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  1. #21
    STATI UNITI D'EUROPA!
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    Predefinito Re: Tsipras dice NO alle sanzioni alla Russia

    Citazione Originariamente Scritto da Molly Visualizza Messaggio
    cioè si è già messo a scodinzolare dopo manco una settimana?
    Dopo l'Urss, la Cina, Cuba, Zapatero, Holland, anche Zipirlas farà la sua figura di merda, come tutti i vostri miti assurdi.
    PROPOSTE POLITICHE
    ► STATI UNITI D'EUROPA, SUBITO! Tutti gli Stati a Ovest della Russia!
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  2. #22
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    Predefinito Re: Tsipras dice NO alle sanzioni alla Russia

    Citazione Originariamente Scritto da Leviathan Visualizza Messaggio
    Tsipras strizza l’occhio alla Russia di Putin: no a nuove sanzioni a Mosca


    BRUXELLES - Sarà una riunione difficile quella che i ministri degli Esteri dei Ventotto terranno giovedì a Bruxelles per decidere se adottare nuove misure contro la Russia per il suo atteggiamento in Ucraina. Mentre nella parte orientale del paese le tensioni tra separatisti russofoni e nazionalisti ucraini restano elevate, a sorpresa il nuovo governo greco ha preso le distanze da una dichiarazione dei leader europei nella quale chiedono alle diplomazie nazionali di valutare nuove sanzioni contro Mosca.

    Tsipras strizza l’occhio alla Russia di Putin: no a nuove sanzioni a Mosca - Il Sole 24 ORE
    Grande Tzipras!!
    "Insomma se è in gamba, ti porta l'aereo così basso.. ehehehe...
    Lei dovrebbe vederlo, è uno spettacolo: un gigante come il B-52.... BHOOAAAMMM!!!!.. con i gas di scarico t'arrostisce le oche vive!!"

  3. #23
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    Predefinito Re: Tsipras dice NO alle sanzioni alla Russia

    Citazione Originariamente Scritto da Juv Visualizza Messaggio
    Grande Tzipras!!
    ha già annunciato che voterà le sanzioni contro la russia

  4. #24
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    Predefinito Re: Tsipras dice NO alle sanzioni alla Russia

    Ma cosa vi aspettavate da un comunista?
    Primo Ministro di TPol...[MENTION]
    Proudly member of the Bilderberg Group-Chtulhu Section..

  5. #25
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    Predefinito Re: Tsipras dice NO alle sanzioni alla Russia

    Calma, certo la Grecia voterà le sanzioni contro la Russia, ma tra il dire (sanzioni) e il fare (metterle in pratica) ne passa del tempo, Tsipras lo si giudicherà nel tempo. Ripeto, calma e gesso.
    Se guardi troppo a lungo nell'abisso, poi l'abisso vorrà guardare dentro di te. (F. Nietzsche)

  6. #26
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    Predefinito Re: Tsipras dice NO alle sanzioni alla Russia

    Tsipras non farà una mazza, la Grecia é un paese debolissimo che mandava la gente in pensione dopo 25 anni di lavoro, hanno troppe debolezze interne e strutturali per poter incidere nella Ue

  7. #27
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    Predefinito Re: Tsipras dice NO alle sanzioni alla Russia

    [QUOTE=capitan harlock;14102975]
    Citazione Originariamente Scritto da anticomunista Visualizza Messaggio

    #adottaunostatalegreco
    #colpadelleuro
    #colpadellamerkel

    MI MANCANO SEMPRE GLI STATALI, tumore maligno di ogni società passata presente e futura....


    ma i greci hanno pure le pensioni per le zitelle il che supera anche il concetto di statale...... per entrare in
    un nuovo territorio ...


