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Se guardi troppo a lungo nell'abisso, poi l'abisso vorrà guardare dentro di te. (F. Nietzsche)
entuale suc*cesso di Tsi*pras sarebbe (a titolo per*so*na*lis*simo) una buona noti*zia anche per me, radi*cale e libe*ri*sta, per*ché segna*le*rebbe l’esigenza di demo*cra*tiz*za*zione fede*ra*li*sta della poli*tica eco*no*mica euro*pea e rap*pre*sen*te*rebbe una spe*ranza per*sino per obiet*tivi anti*sta*ta*li*sti e libe*rali estra*nei a Tsipras.
Prima il metodo: la “gover*nance” eco*no*mica euro*pea non è “governo” per*ché è il risul*tato di una selva di trat*tati tec*ni*ca*mente com*pli*ca*tis*simi cre*sciuti attorno al fiscal com*pact e sot*tratti ad un pro*cesso demo*cra*tico. Non vale obiet*tare che la respon*sa*bi*lità è comun*que di governi demo*cra*tici, per*ché il fil*tro della gover*nance è opaco e tec*ni*ci*stico al punto da non tol*le*rare inte*ra*zione con l’opinione pub*blica. Una vit*to*ria di Tsi*pras impe*di*rebbe ai pro*ta*go*ni*sti della gover*nance euro*pea di ope*rare pre*scin*dendo dall’opinione pub*blica di un paese euro*peo che rac*co*glie ampi riscon*tri anche in altri paesi. I Greci pos*sono avere torto, ma l’ostilità con*tro Bru*xel*les e Ber*lino è pro*blema euro*peo prima che greco. La demo*cra*tiz*za*zione fede*ra*li*sta delle poli*ti*che eco*no*mi*che euro*pee è obiet*tivo non più rin*via*bile, e il sem*plice fatto che Tsi*pras sia favo*rito sta obbli*gando l’Unione euro*pea (e la Ger*ma*nia nell’Ue) a trat*tare la que*stione più seria*mente, a par*tire dalle trat*ta*tive sull’acquisto di titoli di Stato da parte della Banca cen*trale europea.
Se vince Tsi*pras, infatti, la linea Dra*ghi esce raf*for*zata nella richie*sta di riforme isti*tu*zio*nali nella dire*zione fede*ra*li*sta, per tra*sfor*mare l’acquisto di debito pub*blico da misura d’emergenza a solu*zione strut*tu*rale di governo euro*peo dei debiti sovrani; si raf*forza la pro*po*sta di Michel Rocard che la Banca cen*trale euro*pea possa pre*stare diret*ta*mente a tasso zero ai paesi in avanzo pri*ma*rio, atti*vando il ciclo vir*tuoso della dimi*nu*zione del costo del debito.
Solo così esi*ste una spe*ranza di arri*vare a ridurre gra*dual*mente debiti con*si*stenti, magari riu*scendo, para*dos*sal*mente, ad evi*tare ciò che Tsi*pras pro*pone: la ristrut*tu*ra*zione dei debiti nazio*nali, che potrebbe comun*que essere neces*sa*ria in paesi come l’Italia, come lo è stata per la Gre*cia (ma la Ger*ma*nia è riu*scita a sca*ri*care il costo sul fondo mone*ta*rio inter*na*zio*nale invece che sulla ban*che tede*sche) o come lo fu nel ’53 per la Ger*ma*nia, quando la comu*nità inter*na*zio*nale evitò di ripe*tere l’errore dell’umiliazione del debito che dopo la prima guerra mon*diale spianò la strada al nazismo.
Pas*sando dal metodo al merito, la spe*ranza “libe*ri*sta” in Tsi*pras è cer*ta*mente meno scon*tata, ma è fon*data. Fin*ché un paese come il nostro è sof*fo*cato dagli 80 miliardi di inte*ressi sul debito pub*blico, l’ostacolo a poli*ti*che libe*rali è immenso per*ché l’effetto delle riforme fini*rebbe inghiot*tito dal pozzo senza fondo del debito e degli inte*ressi, come acca*duto per le riforme delle pen*sioni o per le pri*va*tiz*za*zioni. Schiac*ciati dal debito, non rimane spa*zio per ricen*trare la spesa dall’assistenzialismo al wel*fare, per disin*ve*stire da aziende par*te*ci*pate inef*fi*cienti e inve*stire nella con*ver*sione eco*lo*gica e con*tro il dis*se*sto idro*geo*lo*gico. La popo*la*rità di una rivo*lu*zione libe*rale, ancora neces*sa*ria, era forte negli anni ’90 ma, dopo il boi*cot*tag*gio anti-costituzionale dei refe*ren*dum radi*cali, è oggi inde*bo*lita sia da 20 anni di pro*messe non man*te*nute da parte di chi ha usato i ves*silli libe*rali per sven*dere pri*vi*legi mono*po*li*stici, sia dalla sen*sa*zione che ogni “sacri*fi*cio” sia vano di fronte ai vin*coli di debito e defi*cit. Non è un caso se due eco*no*mi*sti libe*ri*sti come Ale*sina e Gia*vazzi pro*pon*gono di pas*sare per lo sfon*da*mento del vin*colo del 3% del rap*porto tra defi*cit e debito pub*blico per rea*liz*zare riforme pur molto diverse o oppo*ste da quelle di Tsipras.
Cono*scendo gli epi*goni ita*liani di Tsi*pras, dove la “sua” lista è ser*vita da scia*luppa di sal*va*tag*gio per gli spez*zoni della sini*stra con*ser*va*trice ita*liota, c’è cer*ta*mente il rischio che sia usato o si lasci usare per ripro*porre solu*zioni sta*ta*li*ste, cor*po*ra*ti*vi*ste e di difesa di ciò che rimane dell’iniquo wel*fare dei garan*titi (che sono sem*pre di meno) con*tro gli ultimi (che sono sem*pre di più). Il rischio c’è, ma è meglio cor*rerlo, per*ché l’alternativa è la cer*tezza depres*siva e anti*de*mo*cra*tica della “gover*nance” euro*pea. Una boc*cata di ossi*geno fede*ra*li*sta euro*peo, e magari per*sino libe*rale, può essere una delle con*se*guenze della even*tuale vit*to*ria di Tsi*pras.
*Gruppo Radi*cale — fede*ra*li*sta euro*peo al Comune di Milano
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riportare gli articoli, come leggi sopra, non conviene perchè appaiono gli asterischi.
Grazie. A occhio più che a Tsipras la mia simpatia andrebbe agli ex PASOK di Papandreu che in caso potrebbero fare l'alleanza di governo con tsipras.
George Papandreou - Wikipedia
Se guardi troppo a lungo nell'abisso, poi l'abisso vorrà guardare dentro di te. (F. Nietzsche)
ovviamente se tsipras vince senza avere maggioranza assoluta, come dicono i sondaggi,
dovrà esserci una coalizione tra i due movimenti socialisti.
Ehm io non mi riferivo al PASOK ma al nuovo partito di papandreou che sia chiama Movimento dei Socialisti e dei democratico, non il PASOK.
Papandreou lascia il PASOK per fondare il Movimento dei Socialisti Democratici-(Nemo) | Pandora Pandora
Ultima modifica di Gianky; 21-01-15 alle 16:40
Se guardi troppo a lungo nell'abisso, poi l'abisso vorrà guardare dentro di te. (F. Nietzsche)