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  1. #11
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    Predefinito Rif: Giovanni Scoto Eriugena

    Citazione Originariamente Scritto da :Esther: Visualizza Messaggio
    Però non mi pare, come vediamo, che la teologia di Eurigena sia ancora condannata. O almeno non lo è più in gran parte.


    "Ogni creatura - si legge nel commento di Scoto Eriugena alla Gerarchia Celeste - visibile o invisibile, è una luce portata all'essere dal Padre delle luci. Questa pietra (...) è una luce per me poiché io percepisco che esiste secondo le sue proprie regole, che cerca il suo luogo conforme alla sua specifica gravità. Allorché in questa pietra percepisco tali e simili cose esse diventano luci per me, in altre parole mi illuminano. Poiché io comincio a pensare donde la pietra sia investita da tali proprietà (...) e tosto, sotto la guida della ragione sono condotto, attraverso tutte le cose a quella causa di tutto che attribuisce alle cose luogo ed ordine, numero, specie e genere, bontà e bellezza, ed essenza", universalis huius mundi fabbrica maximum lumen fit, ex multis partibus veluti ex lucernis compactum, dalle mille piccole luci che brillano nel mondo sensibile si deduce il fulgore compatto della luce divina, dal mondo materiale si ascende a quello immateriale delle gerarchie celesti.
    Nel testo greco dello PseudoDionigi, conservato nell'abbazia, Sugero poteva leggere che la nostra natura è "incapace di salire immediatamente verso le contemplazioni spirituali e necessita dei graduali passaggi verso l'alto a lei consoni e naturali" e che "avendo anche la materia ricevuto l'esistenza da chi è veramente bello, possiede secondo tutta la sua disposizione alcune tracce della bellezza spirituale; ed è possibile risalire da queste verso gli archetipi immateriali" (Gerarchia Celeste, i, 3 e 4)



    L'OSSERVATORE ROMANO
    Ma GSE venne condannato non per il commento alla Gerarchie celeste, ma per il De divisione naturae.

  2. #12
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    Predefinito Rif: Giovanni Scoto Eriugena

    Citazione Originariamente Scritto da Giò91 Visualizza Messaggio
    Ma GSE venne condannato non per il commento alla Gerarchie celeste, ma per il De divisione naturae.




    ASSEMBLEA PLENARIA (27-28 marzo 2006) - Documento finale


    L'imitazione è la più sincera forma di adulazione.(Charles Caleb Colton)

  3. #13
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    Citazione Originariamente Scritto da :Esther: Visualizza Messaggio
    Molto grave una cosa del genere. Bisognerebbe controllare il documento con cui fu condannato GSE. Su questo forse Augustinus saprà risponderci meglio.

  4. #14
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    Citazione Originariamente Scritto da Giò91 Visualizza Messaggio
    Molto grave una cosa del genere. Bisognerebbe controllare il documento con cui fu condannato GSE. Su questo forse Augustinus saprà risponderci meglio.
    Prima di dire che è molto grave converrebbe aspettare di avere informazioni più dettagliate, e magari ragionarci su. Ad esempio, per quello che so io, ci sono le condizioni per pernsare che il De divisione naturae all'epoca fu frainteso.
    Ultima modifica di :Esther:; 11-06-10 alle 16:17
    L'imitazione è la più sincera forma di adulazione.(Charles Caleb Colton)

  5. #15
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    Citazione Originariamente Scritto da :Esther: Visualizza Messaggio
    Prima di dire che è molto grave converrebbe aspettare di avere informazioni più dettagliate, e magari ragionarci su. Ad esempio, per quello che so io, ci sono le condizioni per pernsare che il De divisione naturae all'epoca fu frainteso.
    Se un sinodo o una bolla papale hanno pronunciato l'anathema sit nei riguardi del De divisione naturae di GSE c'è pooco da fare, l'infallibilità del pronunciamento è indiscutibile e la possibilità di errore pari a zero.
    Mi auguro vivamente e fortemente che non sia questo il caso, ma temo proprio di sì.

