Bartoli, dal comitato di Marino
al doppio incarico con superpremio


E’ il nuovo presidente e ad di Risorse Per Roma, società del Comune. Lavorava in provincia con Zingaretti, poi la super carriera. Ora guadagna 215 euro all’anno

di Ernesto Menicucci


ROMA - Alla faccia della spending review e dei tanto sbandierati tagli sullo stipendio dei manager. Negli uffici di piazza degli Archivi, all’Eur, le «Risorse» più che per Roma sono soprattutto per il suo neopresidente Massimo Bartoli. Un manager con una storia «tormentata». Era alla Provincia di Roma con Nicola Zingaretti, quando Marino l’ha cooptato prima nel suo comitato elettorale e poi al Campidoglio, come direttore esecutivo a 129 mila euro lordi l’anno. Nomina sulla quale, per la verità, pendeva un vizio di inconferibilità: essendo stato amministratore di un’agenzia (quella per lo Sviluppo) di palazzo Valentini, non avrebbe poi potuto fare il dirigente in Comune. Ma tant’è, ormai è andata.



L’incompatibilità

Per «sistemare» uno dei rilievi fatti dal Mef - l’anomalia della presenza a palazzo Senatorio di un direttore esecutivo (carica «inventata» da Alemanno e confermata, almeno all’inizio, da Marino) che è un «doppione» del direttore generale - e per mettere a posto una delle municipalizzate, diventata sotto il centrodestra una specie di «scatola magica» nella quale infilare di tutto (condoni, vigilantes, consulenze varie, eventi, progetti), quest’estate Marino decide di spostare Bartoli a «Risorse per Roma». E qui sorge l’altro problema: sempre in virtù del suo precedente incarico in Provincia, e in base alle norme stabilite nel 2013 dal governo Monti, la designazione viene «congelata» per qualche mese. Fino al 6 ottobre scorso quando, trascorso un anno dalla cessazione del suo incarico all’Asp provinciale, Bartoli viene «incoronato» dal Cda di Risorse.



Il super-premio

Tutto risolto? Non ancora, per la verità. Perché, magari per «compensare» tanta attesa, il manager si fa riconoscere dal Cda un super-compenso, superiore anche a quello che aveva come dirigente del Comune. Bartoli, infatti, viene nominato presidente e amministratore delegato, una sorta di «plenipotenziario» che raccoglie su di sé tutte le deleghe operative e per il «disturbo» si porta a casa doppio stipendio: 37.613,3 euro come ad, 49.035,9 come presidente, più altri 18 mila euro lordi per la carica di amministratore. Totale, 104.649,2 euro lordi l’anno. Oltre a questo il Cda del 6 ottobre delibera «dopo ampio e approfondito esame di attribuire al presidente e ad (cioè Bartoli che, bontà sua, si astiene, ndr ) i compensi stabiliti dal socio unico Roma Capitale nella delibera di giunta n.134 del 20.04.2011». Sostanzialmente a Bartoli viene concessa l’indennità di risultato massima: 111.226,6 euro. Calcolatrice alla mano, fanno 215.875,8 euro. Con un particolare: nessuno ha definito gli obiettivi in base ai quali al manager spetterà il premio.



Retribuzione record

La cifra, tra l’altro, è tale da far impallidire tutti gli altri manager nominati dalla giunta Marino: Danilo Broggi, all’Atac, prende 67 mila euro lordi; Daniele Fortini, presidente e ad di Ama, viaggia a 79 mila euro lordi più un’indennità di risultato più o meno analoga (totale 150 mila euro circa). Mentre Paolo Omodeo Salé, scelto come presidente e ad di Roma Metropolitane cumula sì le due cariche arrivando a 110.821,6 euro l’anno, ma almeno ha rinunciato all’indennità di risultato nel 2014. Lo stipendio di Bartoli, invece, batte tutti. Anche quello del predecessore Domenico Kappler che però si era auto-assunto come dirigente a 160 mila euro annui. Come dire: certe «Risorse» non finiscono mai.

25 gennaio 2015 |
Bartoli, dal comitato di Marino al doppio incarico con superpremio - Corriere.it


ogni tanto qualcosa del fantastico sindaco marino e della sua fantastica giunta trapela.

adesso attendiamo una replica dai galoppini piddini
penso dovremo attendere che dal partito gli imbocchino la risposta.