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  1. #521
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    Predefinito re: La banca centrale svizzera toglie il cambio fisso CHF/EUR, Zurigo sprofonda

    La BNS distribuirà tra Confederazione e Cantoni fino a 6 miliardi del proprio utile
    Firmata la nuova convenzione con la Banca nazionale svizzera: aggiunti 2 miliardi di franchi ai 4 previsti fino al 2020 - Soddisfatte per l’anno passato le condizioni dell’importo massimo

    Il Dipartimento federale delle finanze (DFF) e la Banca nazionale svizzera (BNS) hanno firmato una nuova convenzione sulla distribuzione dell’utile della BNS. A condizione che la situazione finanziaria della Banca nazionale lo consenta, alla Confederazione e ai Cantoni sarà versato annualmente un importo massimo di 6 miliardi di franchi. La nuova convenzione disciplina le distribuzioni dell’utile della Banca nazionale fino all’esercizio 2025. Essa si applica già all’esercizio 2020, sostituendo pertanto con effetto retroattivo la convenzione 2016-2020 e la convezione supplementare del 2020, le quali prevedevano una distribuzione massima rispettivamente di 2 e di 4 miliardi di franchi.

    La distribuzione annuale massima di 6 miliardi di franchi comprende un importo di base pari a 2 miliardi di franchi che viene versato a condizione che l’utile di bilancio ammonti almeno a tale importo. A questo si aggiungono quattro possibili distribuzioni aggiuntive, ciascuna di 1 miliardo di franchi, cui si procede quando l’ammontare dell’utile di bilancio raggiunge i valori di 10, 20, 30 o 40 miliardi di franchi. Per l’esercizio 2020 sono soddisfatte le condizioni per la distribuzione dell’importo massimo: alla Confederazione e ai Cantoni sono pertanto distribuiti 6 miliardi di franchi.

    Conformemente alla Legge sulla Banca nazionale, la BNS è tenuta a costituire accantonamenti sul risultato di esercizio che le consentano di mantenere le riserve monetarie al livello richiesto dalla politica monetaria. L’utile residuo dopo dotazione degli accantonamenti è in linea di principio a disposizione per essere distribuito alla Confederazione e ai Cantoni. Il DFF e la BNS stabiliscono i valori di riferimento della ripartizione dell’utile in una convenzione pluriennale per garantirne una distribuzione costante a medio termine.
    https://www.cdt.ch/svizzera/la-bns-d...?_sid=gbxNIn3F

  2. #522
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    Predefinito re: La banca centrale svizzera toglie il cambio fisso CHF/EUR, Zurigo sprofonda

    "Gli Stati Uniti non ci influenzeranno"
    Il presidente della Banca nazionale respinge l'accusa alla Svizzera di manipolare la sua valuta

    Il presidente della Banca nazionale svizzera Thomas Jordan ribadisce che il suo istituto non smetterà di intervenire sul mercato delle divise per indebolire il franco nonostante gli Stati Uniti abbiano bollato la Confederazione come un paese manipolatore di valuta. "Questa definizione non ha avrà alcun influsso sulla nostra politica monetaria", ha affermato lunedì Jordan in un'intervista alla trasmissione "Eco" di SRF.
    "Gli interventi sul mercato delle divise sono molto importanti perché abbiamo osservato una forte pressione sul franco, ancor più nell'emergenza Covid", ha sostenuto, e "se si considera soltanto l'evoluzione nominale dei cambi, quanto si è apprezzato il franco negli ultimi 12 anni, quanto bassa è stata l'inflazione qui da noi - ha spiegato -, allora tutti dovrebbero capire che la Svizzera è tutt'altro che una manipolatrice di valuta."
    Jordan non ha ancora parlato della questione con la nuova ministra delle finanze americana, l’ex presidente della FED Janet Yellen: "Vi saranno però certamente discussioni, dapprima a livello tecnico e poi politico".
    In tempi di pandemia e conseguente crisi economica e per le finanze pubbliche, Jordan ha poi ricordato che il finanziamento dello Stato non è il compito primario della Banca nazionale: quest'ultima ha il mandato di garantire la stabilità dei prezzi. Al momento la Confederazione e i Cantoni possono rifinanziare a buon mercato i crescenti debiti.
    Alla domanda se nel lockdown attuale le aziende necessitino di ulteriori crediti Jordan si è mostrato cauto: la situazione va osservata molto attentamente. Al momento il sistema di aiuti sembra funzionare e le banche concedono crediti, ha affermato, ma in caso di necessità la piazza economica potrà contare sull’aiuto della BNS.
    https://www.rsi.ch/news/economia/Gli...-13798735.html

