"Io nacqui a debellar tre mali estremi: / tirannide, sofismi, ipocrisia"
IL DISPUTATOR CORTESE
Possono tenersi il loro paradiso.
Quando morirò, andrò nella Terra di Mezzo.
L'Istria, secondo me, era un terra profondamente italiana, fu slavizzata fortemente dagli Asburgo e poi totalmente slavizzata sotto il regime titoista. Certamente anche il regime fascista fece una politica duramente anti slava rendendo i rapporti tra italiani e slavi estremamente tesi e che poi dopo il 1943 divennero di pulizia etnica da parte degli slavi contro gli italiani. L'esodo post 1945 ha fatto il resto ed ora dell'Istria italiana non rimane etnicamente quasi più nulla. Stesso discorso per la Dalmazia e per Fiume, meno per le terre di oltre Isonzo che sono sempre state slave, ma oramai il tempo è passato e non è più tempo di improbabilissime rivendicazioni territoriali. Non sarebbe male però che i discendenti di coloro che furono cacciati dopo il 1943 potessero ritornare nelle terre dei loro padri e rendessero ancora Istria, Fiume e Dalmazia terre, in parte, italiane pur continuando essere, chiaramente, quelle terre di Croazia e Slovenia.
Se guardi troppo a lungo nell'abisso, poi l'abisso vorrà guardare dentro di te. (F. Nietzsche)
ripopolare di genti italiane quelle terre significa anche, nel giro di un paio di generazioni, rimettere in discussione l'appartenenza territoriale di Istria e Dalmazia.
a me va benissimo.
un vecio istrian me ga ga dito : qua tuti ga fato dani, ma nissun come i taliani.