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  1. #1
    Conservatorismo e Libertà
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    Predefinito Conservatorismo e politica: viaggio alla ricerca del Right Man (1)

    Questa discussione si intitola "Viaggio alla ricerca del Right Man", dell'uomo di destra, del conservatore per eccellenza della politica italiana. Lo diciamo subito: al momento, non sembra possibile riconoscere il Right Man in nessun esponente di spicco del centrodestra (ambito esclusivo della nostra ricerca, definito comunque in senso largo, per comprendere non solo il PDL, ma anche gli alleati naturali come la Lega Nord e l'UDC, che in effetti piaccia o no hanno collaborato o tuttora collaborano con il primo). Eppure, con un certo sforzo, cercheremo di individuare e valorizzare i caratteri "conservatori" di questi uomini che costituiscono l'ossatura della nostro firmamento politico.

    Nella prima parte, ci occuperemo dei "grandi leader del presente", di Berlusconi, di Fini, di Bossi, di Casini. Nella seconda, invece, ci concentreremo sui protagonisti promettenti di secondo piano, come Gasparri, Lupi, Formigoni, Montezemolo, Bocchino. Nella terza, attraverso un sondaggio eprimerete le vostre preferenze (si spera motivate!).

    Non c'è bisogno di dire che quelle che leggerete sono le opinioni personali del sottoscritto. Siete più che liberi di esprimere le vostre idee e di sottoporre a verifica le mie convinzioni, nonchè di aggiungere personaggi che secondo voi hanno tutte le qualità per diventare i futuri "Right Man".
    Ultima modifica di FalcoConservatore; 12-06-10 alle 15:36

  2. #2
    Conservatorismo e Libertà
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    BERLUSCONI



    Silvio Belusconi è colui che più di ogni altro esponente della politica ha suscitato le speranze, le invide e gli asti dei cittadini italiani. E' il baricentro dell'arco costituzionale: senza di lui gli equilibri attuali andrebbero a scatafascio. Insomma, nel bene o nel male bisogna riconoscerli una preminenza assoluta, una rilevanza storica. Ha saputo "inventarsi" il centrodestra in pochi mesi, ha creato dal nulla Forza Italia, con la "discesa in campo" ha risvegliato un elettorato liberale e moderato di centrodestra - la "maggioranza silenziosa" - impedendo così il trionfo della sinistra progressista. Per più di 3 lustri ha incarnato le speranze e le attese di milioni di persone, un consenso personale ineguagliato e probabilmente ineguagliabile. Nel momento della difficoltà, è persino riuscito a fondare il "partito unico" del centrodestra, il Popolo della Libertà. Alcuni scommettono sul fatto che sarà lui il prossimo Presidente della Repubblica.

    Ma è davvero Berlusconi l'unico, inimitabile Right Man? Ci sono in verità molti aspetti dubbi: il Cavaliere, sotto sotto, non è un politico, bensì un imprenditore prestato alle istituzioni. A rivelarcelo sono la sua mentalità ed i suoi gesti quotidiani, allergici al cerimoniale ed ai riti tradizionali. Tanti gli rimproverano un conflitto d'interessi irrisolto, una storia personale non limpida, un concetto distorto di legalità e di rispetto dei diritti costituzionali. Ma altri considerano questi difetti come i veri pregi dell'uomo, e considerano Berlusconi come l'uomo della novità, del rinnovamento liberale, del "fare", una garanzia insomma del movimento che porta a dei risultati concreti.

    Cosa c'è dunque di "conservatore" in Berlusconi? Alcuni risponderebbero "semplicemente nulla". Senza dubbio il Cavaliere ha ben poco a che fare con i leader conservatori occidentali tradizionali, ma non possiamo fermarci solamente alle ombre. Che piaccia o no, i governi da lui guidati hanno sempre garantito, se non incrementato attraverso vari tentativi (non perfettamente riusciti, ma di per sè buoni), i valori fondamentali del conservatorismo: il rispetto delle radici cristiane del paese, l'attenzione verso l'insegnamento etico della Chiesa, la salvaguardia della responsabilità e del merito (si pensi all'azione del Ministro Gelmini).

