Ultima modifica di Henry Morgan; 16-06-10 alle 22:48
Preve parte dal presupposto che l'uomo sia un ente naturale. Semplice. Per capire e quindi poi criticare questo passaggio dovresti prima leggere ad esempio "elogio del comunitarismo" di Preve e partire dal presupposto previano di una rilettura in chiave hegeliana (che è il nodo centrale del pensiero di Preve) del concetto di Gemeinwesen di Marx.
Ma dai, il tentativo di riabilitare il marxismo da parte di Preve è uno scherzo.
La comunità - questo ente metafisico - fallisce perchè, per quanto perfetta possa essere la macchinazione concettuale, l'esperimento uomo è già fallito con Adamo. Se l'uomo è tarato, trascinerà qualunque cosa a livello del proprio tormento.
Piuttosto ci si rilegga Heidegger
Ultima modifica di donerdarko; 17-06-10 alle 00:30
Che l'individuo esista realmente è tutto da dimostrare. De Martino ci parla degli indigeni di alcune tribù la cui presenza personale è continuamente messa in pericolo da fenomeni reali come l'olonismo (imitazione involontaria di ciò che hai di fronte, sia che si tratti di un altro uomo che poarla che di un albero mosso dal vento). Come vedi è più reale la comunità e gli schemi tradizionali su cui si fonda, piuttosto che il singolo individuo a rischio continuo di spersonalizzazione. Ora ciò che esiste è un rapporto sociale che si chiama capitalismo, ed è molto più reale esso che gli individui che lo compongono, anch'essi molto spesso vittime di fenomeni di spersonalizzazione (non di olonismo, credo...)
L'essenza di cui parlo non è così misteriosa. La si ricava semplicemente analizzando ciò che succede nel secondo elemento (la storia): se ne ricava aapunto che l'uomo è un animale sociale, politico, comunitario. Sono fatti. L'individuo di cui tu parli è inesistente.
Ultima modifica di Henry Morgan; 17-06-10 alle 09:52