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Risultati da 1 a 8 di 8
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    Predefinito Cosi il centrosinistra voleva il bavaglio!

    di Paolo Bracalini

    L’effetto è quantomeno, direbbero gli psichiatri, «perturbante».
    Come altro reagire, se non con un misto di stupore e incredulità, al confronto balistico tra le sparate dei paladini della libertà di stampa adesso, sul ddl intercettazioni, e quelle di due anni fa, sempre su un ddl intercettazioni?
    Leggere per credere.
    Coloro che ora promettono il Vietnam alla Camera, o l’occupazione del Palazzo d’Inverno, sono gli stessi che il 17 aprile 2007 approvarono con maggioranza sovietica (447 sì, nessun no), a Montecitorio, il famigerato ddl Mastella.
    Un testo lievemente più restrittivo di quello che sta sollevando l’indignazione dell’opposizione, allora al governo: divieto di pubblicazione, anche parziale, di tutti gli atti fino alla conclusione delle indagini; ammende e galera per giornalisti e pubblici ufficiali colpevoli della fuga di notizie; tetto massimo di 90 giorni per le intercettazioni; controlli severi sulle spese sostenute dalle Procure per le intercettazioni; taglio netto ai centri di ascolto (da 163 a 26).

    Insomma, il famoso bavaglio, ma quella volta lì il centrosinistra lo indossò con gran piacere, cercando anzi di accelerare il più possibile l’iter della sua legge anche al Senato, come chiedeva a gran voce il vicepremier Rutelli:
    «Il Parlamento dovrebbe approvare il prima possibile il disegno di legge. La magistratura indaghi pure, faccia le intercettazioni, però finché non c’è una verità non sbattiamo sui giornali delle persone che si trovano prima ricattate e poi svergognate».

    Nessuno stupore, in fondo è scritto nel programma di governo del Pd, l’attuale programma, al capitolo 4 sulle proposte democratiche per la «Giustizia»:
    «Il divieto assoluto di pubblicazione di tutta la documentazione relativa alle intercettazioni - si legge - serve a tutelare i diritti fondamentali del cittadino. È necessario ridurre drasticamente il numero dei centri di ascolto e determinare sanzioni penali e amministrative molto più severe delle attuali».

    Lì ci fu anche un dettaglio, che scatenò la furia garantista piddina: la pubblicazione delle telefonate Fassino-D’Alema-Consorte sulle scalate della Unipol (impubblicabili se il ddl fosse stato legge).
    Un piccolo dettaglio, ovviamente, che però fece tornare di grandissima attualità e urgenza il tema della privacy dei cittadini (e degli onorevoli...) in fatto di telefonate.

    Piace dunque rileggere le esternazioni di qualche notabile Pd, in quel tempo poi non tanto remoto.
    Tra i più infervorati sostenitori del bavaglio, ma non è una sorpresa, il giornalista-ex premier Massimo D’Alema, che quel giugno era particolarmente in vena di vendetta contro le detestate iene dattilografe: «Lo spettacolo di questi avvocati che vanno e ricopiano sui polsini frasi e poi corrono giù dalle scale per portarle al giornalista che sta sotto il palazzo di Giustizia - spiegò tra lo schifato e il rabbioso - è indecente, una specie di suk arabo, che è un reato. Mi aspetto che qualcuno venga perseguito».

    Il coro unanime anti-intercettazioni risvegliò anche Prodi, che adesso si dice molto preoccupato.
    Tre anni fa era preoccupato del contrario:
    «Pagine intere di giornali dedicate alla diffusione di intercettazioni che nulla dimostrano rischiano di alimentare un clima di scontro verso le istituzioni che è inopportuno e pericoloso».

    Nel frattempo il suo ministro dell’Economia Padoa-Schioppa denunciava l’eccessivo costo delle intercettazioni, chiedendo di darci un taglio, mentre Dario Franceschini era ancora più inflessibile:
    «La pubblicazione delle intercettazioni è inammissibile».

    Luciano Violante? Pronto a rimbrottare i colleghi magistrati: «Se i processi si fanno a mezzo stampa la credibilità degli uffici giudiziari è a rischio».