  6. #16
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    Citazione Originariamente Scritto da Giò91 Visualizza Messaggio
    Se un sinodo o una bolla papale hanno pronunciato l'anathema sit nei riguardi del De divisione naturae di GSE c'è pooco da fare, l'infallibilità del pronunciamento è indiscutibile e la possibilità di errore pari a zero.
    Mi auguro vivamente e fortemente che non sia questo il caso, ma temo proprio di sì.
    Io invece credo che il caso sia che alcune (e non tutte) sue tesi espresse nel De divisione naturae furono condannate dal concilio provinciale di Sens e poi da Onorio III nel 1225, anche perché ad esse si ispirarono, degenerando, e per altro peraltro andando oltre le intenzioni di Eriugena, i sistemi panteistici di Amalrico di Bène e Davide di Dinand.

    A lungo dimenticato, venne riscoperto nel XIX secolo, e interpretato in senso eterodosso: sia per esaltarlo come libero pensatore (B.Haureau, Paris 1850), sia per condannarlo (N.Moeller, Mainz 1844).

    Studi del XX secolo, chiarendo il suo nesso con la Patristica, ne hanno invece sottolineato la sostanziale ortodossia: così il Gilson, C.Vasoli, Cappuyns e von Balthasar, esprime apprezzamento, ma anche riserve (pp. 318/9) per l'acosmismo di Eriugena, e la sua confusione tra amor naturalis e caritas.

    Culturanuova: Scoto Eriugena
    L'imitazione è la più sincera forma di adulazione.(Charles Caleb Colton)

  7. #17
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    Citazione Originariamente Scritto da :Esther: Visualizza Messaggio
    Io invece credo che il caso sia che alcune (e non tutte) sue tesi espresse nel De divisione naturae furono condannate dal concilio provinciale di Sens e poi da Onorio III nel 1225, anche perché ad esse si ispirarono, degenerando, e per altro peraltro andando oltre le intenzioni di Eriugena, i sistemi panteistici di Amalrico di Bène e Davide di Dinand.

    A lungo dimenticato, venne riscoperto nel XIX secolo, e interpretato in senso eterodosso: sia per esaltarlo come libero pensatore (B.Haureau, Paris 1850), sia per condannarlo (N.Moeller, Mainz 1844).

    Studi del XX secolo, chiarendo il suo nesso con la Patristica, ne hanno invece sottolineato la sostanziale ortodossia: così il Gilson, C.Vasoli, Cappuyns e von Balthasar, esprime apprezzamento, ma anche riserve (pp. 318/9) per l'acosmismo di Eriugena, e la sua confusione tra amor naturalis e caritas.

    Culturanuova: Scoto Eriugena
    Degli studi non ce ne facciamo nulla, devono far testo i pronunciamenti conciliari o sinodali e le bolle dell'autorità pontificia.

    Quindi, urge controllare gli atti del Sinodo di Valenza (855), del concilio provinciale di Sens o la bolla del 1225 di Papa Onorio III.

  8. #18
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    Predefinito Rif: Giovanni Scoto Eriugena

    Citazione Originariamente Scritto da Giò91 Visualizza Messaggio
    Degli studi non ce ne facciamo nulla, devono far testo i pronunciamenti conciliari o sinodali e le bolle dell'autorità pontificia.

    Quindi, urge controllare gli atti del Sinodo di Valenza (855), del concilio provinciale di Sens o la bolla del 1225 di Papa Onorio III.
    comunque la Chiesa può successivamente ritrattare questioni: fa parte del suo potere interpretativo, del fatto che l'intelligenza della fede può migliorare nel tempo. E infatti nella dottrina nel corso del tempo sono state ritrattate numerose cose, anche prima del CVII.
    certamente si tratta di questioni più che secondarie, la dottrina non cambia nelle cose importanti.
    quindi anche se la Chiesa di mille anni fa ha detto una cosa e la Chiesa di oggi ne dice un'altra, un cattolico deve seguire la Chiesa attuale altrimenti è un cattolico che non rispetta l'autorità della Chiesa, ovvero un eretico. :giagia:
    Diciamo basta alla sinistra dei colpi di Stato e delle menzogne!

