New York - «Soldati americani, stiamo arrivando, guardatevi le spalle», firmato, Isis. E poi, «l’Isis è già qui, siamo nei vostri pc, in ogni base militare». E ancora: «in nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso, il Cyber-califfato continua la sua CyberJihad»: si tratta di propaganda pura, diffusa in mattinata, però attraverso un account Twitterdecisamente insolito, quello ufficiale del Centcom, il Comando Centrale Usa che coordina le operazioni militari della coalizione in Medio Oriente.
Un colpo mediatico non da poco a cui il Centcom, con imbarazzo palpabile, per il momento ha risposto con un comunicato in cui riconosce che il suo account Twitter «è stato compromesso», ovvero è stato violato da non meglio precisati hacker. Il Comando ha solo laconicamente fatto sapere che sta già adottando «misure appropriate per risolvere la questione», ma non ha fornito ulteriori dettagli. Resta il fatto che il profilo ora è stato sospeso, dopo che è stato completamente alterato. Al posto della scritta Centcom è apparso il nome “Cybercaliphate”, su una foto di un militante jihadista con la kefia bianca e nera che gli nasconde il volto e la scritta «I love you Isis».
E sono stati twittati anche presunti piani militari Usa in Cina e Corea del Nord, definiti «scenari», con tanto di cartine, accompagnate dalla scritta: «Network del Pentagono hackerato». Ma non basta. Anche il profilo YouTube del Centcom è stato “hackerato”, con l’inserimento di due video di propaganda pro-Isis, e pertanto a sua volta è stato sospeso.
Il tutto proprio mentre il presidente Barack Obama si prepara ad annunciare nei prossimi giorni piani per il rafforzamento della cyber-sicurezza Usa, sulla scia dell’attacco informatico subito dalla Sony Pictures il mese scorso da parte di hacker, che a detta dell’Fbi hanno agito per conto della Corea del Nord. Ma l’attacco al Centcom è diverso. Si tratta di un obiettivo militare, e il “nemico” e ben visibile e Dichiarato. Fonti della Difesa citate in forma anonima dai media Usa hanno ammesso che si tratta di un attacco che è chiaramente fonte di imbarazzo, ma hanno sostenuto che al momento non risulta che documenti sensibili siano stati sottratti, o che ci sia una minaccia specifica.