  3. #523
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    Predefinito re: La banca centrale svizzera toglie il cambio fisso CHF/EUR, Zurigo sprofonda

    Franco, l’euro torna sopra quota 1,10
    È la prima volta da oltre un anno che la moneta europea supera questa soglia. Gli investitori più propensi al rischio con la riduzione, in diversi paesi, delle restrizioni Covid

    Il franco si sta leggermente indebolendo rispetto all’euro: nella notte il corso della moneta europea è salito oltre 1,10 franchi, per la prima volta dal dicembre 2019. In mattinata il corso ha confermato la tendenza, salendo sino a un massimo di 1,1057 franchi. Anche il dollaro statunitense ha recuperato ulteriore terreno nelle ultime settimane e ora si sta avvicinando alla soglia di 0,91.

    I movimenti dovuti all’allentamento delle tensioni geopolitiche e alla riduzione di restrizioni Covid

    Stando agli esperti questi movimenti valutari sono dovuti all’allentamento delle tensioni sul fronte geopolitico e alla prospettiva di una riduzione, in diversi paesi, delle restrizioni legate al Covid. Questi fattori aumentano la propensione al rischio degli investitori, diminuendo nel contempo l’importanza di valute come il franco svizzero che sono considerate porti più sicuri in tempi di crisi.

    Gli interveneti della BNS

    Stando a un analista della banca cantonale di Zurigo quanto sta succedendo dovrebbe far piacere alla Banca nazionale svizzera (BNS), impegnata nel contrastare un rafforzamento giudicato eccessivo del franco. L’istituto può infatti in tal modo evitare di intervenire sul mercato, cosa che aveva fatto invece massicciamente nel 2020, anno della pandemia. Il responsabile degli investimenti della banca cantonale di San Gallo Thomas Stucki fa da parte sua notare come l’evoluzione delle principali azioni svizzere sia al momento relativamente debole, nel confronto internazionale. È possibile che investitori stranieri che avevano operato con titoli di grandi aziende elvetiche stiano al momento vendendo, liberandosi in tal modo anche del franco.

    Il massimo e il minimo dell’euro

    Per gli amanti della storia economica, l’euro (in circolazione monetaria effettiva dal 2002) ha toccato il suo massimo di sempre sul franco nel 2007 a 1,68 franchi. Il minimo (0,9652) risale al 15 gennaio 2015, quando la Banca nazionale svizzera (BNS) abolì la soglia minima fissata in precedenza unilateralmente. Era poi partito un lento recupero, che ha portato l’euro a toccare - fugacemente - anche 1,20 nel 2018. Da allora la tendenza generale è stata di un lento declino, con un minimo nel maggio 2020 a 1,05 franchi.
    Franco, l’euro torna sopra quota 1,10

  4. #524
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    Predefinito re: La banca centrale svizzera toglie il cambio fisso CHF/EUR, Zurigo sprofonda

    Ottima notizia. Speriamo si diriga verso un cambio di 1,2 che andrebbe bene per tutti salvo i frontalieri!
    Possiamo concludere che tutto il peggio che succede in Italia e' dovuto alle elites PD ed al vaticano?
    Stupri, attentati, invasione, fallimenti, disoccupazione, emergenza sociale, denatalita',violenza verbale , suicidi, omicidi....

  5. #525
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    Predefinito re: La banca centrale svizzera toglie il cambio fisso CHF/EUR, Zurigo sprofonda

    Citazione Originariamente Scritto da animal Visualizza Messaggio
    Ottima notizia. Speriamo si diriga verso un cambio di 1,2 che andrebbe bene per tutti salvo i frontalieri!
    Tutti comprese le casse federali e cantonali, considerando l'aumento di valore delle riserve che ne deriverebbe e la nuova convenzione con la BNS. Con i tempi che corrono...

