia, ma era anche un’occasione decisiva per migliorare i rapporti con Mosca e con l’est europeo. Un’occasione mancata. La chiusura del progetto non è stata responsabilità russa: come Putin ha espressamente rimarcato, la totale mancanza di volontà europea ne è stata la causa. Sicuramente, il boicottaggio del South Stream fa parte della grande guerra economica che Washington e accoliti hanno lanciato contro Mosca; ma la battaglia del South Stream è stata una perdita grave per noi tanto quanto per la Russia. Il nostro paese partecipava al progetto con la Saipem S.p.A. (Società Anonima Italiana Perforazioni e Montaggi), parte del gruppo ENI, impegnata nella costruzione di infrastrutture riguardanti idrocarburi. La Saipem si era accordata, nel marzo 2014, per la costruzione della prima linea del gasdotto, un contratto dal valore di 2,4 miliardi. La joint-venture a capo dell’impresa del South Stream vedeva l’ENI detenere una quota del 20%, seconda a Gazprom (50%) e gli investimenti, sia russi che italiani, sono stati enormi. A metà novembre si sono posate le prime tubature: la nave Saipem 7000, la seconda più grande al mondo, ha raggiunto la Bulgaria per l’impianto delle tubature, un’operazione che sarebbe durata fino alla fine del 2015. Ai primi di dicembre lo stop, uno stop quasi necessario, visto il diffuso boicottaggio europeo del progetto. Ma una grave perdita per le nostre aziende. L’amministratore delegato della Saipem, Umberto Vergine, ha così descritto il progetto poco dopo essere venuto a conoscenza della sua interruzione: «È sicuramente tra i contratti più importanti per dare linfa al nuovo corso di Saipem e al momento è molto difficile valutare». Nonostante le assicurazioni per l’azienda, l’ad spiega ancora che «se il gasdotto fosse bloccato, non ci sarebbe solo un’erosione dei margini, garantiti soltanto in parte, ma bisognerebbe tener conto anche del fermo prolungato dei mezzi. E sarebbe tardi per provare a utilizzarli su altri progetti, visto che, per l’estate prossima, è già stato tutto predisposto dai vari operatori». Inoltre, questo danneggerebbe il 2015, che era stato pensato come un anno di rilancio e di consolidamento della qualità dell’azienda, mentre, «se si arrivasse allo stop, per Saipem ci sarebbe un ricavo mancante nel 2015 di 1,250 miliardi di euro». Gli analisti della HSBC ritengono che South Stream giocasse un ruolo essenziale nel recupero dei conti del 2015 e che la commissione di terminazione difficilmente compenserà i mancati incassi. Secondo le loro previsioni queste le perdite economiche della Saipem nei prossimi anni: i ricavi passeranno da 12,754 a 11,517 miliardi, da 11,965 a 10,788 nel 2016 e da 11,133 a 10,859 nel 2017 (mentre per la fine di quest’anno la Saipem si prevede toccherà i 12,987 miliardi). Anche gli ebit, il margine operativo lordo e l’utile per le azioni sono previsti in ribasso e, conclude la HSBC, «la sospensione di South Stream e la recessione nel business della perforazione offshore metteranno Saipem in una posizione di transizione fino al prossimo anno e il piano di risanamento ora deve affrontare venti contrari nel medio termine». Ma il nostro premier, una volta a conoscenza dell’interruzione del progetto (causata anche dalla sua politica antirussa), ha dato alla questione una coloritura diversa: «La decisione di bloccare South Stream ha sicuramente evidenti ripercussioni, ma è – a nostro avviso – non decisiva per il futuro dell’Italia e della politica energetica». Renzi ha proposto come alternativa il Tap, un gasdotto passante per la Turchia, pur aggiungendo che «ha un’occasione di risorse energetiche davvero insignificante rispetto al nostro fabbisogno». La verità è che il nostro paese si è fatto male da solo, non solo per i mancati introiti della Saipem, ma anche per le notevoli ripercussioni sul prezzo del gas. Senza contare la mancanza di concrete alternative energetiche. Si può nuovamente tracciare una linea di separazione tra chi ha a cuore il benessere delle nostre aziende e della nostra nazione e chi no, ma difende le sue scelte antinazionali come “necessarie”. Una dura critica alle scelte di Renzi, non solo di aver contribuito de facto all’abbandono del processo, ma anche per aver fomentato la politica di confronto con la Russia, proviene da Alberto Clò, uno dei massimi esperti di energia, ex ministro dell’industria ed ex consigliere di amministrazione dell’ENI. «Sia nel documento della SEN del marzo 2013, che nel vertice G7 dei primi di maggio e ancora a giugno, il governo aveva sostenuto il carattere “strategico” del South Stream. Perché abbia cambiato idea non mi è noto. […] Il crollo del prezzo del petrolio di circa un 33% da giugno ad oggi, rischia di incidere pesantemente sugli investimenti delle imprese petrolifere […] Alla ripetuta intenzione espressa dall’Unione Europea di voler ‘diversificare le importazioni’ di metano dalla Russia, Putin ha risposto decidendo di ‘diversificare le sue esportazioni’, dirottandole nel tempo verso la Cina. Morale della favola: alzare i toni dello scontro non serve a nessuno, ma in particolar modo all’Europa, che abbisogna in futuro di accrescere le sue importazioni di metano (per il calo della produzione interna). Da dove proverranno queste quantità addizionali (volendo escludere la Russia) è questione non facile a risolversi, mentre mi sembra che Bruxelles navighi a vista». Leonardo Olivetti Fonti:

  2. #2
    Ex Donald ed ex Max50
    Data Registrazione
    06 Apr 2009
    Messaggi
    16,847
     Likes dati
    6
     Like avuti
    2,514
    Mentioned
    4 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: Il nostro paese e il South Stream

    Un conto è uno scambio commerciale , un conto una sudditanza agli appetiti imperialisti di una superpotenza basandosi sulla dipendenza da un tubo del gas.
    NB : ci sono i rigassificatori.

 

 

Discussioni Simili

  1. Il South Stream è sospeso
    Di Canaglia nel forum Destra Radicale
    Risposte: 9
    Ultimo Messaggio: 20-07-14, 11:38
  2. L’Ucraina e la battaglia per il South Stream
    Di Metabo nel forum Politica Estera
    Risposte: 2
    Ultimo Messaggio: 27-06-14, 19:38
  3. Parte il South Stream
    Di Gianky nel forum Eurasiatisti
    Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 05-12-12, 21:54
  4. south stream
    Di Sinbad il marinaio nel forum Padania!
    Risposte: 34
    Ultimo Messaggio: 24-07-12, 20:21
  5. Scaroni-Nabucco-South Stream
    Di msdfli nel forum Eurasiatisti
    Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 13-03-10, 00:13

Tag per Questa Discussione

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito