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  1. #1
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    Predefinito Leopolda Blu: ecco la convention dei rottamatori di centrodestra


    Sabato 10 gennaio, a distanza di tre mesi dal precedente appuntamento, si terrà a Roma il secondo incontro dell’associazione “Sveglia centrodestra!” (hashtag #svegliacdx). Appuntamento dalle 10:30 alle 13:00 al cinema Adriano. L’evento, già ribattezzato “Leopolda Blu”, si rivolge a tutti i delusi dall’attuale centrodestra italiano, ma non per questo rassegnatisi a votare Matteo Renzi e il Pd.
    “Sveglia Centrodestra! ha dimostrato che esiste un gruppo di giovani e meno giovani sia interno che esterno ai partiti del centrodestra italiano che chiede ad alta voce di costruire un’alternativa al Partito Democratico partendo dai contenuti, di avviare un rinnovamento attraverso la competizione e non tramite la cooptazione, di rivitalizzare un’area che sta morendo di tatticismo e immobilismo ripartendo dalle idee e dall’amministrazione locale” si legge sul sito dell’associazione.

    A sponsorizzare l’evento diversi think-thank liberali e liberisti: *da “FareFuturo” (la fondazione di Gianfranco Fini) ai liberisti “The Fielder” e “Rete Liberale”. Presenti all’appuntamento del 10 gennaio anche alcuni big politici dell’attuale centrodestra: dal sindaco di Verona Flavio Tosi (Lega Nord) all’ex ministro e leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, passando per il dissidente berlusconiano Raffaele Fitto. A condurre i lavori, il finiano Adolfo Urso, presidente della fondazione FareFuturo e il direttore della Cosa Blu Lorenzo Castellani.
    L’obiettivo, ormai svelato, è quello di fare della “Leopolda Blu” un laboratorio che possa andare oltre il frazionamento attuale degli attuali partiti per creare un contenitore davvero nuovo, sul modello del Partito Repubblicano americano. *L’esperimento ricorda, per certi versi, la sfortunata avventura messa in piedi due anni fa dal giornalista Oscar Giannino con il suo “Fare per fermare il declino”. Vedremo se i rottamatori blu (che contestano Renzi ma ne copiano il metodo) sapranno fare di meglio e provare a superare, una volta per tutte, il berlusconismo senza scivolare nell’estremismo salviniano.


    Scritto da: Alessandro Genovesi
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  2. #2
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    Predefinito Re: Leopolda Blu: ecco la convention dei rottamatori di centrodestra

    La desolazione di questo thread dimostra, qualora ce ne fosse bisogno, che in Italia la costruzione di una classe dirigente di centrodestra di un certo livello non averrà mai. E questo soprattutto perchè gli elettori, in primis, non sono interessati.

    Molto più accattivanti risultano per l'ignorantotto italiota medio personaggi populisti come Berlusconi prima e Salvini poi, che fanno strage di cuori con le fighe scosciate su Canale5 o con le incitazioni contro il negro di merda.

    Il populismo purtroppo ormai è diventato più che una tendenza una necessità, alla quale nessun politico italiano che voglia avere un certo riscontro può rinunciare, qualsiasi sia la sua area di provenienza.

    Negli ultimi anni infatti siamo andati ben oltre i confini della destra, contaminando l'intera scena politica: c'è stata l'entrata in scena di Grillo, e alla fine abbiamo potuto constatare che nemmeno il centrosinistra ne è immune, tutto appecorato ad un pubblicitario new-style portato in trionfo da Firenze a Roma.
    Credo che non ne usciremo più
    Ultima modifica di Maestrale; 30-12-14 alle 10:36
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  3. #3
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    Predefinito Re: Leopolda Blu: ecco la convention dei rottamatori di centrodestra

    Io una cosa che abbia dentro Fini e Urso non la commento a prescindere.

    Meglio populisti, ignoranti e truffati che traditori di professione.
    Religione, Patria, Famiglia e Autogestione dei Mezzi di Produzione.

  4. #4
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    Predefinito Re: Leopolda Blu: ecco la convention dei rottamatori di centrodestra

    Fitto e la Meloni come Giannino e Fare? Non insultiamo Giannino per favore
    Vedo che molti di quelli che avevano aderito a Fare non hanno capito il disprezzo e la rottura verso il centrodestra di Giannino o Boldrin, ancora blaterano di centrodestra ed etichette simili con personaggi improbabili da cui non vogliono staccarsi.
    Against all odds

  5. #5
    anche la Costa d'Avorio
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    Predefinito Re: Leopolda Blu: ecco la convention dei rottamatori di centrodestra

    Chissà dove li vedi quelli che hanno aderito a Fare, tutti nella tua testa.

    Comunque Giannino e Boldrin sarebbero di sicuro una scelta migliore della Meloni per un liberale, dato che sono liberali.

    La Meloni, al massimo, è solo liberista... se esistono 2 parole diverse (liberale e liberista) ci sarà un motivo. Di liberale uno come La Russa non ha nulla.

    Di Fitto poi non ne parliamo neanche, in quanto a reati è proprio il degno erede di Silvio-

    Tuttavia non ci sono dubbi sul fatto che, rispetto ad un pregiudicato ottantenne evasore che paga ragazzine per prostituirsi, in affari coi mafiosi da 40 anni, editore (che quindi altrove non avrebbe mai potuto politica senza vendere i suoi media), con dimostrato decoro istituzionale sottozero in innumerevoli occasioni (e mi fermo qui anche se l'elenco di cose da dire sarebbe sterminato) pure un Fitto sarebbe un salto di qualità non indifferente. Ma tu vedi qualcuno che, in questi anni, ha avvertito l'oscenità di questa classe dirigente, a partire dal leader, come un problema? Io no. E chi c'ha provato, come Giannino e Boldrin appunto, han preso l'1%. Io mi fermerei a riflettere su questo anzichè prendertela con gli elettori di Fare che tra l'altro, poveretti, sono fra i pochi italiani che non accettano questo schifo.
    Ultima modifica di Maestrale; 30-12-14 alle 22:11
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  6. #6
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    Arrow Cosa si muove nel centrodestra: ecco i progetti dei “rottamatori blu”


    Qualcosa a destra si muove. O almeno prova a farlo. No, non è Salvini, già benedetto dai sondaggi e pronto a una nuova stagione di ubiquità televisiva dopo la pausa natalizia dei talk show. Tra l’esplosivo Matteo lumbàrd e quello nato a Rignano sull’Arno, si anima una “cosa” dalla forma indefinita e dai contorni ancora tutti da smussare. Il termine “cosa”, in quanto soggetto politico informe e in cerca d’autore, da plasmare, vanta già una tradizione nel contesto italiano, ma non di destra. Oltre allo splendido film di John Carpenter del 1982, c’è il documentario di Nanni Moretti del 1990. “La Cosa”, appunto: collage di interventi di militanti comunisti, vero “processo di elaborazione collettiva”, seduta psicanalitica per chi, dopo la “svolta della Bolognina”, stava assistendo alla fine del PCI e alla nascita di una nuova entità politica. Venne battezzato “La Cosa rossa”, molti anni dopo (era il 2007), il cantiere della sinistra più a sinistra del nascente PD – esperienza che culminò con la formazione di “Sinistra Arcobaleno”, cartello elettorale destinato a sbriciolarsi dopo il nefasto risultato alle politiche 2008. Poi fu la volta della “Cosa” a Cinquestelle, la web tv che accompagna il Movimento fondato da Grillo sin dai suoi primi vagiti, il canale principe della narrazione grillina.
    Ora, “La Cosa”, fa il suo debutto anche a destra. L’ha già fatto, a dire il vero. “La Cosa Blu”, sito fondato da Giorgio Stracquadanio (il parlamentare ex PDL scomparso l’anno scorso), nasce con lo scopo di coalizzare e ravvivare gli animi delusi del centrodestra italiano. Fare Futuro (che fa capo ad Adolfo Urso), Formiche, Tocqueville, The Fielder, L’Intraprendente e, appunto, La Cosa Blu: fondazioni, progetti editoriali, think tank. Una frastagliata galassia di giovani iniziative, tutte unite da un unico obiettivo: dettare l’agenda e determinare la geografia del conservatorismo italiano del futuro. Lo scorso 18 ottobre a Milano si tenne la convention “Sveglia il centrodestra!” (#svegliailcdx, per i Twitternauti), chiamata anche “Leopolda Blu”. L’esperimento si ripeterà sabato 10 gennaio a Roma presso il cinema Adriano, con ospiti d’eccezione: tra gli altri, interverranno anche Flavio Tosi, Giorgia Meloni e Raffaele Fitto. Nord, Centro e Sud. Provenienze politico-geografiche diverse, alla ricerca di un destino comune. Per non morire renziani, e nemmeno berlusconiani. La contiguità anagrafica dei tre relatori è comunque indicativa di un cambiamento in atto. Perché se nel PD è la generazione dei quarantenni ora a dettare legge, nel centrodestra la “primavera tarda ad arrivare”, per dirla alla Battiato.
    Lorenzo Castellani, marchigiano classe ’89, laureato in Giurisprudenza alla LUISS, figura tra i principali promotori del convegno. Per Castellani, direttore di “La Cosa Blu”, la rinascita del centrodestra non può prescindere da quelle otto lettere tanto indigeste a Berlusconi: primarie. “Con o senza il permesso del leader di Forza Italia – assicura Castellani – prima o poi si faranno”. Affrancarsi dal Patto del Nazareno, che al momento “conviene solo a Berlusconi per questioni personali”, divincolarsi dall’abbraccio “mortale” col governo Renzi (“un disastro su tutti i fronti: tasse, zero liberalizzazioni, confusione su PA, Irap e immigrazione”): questo chiedono i giovani “rottamatori blu”. Sì, perché ormai il renzismo ha fagocitato tutto, terminologia politica compresa. “Anche Salvini è un po’ renziano”, afferma Castellani. “Il suo linguaggio è a metà tra Grillo e Renzi”.
    Sul rapporto tra il mondo moderato e il leader della Lega Nord, Castellani è sicuro: “Salvini da solo non va da nessuna parte. Con lui ci tocca fare i conti, e viceversa. Questo è ovvio. Non possiamo continuare a delegargli il compito di fare opposizione al governo Renzi”. Situazione difficile, quella dei “rottamatori blu”. Il prossimo 28 febbraio Salvini scenderà in piazza a Roma contro il governo Renzi, e per Castellani “sarà interessante sapere come intendono comportarsi Tosi, Meloni e Fitto”: partecipare alla manifestazione significherebbe infatti riconoscere al leghista una sorta di leadership nello scacchiere dell’opposizione; la mancata adesione all’evento, invece, relegherebbe i tre in una scomoda condizione di subalternità ai diktat nazareni. La storia del centrodestra che verrà, al momento, è tutta da scrivere.
    Antonio Atte