    Insomma, al di là di una personalità a volte discutibile, e di azioni private non irreprensibili, c'è da dire che i governi di centrodestra hanno sempre fatto il possibile per limitare, se non per scardinare, i programmi di avanzamento progressista della sinistra. Con lui non abbiamo avuto matrimoni fra omosessuali, leggi pro-eutanasia, unioni civili e quant'altro, bensì provvedimenti per la sicurezza, norme anti-mafia durissime, controlli più severi sull'immigrazione, riforma della scuola, tagli agli sprechi pubblici (insufficienti si dirà, ma qualcosa è stato fatto), etc.

    Non si sono raggiunti risultati miracolosi, ma il minimo non è mancato. Non possiamo essere completamente soddisfatti, ma rispetto all'alternativa rappresentata dalla sinistra, possiamo tirare un sospiro di sollievo ed apprezzare le cose buone approvate.

    Detto questo, continua ad essere difficile definire, almeno in parte, Berlusconi un "conservatore". No: lui incarna la sintesi di una galassia variegata (eufemismo) di centrodestra re-inventata con somma difficoltà.

  3. #3
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    FINI



    Gianfranco Fini, secondo me, è il "Right Man" mancato. E' la somma delusione per tutti i conservatori italiani, che avevano risposto in lui le speranze per una successione a Berlusconi contrassegnata da una sorta di "risorgimento", questa volta tutto politico (senza conflitti d'interesse e quant'altro), dei valori che possiamo riassumere nella formula "Dio-Patria-Famiglia" declinata senza nostalgie e senza estremismi. Nato nell'alveo della destra post-fascista, delfino di Almirante, leader di Alleanza Nazionale consacrata con la svolta di Fiuggi del 1995, Fini poteva rappresentare un faro per tutto, davvero tutto il centrodestra liberalconservatore, quello che per intenerci trova espressione nel nostro Forum: sostenitore dell'Alleanza Atlantica, filo-americano con occhio attento agli sviluppi del GOP, filo-israeliano, a favore del libero mercato, compiutamente democratico ma non rinunciatario verso i valori della destra (autorità, gerarchia, merito, responsabilità), identitario, cristiano ma non estremista.

    Purtroppo, negli anni, le nostre attese sono cadute nel vuoto. Fini si è reinventato come uomo della "nuova destra" dei diritti che destra non è, semmai scimmiottamento delle politiche progressiste che certo un conservatore non può assolutamente favorire o tantomeno abbracciare. Fini ha perso la bussola dei valori: dai suoi atteggiamenti traspare freddo calcolo politico, condito con una certa arroganza dei modi. Molto probabilmente, a livello personale, ha perso Dio, e dunque tutta una serie di punti di riferimento irrinunciabili per un conservatore italiano, che non è ovviamente "obbligato" a credere, ma che non può fare a meno di riconoscere l'esistenza di una identità cristiana.

    Dai discorsi a braccio siamo passati alle gelide disquisizioni sulla Carta Costituzionale, su una difesa ad oltranza dello status quo, anche a costi di un contro-canto perenne che produce sì una diversa linea politica, in sè legittima, ma anche una paralisi dell'azione del governo votato dagli italiani. Sarebbe meglio un chiarimento definitivo e una separazione delle strade. Ma i progetti di Fini sono diversi, e forse anche ambiziosi.

  4. #4
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    BOSSI



    Ed ecco, un pò a sorpresa, Umberto Bossi. Qualcuno si scandalizzerà di certo per la sua presenza in questo elenco. In effetti, a scanso di equivoci, non lo considero un Right Man nè un candidato per questa "carica". E tuttavia, pur con uno sforzo non indifferente, cerco di sottolineare le caratteristiche conservatrici di Bossi e del suo partito, la Lega Nord.

    La Lega, con gli anni, si è per così dire 'evoluta'. Ha abbandonato i propositi più accesi di secessione del Settentrione, per abbracciare una riforma federale dello Stato oggi sulla cresta dell'onda e sulla bocca di tutti. Insomma, anche il Carroccio - il più antico partito italiano ancora in vita - s'è reinventato per conquistare passo dopo passo una buona fetta dell'elettorato di AN deluso da Fini e di FI deluso dalle promesse non del tutto realizzate di Berlusconi.