    NEL TARDO IMPERO ROMANO DI CHIAMAVA ::: PANE E GIOCHI AL circo (non so la frase in latino)

  8. #28
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    Predefinito Re: Tsipras dice NO alle sanzioni alla Russia

    Syriza al servizio dell’impero, anzi no!

    gennaio 31, 2015 Lascia un commento

    Joaquin Flores, Fort Russ 26 gennaio
    Riforme significative possono avvenire con i BRICS e la Russia, ma l’idea deve assumere consistenzaI suoni dei tappi di champagne e le acclamazioni esuberanti tra gli attivisti e gli elettori di Syriza, e la loro base borghese socialista di lotta e di governo, nell’intellighenzia e intellettuale, potrebbe farsi sentire nei bar più prestigiosi di Atene. Le elezioni si sono concluse questa sera in Grecia, con una netta vittoria di Syriza. Ma chiunque si aspetti un cambiamento significativo per la Grecia dovrebbe trattenere il respiro fin quando il nuovo governo avrà (o meno) il giusto rapporto con Russia, Turchia e BRICS. La politica estetica e simbolica, che sostituisce programma e piattaforme reali, è diffusa in Europa, compresa nella sinistra ‘radicale’, che a lungo tempo ha utilizzato i ceppi euro-comunisti in Europa per mantenere il vecchio status quo. Forse questa volta sarà diverso. Forse no. Ma ancora una volta, dipenderà in gran parte dall’atteggiamento nei confronti di Russia, Turchia e nuova Banca di Sviluppo dei BRICS. Le elezioni parlamentari in Grecia hanno portato alla solida vittoria della cosiddetta coalizione della sinistra radicale, Syriza. Questo è il risultato che molti greci, ma anche la Russia, speravano e, a modo loro, sostenuto. Allo stesso modo, il partito filo-russo e “anti-sanzioni EU” della Francia, il Fronte Nazionale, ha riecheggiato il desiderio di vedere la coalizione della sinistra radicale vincere le elezioni [1]. Un altro Paese si unisce all’Ungheria, con un partito decisamente di destra al potere, nell’opposizione alle sanzioni alla Russia, con le prime di tre che dovrebbero scadere il prossimo marzo. Allo stesso modo, il cambio del discorso con mandato popolare può essere usato dall’Europa, soprattutto se si diffonde alla Spagna con Podemos, per giustificare qualsiasi dovuto cambiamento di direzione nelle sanzioni anti-russe e nella risoluzione amichevole del conflitto in Ucraina. Il mythos della legittimazione democratica è importante in Europa, e le élite europee che favoriscono stabilità e integrazione eurasiatica ora hanno un altra fiche da portare al tavolo delle trattative nella lotta con le élite europee atlantiste e filo-USA. Posizione e direzione della Grecia nell’Unione europea sono critiche, e la posizione di Syriza, secondo cui il suo governo non sosterrà le sanzioni alla Russia, segna una svolta significativa. Come o in che modo avverrà nelle prossime settimane e mesi, tuttavia, resta da vedere. La scorsa estate, prima dell’aumento della pressione degli Stati Uniti sull’Europa, almeno nove Paesi dell’Unione europea indicarono disponibilità a bloccare ulteriori sanzioni contro la Russia [2]. Il giorno dopo, votarono per continuarle.
    Il sostegno politico al Cremlino, a livello tattico, in Europa è generalmente radicato nei partiti e movimenti anti-UE ed euroscettici, che tendenzialmente sono di destra in Europa settentrionale e orientale, e di sinistra in Europa meridionale. Ciò è importante almeno sul punto delle sanzioni e del conflitto in Ucraina. Ma c’è di più. Il risultato di questa elezione è fondamentale, non tanto per motivi ideologici. Le dichiarazioni del leader e candidato vincente Alexis Tsipras e la nuova piattaforma di Syriza non rendono particolarmente entusiasti gli anti-capitalisti e neanche i riformisti europei [3]. Il linguaggio usato per descrivere la piattaforma del partito Syriza, meno-che-riformista, è più radicale del reale, o meglio letterale, significato che il programma sembra giustificare [4]. E’ assente l’appello a nazionalizzare le industrie, per non parlare di quelle chiave o grandi. C’è la ‘promessa’ di creare 300000 miseri nuovi posti di lavoro, in un Paese di 11 milioni di abitanti con un tasso ufficiale di disoccupazione del 26% [5]. Insieme ad altri settori cruciale, attualmente in mani private e straniere, oggi la Grecia è il secondo Paese per miniere d’oro in Europa, e si prevede che supererà la Finlandia (il primo) nel 2016 [6]. Perché non c’è una richiesta di Syriza a nazionalizzare tale settore cruciale (o qualsiasi altra industria)? La Grecia dovrebbe avere le maggiori, o almeno le più promettenti, riserve d’oro nella banca centrale della regione e dell’Europa. Tali miniere estinguerebbero il debito, ma non le possiede; eppure ha un enorme debito creato con banconote stampate su dettame di Bruxelles, rispetto cui l’oro è solo una frazione, e prestate alla Grecia con l’obbligo di rimborsare entro termini impossibili. Se la Grecia possedeva oro depositato nella banca centrale, poteva subito attuare la ‘Grexit’ stampando dracme, ‘moltiplicando i soldi’ o monetizzando l’oro, impostando il valore della dracma in un rapporto di 3 a 1 con l’Euro, ma rapportando un euro d’oro a 100, 500 o addirittura 1000 dracme in banconota. Questa mossa avrebbe fornito liquidità e una Grecia sovrana avrebbe avuto il tempo di re-industrializzarsi grazie alla sostituzione delle importazioni (ISI), scegliendo i propri partner commerciali e, con oro e capacità produttiva, anche diventare l’egemone regionale tra una Turchia forte e una debole Italia. Questo tipo di riserva frazionaria, solidamente basata sul metallo prezioso, si sarebbe opposta alla monetizzazione delle riserve in valuta estera, dovuta alle infinite e ingiustificabili emissioni delle banche centrali, anche con dati più prudenti di quelli attuali dell”UE. Come Sir Mervyn King, ex-governatore della Banca d’Inghilterra, una volta ha detto: “I libri di testo danno scontato che il denaro sia esogeno… Nel Regno Unito, il denaro è endogeno” [7]. Possiamo aggiungere che è vero nel sistema bancario occidentale. Ma per la Banca Centrale greca? Beh, non c’è un vero ente sovrano, come una banca centrale che emetta in base all’oro. Nel caso ci sia, è di proprietà privata azionaria (SpA) simile alla Federal Reserve degli Stati Uniti [8]. Ma in realtà, c’è un altro problema ancora più grande per la Grecia, e piattaforma e programma di Syriza non li affronta. La SpA che esiste come ‘Banca di Grecia’, è in realtà essenzialmente un comitato di sorveglianza che regola le emissioni di euro-dollaro ad altre banche private, e in base all’indice dei prezzi al consumo. Il suo ruolo è così superfluo che la ‘Banca di Grecia’ è stata incaricata di regolamentare le assicurazioni. In realtà, la Banca della Grecia quale banca centrale è stata sostituita dalla Banca centrale europea (BCE) nel 2001 [ibid]. Non si può ignorare quale enorme problema sia per la Grecia. La mancanza di una propria banca centrale, per non parlare di una che sia di proprietà pubblica e gestita su programma di utilità socializzata, è un doppio problema a cui Syriza non ha una risposta programmatica. Ciò garantisce costante sottomissione e vassallaggio all’UE, e senza modo di operare almeno su tale problema (rimanere nell’UE), costruendo un programma di sviluppo nazionale intorno a un rapporto con la Nuova Banca di Sviluppo dei BRICS (NDB), Russia e Turchia, Syriza non potrà mantenere le sue promesse elettorali. Può sembrare la solita politica, ma per la Grecia sarà qualcosa di monumentale. In realtà la vittoria di Syriza potrebbe essere troppo grande, con una vittoria meno travolgente avrebbe dovuto formare un governo di colazione con il partito Nuova Democrazia, e potuto sfruttare il passaggio al gioco parlamentare.
