Nella vita privata sono sostanzialmente un conservatore.
Adoro le mie abitudini, legate grosso modo a quel che ho imparato durante la fanciulezza e l'adolescenza
e quando lascio spazio alle novità preferisco inserire in una sorte di "variazione una tantum".
ad esempio mi piace mangiare giapponese ma non scambierei mai la cucina quotidiana italiana con la cucina giapponese.
detesto quindi quando se ne esce qualcuno con quel progressismo del cazzo: questo non è solidale, questo non è ecologico, questo non bla bla bla....
anche perchè quel che si crede oggi non è valido sempre e magari è dettato da qualche burocrazia intellettuale o da qualche campagna di multinazionale.
cmq.... se detesto quindi questa invadenza nella vita quotidiana dei "so tutti io progressisti",
detesto ancora di più l'invadenza legislativa.
invadenza che ultimamente assume la forma delle direttive europee ed è di stampo progressita
ma che in un Paese come il nostro è sempre stata legata alla cultura conservatrice catto-patriarcale,
basti pensare allla questione del fine vita o alla marea di soldi pubblici che le istituzioni danno alle chiese.
per questo sono laico.
perchè nessuno mi deve rompere il cazzo.
anche se talvolta si ha l'attegigamento contrario che i laici diventano dei clericali.
non parlo dei rinati (che pure quellli.... bleah) ma parlo di quelli che la vogliono sapere lunga. i progressisti di cui sopra.
(per questo mi stanno anche sulle balle quelli che sul web vanno a provocare tentando di sottolineare le eventuali incoerenze altrui... ma guardino le loro e non rompano il cazzo! 'sti saccenti).
e fin qui... si potrebbe essere sia liberalsocialisti sia socialliberali.
di sicuro non comunisti e cattolici.
e, per quanto parrà strano, neanche fasci che quelli vogliono concedere tutti i diritti ai superuomini(e loro credono sempre di esserlo anche se per definizione un fascio non può mai esserlo) e tutti i doveri alla popolazione.
e allora?
socialista liberale o liberale socialista?
difficile....
la divisione tra le due correnti nella teoria dovrebbe essere che il socialista vede l'uomo come inserito in un contesto e quindi il diritto individuale, valevole sulla carta, appare meno vigoroso e violentato dai rapporti di potere (specie economici) presenti nella società.
per cui rinsaldare questo diritto individuale, in realtà si va a demolire il diritto individuale altrui (se non il proprio).
ad esempio con le tasse si tolgono soldi a qualcuno per darle ad altri. ciò è un 'ingiustizia nei confronti del tassato ma diverrebbe un'ingiustizia ancora maggiore nei confronti dell'usufruitore del welfare state se non si dessero dei soldi per riparare la disparità di condizione REALE di povertà.
dall'altro canto, il liberale sociale pensa che a tutti debba essere garantito un minimo di sussistenza ma non tale da stravolgere le basi della società. poichè la società nasce dalla libera iinterazione degli uomini mentre l'intervento pubblico può essere tollerato solo in piccole dosi, come una medicina, per riequilibrare qualche funzione eccessivamente compromessa (ad esempio ospitare i senza tetto, borse di studio per i figli meritevoli dei poveri).
ecco... forse sulla scuola e le borse di studio si vede la differenza:
il socialista pensa che tutti debbano essere uguali in partenza e quindi vada eliminato quel privilegio di partenza(e sottolineo di partenza, non di arrivo) che avvantaggio qualcuno su un altro a scapito del talento individuale.
il liberale pensa che vada garantita la borsa di studio solo ai figli più talentuosi dei poveri perchè solo il talento vero deve esser premiato altrimenti che il figlio del ricco prosegua il lavoro conquistato dal padre ricco e il figlio del povero prosegua quello conquistato dal padre povero.
entrambi quindi sono per l'intervento (e qui il sociale del liberale)
entrambi sono per l'emersione individuale del talento (e qui il liberale del socialista).
in quale posizioni collocarsi è difficile.
perchè le storture in questi anni sono state palesi da entrambi i lati.
con i liberali che sono spesso uniti ai conservatori e spendono e spandono in roba inutile (ad esempio le guerre statunitense o gli albi italiani)
e i socialisti che hanno finito per spendere in burocrazie intellettuolodi, coercitive e improduttive.
dove stanno i radicali?
difficile dirlo.
probabilmente oggi, lo stesso PSE si avvicina verso una concezione economica liberale sociale e non socialista liberale.