    Scritto da: Antonio Atte
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  7. #7
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    Arrow Leopolda Blu: ecco la convention dei rottamatori di centrodestra


    Dopo la convention “Sveglia centrodestra”, andata in scena al Teatro Adriano di Roma sabato scorso, nulla sarà nulla come prima. Almeno a sentire parlare gli organizzatori, tra cui spicca la fondazione Fare Futuro, fondata qualche anno fa da Gianfranco Fini proprio per ripensare lo schieramento destro oltre la figura di Silvio Berlusconi.
    In un’intervista rilasciata al Giornale d’Italia (quotidiano de La Destra, partito di Francesco Storace) il direttore della comunicazione di Fare Futuro Giovanni Basini parla proprio di primarie. E lancia una propria proposta.*L’idea – spiega Basini – è quella che per vincere si deve essere liberi di scegliere il candidato vincente. Di conseguenza il primo problema è che potrebbe esserci qualcuno che si rende conto di non essere vincente e, facendo uso di metodi corretti o non, decide di revocarle” come peraltro già accaduto nel Pdl ai tempi del dualismo Berlusconi-Alfano.
    Pertanto, il responsabile di FF propone di adottare una soluzione all’americana: “Le primarie si svolgano tappa per tappa come avviene nel partito repubblicano americano, non per scimmiottare modelli esteri, ma per adottare un modello valido”. In particolare si tratterebbe di procedere regione per regione, alla stregua dei vari caucus che per diversi mesi vengono organizzati nei 50 Stati USA. Organizzando in questa maniera le consultazioni, per Basini si andrebbe incontro a due aspetti postivi: “Da un lato se il processo è abbastanza lungo, restando esposto a colpi di scena, rimane incerto l’esito finale tra i candidati. Dall’altro lato questo modus operandi fa sì che una volta che si comincia non sia più facilmente possibile revocarle per mancanza di mezzi finanziari o disconoscerne l’esito”.

    Ma in sostanza come funzionerebbe il tutto? “In ogni regione vengono istituiti 50 seggi, il cui costo giornaliero è di 500 euro cadauno. Il che significa 25 mila per regione. Se il giorno prescelto votassero in 25 mila nella regione, contribuendo con almeno un euro, è evidente che i seggi sarebbero finanziati in gran parte dagli aderenti. Il resto dei costi (sede nazionale e le conferenze regionali) potrebbe essere sostenuto dai candidati”.
    Un meccanismo molto diverso da quello del Pd, che lo stesso Basini ammette essere partito più attrezzato dal punto di vista economico: “Le primarie del Partito democratico si svolgono in un giorno e costano 3 milioni di euro. La differenza è che i democratici hanno la cassa, quindi anticipano e poi ripianano con i contributi, ma da noi, non essendoci una cassa, perché i conti sono in rosso, conviene proporre le primarie sequenziali”.


    Scritto da: Alessandro Genovesi
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