SOVRANITÀ – PRIMA GLI ITALIANI è un'associazione che mira a sostenere politicamente, culturalmente e organizzativamente le battaglie di Matteo Salvini, donando a tale progetto ambizioso un bagaglio di idee, di strutture e di parole d'ordine in modo del tutto disinteressato, avendo come unico obbiettivo quello di sostenere una proposta politica che oggi può essere l'unica speranza affinché l'Italia non cessi definitivamente di essere un soggetto collettivo dotato di storia, eredità e destino.
Intervenire, contribuire, strutturarsi.
La situazione politica che si è venuta a creare in Italia negli ultimi mesi ha fatto sì che alcune istanze politiche e sociali da sempre portate avanti da minoranze attive e circuiti metapolitici alternativi siano diventate oggi patrimonio comune di una fetta consistente di italiani, potenzialmente forse la maggioranza di essi.
L'espropriazione della sovranità italiana da parte della Ue, il succedersi di governi non eletti e diretta espressione della troika, il convergere della destra e della sinistra “moderate” verso il progetto renziano, l'implosione di ogni soggetto egemonico a destra – tutto questo ha determinato un completo rivolgimento del quadro politico italiano così come lo avevamo conosciuto negli ultimi anni.
Parallelamente, il progressivo impoverimento di fasce sempre più consistenti del popolo italiano, una disoccupazione giovanile ormai attestata su livelli più che allarmanti, una tassazione cieca che strangola i settori produttivi, l'accelerazione dei recenti governi su progetti etnocidi, da Mare Nostrum alla progettata revisione dello ius sanguinis, hanno creato nella società italiana una condizione di disagio, rabbia e voglia di cambiamento.
Nel contesto così delineato, le possibilità di veder emergere quello che stato definito “un lepenismo italiano” sono spontaneamente lievitate. Per “lepenismo italiano” intendiamo una proposta politica sovranista, sociale, identitaria, che si faccia portavoce degli interessi del popolo italiano in un momento in cui le caste politiche, economiche e culturali non riescono più a capire ciò che accade nell'Italia rimasta fuori dai salotti.
Questa proposta politica si è spontaneamente incarnata nel progetto politico che Matteo Salvini sta portando avanti da diversi mesi.
I pilastri ideali su cui poggia tale progetto sono tre: SOVRANITÀ, IDENTITÀ, LAVORO
SOVRANITÀ
Sovranità significa libertà di forgiare il proprio destino. È la capacità di battere e controllare moneta (sovranità monetaria). È la possibilità di approvvigionarsi a fonte energetiche diversificate e per quanto possibile autonome (sovranità energetica). È la possibilità di potersi difendere (sovranità militare). È la libertà di non avere zone di non diritto nelle proprie città (sovranità territoriale). È la capacità di decidere in piena libertà le proprie leggi, i propri amici, i propri nemici (sovranità politica).
Attentati alla sovranità se ne vedono ogni giorno: è antisovranista la speculazione finanziaria che gioca con i nostri titoli, l'Ue che ci detta le politiche economiche, gli Usa che destabilizzano il Mediterraneo, Renzi che si accoda alle sanzioni alla Russia; ma la sovranità muore anche quando gli italiani diventano schiavi in casa loro, quando i nostri quartieri diventano deserti economici, sociali e culturali, quando la criminalità organizzata tiene in pugno la classe politica.
Negazione suprema della sovranità è la superstizione criminale per cui “non c'è scelta”, “non c'è alternativa”, “ce lo chiedono i mercati”.
Insomma, i nemici della sovranità sono tanti. Oggi, tuttavia, non possiamo fare a meno di notare come l’Ue si imponga come mostro burocratico e mondialista, nemico dei popoli europei e della loro cultura. Salvo cambiamenti radicali politici ed economici che al momento sembrano del tutto utopistici, l’Unione europea va considerata una struttura tecnocratica illegittima e usurpatrice del nome dell’Europa. Quanto all’Euro, così come è stato concepito fino ad ora è stato solo vettore di impoverimento e sfruttamento.
IDENTITÀ
Nella storia, ogni Stato sovrano ha sempre avuto un obbiettivo primario del tutto ovvio e scontato: assicurare il benessere materiale e spirituale del proprio popolo. Lo spazio per la solidarietà, la cooperazione, l'accoglienza è sempre stato subordinato a quell'obbiettivo principale, in una scala di priorità ben definita.
Nell'Italia di oggi si assiste invece a una surreale e pericolosissima inversione dello stato normale delle cose, per cui a governarci è una élite che culturalmente e spiritualmente odia l'Italia e l'Europa, che vede gli italiani ultimi in ogni graduatoria, che non perde occasione per esprimere il proprio disprezzo verso una rabbia popolare che non ascolta e non capisce. Oggi, di fatto, in Italia gli italiani vengono per ultimi. Per noi, invece, gli italiani devono venire per primi.
A tal proposito, una delle battaglie principali in cui ci impegneremo sarà quella per la “Preferenza nazionale” in ogni ambito, con particolare riguardo alla questione alloggiativa. Parallelamente, saranno per noi prioritarie le battaglie contro ogni modifica dell'attuale normativa sulla cittadinanza, nonché il contrasto a tutti i gli escamotage europei che sorgeranno sulla scia del fallimentare Mare Nostrum.
Solo un'Italia che ama se stessa può aiutare gli altri. Solo una nazione fiera della sua identità può tutelare le identità altrui. Nel buonismo, nell'irenismo, nella follia antinazionale e anti-identitaria c'è solo una solidarietà di facciata, che cela le reali politiche razziste, quelle operate dai “buoni”v che sulla pelle di immigrati e italiani lucrano.
LAVORO
Agli inizi degli anni '60, l’Italia era all’avanguardia nei settori informatico, petrolifero, nucleare, medico. Quell’Italia è stata distrutta da oligarchie vendute e incapaci, che ci hanno fatto credere che privarci dei nostri cervelli in partenza verso l'estero e limitarci a fare da bagnini e pizzaioli ai miliardari stranieri fosse il nostro destino. Oggi la nazione deve tornare a riscoprire la sua vocazione industriale e tecnologica.
Ripartire dal lavoro, al di là di ogni antistorica impostazione divisiva, significa mettere la produzione al centro della vita sociale della nazione. Contro le truffe dell'alta finanza, contro un capitalismo speculatore, parassitario e anti-nazionale, ma anche contro le collusioni e le menzogne di una sinistra e di un sindacato che ormai da anni hanno svenduto il destino dei lavoratori.
Nell’era dell’attacco finanziario ai popoli e agli Stati, la strada maestra è quella della civiltà del lavoro che l’Italia ha già pensato e realizzato in altre epoche della sua storia.
Nella crisi, l’Italia non è il problema. È la soluzione.