    Supponiamo una probabilità abbastanza naturale e mettiamo da parte qualcosa di ‘straordinario’ come la socializzazione delle industrie chiave e una banca centrale nazionalizzata. Ora, se o quando Syriza non risolverà la crisi del debito sovrano della Grecia e la solvibilità connessa, senza migliorare i rapporti con Russia e BRICS, le masse greche sperimenteranno un enorme cambiamento culturale nel rapporto con la nominalmente (o esteticamente apparente) sinistra “radicale”. Questo nuovo rapporto sarà decisamente pessimo, e la politica operaista, anticapitalista e euroscettica si esprimerà solo con l’avanzata degli anarchici ed anche con i partiti nazionalisti come Alba Dorata, che ha ricevuto il 6,3% dei voti, 17 seggi in parlamento. Ciò significa che uno ogni diciannove greci ha votato per ‘Alba dorata’, presumibilmente di ‘estrema destra’. ‘Alba Dorata’, cosa interessante, chiede la nazionalizzazione dell’industria dell’oro, così come di altre grandi industrie, e della banca centrale [9]. Questi sono i veri cambiamenti economici che potrebbero liberare la Grecia, ma a sinistra solo il Partito comunista della Grecia (KKE) ha una posizione simile [10]. Solo i partiti più radicali hanno soluzioni ragionevoli e oneste al problema attuale della Grecia, rappresentando un problema particolare per la Grecia. In ‘Studio della Storia’, Toynbee sviluppa il concetto di civiltà che attraversano le fasi di crescita e di disgregazione, così come quelle di civiltà abortite e fallite. Sembrerebbe che il marchio di garanzia di civiltà disintegrata, abortita o fallita si abbia quando le soluzioni più cruciali vengono interamente emarginate e presentate dagli estremisti. Peggio, AD e KKE sono gli estremi del presente spettro politico, reificando fittiziamente l’ormai mitico costrutto del ‘comunismo contro il fascismo’ di gigantesca importanza in Grecia, rendendo un qualsiasi sforzo congiunto su tali questioni pratiche probabilmente impossibile. È interessante allora che mentre tutti ignorano i problemi spalancati dalla piattaforma magnificamente carente di Syriza, alcuni affermino che la vittoria della sinistra sia dovuta alla sfida allo spettro del nascente ‘fascismo’ di Alba Dorata. Ma se fossero davvero preoccupati dall’avanzata del ‘fascismo’, allora si renderebbero conto che il ‘fascismo’ sì è avuto quando i partiti socialdemocratici dell’apparente ‘sinistra’ furono visti complici di banchieri ed élite straniere o internazionali. Ma tale complicità è proprio ciò di cui Syriza non sarà solo accusata, ma di cui sarà oggettivamente colpevole se non adotta una ‘Grexit‘ o non si accorda con i Paesi BRICS o, sul piano energetico, con Russia e Turchia. Ci sono alcuni modi con cui il nuovo governo greco può pensare di sfruttare il sistema multipolare emergente, ma ciò presuppone di poter prendere decisioni sovrane.
    Syriza probabilmente prevede un ulteriore debito, ma per scopi diversi. In tale scenario pensa di poter sfruttare la minaccia di allinearsi all’accordo sul gas Russia-Turchia (Southstream 2.0/Nabucco Rivisitato) per ottenere il permesso dalla Troika (Commissione Europea, Fondo Monetario Internazionale, Banca Centrale Europea) di utilizzare altro debito per mitigare l’austerità. Allo stesso modo, pensa che Stati Uniti e Unione europea, a fronte di tale propensione all’accordo sul gas tra Turchia, Russia e Grecia, possano trattenete la Grecia dandole parte di ciò che vuole, contrastando i piani russi. Lasciamo da parte tale pio desiderio, o qualsiasi altra cosa possa sembrare, si ritorcerebbe contro entro pochi anni. Ciò significa un piano di riassetto che si concentri su maggiori imposte a piccoli commercianti, o anche più grandi come le catene locali come i supermercati Veropoulos. Ciò li spingerà sull’orlo della distruzione, favorendo le grandi imprese straniere e, per un breve periodo, i salariati regolari, giustificandosi con la nozione che l’aumento dei salari si tradurrà in un aumento della spesa, e che le grandi aziende straniere non saranno sfidate dalla coalizione Syriza, assai prossima a multinazionali ed UE (in questo