  6. #526
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    Predefinito re: La banca centrale svizzera toglie il cambio fisso CHF/EUR, Zurigo sprofonda

    Utile di 20,9 miliardi di franchi per la BNS
    A Confederazione e Cantoni vanno 6 miliardi - Si sono dunque rivelati corretti i dati provvisori comunicati a gennaio, quando l’utile era stato quantificato a circa 21 miliardi

    La Banca nazionale svizzera (BNS) ha registrato nell’esercizio 2020 un utile di 20,9 miliardi di franchi, contro i 48,9 miliardi messi a referto nel 2019. Lo ha annunciato oggi tramite una nota lo stesso istituto. A Confederazione e Cantoni vanno 6 miliardi.
    Si sono dunque rivelati corretti i dati provvisori comunicati a gennaio, quando l’utile era stato quantificato a circa 21 miliardi. Il rapporto di gestione sarà disponibile il prossimo 22 marzo.
    L’utile sulle posizioni in valuta estera è ammontato a 13,3 miliardi, precisa la BNS, in diminuzione rispetto ai 40,3 miliardi dell’anno precedente. Quello sulle posizioni in franchi si è attestato da parte sua a 1,3 miliardi (2,1 miliardi nel 2019) e risulta principalmente dagli interessi negativi applicati agli averi in conto giro.
    Sulle disponibilità in oro è risultata una plusvalenza di 6,6 miliardi, inferiore ai 6,9 miliardi di dodici mesi prima. A fine 2020, il prezzo di un chilo era pari a 53’603 franchi, una cifra superiore del 13,5% a quella di fine 2019 (47’222). Invariata a 1040 tonnellate la quantità.

    Per l’esercizio in rassegna, la Banca nazionale ha innalzato a 7,9 miliardi l’attribuzione degli accantonamenti per le riserve monetarie, che raggiungono così gli 87,0 miliardi. Tale incremento è in crescita rispetto ai 5,9 miliardi del 2019, anche perché la percentuale di attribuzione minima annua è passata dall’8% al 10% a causa dell’ulteriore sensibile aumento dei rischi di mercato insiti nel bilancio della BNS, spiega l’istituto.
    Tenendo conto dell’attuale riserva per future ripartizioni, pari a 84,0 miliardi, risulta un utile di bilancio di 96,9 miliardi. Ciò consente di versare agli azionisti il dividendo unitario massimo previsto dalla legge, che ammonta a 15 franchi.
    Un importo complessivo fissato a 6 miliardi finisce invece nelle casse di Confederazione (un terzo) e Cantoni (due terzi). Dopo tali versamenti, la riserva per future ripartizioni si eleverà dunque a 90,9 miliardi.
    L’incremento di questa distribuzione - a inizio gennaio si era parlato di 4 miliardi - risulta dalla nuova convenzione stipulata alla fine dello scorso mese di gennaio tra il Dipartimento federale delle finanze e la BNS, viene ricordato nel comunicato. Essa sostituisce quelle per gli esercizi 2016-2020 e quella supplementare del 2020.
    Utile di 20,9 miliardi di franchi per la BNS

  7. #527
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    Predefinito re: La banca centrale svizzera toglie il cambio fisso CHF/EUR, Zurigo sprofonda

    Utile di 20,9 miliardi di franchi per la BNS
    A Confederazione e Cantoni vanno 6 miliardi - Si sono dunque rivelati corretti i dati provvisori comunicati a gennaio, quando l’utile era stato quantificato a circa 21 miliardi

    Precisione elvatica manco fosse un cronografo Omega!
    Possiamo concludere che tutto il peggio che succede in Italia e' dovuto alle elites PD ed al vaticano?
    Stupri, attentati, invasione, fallimenti, disoccupazione, emergenza sociale, denatalita',violenza verbale , suicidi, omicidi....