  9. #19
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    Citazione Originariamente Scritto da QUINTO Visualizza Messaggio
    comunque la Chiesa può successivamente ritrattare questioni: fa parte del suo potere interpretativo, del fatto che l'intelligenza della fede può migliorare nel tempo. E infatti nella dottrina nel corso del tempo sono state ritrattate numerose cose, anche prima del CVII.
    certamente si tratta di questioni più che secondarie, la dottrina non cambia nelle cose importanti.
    quindi anche se la Chiesa di mille anni fa ha detto una cosa e la Chiesa di oggi ne dice un'altra, un cattolico deve seguire la Chiesa attuale altrimenti è un cattolico che non rispetta l'autorità della Chiesa, ovvero un eretico. :giagia:
    Una visione superficiale della cosa potrebbe far apparire come contraddizioni i cambiamenti. E invece, fnquando la Chiesa foderà la sua autorità sulla parola di Gesù Cristo, sarà coerente, nonostante i cambiamenti che, ovviamente, esisteranno grazie alla ragione e all'intelligenza della fede. A riguardo di questo c'è un interessante capitolo del libro "Osservazioni sulla moarale cattolica" di Alessandro Manzoni:

    Elle (l'Église) substitua l'autorité de ses décrets, et les décisions des Péres aux lumières de la raison et de la conscience, l'étude des casuistes à celle de la philosophie morale.... pag. 413.14.


    La Chiesa fonda la sua autorità sulla parola di Gesù Cristo: essa pretende d'essere depositaria e interprete delle Scritture e della Tradizione; e protesta, non solo di non aver mai insegnato nulla che non derivi da Gesù Cristo, ma d'essersi sempre opposta, e di volersi sempre opporre a ogni novità che tentasse introdursi; d'esser pronta a cancellare, appena scritto, ogni iota che una mano profana osasse aggiungere alle carte divine. Non ha mai preteso d'avere l'autorità d'inventare princìpi di morale essenziale; anzi la sua gloria è di non averla; di poter dire che ogni verità le è stata insegnata fino dalla sua origine, che ha sempre avuti gli insegnamenti e i mezzi necessari per salvare i suoi figli; d'avere un'autorità che non può crescere, perchè non è mai stata mancante. Afferma, in conseguenza, che i suoi decreti sono conformi al Vangelo, e che non riceve le decisioni de' Padri, se non in quanto gli sono pure conformi, e sono una testimonianza della continuazione della stessa fede e della stessa morale. Se la Chiesa afferma il vero, non si potrà dire che sostituisca questi decreti e queste decisioni ai lumi della ragione e della coscienza; come non si può dire sostituita alla legge una sentenza che ne spieghi lo spirito, e che ne determini l'esecuzione. Si dovrà anzi confessare ch'essa regola l'una e l'altra con una norma infallibile, come è quella del Vangelo. Che se non si vuol credere a questa asserzione della Chiesa, si dovrà dire quali siano le massime di morale proposte dalla Chiesa, che non vengano dal Vangelo, che siano contrarie, o anche solamente indifferenti al suo spirito. Questa ricerca non farà altro che mettere sempre più in chiaro la maravigliosa immutabilità della Chiesa nella sua morale perpetuamente evangelica, e l'infinita distanza che passa tra essa e tutte le scole filosofiche, o anteriori alla Chiesa, o che si dichiarano independenti da essa; nelle quali non s'è fatto altro che edificare e distruggere, affermare e disdirsi; nelle quali i più savi sono stati stimati quelli che più hanno confessato di dubitare.

    Alessandro Manzoni - Osservazioni sulla morale cattolica - parte prima - cap. IV-VIII.
    Ultima modifica di :Esther:; 11-06-10 alle 18:55
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  10. #20
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    Predefinito Rif: Giovanni Scoto Eriugena

    Citazione Originariamente Scritto da :Esther: Visualizza Messaggio
    Una visione superficiale della cosa potrebbe far apparire come contraddizioni i cambiamenti. E invece, fnquando la Chiesa foderà la sua autorità sulla parola di Gesù Cristo, sarà coerente, nonostante i cambiamenti che, ovviamente, esisteranno grazie alla ragione e all'intelligenza della fede. A riguardo di questo c'è un interessante capitolo del libro "Osservazioni sulla moarale cattolica" di Alessandro Manzoni:
    Esatto "l'ermeneutica della continuità" che non vale solo dal pre-CVII al CVII, ma anche per quanto riguarda i cambiamenti avvenuti nei secoli passati.
    Diciamo basta alla sinistra dei colpi di Stato e delle menzogne!

 

 
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