LA LOTTA DI CLASSE DELL' 1% HA VINTO. ED E' INSAZIABILE
DI ROBERTO CICCARELLI
ilmanifesto.info
La ric*chezza oggi è insa*zia*bile. Pre*mia sem*pre di più coloro che hanno già tutto, e toglie ancora di più a coloro che non hanno quasi niente. Alla vigi*lia del World Eco*no*mic Forum di Davos, la Ong Oxfam ha pub*bli*cato ieri il rap*porto annuale «Grandi disu*gua*glianze cre*scono» che aggrava lo sce*na*rio trac*ciato solo un anno fa. All’inizio del 2014 Oxfam aveva cal*co*lato che 85 per*sone pos*se*de*vano la ric*chezza della metà più povera della popo*la*zione mon*diale, un dato choc che è stato ultra-citato in que*sti mesi a con*tro*prova del livello di estrema dise*gua*glianza nella distri*bu*zione della ric*chezza e che oggi la lotta di classe esi*ste, e l’hanno vinta i ric*chi.
Le nuove stime, effet*tuati sui dati del Cre*dit Suisse, rical*co*lano il numero dei miliar*dari che nel 2013 pos*se*de*vano la stessa ric*chezza del 50% più povero, e atte*sta che oggi il loro numero esatto è 92 e non più ottan*ta*cin*que. Oxfam fa una pre*vi*sione: nel 2016 la ric*chezza dell’1% della popo*la*zione mon*diale supe*rerà quella del 99%, ren*dendo obso*leto per*sino lo slo*gan del movi*mento di Occupy Wall Street.
L’1% dei super-ricchi pos*siede oggi il 48% della ric*chezza glo*bale e lascia al restante 99% il 52% delle risorse. Que*sto 52% è, a sua volta, pos*se*duto da 20% di «ric*chi». Il restante 80% si deve arran*giare con il 5,5% delle risorse. Dal 2010, spiega il rap*porto, gli 80 ultra-miliardari della lista sti*lata da For*bes (primo Bill Gates, secondo War*ren Buf*fet, terzo Car*los Slim, quin*di*ce*simo Mark Zuc*ker*berg; primo tra gli ita*liani Michele Fer*rero e fami*glia) hanno visto le loro ric*chezze mol*ti*pli*carsi con l’esplosione della crisi glo*bale. Cin*que anni fa dete*ne*vano una ric*chezza netta pari a 1.300 miliardi di dol*lari. Oggi con*tano su 1.900 miliardi di dol*lari. Un aumento di 600 miliardi di dol*lari, il 50% in ter*mini nomi*nali. Oxfam segnala inol*tre una lotta tra i ric*chi visto che il loro numero è dimi*nuito dai 388 del 2010 agli attuali 92 che deten*gono il volume equi*va*lente alla ric*chezza della metà più povera della popo*la*zione mon*diale. Tre miliardi e mezzo di per*sone si divi*dono dun*que il totale della ric*chezza pos*se*duta da que*ste persone.
Nell’élite elen*cata da For*bes c’erano 1645 miliar*dari nel 2014. Il 30% (492 per*sone) sono cit*ta*dini sta*tu*ni*tensi, oli*gar*chi russi, nuovi ric*chi cinesi, finan*zieri come George Soros e i prin*cipi sau*diti. Più di un terzo di que*ste per*sone ha ere*di*tato, e non pro*dotto, la ric*chezza che detiene, segno che il capi*tale di pro*duce verso l’alto e non allarga la base della pira*mide. Il 20% di que*sti ric*chi ha inte*ressi nei set*tori finan*zia*rio o assi*cu*ra*tivo dove la ric*chezza è aumen*tata da 1.010 miliardi di dol*lari a 1.160 miliardi in un solo anno. Nel frat*tempo sono cre*sciuti i miliar*dari che ope*rano nel set*tore far*ma*ceu*tico e sani*ta*rio. Nel club sono entrati in 29 con un aumento del 47% della ric*chezza col*let*tiva pas*sata da 170 miliardi a 250 miliardi di dol*lari. I campi bio*po*li*tici della cura o della pre*ven*zione delle malat*tia, così come quello dell’assicurazione con*tro i rischi, costi*tui*scono uno dei prin*ci*pali fat*tori dell’accumulazione.
Lo stru*mento prin*ci*pale per otte*nere tale risul*tato è il lob*bi*smo, una moda*lità alla quale la finanza e le imprese ricor*rono per otte*nere bene*fici dalla poli*tica e dagli Stati. Nel 2013, solo negli Usa, il set*tore finan*zia*rio ha speso oltre 400 milioni di dol*lari per fare lobby. Nell’Unione Euro*pea la stima è di 150 milioni di dol*lari. Nel vec*chio con*ti*nente, tra il 2013 e il 2014, i super-ricchi sono aumen*tati da 31 a 39 con una ric*chezza pari a 128 miliardi.
Un’élite di oli*gar*chi glo*bali con*tro un mondo di wor*king poors e pove*ris*simi. Sono dati che smen*ti*scono, una volta in più, la pseudo-teoria neo*li*be*ri*sta del «trickle-down» (lo «sgoc*cio*la*mento»). La ric*chezza di pochi non ha traina lo svi*luppo capi*ta*li*stico né la redi*stri*bu*zione delle ric*chezze. Anzi, aumenta le dise*gua*glianze. Sono sette le pro*po*ste di Oxfam per inver*tire que*sta ten*denza: con*tra*sto all’elusione fiscale, inve*sti*menti in salute e istru*zione pub*blica e gra*tuita; redi*stri*bu*zione equa del peso fiscale; intro*du*zione del sala*rio minimo e di salari digni*tosi per tutti; parità di retri*bu*zione, reti di pro*te*zione sociale per i poveri, lotta glo*bale con*tro la dise*gua*glianza. Un’agenda in fondo mini*ma*li*sta per pro*vare a rove*sciare la dire*zione della lotta di classe dal basso verso l’alto.
Roberto Ciccarelli
Fonte: ilmanifesto.info
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20.01.2015