  8. #528
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    Predefinito re: La banca centrale svizzera toglie il cambio fisso CHF/EUR, Zurigo sprofonda

    BNS: utile di oltre 37 miliardi nel primo trimestre
    A titolo di paragone, l’esercizio precedente era iniziato con una perdita di circa 38 miliardi

    Grosso guadagno nel primo trimestre del 2021 per la Banca nazionale svizzera (BNS). L’istituto ha in effetti mandato agli archivi il periodo in rassegna registrando a fine marzo un utile di 37,7 miliardi di franchi.
    L’utile sulle posizioni in valuta estera si è attestato a 39,9 miliardi, precisa la BNS in un comunicato odierno, mentre quello sulle posizioni in franchi, che risulta principalmente dagli interessi negativi applicati agli averi in conto giro, è stato di 0,3 miliardi.
    Per quanto riguarda le disponibilità in oro invece, a fronte di una quantità invariata, è risultata una minusvalenza di 2,3 miliardi. Al termine del mese scorso il prezzo di un chilogrammo di oro era pari a 51.366 franchi, contro i 53’603 franchi di fine 2020.
    A titolo di paragone, la BNS aveva cominciato l’esercizio precedente con una perdita di circa 38 miliardi nei primi tre mesi. Le ragioni erano state le difficoltà dei mercati finanziari, confrontati all’epoca con l’inizio della crisi legata al coronavirus, e l’apprezzamento del franco svizzero. La banca nazionale aveva comunque chiuso il 2020 in positivo, con un utile di 20,9 miliardi.
    https://www.cdt.ch/economia/bns-util...?_sid=w0oo8v66

  9. #529
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    Predefinito re: La banca centrale svizzera toglie il cambio fisso CHF/EUR, Zurigo sprofonda

    BNS, riserve vicine ai mille miliardi, ora si discute della loro gestione
    L’ammontare ha ormai raggiunto i 930 miliardi di franchi e ai ritmi attuali dovrebbe superare il trilione entro fine anno - Fra le possibilità la creazione di un fondo sovrano per investire nell’economia nazionale o maggiori contributi alle imprese in questa fase di crisi

    Le riserve monetarie della Banca nazionale svizzera, accumulatesi negli anni come effetto degli acquisti sul mercato dei cambi per contrastare la forza del franco, sono ormai vicini al trilione, ossia a mille miliardi di franchi. Infatti hanno raggiunto quota 930,5 miliardi di franchi, ossia il 130% del PIL svizzero, pari a 109 mila franchi per abitante del Paese. Principalmente si tratta di dollari ed euro, e in parte minore di sterline, dollari canadesi e yen. Se si aggiungono a questa somma anche le altre poste del bilancio, ossia l’oro, vari crediti e le riserve per la distribuzione dell’utile, la somma di bilancio ha superato i 1.000 miliardi nello scorso febbraio. Gli interventi provocano anche reazioni all’estero, visto che gli USA avevano posto la Svizzera nella lista dei Paesi manipolatori di valute (di ieri invece la notizia dello stralcio dalla lista da parte di Washington).

    Rischio di una BNS politicizzata

    Chiaramente, questa «montagna» di soldi è oggetto di discussioni, fra cui figura anche l’idea di creare un fondo sovrano per aiutare l’economia elvetica. Con questo termine si indica in genere un fondo di investimento controllato da uno Stato, che investe sui ricavi delle risorse a disposizione del Paese, come ad esempio il petrolio. Questa proposta non è stata finora portata avanti con molta convinzione, anche perché c’è il pericolo di «politicizzare» la Banca nazionale, insidiandone l’indipendenza. Sul tema dell’utilizzo di queste riserve abbiamo interpellato alcuni specialisti.
    «La direzione in cui si muovono le riserve - spiega Nikolay Markov, economista presso Pictet Asset Management di Ginevra - è chiaramente verso l’aumento continuo».
    «Da inizio anno - prosegue - la BNS interviene sempre di meno. Ciononostante le riserve salgono a causa del rialzo del cambio delle monete estere rispetto al franco. E questo a nostro avviso dovrebbe continuare fino a fine anno, dato che prevediamo che l’euro-franco salirà a 1,12. Le riserve, che ora ammontano a 930 miliardi di franchi, nei primi tre mesi di quest’anno sono aumentate di 38,2 miliardi, e se si mantiene questo ritmo, sorpasseremo i mille miliardi entro settembre».