    Persino il sobrissimo Giuliano Amato squittì un attacco contro la barbarie delle intercettazioni sui giornali: «È una follia tutta italiana che qualunque cosa venga detta al telefono, se tocca incidentalmente un processo, esca sui media, quale che sia la sua rilevanza. È chiaro che il sistema non funziona, non è possibile che dalle sedi giudiziarie esca tutta questa roba».

    D’accordissimo la Finocchiaro, che adesso invoca l’intervento della Corte costituzionale. Nel 2007 invocava invece «una nuova legge per evitare in futuro il prodursi di un mercato nero di materiale riservato e la conseguente immotivata lesione del diritto alla privacy dei cittadini».

    Tutti d’accordo per confezionare un bel bavaglio tutto nuovo, e Di Pietro? Ad un certo punto sostenne che la sua esclusione dalla costituente Pd fosse dovuta alla sua posizione troppo giustizialista sulle intercettazioni. In realtà, anche Tonino la raccontava diversamente da oggi, agitando manette e paventando la gattabuia:
    «L'utilizzazione delle intercettazioni telefoniche - spiegò - va regolamentata, prevedendo sanzioni di vario tipo soprattutto per chi fornisce notizie e per chi le pubblica. Durante l’indagine preliminare del pm tutti gli atti non possono essere pubblicati».
    Anche per lui, un leggerissimo detour...

    dalla pg. 3 de ilgiornale.it 12 06 2010

    saluti

    saluti

  2. #2
    ex unalei
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    Predefinito Rif: Cosi il centrosinistra voleva il bavaglio!

    Citazione Originariamente Scritto da mustang Visualizza Messaggio
    di Paolo Bracalini

    L’effetto è quantomeno, direbbero gli psichiatri, «perturbante».
    Come altro reagire, se non con un misto di stupore e incredulità, al confronto balistico tra le sparate dei paladini della libertà di stampa adesso, sul ddl intercettazioni, e quelle di due anni fa, sempre su un ddl intercettazioni?
    Leggere per credere.
    Coloro che ora promettono il Vietnam alla Camera, o l’occupazione del Palazzo d’Inverno, sono gli stessi che il 17 aprile 2007 approvarono con maggioranza sovietica (447 sì, nessun no), a Montecitorio, il famigerato ddl Mastella.
    Un testo lievemente più restrittivo di quello che sta sollevando l’indignazione dell’opposizione, allora al governo: divieto di pubblicazione, anche parziale, di tutti gli atti fino alla conclusione delle indagini; ammende e galera per giornalisti e pubblici ufficiali colpevoli della fuga di notizie; tetto massimo di 90 giorni per le intercettazioni; controlli severi sulle spese sostenute dalle Procure per le intercettazioni; taglio netto ai centri di ascolto (da 163 a 26).

    Insomma, il famoso bavaglio, ma quella volta lì il centrosinistra lo indossò con gran piacere, cercando anzi di accelerare il più possibile l’iter della sua legge anche al Senato, come chiedeva a gran voce il vicepremier Rutelli:
    «Il Parlamento dovrebbe approvare il prima possibile il disegno di legge. La magistratura indaghi pure, faccia le intercettazioni, però finché non c’è una verità non sbattiamo sui giornali delle persone che si trovano prima ricattate e poi svergognate».

    Nessuno stupore, in fondo è scritto nel programma di governo del Pd, l’attuale programma, al capitolo 4 sulle proposte democratiche per la «Giustizia»:
    «Il divieto assoluto di pubblicazione di tutta la documentazione relativa alle intercettazioni - si legge - serve a tutelare i diritti fondamentali del cittadino. È necessario ridurre drasticamente il numero dei centri di ascolto e determinare sanzioni penali e amministrative molto più severe delle attuali».

    Lì ci fu anche un dettaglio, che scatenò la furia garantista piddina: la pubblicazione delle telefonate Fassino-D’Alema-Consorte sulle scalate della Unipol (impubblicabili se il ddl fosse stato legge).
    Un piccolo dettaglio, ovviamente, che però fece tornare di grandissima attualità e urgenza il tema della privacy dei cittadini (e degli onorevoli...) in fatto di telefonate.