scenario ipotetico). Si giustificheranno maggiori dazi sull’importazione di beni di consumo deperibili e durevoli, acquistati in massa, per pagare il debito estero, il che significa che le piccole imprese dovranno acquistare e vendere a prezzi più elevati. Pochi piangeranno per Veropoulos, ma come nell’economia francese all’inizio degli anni ’90, la maggior parte delle operazioni di vendita al dettaglio saranno tolte ai negozi di bottegai, spingendoli tra le braccia di Alba Dorata. Inoltre, questi piccoli negozi subiranno tasse più elevate, giustificate dall’aumento delle vendite che verrà detto possibile grazie alla riduzione della disoccupazione o dalla deflazione salariale. Ma in realtà non ci sarà deflazione salariale, per cui queste piccole imprese probabilmente non vedranno un aumento delle vendite, anche se le nuove tariffe e tasse saranno politicamente giustificate proprio da ciò. Perché?
    Poiché Unione europea e BCE sostengono il quantitative easing, sì il QE per l’UE. E’ quasi inquietante che ruoti intorno la Grecia. I problemi in Grecia, oggi, sono in sostanza proprio il risultato della BCE che rigetta i suoi problemi sulla Grecia, defraudandola e rendendola responsabile delle obbligazioni spazzatura riconfezionate ed acquistate dagli Stati Uniti nel 2008. E gli Stati Uniti le hanno riconfezionate, in definitiva, attraverso la propria QE1 stampando, come tutti ricordiamo, almeno un trilione di dollari basati sul nulla, creando un’altra bolla speculativa, svalutando ulteriormente il dollaro e senza risolvere i problemi economici cronici degli USA, anche se i ricchi sono divenuti più ricchi [11]. Come riporta Jana Randow di Bloomberg, “il presidente della BCE Mario Draghi ha battuto l’opposizione al Consiglio direttivo della banca centrale, il 22 gennaio, e ha presentato un piano per acquistare titoli di Stato nell’ambito del programma di acquisto di asset per circa 1100 miliardi di euro (1300 miliardi dollari). La prospettiva dello stimolo con l’euro che cade dall’inizio del mese al livello più basso rispetto al dollaro, in un decennio […] la QE in Europa, in stile FED, dovrà superare sfide pratiche e politiche. Le aziende avranno la maggior parte dei loro finanziamenti con i prestiti bancari, piuttosto che con obbligazioni, cosa più comune negli Stati Uniti, rendendo i mercati finanziari europei più piccoli e molto meno liquidi“. [12] Ma certo, Syriza non farà questo, giusto? Sbagliato, di fatto il suo piano di ‘recupero’ si basa su ciò. “Tsipras ha promesso di convincere la BCE e l’eurozona a svalutare il valore delle loro partecipazioni nel debito greco, in modo che possa aumentare la spesa pubblica e creare posti di lavoro. Ha detto questa settimana che escludere la Grecia dal programma QE punirebbe un Paese che già soffre da anni l’austerità“, scrivono Marcus Bensasson e Nikos Crisolora [13].
    Sul sito di Syriza, nella pagina della piattaforma, si dice chiaramente: “Chiediamo l’intervento immediato della decisione popolare e un forte mandato per negoziare:…
    * L’accordo sul “New Deal Europeo” con investimenti pubblici per lo sviluppo e il finanziamento dalla Banca europea per gli investimenti.
    * Allentamento quantitativo dalla Banca centrale europea, con l’acquisto diretto di titoli di Stato“. [14]
    Tsipras, però, deve sapere che la svalutazione viola le regole della BCE. O forse c’è un altro accordo? Per quanto improbabile sembri, dovremo aspettare e vedere. Quello che sappiamo già è che Tsipras ha detto che la Grecia rappresenta un caso unico, e fa ricorso a un passo speciale (allora, cosa si dovrebbe dire di Podemos in Spagna?). E’ un casino, e se l’orientamento geopolitico corretto verso BRICS non viene adottato senza ulteriori ritardi, allora semplicemente sempre più strati della società saranno totalmente contrariati da qualsiasi tipo di “socialdemocrazia 2.0″ e anche dalla stessa ‘sinistra’. Ancora, solo Alba Dorata