    Ormai un asset manager

    «In questo modo - nota - la BNS è diventata un asset manager malgrado la sua volontà e malgrado questa non sia la sua funzione. Ben presto si troverà a gestire un capitale superiore a quello del fondo sovrano della Norvegia. Questa situazione fa aumentare le pressioni sulla BNS, e solleverà il tema delle risorse dedicate alla gestione di questi attivi. Infatti, comparando la BNS alle banche attive nell’asset management, queste ultime dispongono di molto più personale per gestire importi inferiori».
    «Inoltre - aggiunge - ci si potrebbe chiedere se la BNS in un momento così difficile non possa intervenire maggiormente per sostenere l’economia svizzera, magari anche creando un fondo sovrano. È vero che ha aumentato da 4 a 6 miliardi all’anno la distribuzione ai cantoni e alla Confederazione. Ma è anche vero che ora le riserve di distribuzione superano i 90 miliardi di franchi. A questo punto, visto che la Confederazione accorda crediti a tasso zero alle aziende, perché la BNS non potrebbe concedere degli aiuti a fondo perso, visto che molte aziende di settori come la ristorazione e l’albergheria hanno bisogno di essere aiutate? E la BNS potrebbe farlo senza mettere in pericolo l’obiettivo di salvaguardare la stabilità dei prezzi. Per giunta questo rientrerebbe anche nel suo mandato, che è quello di sostenere l’economia nazionale. Penso che prossimamente ci sarà un dibattito sia a livello politico, sia a livello pubblico attorno a questi due temi».

    Posizione conservatrice

    «La BNS - spiega Markov - finora su questi temi ha una posizione molto conservatrice, e afferma che con c’è bisogno di un fondo sovrano per aiutare l’economia. Inoltre ricorda che il suo mandato principale è la stabilità dei prezzi, e che il suo versamento a cantoni e Confederazione è già stato aumentato di 2 miliardi. Inoltre non bisogna creare una dipendenza dell’economia dalla BNS, perché questo limiterebbe l’indipendenza dell’istituto».
    «Il dibattito sulla gestione delle riserve della BNS - spiega dal canto suo Maxime Botteron, economista del Credit Suisse – è difficile. Innanzitutto a partire da febbraio molto probabilmente c’è stato un piccolo cambiamento, e che la BNS forse ha cominciato vendere delle divise. Si tratta di piccoli volumi, non è un cambiamento di strategia, ma di una mossa dovuta al fatto che il franco di sia deprezzato. E questo mostra che la BNS, senza vendere grossi importi di divise, è comunque cosciente delle pressioni, provenienti soprattutto dagli USA, sui suoi interventi sui mercati».

    Non cambia molto

    «Inoltre - sottolinea - la creazione di un fondo sovrano non ha grandi effetti sui risultati della politica monetaria della BNS. Si potrebbe immaginare che un fondo sovrano possa essere creato con capitali messi a disposizione dalla BNS, ma, anche facendo astrazione di chi gestirà questo fondo, questo non cambierà molto per l’economia svizzera».
    «Per quanto riguarda l’aiuto all’economia - afferma Maxime Botteron - la BNS ha già adattato la convenzione di distribuzione degli utili, e questo non mette in pericolo l’indipendenza della BNS, perché si tratta solo di distribuire degli utili, senza influenzare la politica monetaria dell’istituto. Inoltre potrebbe anche non esserci un grande dibattito sull’uso di queste riserve, anche perché la situazione economica sta migliorando. Quello che è importante è come finanziare le spese della Confederazione, che in questo momento può raccogliere capitali a tassi negativi, e quindi non ha bisogno di avere più soldi dalla BNS».
    «Infine - conclude - la creazione di un fondo sovrano implicherebbe che la BNS venda valute estere per acquistare franchi, e questo sarebbe contrario alla sua politica di lotta al rafforzamento della valuta elvetica. Secondo alcuni il fondo sovrano potrebbe essere utilizzato per finanziare delle infrastrutture, ma oggi questo non è un problema, visti i tassi negativi. Inoltre il fondo sovrano norvegese reinveste i proventi del petrolio, e quindi di un’attività continua e affidabile, mentre la BNS ha creato queste riserve da entrate puntuali e temporarie, ossia gli interventi sul mercato dei cambi per contrastare la forza del franco. Quando gli interventi termineranno, le riserve non cresceranno più».
    «La proposta di creare un fondo sovrano con parte delle riserve della BNS - rileva Daniel Kalt, capoeconomista di UBS Svizzera - presenta alcune ‘criticità'. Innanzitutto le riserve non sono una 'richezza' della BNS o della Svizzera, in quanto sono riportate nell’attivo del bilancio (che in una banca rappresentano gli impegni, ndr), mentre a passivo ci sono gli averi a vista delle banche. Quindi le riserve valutarie sono coperte solo in misura del 20% dai fondi propri della BNS».

