Il bombardamento di Dresda
13 febbraio 1945: un bombardamento voluto come monito a Stalin.
13/02/2015
ACCADDE OGGI: Il 13 febbraio 1945 più di 1.200 bombardieri Inglesi e Americani lanciarono un massiccio bombardamento aereo che colpiva la città di Dresda.
Alla conclusione dell'attacco, che scatenerà un incendio di proporzioni enormi, il 95% dell’abitato sarà distrutto e si conteranno decine di migliaia di vittime tra la popolazione civile. Ancora oggi il dibattito fra gli storici non e' riuscito ad approdare ad un numero definitivo – che varia 35.000 e 135.000 – la difficoltà dovuta al fatto che la città era piena di sfollati non residenti il cui numero esatto era sconosciuto, e che le stime calcolano non inferiore al mezzo milione.
Diversi studiosi hanno sottolineato che il bombardamento poteva essere evitato poiché la guerra stava ormai terminando con la sconfitta della Germania e la distruzione della città, sebbene avesse ancora alcuni stabilimenti operanti, non accelerò la fine del conflitto in quanto non indusse il comando tedesco a cessare le ostilità.
E’ stata anche avanzata una cinica ipotesi che ha un minimo di fondamento storico, e che vuole il bombardamento da un lato come atto teso ad infliggere danni al nemico, e dall’altro di avvertimento nei confronti dei Sovietici, la cui alleanza le potenze occidentali avevano accettato per convenienza militare in opposizione al Nazismo, e non certo per comunione di intenti politici.
L’Armata Rossa avanzava verso Dresda, che sarebbe stata occupata di lì a poco, combattendo una Wermacht ormai allo stremo delle forze e non aveva idea di cosa un esercito alleato, dotato di grandi risorse, fosse in grado di fare.
Il bombardamento di Dresda lo dimostrò, facendo capire ai Sovietici la potenza degli Alleati e avvertendoli implicitamente che tale potenza poteva anche essere scatenata contro altri, un implicito monito a Stalin – di cui ne Churchill né Roosevelt si fidavano completamente – a non infrangere gli accordi presi nelle precedenti conferenze di Teheran e Yalta.
Dopo la guerra venne alla luce un memoriale della RAF in cui si legge che le finalità dell’attacco contro Dresda “sono di colpire il nemico nel punto il colpo sarà avvertito maggiormente, a ridosso di un fronte già parzialmente crollato, di impedire l’uso futuro della città e, in aggiunta, di dimostrare ai Russi quando arriveranno cosa è in grado di fare il comando strategico alleato”.
Alessandro Guardamagna
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