illustrerà una volontà politica, con il KKE che lotta per distanziasi egualmente da Syriza. Ciò pone le basi per una guerra civile o un colpo di Stato militare, se non c’è una rifondazione geopolitica. Tale golpe militare non può essere il peggiore scenario per la Grecia, a condizione che passi a un vero e proprio rinnovamento nazionale. Ciò significherebbe, per definizione, uscire dal controllo della Troika e nazionalizzazione delle principali industrie, seguendo il modello dei colpi di Stato militari popolari, anticoloniali, anticapitalisti, socialisti e nazionalisti come il primo tentativo bolivariano di Chavez in Venezuela, la rivoluzione dei garofani di Otelo Saraiva de Carvalho in Portogallo, la Rivoluzione verde di Gheddafi o la rivoluzione di Nasser del 23 luglio in Egitto. Per una serie di ragioni, tra cui la cultura militare greca, per estetica, riferimenti e lingua, un tale colpo di Stato probabilmente avrà i crismi dell”estrema destra’, mentre al di fuori della sfera sovrastrutturale, il carattere progressivo riposerà sul programma sociale ed economico attuale. Ciò bloccherà interamente il discorso politico, e la vecchia-nuova sinistra fuori dalla Grecia vi si opporrebbe abbastanza nettamente. In Grecia, con tale scenario, la sinistra sarà ancor più screditata, grazie a Syriza. Eppure, si tratta di processi molto dolorosi e difficili, che ancora possono essere evitati facilmente. Allora, è forse possibile non segnalare una Grexit che possa alleviare la pressione reale sulla Grecia, senza affidarsi alla stupidità di porre la liquidità prima della solvibilità?
    Rifondazione e riorientamento geopolitico per la Grecia potranno risolvere gran parte di tutto ciò. In primo luogo, dobbiamo ricordare che quando Gazprom annunciò la cancellazione della linea South Stream, dichiarò anche un nuovo progetto in collaborazione con la Turchia [15]. tale rotta attraversa il confine con la Grecia, ponendo la Grecia in una posizione privilegiata quale primo punto d’ingresso del gas russo-turco nell’UE. Ciò le darà un’influenza mai avuta prima, come la possibilità di porre tariffe di transito, e altro ancora. Inoltre, ciò, sul piano geopolitico e geostrategico, non solo avvicina la Grecia alla Russia, ma anche alla vecchia rivale (in realtà partner di lunga data) Turchia. Inoltre, poiché la Grecia non può giocare secondo le regole scritte e mantenere la sua SpA controllata dalla BCE, spacciata da ‘banca centrale’, perché non crearsi una seconda banca, di proprietà dello Stato? Avrebbe bisogno solo di attribuirle inizialmente funzioni che giuridicamente e tecnicamente non violino il controllo della BCE sulla ‘Banca di Grecia’. Che Syriza possa fare tutto questo non è irragionevole, e in effetti sembra del tutto possibile. Vi sono infatti segnali che ciò possa accadere. Questa possibilità aleggia nella storia tra Syriza e Grecia. E tuttavia va ammesso che la BCE probabilmente dovrebbe guardare con favore alla vittoria di Syriza avendo promesso contro una Grexit, e così probabile sarà. C’è anche la parte di Russia e Turchia nella frustrante corsa nel gioco delle rotte energetiche. Inoltre la penetrazione della CES (Confederazione europea dei sindacati) tra le fila limitate del lavoro organizzato greco influenzando la possibilità che Syriza agisca con più decisione, e quindi da ulteriore leva di controllo di Bruxelles sulla Grecia, ma ‘da sinistra’ [16]. Tutto ciò comprova che Unione europea e troika ritengono Syriza una valvola di controllo della pressione sociale sulle masse greche. Ma ancora ci troviamo di fronte a una trama che, infittendosi, spiegherebbe perché Russia e partiti filo-russi, indipendentemente dall’orientamento politico, hanno sostenuto in modo netto la vittoria di Syriza. Una cosa che sappiamo per certo è che i russi sono degli strateghi molto abili e dei pianificatori seri, che utilizzano tutta una serie di strumenti strategici prestati dalla teoria