    La Lega oggi rappresenta pure il partito più vitale del panorama politico, grazie ad una ammirevole azione di propaganda fatta sul territorio, e a sindaci di qualità. Il programma basato sulla sicurezza, sulla lotta all'immigrazione clandestina e gli sprechi, sul Federalismo fiscale e sulle Autonomie pare rispondere perfettamente ai bisogni ed ai desideri dei cittadini (almeno quelli del Nord, ma per quanto riguarda i primi punti pure quelli del Sud).

    Il conservatorismo del 2010 non può rimanere indifferente alle problematiche contemporanee, al fenomeno immigratorio, all'erosione della sicurezza, alla necessità di salvaguardare le identità territoriali. Ovviamente, un conservatore savio sa attuare queste politiche con moderazione ed equilibrio, a volte l'opposto del comportamento aggressivo e populista della Lega.

    In effetti, un conservatore non può certo cedere sul valore dell'unità nazionale. E tuttavia, c'è da dire che sì, la Lega ha fatto breccia su una parte di elettorato di centrodestra ed in parte conservatore che non ne può più di lassismo, perdonismo e buonismo.

    Detti questo, Bossi non sarà mai il mio "Right Man", ma un alleato certamente sì, purchè siano allontanati una volta per tutte i fantasmi della secessione e i toni fin troppo esacerbati.

  5. #5
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    CASINI



    Concludiamo questo elenco dedicato ai grandi leader della politica italiana con "Pierfurby" Casini, il centrista ex-democristiano, già terzo fido alleato del Cavaliere, ed oggi capitano della via alternativa al bipolarismo. Casini, al netto della situazione attuale che lo vede forzatamente ai margini, ma tutt'altro che irrilevante, non è certo un personaggio malvagio. Il suo retroterra culturale e valoriale potrebbe benissimo appartenere ai conservatori cristiani europei, tant'è vero che l'UDC va farte a tutti gli effetti del PPE. A parte qualche disastrosa alleanza alle ultime Regionali (vedi il Piemonte), non gli possiamo rimpoverare la mancanza di sensibilità verso la Famiglia e le radici cristiane.

    Casini è un moderato che fa della responsabilità nazionale la sua bandiera. E' forse troppo chiedergli di rinunciare alla difesa a tratti aprioristica del Sud, ed una rinnovata intesa con Berlusconi e la Lega per il varo di Federalismo corretto e responsabile, ma non è del tutto escluso che in futuro - e recenti contatti lo dimostrano - possa "ammazzare il vitello grasso", come auspicato dal Cavaliere dopo il momento della rottura nel 2008. Insomma, Casini continua ad appartenere all'alveo di un centrodestra, forse fin troppo moderato e democristiano ma non per questo da buttare via. Ormai è escluso che possa allearsi con la sinistra. E dunque, perchè negare l'ipotesi di un "ritorno a casa"?

  6. #6
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    TREMONTI



    Quasi mi stavo dimenticando di Giulio Tremonti! Non possiamo inserirlo fra le "giovani promesse" del futuro, perchè ormai il buon Giulio può essere considerato un leader politico di primo piano, addirittura, per qualcuno, una sorta di Premier-ombra, in grado di controllare in effetti i cordoni della borsa in qualità di Ministro dell'Economia, e dunque l'essenza stessa delle politiche governative. In realtà, Tremonti non aspira certo al ruolo di Bruto: da esperto in questioni economiche, però, sa perfettamente quando dire dire di "no" allo stesso Cavaliere.

    Perchè considerare Tremonti un candidato al ruolo di Right Man? In effetti, siamo lontani, ma forse per problemi contingenti legati all'urgenza assoluta della crisi, da politiche liberali ed anti-tasse predicate nei bei tempi andati. E tuttavia, non possiamo nasconderci il fatto che, oggi, Tremonti rappresenta il punto di cerniera fra il PDL ed il Carroccio, il pilastro del governo (con effetti positivi e negativi, e qualche invidia da parte degli altri ministri). Qualcuno si spinge a considerarlo già ora come il candidato premier del 2013.

    Sarà. Di sicuro senza Tremonti non esiste questo governo, e forse neppure questa maggioranza. Da lui vorremmo comunque la realizzazione della promessa sulla riforma fiscale, quando sarà possibile ovviamente, ma senza ritardi ingiustificati. E vorremmo l'attuazione della Rivoluzione Liberale, non limitata a vaghe modifiche dell'art, 41 della Costituzione. Allora sì che potremo considerare Tremonti un "prototipo" di Right Man italiano.

 

 

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