    Impegni, non capitale

    «È come se una famiglia acquistasse una casa del valore di un milione di franchi con un capitale proprio di 200 mila franchi, e per i restanti 800 mila franchi contraesse un debito. I suoi averi sono di 200 mila franchi, e non di un milione. Quindi il totale di bilancio o l’ammontare delle riserve valutarie non dà l’idea della ‘ricchezza’ della BNS. Anche perché negli ultimi anni malgrado il forte aumento delle riserve il capitale è cresciuto molto poco, rendendo la BNS ancora più vulnerabile rispetto a eventuali forti oscillazioni sul mercato dei cambi».
    «In secondo luogo – prosegue – un fondo sovrano darebbe via libera agli appetiti di vari interessi particolari nazionali, rendendo il fondo una specie di pallone da gioco in campo politico. Questo rappresenta un grande rischio. Infine, le riserve valutarie della BNS sono state create a causa degli acquisti di valute estere per imbrigliare la forza del franco. La creazione di un fondo sovrano presupporrebbe il fatto di cambiare valute estere per acquistare franchi, ossia l’operazione contraria di quelle effettuate dalla BNS per imbrigliare il franco. A causa di tutti questi punti sono prudente nei confronti dell’idea di creare un fondo sovrano con le riserve della BNS».

    Un franco più debole

    «Tuttavia – rileva Daniel Kalt – potrebbe aprirsi una possibilità, ma solo nel caso in cui il franco si indebolisse in modo sostanziale, perché in questo caso il valore delle riserve aumenterebbe, e per la BNS si aprirebbe la possibilità di vendere parte delle riserve accumulate, riducendo la dimensione del bilancio e ottenendo un utile elevato. In questo caso, ma solo in questo caso, si potrebbe pensare alla creazione di un fondo sovrano, che potrebbe anche investire con un’ottica di lungo termine in infrastrutture o altri investimenti alternativi, che fornirebbe a cantoni e Confederazione dei rendimenti nel tempo, di cui beneficerebbero anche le future generazioni. È chiaro tuttavia, che questa possibilità si creerebbe solo con un forte indebolimento del franco svizzero. Penso che siamo ancora lontani da questa possibilità».
    https://www.cdt.ch/svizzera/bns-rise...?_sid=YNwVGBse

  10. #530
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    Predefinito re: La banca centrale svizzera toglie il cambio fisso CHF/EUR, Zurigo sprofonda

    BNS, le riserve di divise di nuovo su a giugno
    Inversione di tendenza dopo i cali di aprile e maggio

    BERNA - Tornano a salire le riserve di divise detenute dalla Banca nazionale svizzera (BNS): a fine giugno si sono attestate a 941 miliardi di franchi, 38,6 miliardi in più rispetto a maggio. L'insieme delle riserve (oro escluso) è passato da 909 a 948 miliardi di franchi, ha indicato oggi l'istituto sul suo sito Internet.
    L'ammontare delle riserve di valuta ha quindi vissuto un netto rimbalzo, dopo i cali di maggio (-12 miliardi) e aprile (-16), che avevano fatto seguito agli aumenti di marzo (+16), febbraio (+17) e gennaio (4).
    Dalle tabelle non si può capire se la BNS sia intervenuta sul mercato per indebolire il franco e, se lo ha fatto, in quale misura. Spesso la ragione principale degli scarti è infatti da identificare negli sviluppi dei corsi delle divise. A fine giugno l'euro era scambiato a 1,0970 franchi, contro 1,0977 di un mese prima. Nello stesso periodo di tempo il dollaro è passato da 0,8999 franchi a 0,9229 franchi.
    Come noto la Banca nazionale considera tuttora "elevata" la valutazione del franco (lo ha ribadito nell'esame trimestrale dello scorso 17 giugno) e da oltre sei anni persegue una politica d'interessi negativi.
    https://www.tio.ch/economia/svizzera...vizzera-giugno

 

 
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