dei giochi e altro ancora. Sanno qualcosa. Noi dobbiamo ricordare che il partito Syriza ha definito l’adesione greca alle sanzioni contro la Russia “catastrofica per l’agricoltura greca”, denunciando la politica estera dell’attuale governo come congelata nella mentalità da Guerra Fredda, seguendo i dettami di Bruxelles e Washington. Potrebbero essere solo chiacchiere, ma è forse probabile che sia un fatto. Syriza ha apertamente criticato la deferenza dell’UE verso il colpo di Stato neo-nazista appoggiato dagli Stati Uniti in Ucraina. Una rifondazione geopolitica sembra essere un modo per evitare il destino della Bulgaria, che ha subito a lungo le minacce dell’UE e sembra, almeno per ora, aver rinnegato l’impegno a costruire South Stream. Grecia e Turchia già incamerano diversi miliardi di euro l’anno commerciando, e non esistono disposizioni comunitarie che possano interferire con ‘South Stream 2.0‘ mentre entra di soppiatto in Europa travestita da ‘Nabucco rivisto’. La struttura delle relative società energetiche turche non viola i termini del Terzo Pacchetto sull’Energia del 2009 dell’UE. Finora, vi sono ragioni molto interessanti per un piano russo verso la Grecia. Ci si può solo chiedere, se vero, quali garanzie e accordi segreti furtivi abbia fatto l’FSB russo con elementi dell’apparato militare e d’intelligence greco, e come questo sia potuto sfuggire a CIA, NSA, MI, e delegati europei.
    Ciò di cui abbiamo parlato è la possibilità di Syriza di creare in Grecia una banca sovrana, con un nome fittizio. Infatti, nella piattaforma Syriza vi è un aspetto interessante. Infatti, la Nuova Banca di sviluppo, non quello dei BRICS, fondata contro il FMI, ma che Syriza cerca di creare in Grecia [17]. Si tratta di una strana scelta di parole, no? In uno scenario di riallineamento, la Grecia crea ‘una’ nuova Banca di sviluppo quale interfaccia con l’attuale Nuova Banca di Sviluppo dei BRICS. Idealmente, la Grecia ha il permesso d’iscrivere il debito dalla BCE o ristrutturarla in modo creativo, anche con l’aiuto della Nuova Banca di Sviluppo dei Paesi BRIC, interfacciata con la ‘Nuova Banca di Sviluppo’ della Grecia. In tale scenario, nel migliore dei casi, opererebbe anche con l’Unione Eurasiatica Economica (UEE) e l’Unione europea, così come con la Grecia. Ci sono veramente molti modi di pelare questa gatta, come numerosi accordi che Russia e Cina possono stipulare con un’UE che inizia ad uscire dal controllo degli Stati Uniti. In effetti, potrebbero avere lo stesso valore remunerativo (o superiore!) di ciò che la Grecia deve apparentemente all’Unione europea. L’integrazione pacifica con il resto d’Europa e l’Eurasia è uno degli obiettivi strategici e di sviluppo a lungo termine della Russia, che gli Stati Uniti hanno cercato di ostacolare con il golpe organizzato in Ucraina un anno fa. Stranamente, allora, ciò che accade in Grecia può benissimo essere intimamente connesso a ciò che accade sui campi di battaglia in Ucraina e in Siria. Naturalmente, non possiamo dimenticare che, in molti modi, tale debito è una finzione e può essere in gran parte cancellato, e che l’economia greca può essere ricostruita oggi. La Grecia deve solo dire ai dottrinari e alla vecchia guardia dell’UE ciò che Nuland gli disse. Premere il pulsante cancella e guardare tutti gli 0, che gravano così pesantemente gli schermi dei computer negli uffici delle banche centrali, semplicemente sparire.
    Gli Stati Uniti sono il principale ostacolo a qualsiasi normalizzazione tra Europa, Grecia e Russia. L’elezione di Syriza potrebbe rivelarsi un importante punto di svolta, ma come andrà a finire resta da vedere. Nonostante ciò che la vecchia guardia dell’UE, al servizio degli Stati Uniti, aveva in mente per la Grecia con il trucco di Syriza, la collaborazione della Grecia di Syriza con la Russia e i BRICS finirebbe per sconvolgere e ribaltare l’intero scenario. Nikos Kotzias e Panos Kammenos