    Piace dunque rileggere le esternazioni di qualche notabile Pd, in quel tempo poi non tanto remoto.
    Tra i più infervorati sostenitori del bavaglio, ma non è una sorpresa, il giornalista-ex premier Massimo D’Alema, che quel giugno era particolarmente in vena di vendetta contro le detestate iene dattilografe: «Lo spettacolo di questi avvocati che vanno e ricopiano sui polsini frasi e poi corrono giù dalle scale per portarle al giornalista che sta sotto il palazzo di Giustizia - spiegò tra lo schifato e il rabbioso - è indecente, una specie di suk arabo, che è un reato. Mi aspetto che qualcuno venga perseguito».

    Il coro unanime anti-intercettazioni risvegliò anche Prodi, che adesso si dice molto preoccupato.
    Tre anni fa era preoccupato del contrario:
    «Pagine intere di giornali dedicate alla diffusione di intercettazioni che nulla dimostrano rischiano di alimentare un clima di scontro verso le istituzioni che è inopportuno e pericoloso».

    Nel frattempo il suo ministro dell’Economia Padoa-Schioppa denunciava l’eccessivo costo delle intercettazioni, chiedendo di darci un taglio, mentre Dario Franceschini era ancora più inflessibile:
    «La pubblicazione delle intercettazioni è inammissibile».

    Luciano Violante? Pronto a rimbrottare i colleghi magistrati: «Se i processi si fanno a mezzo stampa la credibilità degli uffici giudiziari è a rischio».

    Persino il sobrissimo Giuliano Amato squittì un attacco contro la barbarie delle intercettazioni sui giornali: «È una follia tutta italiana che qualunque cosa venga detta al telefono, se tocca incidentalmente un processo, esca sui media, quale che sia la sua rilevanza. È chiaro che il sistema non funziona, non è possibile che dalle sedi giudiziarie esca tutta questa roba».

    D’accordissimo la Finocchiaro, che adesso invoca l’intervento della Corte costituzionale. Nel 2007 invocava invece «una nuova legge per evitare in futuro il prodursi di un mercato nero di materiale riservato e la conseguente immotivata lesione del diritto alla privacy dei cittadini».

    Tutti d’accordo per confezionare un bel bavaglio tutto nuovo, e Di Pietro? Ad un certo punto sostenne che la sua esclusione dalla costituente Pd fosse dovuta alla sua posizione troppo giustizialista sulle intercettazioni. In realtà, anche Tonino la raccontava diversamente da oggi, agitando manette e paventando la gattabuia:
    «L'utilizzazione delle intercettazioni telefoniche - spiegò - va regolamentata, prevedendo sanzioni di vario tipo soprattutto per chi fornisce notizie e per chi le pubblica. Durante l’indagine preliminare del pm tutti gli atti non possono essere pubblicati».
    Anche per lui, un leggerissimo detour...

    dalla pg. 3 de ilgiornale.it 12 06 2010

    saluti

    saluti
    agevoliamo la conoscenza di quanta ipocrisia alberghi nei politicanti sinistri di nome e di fatto :sofico:
    Sono l'unica persona al mondo che vorrei conoscere a fondo

  3. #3
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    Predefinito Rif: Cosi il centrosinistra voleva il bavaglio!

    Citazione Originariamente Scritto da miluna Visualizza Messaggio
    agevoliamo la conoscenza di quanta ipocrisia alberghi nei politicanti sinistri di nome e di fatto :sofico:
    I fatti di qualche mese fa :

    (tempo-1) 2008/settembre : Panorama , allora diretto da Via-col-mento Belpietro , pubblica (con grandi enfasi , ricordiamolo …) intercettazioni su Prodi .

    (tempo-2) Interviene il Padrone di Panorama il quale solidarizza con il Professor Prodi

    (tempo-3) Le pubblicazioni dei verbali (che riguardano conversazioni nelle quali il profilo penale risulterà assente) CONTINUANO

    Ohibò , Berlusconi che , abbiamo visto in giorni neppure troppo lontani (marzo 2010) , non si pone scrupolo alcuno di chiamare un personaggio ai vertici di una Autorità di Garanzia (seppur ex dipendente Mediaset) financo 18 volte per sollecitare la soppressione di un programma … si fece allora scrupolo di chiamare un suo dipendente , direttore di Panorama , per ordinare la cessazione di pubblicazione di intercettazioni di carattere privato e penalmente irrilevanti – e riguardanti il suo diretto “competitor” alla guida del Governo … ?

