"Perchè, da dove, verso dove".
1- Dall'unione di alcuni uomini, i quali sanno l'essenza del proprio spirito non appartenere al mondo moderno, nasce il"Nuovo Ordine Tradizionale". Nasce avendo essi constatato la totale mancanza di una forza politica di orientamento puramente tradizionalista, secondo il senso più profondo che la parola Tradizione designa; quello cioè esposto dal Barone J. Evola nella sua opera: "Rivolta contro il mondo moderno".
2- I militanti del N.O.T. idealmente non appartengono e non vogliono appartenere a questo mondo moderno, riconoscendo imperanti in esso le forze della sovversione e dell'antitradizione: il mondo al quale invece fanno riferimento è quello tradizionale. L'opposizione tra i due, prima ancora che essere storica, è di natura metafisica, esprimendo l'uno la civiltà dell'essere e della qualità, l' altro quella del divenire e della quantità. Aderire dunque ad una visione del mondo tradizionale significa rifiutare materialismo e storicismo, propugnando invece valori superiori, eterni ed immutabili quali: ordine, gerarchia,differenziazione, fedeltà, onore, coraggio, impersonalità attiva, principio della superiorità della forma sull'informe, ideale del potere puro dell' "imperium".
3- Dato il caratterizzarsi come "Ordine", si esige prima di tutto dai militanti quello sforzo "eroico" e creatore volto a concretizzare nella propria persona il principio della superiorità della forma sull'informe: un mettere ordine in se stessi, incarnando quindi personalmente i valori tradizionali che è al giorno d'ogg isempre più necessario testimoniare e difendere.
Sul piano più prettamente politico invece, in un mondo moderno che accantona come inutile orpello il senso del sacro, nel quale ci si vorrebbe tutti discendenti di scimmie e "grandi madri africane", i militanti del N.O.T. decidono di continuare ad essere degni della grande storia dei popoli iperborei raccogliendo l'eredità dei propri predecessori. Ultimi consapevoli eredi di una razza civilizzatrice e guerriera, essi sono oggi nuovamente pronti a battersi per delle "sacre posizioni", quand'anche queste si presentassero come indifendibili dall'offensiva nemica, e quindi ormai perdute.
In quanto membri di un "Ordine tradizionale" basato su di un'intima ed individuale vocazione eroica e guerriera, i militanti scelgono di combattere anche quelle battaglie fondamentali che nessuno ha più il coraggio di condurre:
a) rifiutano il sistema “democratico“ in tutte le sue forme: al N.O.T. non interessano né elezioni né rappresentanze di alcun genere, il suo sforzo prioritario è bensì mirato al forgiare una schiera di degni "cavalieri dell' Ordine e dell'Idea".
b) ribadiscono l' imprescindibile dovere di combattere un'ultima grande battaglia: quella del sangue. Essa è intesa non come odio e volontà di sopraffazione delle altre razze, ma come tutela della specificità del proprio sangue e dell’eredità spirituale in esso presente. Rifiutando la propaganda egualitaria di una globalizzazione livellatrice e distruttrice ed i suoi falsi “miti”, i militanti sono pronti a lottare per opporre ad essa il principio della diversità come ricchezza da preservare contro ogni forma di omologazione, sia essa culturale, linguistica o razziale. E' nostra ferma convinzione che la devastazione spirituale ed il meticciamento razziale incoraggiati dagli alfieri della modernità non possano che portare al calare dell'ultima notte sui popoli d' Europa. Contro la minaccia di questo declino, e unicamente per la tutela della nostra identità ed eredità ancestrale, combatteremo tanto più strenuamente quanto più nessun uomo moderno sia ormai disposto a fare.