    Joaquin Flores è uno statunitense che vive a Belgrado, analista presso il Centro per gli Studi Sincretici, un pensatoio geostrategico pubblico. I suoi interessi riguardano Europa dell’Est ed Eurasia ed ha grande competenza in questioni mediorientali. Flores è particolarmente abile ad analizzare la psicologia delle guerre di propaganda. Scienziato politico presso la California State University. Negli Stati Uniti ha operato per anni come organizzatore, capo negoziatore e stratega per una grande federazione sindacale. Note:
    1. Thetoc
    2. RT
    3. Jacobin Mag
    4. Socialist Network
    5. Trading Economics
    6. Reuters
    7. Wenku
    8. Bank of Greece
    9. Golden Dawn
    10. KKE
    11. Economix
    12. Bloomberg
    13. Bloomberg
    14. Syriza
    15. Global Research
    16. KPS
    17. Socialist Network
    Copyright © Center for Syncretic Studies 2015
    Nikos Kotzias, il Prof. Aleksandr Dugin al centro, a destra Alexis Tsipras

    Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

  9. #29
    #Ciaone
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    Predefinito Re: Tsipras dice NO alle sanzioni alla Russia

    Citazione Originariamente Scritto da dedelind Visualizza Messaggio
    inoltre come provvedimenti di politica interna ha già fatto sapere di voler riassumere 10.000 bidelli ed altri parassiti del pubblico impiego, e di voler concedere la cittadinanza agli extracomunitari nati in grecia
    va be queste possono piacere o non piacere ma sono provvedimenti di sinistra ed è logico che il suo governo li prenda, però se vuole rompere con l'austerity ma non vuole uscire dall'euro e non vuole nemmeno aprirsi al resto del mondo che non sia l'impero usa-ue che vuole fare?

  10. #30
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    Predefinito Re: Tsipras dice NO alle sanzioni alla Russia

    Citazione Originariamente Scritto da dedelind Visualizza Messaggio
    inoltre come provvedimenti di politica interna ha già fatto sapere di voler riassumere 10.000 bidelli ed altri parassiti del pubblico impiego, e di voler concedere la cittadinanza agli extracomunitari nati in grecia
    E come li paga?
    Spaghetti e pistole

 

 
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