    Ma che animo nobile , ma quale rispetto aveva allora , a quei tempi , il nostro Cavaliere , per le LIBERE PREROGATIVE della stampa !!

    (tempo-4) La replica di Prodi è fulminante :

    a) pubblicate TUTTO

    b) non prendete questo caso a pretesto per VIETARE le intercettazioni !

    Questa vicenda suggerisce alcune considerazioni sulla diversa pasta dei due premier della nostra recente storia istituzionale … considerazioni che peraltro – dopo aver esposto i crudi FATTI - lascio volentieri ad altri commentatori più bravi e preparati di me

    Tag suggerito x ricerca sul web : “prodi panorama intercettazioni”

  4. #4
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    Predefinito Quando Prodi disse : pubblicate pure tutto !

    I fatti di qualche mese fa , che possono offrire una chiave di lettura sulle polemiche di oggi (giugno 2010) :

    (tempo-1) 2008/settembre : Panorama , allora diretto da Via-col-mento Belpietro , pubblica (con grandi enfasi , ricordiamolo …) intercettazioni su Prodi .

    (tempo-2) Interviene il Padrone di Panorama il quale solidarizza con il Professor Prodi

    (tempo-3) Le pubblicazioni dei verbali (che riguardano conversazioni nelle quali il profilo penale risulterà assente) CONTINUANO

    Ohibò , Berlusconi che , abbiamo visto in giorni neppure troppo lontani (marzo 2010) , non si pone scrupolo alcuno di chiamare un personaggio ai vertici di una Autorità di Garanzia (seppur ex dipendente Mediaset) financo 18 volte per sollecitare la soppressione di un programma … si fece allora scrupolo di chiamare un suo dipendente , direttore di Panorama , per ordinare la cessazione di pubblicazione di intercettazioni di carattere privato e penalmente irrilevanti – e riguardanti il suo diretto “competitor” alla guida del Governo … ?

    Ma che animo nobile , ma quale rispetto aveva allora , a quei tempi , il nostro Cavaliere , per le LIBERE PREROGATIVE della stampa !!

    (tempo-4) La replica di Prodi è fulminante :

    a) pubblicate TUTTO

    b) non prendete questo caso a pretesto per VIETARE le intercettazioni !

    Questa vicenda suggerisce alcune considerazioni sulla diversa pasta dei due premier della nostra recente storia istituzionale … considerazioni che peraltro – dopo aver esposto i crudi FATTI - lascio volentieri ad altri commentatori più bravi e preparati di me

    Tag suggerito x ricerca sul web : “prodi panorama intercettazioni”

  5. #5
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    Predefinito Rif: Quando Prodi disse : pubblicate pure tutto !

    Citazione Originariamente Scritto da cantone Nordovest Visualizza Messaggio
    I fatti di qualche mese fa , che possono offrire una chiave di lettura sulle polemiche di oggi (giugno 2010) :

    (tempo-1) 2008/settembre : Panorama , allora diretto da Via-col-mento Belpietro , pubblica (con grandi enfasi , ricordiamolo …) intercettazioni su Prodi .

    (tempo-2) Interviene il Padrone di Panorama il quale solidarizza con il Professor Prodi

    (tempo-3) Le pubblicazioni dei verbali (che riguardano conversazioni nelle quali il profilo penale risulterà assente) CONTINUANO

    Ohibò , Berlusconi che , abbiamo visto in giorni neppure troppo lontani (marzo 2010) , non si pone scrupolo alcuno di chiamare un personaggio ai vertici di una Autorità di Garanzia (seppur ex dipendente Mediaset) financo 18 volte per sollecitare la soppressione di un programma … si fece allora scrupolo di chiamare un suo dipendente , direttore di Panorama , per ordinare la cessazione di pubblicazione di intercettazioni di carattere privato e penalmente irrilevanti – e riguardanti il suo diretto “competitor” alla guida del Governo … ?

    Ma che animo nobile , ma quale rispetto aveva allora , a quei tempi , il nostro Cavaliere , per le LIBERE PREROGATIVE della stampa !!

    (tempo-4) La replica di Prodi è fulminante :

    a) pubblicate TUTTO

    b) non prendete questo caso a pretesto per VIETARE le intercettazioni !

    Questa vicenda suggerisce alcune considerazioni sulla diversa pasta dei due premier della nostra recente storia istituzionale … considerazioni che peraltro – dopo aver esposto i crudi FATTI - lascio volentieri ad altri commentatori più bravi e preparati di me

    Tag suggerito x ricerca sul web : “prodi panorama intercettazioni”
    non posso che condividere totalmente quanto così dettagliatamente esposto dal tuo intervento

  6. #6
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    Predefinito Rif: Quando Prodi disse : pubblicate pure tutto !

    io invece non sono d'accordo... molte volte la diffusione di intercettazioni ha avuto il solo obiettivo di sputtanare violando la privacy... e cosa succedeva quando alla fine risultavano che erano solo idiozie... niente... eri sputtanato e magari i giornalisti si lamentavano pure che non ti eri messo per bene a 90 gradi con le mani a tenere ben aperte le chiappette...

    copire chi diffonde notizie riservate e intercettazioni è sacrosanto... piuttosto... come vengono conservate le intercettazioni riservate? Avevo sentito Alfano parlare di qualcosa a riguardo, un ente o qualcosa di simile, ma non trovo piu nulla...
    Matsudaira Izu no Kami disse al Maestro Mizuno Kenmotsu: "Voi siete un uomo di grande valore, peccato siate così basso".

    Kenmotsu gli rispose: "E' vero. A volte in questo mondo non tutto va come si desidera. Ora, se io vi tagliassi la testa e l'attaccassi sotto i miei piedi, sarei più alto. Ma è qualcosa che non si potrebbe fare".

  7. #7
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    Predefinito Rif: Quando Prodi disse : pubblicate pure tutto !

    Le intercettazioni di Prodi erano solo idiozie, sono state pubblicate dai Giornali di Berlusconi con titoli falsi che non c'entrava una mazza col contenuto, ed è morta lì.

    Male non fare, paura non avere, imparate l'ennesima lezione di classe del Professore, che se contro Berlusconi non ha mai perso un'elezione in vita sua non sarà certo un caso..
    Ultima modifica di brunik; 16-06-10 alle 07:32
    lo rimpiangerete, Renzi, KOGLIONI

  8. #8
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    Predefinito Rif: Cosi il centrosinistra voleva il bavaglio!

    Io dico solo che quando qualcuno contesta che le intercettazioni costano troppo, è come dire che le medicine sono troppo care, o l'intervento chirurgico non ce lo possiamo permettere, è meglio che il paziente muoia e si levi di torno (soprattutto se è un poveraccio).
    Le intercettazioni costano? allora faccioamo come negli altri paesi più evoluti di noi, ovvero quelli anglossassoni e tedeschi (ma anche Spagna, ecc... eccc...), ovvero le società telefoniche, se private o se pubbliche, siano obbligate per legge a fornire assistenza GRATUITAMENTE all'Autorità Giudiziaria e alla polizia, ovvero a non far pagare le intercettazioni telefoniche (che fra l'altro non devono essere davvero costose, se poi materialmente ad ascoltare i malfattori, i politici corrotti, gli assassini, i mafiosi, ci mettiamo un agente o un ufficiale di P.G.).
    Sulla telefonia fissa e mobile, le compagnie telefoniche ci guadagnano già alla grande, quindi ....
    Facendo un paragone, allora, le auto della polizia e dei carabinieri, quando circolano in autostrada dovrebbero pagare il pedaggio autostradale, visto che le stesse, sono date in concessione a società private.
    E' proprio vero, i delinquenti ed i mafiosi oramai da dieci anni governano questa repubblica delle banane, e dell'ultimo baluardo di legalità e di democrazia che è rimasto in questo paese, ovvero la magistratura, vofliono sbarazzarsene. Salut

 

 

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